Sunday 28 January 2007

Oscar Wilde insegna, Brian Molko ricorda.

Ieri ho ascoltato una canzone dopo un po’ di tempo che non la sentivo:


Leave me dreaming on the bed,
See you right back here tomorrow
For the next round.
Keep this scene inside your head
As the bruises turn to yellow,
The swelling goes down.

And if you’re ever around
In the city or the suburbs of this town,
Be sure to come around:
I’ll be wallowing in sorrow,
Wearing a frown
Like Pierrot the Clown.

Saw you crashing round the bay,
Never seen you act so shallow
Or look so brown.
Remember all the things you’d say,
How your promises rang hollow
As you threw me to the ground.

And if you’re ever around
In the backstreets or the alleys of this town,
Be sure to come around:
I’ll be wallowing in pity,
Wearing a frown
Like Pierrot the Clown.

When I dream I dream of your lips,
When I dream I dream of your kiss,
When I dream I dream of your fists,
Your fists, your fists.


Leave me bleeding on the bed,
See you right back here tomorrow
For the next round.
Keep this scene inside your head
As the bruises turn to yellow,
The swelling goes down.

And if you’re ever around
In the city or the suburbs of this town,
Be sure to come around:
I’ll be wallowing in sorrow,
Wearing a frown
Like Pierrot the Clown,
Like Pierrot the Clown,
Like Pierrot the Clown,
Like Pierrot the Clown
Like Pierrot the Clown.


Già… “And if you’re ever around in the backstreets or the alleys of this town, be sure to come around”. E io l’ho fatto. E ho fatto bene, lo so. Eppure, non riesco a non sentire quel filo di malinconia che mi attraversa tutto. Però, è stato meno doloroso di quanto mi aspettassi affrontare questa canzone. Certo, con Without You I’m Nothing è stato più facile, quella era una mia dedica. Ma con questa ho sofferto un po’, perché era stata dedicata a me. Però l’ho affrontata, e sono sopravvissuto. D’altronde, solo la gente mediocre ha bisogno di anni per liberarsi di un’emozione: un uomo che sia padrone di sé può far terminare una pena con la stessa facilità con cui inventa un piacere.
Il problema è che ora ho delle cose davvero brutte che mi vagano per la testa, ho dei problemi immediati che derivano dalla mia coscienza, che purtroppo non è un dipinto, ma è un essere sbraitante e lamentoso: la Mater. Se riuscirò a sopravvivere alla consegna delle pagelle, sarà probabilmente un miracolo. Ed avendo questa preoccupazione che grava sul mio capo, è inevitabile che anche vecchi rimpianti non tardino a manifestarsi, una volta che la via è stata loro spianata, ed annullino le parti belle d’un ricordo. L’incertezza del futuro si fregia dei fantasmi del passato. E tuttavia, è tanto più spaventevole d’essi. Ed  è questo il vero problema: per annullare il passato bastano il rimpianto, il diniego, l’oblio. Ma il futuro è inevitabile. Ed il passato in questo momento si prende gioco di me, osservando il futuro che spunta da dietro un angolo gridando "BU!", appositamente per spaventarmi, e non contento mi porge la mano, cercando il contatto diretto con la mia realtà per annientarla.

Non c’è via di fuga.

Thursday 25 January 2007

Still alive and kicking!

Credo sia giunto il momento di scrivere qualcosa, giusto per tranquillizzarvi sul fatto che dopo mercoledì scorso non mi sono suicidato tagliandomi le vene né tanto meno mescolando alcool e sonniferi. Semplicemente non avevo voglia di scrivere. Il che è strano, lo so.
Anche se, in effetti, sono successe un po’ di cose. Belle e brutte.

