Friday 29 September 2006

The Open Door Day!

The Open Door - Evanescence
Finalmente è arrivato il 29 settembre! Oggi, dopo due lunghi anni (la release di Anywhere But Home, il DVD live, è avvenuta nel 2004), potremo finalmente sentire il novo materiale degli Evanescence.

Fortunatamente, in Italia la release è stata anticipata dal 3 ottobre al 29 settembre poiché tutti i CD (album e singoli) escono di venerdì. Oggi pomeriggio ci sarà quindi la folle corsa all’acquisto di quello che, a 18 giorni dall’uscita, avevo già identificato come capolavoro.
Credetemi, ha un sapore completamente diverso da quello degli album precedenti. È unico anche come genere: le canzoni sono dotate di personalità completamente diverse fra loro e amy sembra una persona artisticamente più matura e, soprattutto, più libera di come la trovavamo in Fallen.

Fra 16 ore, finalmente la mia copia di The Open Door farà bella mostra di sé fra i miei CD di prestigio e le note delle canzoni si spanderanno per casa ammaliando i miei sensi.

Saturday 23 September 2006

Velvet Goldmine

E finalmente ho ordinato il DVD di uno dei miei film preferiti: Velvet Goldmine.

Non sapete cos’è Velvet Goldmine? Ok, cerco di tirarne fuori una recensione passabile. No, come non detto: a fare recensioni sono pessimo, quindi mi appoggerò ad una che ho pescato su
Google. 

VELVET GOLDMINE

Velvet Goldmine: Brian Slade & Curt Wild• Cast Tecnico:
Regia: Todd Haynes
Sceneggiatura: Todd Haynes, James Lyons
Fotografia: Maryse Alberti
Scenografia: Andrew Munro
Costumi: Sandy Powell
Musica: Carter Burwell, Radiohead
Montaggio: James Lyons
Prodotto da: Christine Vachon
(INGHILTERRA, USA,1998)
Durata: 110’
Distribuzione cinematografica: LUCKY RED
• Starring:
Curt Wild: Ewan McGregor
Brian Slade: Jonathan Rhys-Meyers
Mandy Slade: Tony Collette
Arthur Stuart: Christian Bale


Grazie a Velvet Goldmine, torna il “glam”, che è poi l’abbreviazione di “glamour”, vocabolo quasi intraducibile che riassume tutto ciò che nel rutilante mondo dello spettacolo è lustrini, paillettes, travestimento. Diretto magistralmente da Todd Haynes, il film ci riporta all’epopea del glam-rock, quella stagione del rock britannico che all’inizio degli anni Settanta fa il suo ingresso esplosivo sulla scena mondiale con il suo look fantasmogorico e il suo sound selvaggio. Furoreggiavano personaggi come Gary Glitter, i Roxy Music, i T-Rex e soprattutto lui, David Bowie, nel suo periodo “spaziale” e travestito. Le pailletes del glam-rock e il gioco d’incantesimi con cui Haynes apre il film, coincidono idealmente con il giorno in cui nacque Oscar Wilde, venuto dal firmamento con in dote una spilla verde smeraldo, simbolo che passerà di mano in mano fino al 1974. Haynes ha il gusto visionario della regia e l’amore per le scenografie colorate ed eccessive. Di fatto il film è sì un atto d’amore per il glam-rock, ma è soprattutto un’analisi su come si costruisce una pop-star.