Le brutte sono facilmente riassumibili con la parola “scuola”, ergo le salto a piè pari, dedicandomi alle belle:

Sabato è venuto il Procreatore ed ho comprato un paio di anfibi. Sono belli da morire e li adoro. Per rendere l’idea, posso dire che sono un po’ a metà fra gli anfibi di Michael di Angel Sanctuary e gli stivali di Lestat in Queen Of The Damned, e hanno sia i lacci che la fibbia. E sebbene sia ancora in fase di adattamento e abbia una piccola abrasione alla caviglia destra, non me ne separo per alcun motivo, a parte il dover fare ginnastica due giorni a settimana con il prof maledetto.
Sempre in tema di procreatore, a giorni partirà per la Siria e non lo vedrò per diversi mesi. In termini umani la cosa mi lascia indifferente, economicamente parlando invece mi infastidisce. Ecco, questa non so se metterla proprio fra le positive…
In tema rapporti con i genitori, di positivo c’è che ho fatto pace con la Mater (sino alla consegna delle pagelle), e ora abbiamo trovato un accordo soddisfacente per l’uso del PC.
Ho inoltre scoperto un nuovo gruppo, i The Gathering. Solo che non riesco ancora a capire che genere facciano. Come sonorità, io li trovo a metà fra i Delerium, i Sigur Rós e la colonna sonora di Queen Of The Damned. Mostrano un tocco ambient e hanno delle chitarre molto discrete, nel senso di non invadenti.

Diciamo che sto bene, sto meglio della settimana scorsa. Sono contento per molte persone intorno a me che stanno trovando anime gemelle, fidanzate/i e amori, e che se li meritano dopo tanto tempo. Nonostante tutto, credo ancora nell’esistenza di quella forza impalpabile, perché l’ho sperimentata e ne colgo i riflessi dai volti altrui.


Ciò mi ricorda che devo dare un baciotto a Frikka, la quale mi ha ricordato una cosa che avevo dimenticato da un po’ di tempo, e che mi ha fatto piacere ricordare. Non so perché mi abbia fatto quest’effetto, però è così. E mi ha fatto piacere sapere che si fida di me.
Poi c’è anche il mio piccolo bocciolo di Narciso che sto coltivando con tanta cura e dedizione, e sta venendo su inconsapevole del suo Peccato, che oggi ha rimarcato l’opposto che tanto adoro. Però ora mi trovo in perfetto equilibrio, come all’inizio, e la cosa mi giova. Non so perché, ma sto meglio al centro perfetto.

Ok, basta, più vado avanti e più questo post assume l’aspetto di un delirio insensato (soprattutto per coloro cui non è dato sapere), quindi qui mi ritiro.

Thursday 18 January 2007

Opium

If you wanna live, let live.
If you wanna go, let go.
I’m not afraid to dream,
To sleep, sleep forever.
I don’t need to touch the sky,
I just want to feel that high,
And you refuse to lift me.

Guess it wasn’t real, after all, oh!
Guess it wasn’t real all along.
(I’m all alone…)

If I fall and all is lost
It’s where I belong.

If you wanna live, let live.
If you wanna go, let go.
I’m never gonna be your sweet, sweet surrender.

Guess it wasn’t real, after all, oh!
Guess it wasn’t real all along.
(I’m all alone…)

If I fall and all is lost,
No light to lead the way,
(Never thought that it would end up this way…)
Remember that all alone
Is where I belong.

In a dream
Will you give your love to me?
Beg my broken heart to beat?
Save my life?
Change my mind?

If I fall and all is lost,
No light to lead the way,
(Never thought that it would end this way…)
Remember that all alone
Is where I belong.


[ Cloud Nine - Evanescence ]



Diciamo che press’a poco sto così. Niente lacrime o scene melodrammatiche. Perché? Perché inconsciamente avevo già elaborato il lutto da tempo.
Oggi sono abbastanza lucido da riuscire ad analizzare la situazione. Forse proprio “lucido” no, perché è dal risveglio che mi sento sotto l’effetto dell’oppio. Sono completamente distaccato dalla realtà. Però riesco a mettere a fuoco ed anche ad esprimere i punti focali della vicenda.


La situazione non è mai stata semplice come alla maggior parte della gente potrebbe essere apparsa. Il problema principale non era la distanza, era un altro, e chi non conosce un dettaglio fondamentale (che a ben pochi è dato conoscere) non può cogliere qual è stata la causa primaria di tutto, il motivo che ha innescato il processo di non-assimilazione delle due unità della coppia in un’unica realtà da parte di qualcuno. Ciò mi è stato spiegato con grande pazienza da Eva, appassionata di psicologia, ed in effetti ha senso. Anche se secondo me i due problemi si sono alimentati a vicenda. Sarebbe stato più facile affrontare Milano se avesse creduto che “Noi” eravamo un’unità, come facevo io. Tenendo la sua mano, mi sentivo in grado di affrontare tutto e tutti, e non avevo occhi che per la persona che mi stava accanto. Le persone attorno a me e le loro convenzioni sociali erano l’ultimo dei miei problemi. Ok, lo ammetto, in parte è dovuto anche alla mia natura che si presenta a tratti come esibizionista, ma in parte assai maggiore dalla stessa presenza della persona che, al di là di tutto ciò che può essere detto, amavo e tutto sommato amo ancora (per ora).

Ora, il problema è che non so cosa possa aver determinato il blocco, poiché esso stesso ha impedito che fra noi si creasse una comunicazione chiara e diretta e che io venissi a conoscenza dei suoi problemi. È andata così, non posso farci nulla, non ho nulla da rimpiangere, e in realtà sto scrivendo solo perchè è un buon modo per sfogarsi, buttare fuori le cose brutte, lasciarsele alle spalle e ricordare le cose belle.

Fra le cose da segnalare, finalmente oggi ho sentito Valentina. Sembra che non ci sia alcun problema di comunicazione. Almeno una cosa è a posto.
Fra le cose meno belle, il cambiamento di ieri sera mi ha spinto a prendere in considerazione l’idea di fare una cosa che rimando da almeno un due-tre mesi. Perché è una cosa davvero brutta. Quando hai un’ottima amicizia che ti viene massacrata dall’altra persona, verso la quale perdi ogni fiducia, e poi è lei stessa a cercarti, e fa come se nulla fosse accaduto, veramente non sai che sentiero imboccare. Quando vedo il suo nome nel display che lampeggia a ritmo della vibrazione per una sua chiamata, mi prende un mezzo disgusto, e “magicamente” il mio cellulare finisce dimenticato in camera da letto, mentre quando rispondo mi viene una mezza simpatia e dico che tutto sommato non devo mandarla male perché forse, sotto sotto, le voglio ancora bene. Che diavolo devo fare? Questa sì che è una bella domanda. Ma non ho voglia di pensarci oggi. Preferisco continuare a drogarmi di Cloud Nine. Su un sito l’hanno definita come “papaverina”. Sarà per questo che mi sento sotto oppio?

Wednesday 17 January 2007

Requiem For A Dream

It's not what it seems,
Not what you think,
No, I must be dreaming.

It's only in my mind,
Not real life,
No, I must be dreaming.

Come posso fingere di non vedere ciò che nascondi con così poca cura?
Tralasciando il resto del testo di Bleed (I Must Be Dreaming) degli Evanescence, che parla di un omicidio, direi che queste frasi calzano a pennello.

O quasi. A dire la verità, non ho nemmeno voglia di tentare di autoconvincermi che tutto ciò non sta accadendo, proprio ora, mentre scrivo. Una consistente fetta del mio mondo si sta sgretolando in questo preciso istante. Però io sto lottando per far sì che ciò non accada. O forse, più che lottare, sto constatando ciò che sta e stava succedendo. Il fatto è che, a parte qualche lacrima, sto prendendo la cosa con una calma che impressiona, prima di tutto, me. Ecco, come mi sta dicendo Frikka, è perché in effetti me l'aspettavo. Avevo captato i segnali. L'avevi nascosto con troppa poca cura. Avevo già captato che qualcosa non andava.