• Trama:
Brian Slade
(Jonathan Rhys-Meyers) esponente di punta del glam-rock prende d’assalto la Gran Bretagna. Innumerevoli adolescenti rimangono conquistati e, seguendo le sue orme, cominciano a dipingersi le unghie e ad esplorare la propria sessualità. Nella Londra del ’74 Slade decide di sparire mettendo in scena il proprio omicidio sul palco, esibendosi in una nuvola di piume. E’ tutta una finta, i giornali lo smascherano subito, ma intanto Slade scompare mentre i suoi dischi vanno a ruba. L’idea è del manager ingordo. Il pubblico lo odia, è stato escluso dal gioco di complicità e mascheramento, dietro cui si nasconde qualcosa di sincero e di ostile all’industria musicale. Brian Slade si è corrotto e con lui è finito anche il sodalizio artistico e sessuale del suo "gemello" americano Curt Wild (Ewan McGregor). Una storia d’amore transatlantica, che esclude amori etero, e dunque anche la moglie di Brian, Mandy (Tony Collette) che li scopre, dissoluti, in un set alla Orson Welles, citato nella magia fantasmatica di tanti drappi bianchi a ricoprire simulacri e fantasmi. Luoghi irreali, misteriosi, così come l’intero film che parte da una domanda: “Che fine ha fatto Brian Slade?”. Se lo chiede un giornale di New York, dieci anni dopo, che manda in Europa ad indagare il giovane cronista Arthur Stuart (Christin Bale), nonché ex fan di Brian Slade, con cui visse le sue più intense emozioni. Attratto dalle labbra rosse, i capelli gialli, gli abiti demodé barocchi e d’avanguardia del bellissimo corpo di star bisex, Arthur torna sui luoghi del glam-rock e del suo amore di una notte con Curt Wild, sotto un cielo di stelle cadenti e di fuochi d’artificio. Intervistando prima l’ex manager, poi l’ex moglie di Slade, Stuart ricostruisce la sua folgorante carriera, e soprattutto l’incontro (artistico e sentimentale) con il rocker americano e “maledetto” Curt Wild. Non vi riveliamo dove approda l’indagine di Stuart (c’è un colpo di scena finale), vi invitiamo invece a vedere e ascoltare il film. Velvet Goldmine è una scintillante parabola sulla nostra civiltà del look e dell’apparenza, nonché una travolgente cavalcata nella musica di quegli anni.

Da segnalare anche le favolose citazioni di Oscar Wilde  nella scena dell’intervista, quali “Niente rende un uomo vanitoso quanto dirgli che è un peccatore” o, favolosissima, “Il mondo è cambiato perché tu sei fatto d’oro ed avorio. La linea delle tue labbra riscrive la storia”.

• Soundtrack:
Al di là della storia la vera protagonista di questo film è infatti la musica. Il glam rock, ebbe autentici picchi di popolarità durante lo snodarsi degli anni Settanta. Chi preferì all’assalto collettivo l’edonistica rappresentazione creativa si orientò a queste musiche camaleontiche; non la chitarra a tracolla delle "protest song", ma accanto a strumentazioni classiche, fiati, ottoni e tastiere decadenti prodotte da cantanti che affascinavano con teatralità, ambiguità, l’apparire androgino. Fra piume di pavone, rimmel e lustrini di varia natura, un piccolo esercito di lord del palscoscenico anticipò le scintille del punk nel bel mezzo del rock muscoloso rollingstoniano e della disco music, fornendo ossigeno a pulsazioni eccentriche, erotiche e provocatorie. La colonna sonora che è una vera e propria scrittura, ha mutamenti ben assemblati da Michael Stipe, leader dei R.E.M. e insospettabile produttore di questa disincantata scaletta fra originali di ieri e di oggi e cover dall’esito convincente. Dentro due supergruppi: The Venus In Furs, che attingono a piene mani nel repertorio dei favolosi Roxy Music, e i Wylde Rattz che rileggono in modo coriaceo T.V. Eye degli Stooges; ma anche brani epocali come Needle In The Camel’s Eye di Brian Eno, Virginia Plan dei Roxy Music, Satellite Of Love di Lou Reed e Make Me Smile di Steve Harley. Le godibili riprese di 20th Century Boy dei Placebo e Personality Crisis dei Teenage Fanclub & Donna Matthews e i nuovi capitoli: Hot One degli Shudder to think e The Whole Shebang dei Grant Lee Buffalo, sono altri passaggi di questa colonna sonora che non disdegna lussuriosi confini. Come entrare in una pasticceria e sgranare gli occhi di fronte al bancone.

E questo è quanto. Di mio in questa recensione c’è solo il blog... (E ho fatto notare le citazioni di Wilde). Vi consiglio di vederlo, lo adorerete.

Oh, e già che parlo di Velvet Goldmine, ne approfitto e mando un bacio grande grande grande a Valentina ed Alessandra!

Wednesday 20 September 2006

Grandi notizie

Devo dire che è abbastanza raro che una giornata mi vada tanto bene come oggi. E, forse proprio per questo, la gratificazione che provo ora, mentre scrivo, è tripla!

La mattina, come al solito, l’ho divisa fra una simulata attenzione alle lezioni e lo scambio di SMS con Giulietta.