Ecco. Seguendo gli sviluppi della vicenda, mi sono accorto di cosa non andava da prima che entrassimo in crisi: non ci conoscevamo abbastanza. A me mancano le tessere del puzzle, ma eri tu a dovermele dare. Non hai lasciato che ti conoscessi. E adesso mi sono accorto del fulcro, del problema di fondo: mi sono reso conto che non "ci" hai mai percepiti come coppia, come unità, altrimenti avresti lasciato che ti dessi una mano con i tuoi problemi. E no, il fattore distanza non c'entra una mazza, perché me ne hai a mala pena accennato.

E questo è quanto. Non ci sono colpe o colpevoli, è semplicemente finita. Come una bella canzone. Ci siamo amati ed è finita: è nell'ordine delle cose.
In effetti, è tutto merito di Wilde se riesco a prendere così bene la cosa. È grazie a lui che ho superato il discorso che “Si ama una sola volta. Prima di incontrarti non ho mai amato”. Non è vero. Nessun “ti amo” è mai vano, ogni votla che lo si dice è perché lo si pensa veramente. Amare è una forma d'arte, ed in quanto tale non può esistere una volta sola: si ripete, diversa o uguale, ma si ripete. E' come dipingere un quadro, finirlo, e poi crearne un altro e dire che non si ha mai dipinto prima d'allora. Si ha dipinto ogni votla che si è fatto un quadro. Con l'amore è lo stesso.

Qui concludo. Nonostante le lacrime di poco fa, mi sento comunque leggero, perché alla fine hanno prevalso i ricordi positivi.


Ending Credits


Special thanks to:


M.
Dario
Oscar Wilde
Frikka
Giovix
Alessandra “Sis”
Alessandra P.
Giulia C.
Giulia B.
Simy
Ilaria
Giulia M. (sì, anche lei)
Vanessa
Eva
Beatrice
 
...

Se dimentico qualcuno che mi è stato vicino o mi ha dato una mano, ditemelo che aggiungo!

Monday 15 January 2007

Cloud Nine? Lithium? Your Star? - Due Mesi

I don’t need to touch the sky,
I just want to feel that high.
And you refuse to lift me.
 

Sono passati due mesi da quel tanto idolatrato 15 novembre quando, esattamente a quest’ora, ti incontravo e succedeva tutto il resto che ormai è risaputo e su cui ho già scritto interventi sognanti.
Eppure, sento che qualcosa non va come dovrebbe. Lo so, hai problemi più grandi, ed è questo il mio unico appiglio: spero che sia questo il motivo per il fatto che mi sono ritrovato di nuovo solo nell’Oscurità. Qualunque sia il motivo, non riesco a vedere la tua stella. E sono solo. 

I can’t see Your Star…
I can’t see Your Star…
How can the Darkness feel so wrong?
And I’m alone now.

Continuo a temere che sia qualcosa che ho fatto, e quella tua frase all’arrivo del pacchetto mi ha raggelato e tutt’ora mi tormenta. “Ho paura del modo in cui ti stai affezionando a me”.
Semplicemente raggelante. E ancor attendo di poter parlare a mente sgombra e chiarire un po’ tutto. Lo so che non è colpa tua, ma almeno dieci minuti li potresti ritagliare per me.

Darling, I forgive You, after all.
Anything is better than to be alone.
And in the end I guess I had to fall,
Always find my peace among the ashes.
 

E questo è quanto. Non ricordo l’esatto momento in cui ho realizzato che le cose avevano smesso di andare “alla grande” e hanno iniziato ad essere incerte. E purtroppo non posso che attendere che tornino al loro posto. Forse il segreto è proprio questo: si soffre per poi ritrovare la felicita.
Come dice Wilde: “Dietro ogni preziosa realtà v’è qualcosa di tragico: interi mondi devono soffrire perché nasca il fiore più minuto.

Saturday 13 January 2007

See Me In Shadow

Standing in the shadow of our lies
To hide our imperfections,
Doing anything we can to hide.
Eyes wide open but still blind
To see what really matters,
And insecurity won’t go
.
See me in shadow…


Standing by the ruins of your soul
That cries for some more meaning,
Wondering when you have become –

So cold, so cold…

And all the pictures of your past are gone.
So cold, so cold…

Forget yourself and who you are,
Another life is not that far.


Standing by the paintings of your dreams,
But you have awoken
,
And all the purples and the greens
Have turned to black
.
And the ruins of your soul have died,
No more meaning.
I wonder when you have become –

So cold, so cold…

And all the pictures of your past are gone.
So cold, so cold…

Forget yourself and who you are,
Another life is not that far.

Not that far…


Not that far,
Not that far…



[ Delain ]

Thursday 11 January 2007

I Feel The Frost

Frozen tears turn into my skin,
Frozen memories of you…
Sometimes I see your face,
As pure as you are mine.
(O almeno, spero che sia così)


I feel the darkness on my shoulder…
I Feel The Frost…

(E fa male, molto male. Prego che sia solo perché hai passato un brutto periodo, ma sento il Gelo nelle tue parole. E ho paura.)

Tuesday 9 January 2007

Cambio Nick

Da oggi (o, più precisamente, da ieri sera) ho necessità di un cambio nick. La geniale idea è venuta alla Procreatrice, e me ne ha anche suggerito uno: “Brutto Bastardo”. Bello, eh? La povera donna avrebbe “cresciuto un animale senza cuore”, ergo questo nick mi starebbe a pennello.
Insomma, quasi a pennello. Passi “bastardo”, ma “brutto”... beh, “brutto” proprio no. Almeno la bellezza non me la può contestare, e che diamine. Questo sì che è un insulto. Mentre “bastardo”, beh, quello è un ottimo complimento. Perché essere definito non figlio di quella donna e del suo degno ex marito è un complimento. O per lo meno, è una buona notizia per chi crede che il carattere sia influenzato dall’eredità genetica.
La brava signora mi ha rinfacciato che non me ne frega nulla di nessuno e penso solo a spolpare lei ed il suo ex. Ma che genio! E secondo lei, da una madre che, con 39 di febbre pensa ai soldi con cui ha comprato la videocassetta ed un padre che, la vigilia di Natale, mentre mi da il regalo mi dice che per comprarmelo è andato a lavorare con la febbre, che s’aspettava che nascesse? Un filantropo? Signora mia, si chiamano geni.

Per inciso, la storia della videocassetta è occorsa tre o quattro anni fa: la Signora era a letto con la febbre, le porto acqua e pastiglia e le chiedo se le serve altro. Lei fa di no, e io me ne vado in cucina. Il tempo di accendere tv e videoregistratore che la sento urlare “Ecco, la madre è a letto, e lui si guarda la videocassetta che ho pagato con i MIEI soldi!!!”.
E scusate se mi preoccupo… Cioè, se quello è il suo principale pensiero quando è malata, che cosa mi rinfaccerà sul letto di morte? Mi presenterà il conto? Carta o bancomat?


Mah, si vedrà. Dovrei controllare cosa ne è dei cadaveri che nessuno va a reclamare: se ho fortuna, potrei anche riuscire ad evitare di andare al suo funerale e sorbirmi i rinfacciamenti in punto di morte! Questo sì che sarebbe geniale! Tanto, quello del signor procreatore sarà presieduto dalla sua famiglia e non dovrò preoccuparmene. Se vogliono seppellirlo fanno loro, altrimenti s’attaccano.

Per il gusto di sapere la storia, posso dirvi che ha provocare il litigio è stato il fatto che mi ha chiesto il PC per 10 minuti e ci è stata tutta la sera, cedendomelo un quarto d’ora prima della fatidica ora in cui inizia a tormentarmi per farmi staccare. Nulla in contrario a darle il PC anche tutta la sera, a patti che me lo dica, così mi metto a fare altro e non sto ad aspettare come un idiota. Il fatto che non fosse certo la prima volta che glielo dico è il motivo che mi ha spinto a farglielo notare in modo più veemente. Il motivo che invece ha spinto lei a precipitarsi in camera mia e lanciarmi un CD riscrivibile con tutta la custodia beccandomi in piena tempia è invece che lei è un’incapace e non sa nemmeno formattare un CD RW.