Il pomeriggio ha invece preso una piega inaspettata, rispetto ai miei programmi, ma del tutto gradita.
Prima di tutto mi sono recato ad Usini (un paese nelle vicinanze di Sassari) dal dentista per farmi una bella pulizia ai denti. È una cosa che faccio abbastanza spesso nonostante non ce ne sia reale bisogno (non fumo, non bevo caffè, mi limito al té la mattina, cioccolato in quantità e la liquirizia per qualche periodo, lavo i miei denti scrupolosamente, indi non si macchiano eccessivamente). Lo faccio perché mi piace abbagliare con la mia dentatura perfetta (e qui non pecco d’immodestia perché la mia dentatura è perfetta, o staremmo in causa con l’odontoiatra). E cosa scopro? Esiste un apparecchio che, emettendo una luce fredda, nel giro di un’unica seduta di trenta minuti è in grado di sbiancare visibilmente il colore dello smalto. Ovviamente, colgo la palla al balzo e prendo appuntamento per un giorno successivo in cui andrò con un portafogli più gonfio.


Il programma successivo per il pomeriggio era di recarmi a Sassari (che sta a 36 km circa da Alghero, dove vivo) per sostenere un test d’ammissione.
Piccola premessa: in primavera avevo dato l’esame per il PET (Preliminary English Test), un esame certificato dall’Università di Cambridge e riconosciuto a livello europeo, e l’ho passato con il merito. Poiché mi servirà il grado successivo per poter avere alcune agevolazioni all’Università, ovvero il FCE (First Certificate English), sono andato a sostenere il test d’ammissione per iscrivermi al corso.
Le sessioni dell’esame per il First sono a dicembre di quest’anno, a marzo e a giugno del 2007. Io, ritenendo di peccare forse d’immodestia, ambivo a tentar le sessioni di marzo (non prima, poiché l’esame mi era stato descritto come molto impegnativo).
Ed invece i miei programmi sono cambiati: il professore (inglese madrelingua) che mi ha valutato mi ha detto che non solo potrei tentare l’esame del First a dicembre e riuscire a passarlo, ma che voleva addirittura farmi frequentare il corso d’una classe di livello avanzato per dare, a giugno, l’esame per il CAE (Certificate Advanced English), ovvero il livello successivo al First nonché penultimo a livello europeo, che mi aprirebbe le porte delle Università britanniche. Ovviamente, ho anche qui colto la palla al balzo.


Ok, lo ammetto, il merito non è tutto mio: la mia Dea mi ha assistito anche in questo caso. Come? Prima del colloquio orale mi hanno fatto riempire un modulo, nel quale figurava, fra le altre, la voce “hobby”, che io ho compilato inserendo “Music, computer, languages”. Il professore, attingendo alla scheda, mi ha dimandato che tipo di musica ascoltassi, ed io gli ho replicato “I love gothic rock and metal”. Lui ha quindi dimandato in cosa si differenziasse il gothic dal restante rock e metal, e io gli ho tirato fuori un discorso convincente ed articolato sulla musica Gotica (riassumendo, gli ho detto che si differenzia per le vocalists spesso femmine, l’impiego frequente di pianoforti, tastiere, archi ed orchestre, oltre che per lo stile dark che si rifà al vittoriano), col quale ho fatto un figurone. E così, le mie fanciulle dalle voci angeliche mi sono venute ancora una volta in soccorso, come tante volte hanno fatto durante i compiti in classe d’Inglese (se c’è una qualche regola che non ricordo, mi basta ripassare mentalmente le loro canzoni, specie degli Evanescence, e subito trovo un caso analogo, traendomi quindi d’impaccio).


E così, mi sono dato all’autoglorificazione più sfrenata, compiaciuto di aver sufficienti conoscenze dell’Inglese per poter dare questi due esami. A gonfiare il mio Ego è stato il fatto che non me l’ha detto un pinco pallino qualsiasi che conosce l’Inglese perché l’ha studiato a scuola, ma un madrelingua che, si presume, conosce abbastanza la propria lingua da essere in grado di valutare il livello d’apprendimento altrui. A dire la verità, non ero inizialmente molto fiducioso nella mia riuscita, ma ora lo sono decisamente di più. Tuttavia, non potrò certo dormire su gli allori: dovrò, anzi, impegnarmi ancor maggiormente per non deludere le aspettative riposte su di me. Mi si prospetta un anno scolastico impegnativo.