Basta, cambiamo argomento. A quanto pare, il mio umore è più puntuale di quello di una fanciulla col ciclo, perché sembra che esattamente l’8 di ogni mese mi debba sciogliere in lacrime. A dicembre è successo di pomeriggio, ieri invece di sera al calduccio sotto il piumone, grazie anche all’ausilio della playlist Sad Evening che ho creato l’ultima volta che ho avuto modo di aggiornare l’iPod mescolando tutte le canzoni catartiche e deprimenti contenute nel mio adorato MP3. Un grazie speciale va alla Sis per essere rimasta a messaggiare con me e confortarmi mentre stavo a pezzi, ed anche a Dario che mi è stato vicino in spirito e con il suo SMS ha tolto almeno un peso (quello riguardante il celebre “lungo silenzio” cui ho accennato nello sfogo di ieri). A proposito del silenzio, il motivo principale del mio crollo psicologico di ieri (perché il litigio con la Procreatrice è molto relativo, visto che di lei non me ne frega un’emerita cippa) è stato che, al mio tentativo di chiarire, il cellulare era spento, dall’altra parte. Dario mi ha saputo dire perché, e mi ha tolto un peso. Almeno su un frangente, sembra essere tutto a posto.
Tace ancora, invece, Valentina, e non ne so il motivo. Però mi ha mandato una mail che era indirizzata a tutti i contatti, quindi forse c’è speranza.


E questo è tutto. Come dico sempre, potendo scegliere fra i miei pseudo-genitori ed un conto in banca milionario, opterei per il secondo: la funzione è la stessa, ma da meno problemi ed offre più possibilità. So che una frase del genere è inquietante, ma credo che ciò sia la conferma che, oltre che “brutto”, non sono nemmeno “bastardo”: i geni sono indubbiamente i loro.

Sunday 7 January 2007

Ending Combo

Ultimamente non ho avuto molto da postare, a parte la depressione di Capodanno. Ho scritto di anniversari, testi di canzone et similia, ma non di esperienze serie. Non che io abbia il blocco dello scrittore. È semplicemente che nel microuniverso ovattato e comodo in cui mi sono barricato dall’inizio delle vacanze succedono poche cose sgradevoli (a parte la Mater che si è calmata e qualche piccolo inciampo), e posso rilassarmi. Tuttavia, da domani ritorno nel Mondo Reale, e temo che ci sarà molto da scrivere.

Per quanto riguarda le vacanze, il bilancio della mia visita ai parenti è stato buono, anche se sarebbe potuto andare meglio (sembra essere il motto di quest’anno): un paio di centinaia di euro da parte di papà ed una zia, le altre avevano tutte le braccine corte.

Ciò detto, ho trascorso gli ultimi due giorni a cercare info sugli Evanescence, e ho trovato una cosa davvero carina: il finale di Origin degli Evanescence nella versione pre-release. In questa versione, Demise era una traccia a sé rispetto ad Eternal, e fra le due tracce si trovava Listen To The Rain, la traccia corale che è stata poi scartata in post-produzione.

Se avete 15 minuti di tempo, vi consiglio di ascoltarvele. Sul sito in cui le ho trovate c’era la traccia intera della fine di Origin, ovvero la combo Away From Me-Eternal(pt. 1 & 2)-Listen To The Rain-Demise.


Friday 5 January 2007

T h e . O n l y . O n e


You know you’re not the only one…

When they all come crashing down, midflight,
You know you’re not the only one.
When they’re so alon
e they find a back door out of life,
You know you’re not the only one.

We’re all grievinglost and 
bleeding...

All our lives weve been waiting
For someone to call our Leader.
All your lies Im not believing,
Heaven, shine a light down on Me.

So afraid to open your eyes,
hypnotized,
You know you’re not the only one.
Never understood this life, and you’re right, I dont deserv
e,
But you know I’m not the only one.

We’re all grievinglost and bleeding...

All our lives weve been waiting
For someone to call our Leader.
All your lies Im not believing,
Heaven, shine a light down on Me.