Monday 18 September 2006

Il dramma delle Bertucce

Leggere un certo post su un blog mi ha fatto tornare alla mente un fatto che considero abbastanza grottesco, nel suo insieme: un po’ l’ apoteosi del consumismo, il culmine della superficialità, l’orgasmo dell’idiozia… Insomma, il risultato di un’infanzia passata a giocare con le Bratz ed una pre-adolescenza passata ad ascoltare i Blue.

Dunque: un mio amico che, per ragioni di privacy, indicherò con il nome più o meno fittizio di Giovanni, ha una sorella che indicherò col nome, sempre più o meno fittizio, di Federica.
All’epoca dei fatti Federica era una ragazza davvero cretina (lo è ancora, ma con qualche lieve accenno di miglioramento) la cui priorità nella vita è essenzialmente una: i vestiti di marca. Le sue amiche, ovviamente, erano (e sono) come lei, idolatre della firmetta sul capo di vestiario (oltre che, ai tempi, dei Bluuuueeeeee!!!). Il loro sistema di offese è alquanto bizzarro: in cima alla lista delle peggiori offese c’è “puttana”  (e fin qui nulla da dire), seguito a ruota da “grezzo” . “Grezzo” sarebbe il contrario di “trendy”, ovvero “non alla moda”: “grezzo” per loro è il secondo insulto più grave.

Un giorno, scoppiò un litigio furibondo all’interno della comunità di Federica (che noi chiamavamo amorevolmente – ma anche no – “le Bertucce”): Claudia disse a Ilenia che Monica (tutti nomi all’incirca fittizi) era più bella di lei! Ou Em Gi.

La nostra Ilenia andò su tutte le furie, tirando giù tutti i santi del calendario per quello che per lei era un oltraggio oltre ogni immaginazione. Decise di non parlare più né a Claudia, né a Monica, e così fece Federica appresso a lei. Ma non solo: parlando con me e Giovanni, un giorno che c’incontrò per strada al ritorno di scuola, ci disse che uno dei maggiori motivi della su ira era che non era possibile che Monica fosse più bella di lei. E perché?
Perché Monica veste OVIESSE!! Ma vi rendete conto, Oviesse?! Che schifo!!! Ma come fa una a vestire OVIESSE?!
Io e Giovanni ci guardammo perplessi, chiedendole dove fosse il problema, e lei, ancor più sconcertata di noi: “Ma come?! Ma è grezzissima!! Io quando l’ho saputo non le ho parlato per giorni!! Quasi quasi non volevo più vederla!! Come faccio ad andare in giro con una persona grezza?!
Sconcertati da tale reazione, lasciammo perdere; pochi giorni dopo, incontrammo Monica. Essendo io naturalmente perfido, decisi di stuzzicarla un po’ e le dissi che Ilenia si riteneva più bella di lei, cosa che Monica commentò con un “Chi?! Quella grezza?!”. Quindi, le riferii dell’ignominia gettata su di lei da Ilenia e le chiesi, in tono sarcastico, se fosse vero. Onestamente, a vederla sembrava meno bacata delle altre, e mi aspettavo che ci ridesse su insieme a noi.
Ma anche no. Sgranati gli occhioni da pesce lesso, proruppe in un: “COOOOOSAAA???? IO OVIESSE??? MA SIETE PAZZI??? MA QUELLA PUTTANA!! MA QUELLA GREZZONAAAA!!!!!
Esatto, la temibile combo “puttana+grezza”, e via con ingiurie varie: che non era possibile, che lei non ha mai comprato nulla da Oviesse e gira pure la testa per evitare di vedere le vetrine, e ci ha esposto ogni singola etichetta di quello che indossava (a momenti anche le mutande) per dimostrarci che non era vero, il tutto impreziosito con un’abbondante collezione di volgarità degne di uno scaricatore di porto
rivolte a Ilenia.
Questo litigio fu il più grave che la storia della loro vita, e nemmeno l’uscita del nuovo singolo dei Blue riuscì a farle riappacificare. Rendetevi conto.

È  probabile che qualcuno ritenga che abbia deliberatamente esagerato i fatti, ma non è così: li ho riportati fedelmente, dialoghi compresi. E chissà come avrebbero reagito se già all’epoca mi fossi presentato in borchie, smalto e matita… Di certo sarei stato denigrato senza pietà, in quanto “ grezzo senza speranze”.

Sunday 17 September 2006

Guida ai tag

Come da titolo, ecco una guida ai tag che verranno utilizzati su questo blog. L’elenco verrà aggiornato man mano che se ne aggiungeranno di nuovi.

Ammoreh: come il nome stesso suggerisce, è un tag che contrassegna i post che parlano d’amore. In linea di massima, questo tag viene usato con parsimonia, ma non si esclude che anche qualche post da fangirl o testo di canzone possano rientrare in questa categoria. Ah, prima si chiamava “Amore”, ma poi si è inacidito ed è scaduto come lo yogurt.

Antologia dello Stalking: raccolta di tutti i post dedicati a Dadine, la mia stalker francese che saluto in caso sia ancora viva, e Luana, che so essere viva e finalmente arresa.
Autocelebrazione: altro tag che si spiega da solo, contrassegna i post in cui mi vanto di qualcosa.
Autocommiserazione: di solito è sinonimo di “rant pesante, ho qualcosa di cui lamentarmi”.
Chiavi di Ricerca: post con le chiavi di ricerca più improbabili con cui la gente arriva qui.
• Cionfra: letteralmente, “casino”, con questo tag sono contrassegnati i post maggiormente comici o dove c’è da ridere.
Concerti: Impressioni, sensazioni o anche veri e propri report dei concerti a cui ho assistito.
Cripta Onirica: tag che raccoglie i post in cui racconto i sogni che ho fatto.

De Vulgari Eloquentia: ironico omaggio a Dante, questo tag raccoglie tutti i post in cui si fa uso di espressioni scurrili o volgari; prendetelo come una specie di “parental advisory – explicit content”.
Depressione: tag per post legati a momenti particolarmente brutti, che spesso va a braccetto con Autocommiserazione. Tendo in genere a farne un uso parsimonioso.
deviantART: tag che contrassegna tutti i post in cui sono presenti immagini prese da deviantART, sia mie che di altri. Come sottolineato nel Disclaimer, non avanzo pretese di proprietà su immagini non mie, e per tutte è sufficiente cliccare sull’immagine stessa per essere ridiretti all’originale.

Diario: tag utilizzato per tutti i post che raccontano una parte della mia giornata o un particolare evento.
Futilità: come suggerito dal nome, sotto questo tag sono riuniti i post che contengono avvenimenti o riflessioni di scarsa importanza, che non sono sufficientemente rilevanti da essere categorizzati come Diario. I test online che faccio finiscono sicuramente sotto questo tag.
Gothness: contrassegna tutti i post in cui il mio lato gotico risulta particolarmente evidente.
Io sono l’Anticristo: l’idea del nome l’ho gentilmente presa in prestito a Federica; sotto questa categoria rientrano tutti quei post che possono essere considerati blasfemi, perversi o controcorrente rispetto a quella che viene considerata la morale comune.
Kaori Yuki: vengono taggati così tutti i post contenenti immagini e/o riferimenti alle opere della Sensei Yuki.
Letteratura: tag che contrassegna tutti i post in cui si parla di, o si fa riferimento a, opere letterarie.
Manga e Anime: tag per tutti i post che parlano di manga, anime e dintorni.
Momento Nostalgia: post in cui rivango il passato meno recente, dall’infanzia ai primi tempi di questo blog.
Morte e Distruzione: sotto questo tag sono raggruppati tutti i post che parlano di morte, odio profondo, intenzioni molto ostili nei confronti di qualcosa o qualcuno, propositi di distruzione o simili.
Musica: tag con cui sono contrassegnati tutti i post che riportano testi di canzoni, notizie inerenti il mondo musicale, riferimenti a gruppi o cantanti eccetera.

Opinionismo Improvvisato: post un filino più seri in cui si discute dei mali che affliggono il mondo e la società di oggi; se abbinato a Io Sono l’Anticristo, potete scommettere che ciò che leggerete non vi piacerà.
Ossessione: tutti i post in cui si parla di una delle mie numerosissime ossessioni.