Don’t look down,
Don’t look into the eyes
Of the
world beneath you!
Don’t look down,
You’ll fall down,
You’ll become their sacrifice!

Right or wrong,
Can’t hold on to the fear
That Im lost without You!
I
f I cant Feel, I'm not Mine, I'm not Real!

All our lives weve been waiting
For someone to call our Leader.
All your lies Im not believing,
Heaven, shine a light down on Me.

[ Evanescence ]

Wednesday 3 January 2007

Anniversario #003

Sono a casa del procreatore, nuovamente connesso con il suo portatile. Esattamente un anno fa, ero connesso da qui, e giocavo su Lot. Ero, lo ricordo, al Belvedere. Ed ecco che una ragazza mi sussurrò. Chiedendomi se l’acronimo degli aggettivi che avevo messo nella sezione “affetti” della scheda del mio PG fosse, per caso, Nereide.
Fu così che feci conoscenza con la cugina di Frikka, Simy.
È passato un anno, e il nostro rapporto si è consolidato, fino a divenire una splendida amicizia.

Simy, ti voglio davvero bene. Sei un’amica fantastica, ed è piacevolissimo parlare con te. Le tue grezze sono fantastiche, e anche solo leggendole riesco a sorridere dopo una giornata terribile. In bocca al lupo per tutto!
Sei speciale.

Tuesday 2 January 2007

M a y b e

Forse l’anno ha un margine di miglioramento. Dopo lo sfogo mi sono distratto su Lot con una giocata superba, e dopo una salubre dormita la giornata è stata dominata da una rilassatezza che mi ha spinto a fare solo ciò che mi andava. Ho apprezzato particolarmente il risveglio, ma non è questa la sede adatta per parlarne. Però, come sempre, mi amo, e questo mi ha addolcito il risveglio.

Certo, un po’ del cattivo umore della notte prima è rimasto ad aleggiare tutta il giorno, ma si tira avanti. E’ stato indubbiamente aiutato dalle performance della Mater, ma non è sorprendente: quella mi scasserà le gonadi tutto l’anno indipendentemente dall’averlo fatto o meno a Capodanno. Ovviamente, nemmeno oggi si è risparmiata di rinfacciarmi che non ho fatto qualcosa invece di chiedermi di farla, ma sarei rimasto sorpreso del contrario. Il giorno che capirà che il mondo non è Vodafone-Tutto-Intorno-A-Lei dovrò chiedere al Comune di far partire uno spettacolo pirotecnico, e si sono impegnati tanto per quello di mezzanotte (hanno prezzolato nientemeno che la ditta che ha fatto l’apertura delle Olimpiadi Invernali di Torino) che le casse comunali hanno decisamente bisogno di risparmio.

Ciò detto, mi risparmio gli inutili auguri di felicità, prosperità e salute, e mi limito ad augurare un 2007 sereno. Perché se manca la serenità, mancano anche le cose di cui sopra.


Monday 1 January 2007

Poteva iniziare meglio

Poteva decisamente iniziare meglio. I fuochi erano belli ma non me li sono goduti. Il nuovo anno è iniziato con un misto di frustrazione, amarezza, tristezza e incavolatura. Un grazie, però, va alla Sis per avermi chiamato, mi ha fatto piacere.

Si dice: “Come passi Capodanno così passi tutto l’anno”. Vediamo un elenco delle cose che ho fatto nell’arco della prima mezz’ora del nuovo anno:

• Mi sono incazzato.
• Mi sono sentito un coglione.
• Ho sentito la nostalgia del mio Amore.
• Ho (come al solito quasi) pianto.
• Mi sono assiderato.
• Ho sprecato tempo.
• Ho mentito.
• Ho bestemmiato
• Ho fatto qualcosa tanto per farla.
• Ho fatto qualcosa che non volevo fare.
• Mi sono lagnato.
• Ho incontrato dei coglioni (ubriachi).
• Mi sono sbavato l’eyeliner.

Il nuovo anno promette bene.
Ma il 2006 tornerà da me… vero?