Percorso di Autoanalisi: post personali in cui cerco di analizzare le mie fin troppe nevrosi. 
Recensioni: impressioni e opinioni (sempre rigorosamente personali e con nessuna pretesa di oggettività assoluta) sulla musica che ascolto, i libri e i manga che leggo, i film che vedo o simili.
Sesso e Affini: post in cui ci sono vari riferimenti a sfera sessuale e dintorni.
Tragicommedia: post su cose o avvenimenti negativi ma che prendo a ridere. Non si può essere sempre seri, dai.
Vita Universitaria e Dintorni: tag riservato a tutti i post collegati all’università o la vita sociale triestina. Sostituisce il tag Diario quando si ha a che fare con questi argomenti.
Wiccan Scoppiati: tag in cui rientra quel gran calderone che è l'occulto, quindi astrologia, divinazione, dei vari ed eventuali e tutta quella roba che non prendo davvero sul serio ma che mi affascina parecchio.

Spero che questo post possa quantomeno soddisfare la curiosità su perché un certo tag si chiama così.

Missing

Questo è il testo di Missing degli Evanescence, che è senza dubbio la canzone che meglio mi rappresenta.

Missing - Evanescence


(Can you stop the fire?
Can you stand to fight her?
You can’t stop the fire.
You won’t say the words.
Please, please…)

Please, please forgive me,
But I won’t be home again.
Maybe someday you’ll look up,
And, barely conscious, you’ll say to no one,
“Isn’t something missing?”

You won’t cry for my absence, I know,
You forgot me long ago.
Am I that unimportant?
Am I so insignificant?
Isn’t something missing?
Isn’t someone missing me?

Even though I’m the sacrifice
You won’t try for me, not now.
Though I’d die to know you love me
I’m all alone.
Isn’t someone missing me?

Please, please forgive me,
But I won’t be home again.
I know what you do to yourself,
I breathe deep and cry out,
“Isn’t something missing?
Isn’t someone missing me?”

Even though I’m the sacrifice
You won’t try for me, not now.
Though I’d die to know you love me
I’m all alone.
Isn’t someone missing me?

And if I bleed, I’ll bleed,
Knowing you don’t care.
And if I sleep just to dream of you
I’ll wake without you there.
Isn’t something missing?
Isn’t something…

Even though I’m the sacrifice
You won’t try for me, not now.
Though I’d die to know you love me
I’m all alone.
Isn’t something missing me?
Isn’t someone missing me?

(Can you stop the fire?
Can you stand to fight her?
You can’t stop the fire.
You won’t say the words.
Please, please…)

Saturday 16 September 2006

Il Primo Post

Buon pomeriggio a tutti. Questo è il primo post che metto sul mio nuovo blog.
Che posso dire? Spero che vi piaccia il layout, per il quale ringrazio Sara. È, chiaramente, un richiamo alla mia sfrenata passione per gli Evanescence e per il gotico in generale.

Spero che questo blog mi porti in qualche modo fortuna, perché lo sto creando in un momento di allegria e spensieratezza: ho sentito e risentito un milione di volte il nuovo album degli Evanescence e ho acquistato il biglietto per il concerto del 14 novembre all’Alcatraz di Milano. Ergo, sono al culmine della felicità, cosa che accade abbastanza di rado, visto che di solito sono mediamente di pessimo umore.


Riassunto per chi arriva qui da poco: mi chiamo Alessandro, ho diciassette anni, frequento il liceo e vivo sepolto in quella landa desolata che sulle cartine indicano come Sardegna. Al momento non vedo l’ora di diplomarmi e trasferirmi “in continente”, dove spero di sentirmi meno come un pesce fuor d’acqua. Diciamo che la gente di qui non vede molto di buon occhio vestiti neri, unghie nere, matita nera e altre cose che mi piace indossare, per non parlare della distanza di mentalità che sento in generale verso questa terra infernale, la totale mancanza di fauna sessualmente appetibile e i disagi logistici legati a vivere su un’isola.
Probabilmente l’avrete intuito, ma sono un enorme fan degli Evanescence, assieme a Within Temptation, Placebo, A Perfect Circle, Delerium e qualcun altro. Preparatevi, perché ne parlerò spesso assieme a desideri, speranze, frustrazioni, sogni e chissà che altro.

Questo è quanto. Gothic Door è ancora in costruzione. Ma lo completerò presto, ve lo prometto, con foto, post, le mie esperienze, i miei amori, odi, amicizie et cetera. A presto!