Wednesday 25 April 2007

Di un prodigio di Santo Dorian

Per il gusto di sapere come andò a finire:

Dopo una domenica e un lunedì all’insegna dello studio ininterrotto di cicerone (volutamente con la minuscola) e Sallustio, ieri ho preso un brillante 8
½ all’interrogazione. Nonostante vari contrattempi, rinvii e casini, alla fine il professore mi ha chiamato, e devo ammettere di essere anche stato fortunato perché era palese che non ne avesse voglia, quindi non mi ha nemmeno massacrato più di tanto.
Fra l’altro, devo assolutamente costruire un altare marmoreo a Santo Dorian Gray che mi ha assistito: della Pro Archia, il testo di quel Pallone Gonfiato, avevo imparato solo la prima parte a memoria, poiché tradurre dall’originale latino che avrei avuto sotto gli occhi, come in teoria avrei dovuto fare, era impossibile. Invece, il professore mi ha chiesto quella parte, e poi l’ultima. Miracolosamente, senza che il fenomeno si fosse mai manifestato prima, il testo mi è diventato non solo comprensibile, ma addirittura scorrevole da tradurre! Questo è certamente Santo Dorian che ha assistito il Suo prediletto dall’alto!
Purtroppo, il mio accenno a
Eliogabalo è caduto nel vuoto, ma dato il risultato dell’interrogazione il problema non si pone.

Sunto della vicenda: il problema in Latino è stato sanato ed ora ho il computer libero per tutte le vacanze. Per chi non sapesse quali vacanze, abbiamo un ponte lungo dal 25 al 1 maggio. Il motivo è che qui in quest’isola remota il 28 aprile è festa regionale, la quale è un ottimo pilastro su cui gettare un lungo ponte. Ergo, me la godo, sto anche tutta la notte e non mi pongo problemi scolastici sino a martedì prossimo.

Saturday 21 April 2007

Fra rimpianto e amicizia

Disclaimer: non sono incinto e non ho il ciclo. Gli sbalzi di umore sono causati da fattori esterni.

In questo momento sono decisamente più rilassato rispetto a quando ho scritto stamattina. Il merito è in parte dei commenti di Giulia, Jack, Alessandra, Anna, Giovanni e Beatrice, ma in larghissima parte di Frikka,
che mi ha prima contattato su MSN per commentare in forma dialogica il post precedente, poi mi ha telefonato. Alla fine, abbiamo finito per parlare di tutto e di più, e mi ha realmente aiutato. Sia con consigli concreti, sia facendomi pensare ad altro. Alla fine, e c’era da aspettarselo, anche M. ha avuto modo di ritagliare il consueto spazio nei miei discorsi, e la storia è stata rivangata in un misto di sentimenti contrastanti.

Sintetizzando, però, sono emerse due cose: la prima è che ho un bisogno impellente di innamorarmi. Sì, lo sono già, però ho bisogno di essere anche ricambiato. Alla fine, ed è una cosa che sapevo ma avevo dimenticato, è un ricostituente meraviglioso contro la stanchezza di vita. In effetti, uno dei miei ricordi migliori della storia di Milano è l’inesauribile forza che mi ha permesso di sopravvivere a novembre e dicembre.
La seconda cosa è stata più una conferma, e cioè che la mia amicizia con Frikka è bella e profonda. Le ho fatto confidenze che a pochissimi ho fatto, altre che non ho detto a nessuno, altre che sebbene siano più risapute, restano comunque privilegio di pochi. Mi fido di lei, e sono contento di sapere che la cosa è reciproca.

Fra l’altro, il mio buonumore si è mantenuto intatto nonostante pochi minuti fa la Mater abbia provato a inchiodarsi al PC. Il comportamento di quest’ultimo, però, mi ha letteralmente mandato in solluchero, perché, avendolo dovuto spegnere a causa di un’improvvisa scomparsa della luce, la Mater l’ha dovuto riaccendere. Lui però non si voleva connettere, e dunque la signora me l’ha ceduto con aria sprezzante. Il tutto si è risolto felicemente con una connessione rapida e indolore appena mi sono seduto. Geniale, il mio PC!

Ultimo aggiornamento proprio mentre scrivo: ho appena scampato un infarto poiché una ragazza dell’interland milanese che conosco ha in classe una persona che vive nella stessa cittadina di M. Per un momento ho temuto che si trattasse proprio di M!

Tempi difficili

Come da titolo, si preannunciano tempi difficili. Ieri pomeriggio, a scuola, ci sono stati i colloqui con i genitori. La Mater è così venuta a sapere che ho preso un’insufficienza in latino e una in matematica (controbilanciate comunque da altri voti positivi, tra cui l’8 alla versione di latino che ci ha portato giusto oggi), e ne ha montato su un casino incredibile.

Riassumendo:
L’ho delusa, ho perso la sua fiducia e altre idiozie trascurabili del genere. Della sua fiducia poco m’importa, fintanto che ho il piatto di pasta sul tavolo a pranzo e cena. La conseguenza più fastidiosa è che ora avrò il PC interdetto per tutta la settimana tranne che il sabato fino a nuovo ordine, che dovrebbe arrivare in concomitanza con le pagelle. A ciò si rimedierà mentre la signora sarà fuori e trasportando bracciate di libri di narrativa in camera mia (leggerò quelli al posto di quelli di testo, ovviamente. Non per altro, per fare lo sgarro a lei).

Il problema è che la Mater non ha ben chiara la ragione per cui studio. Non me ne frega nulla di farmi quella che la scuola italiana definisce (erroneamente) “una cultura”. E non me ne frega nulla nemmeno del pezzo di carta. Non riesco a proiettare la mia attività quotidiana in un’ottica futura, non ne sono proprio capace. Il vero motivo per cui studio è che è la migliore alternativa ad andare a lavorare. È solo un modo per trascorrere il tempo in attesa di accomodarmi nella bara. Ora come ora, è la mia unica aspirazione: morire. Sono indicibilmente stanco della vita. E no, non me ne frega che ho “solo” diciassette anni, che ho infinite possibilità, che ci sono molte cose che posso fare, perché la cosa non riesce a riempire il vuoto che mi consuma. Se poi per consolarmi mi si dice che ho tutta la vita davanti, allora mi viene davvero la tentazione di spararmi un colpo in testa, dato che il problema è proprio quello.
E parlare di ciò con la Mater, fra l’altro, è pressoché inutile. Ci ho provato, e lei che ha fatto? Invece di preoccuparsi del fatto che il figlio ha un problema con la vita stessa, si è messa a piangere pensando che tutti i suoi sforzi sono stati vani, che lei lavora inutilmente, che lei spende soldi (potevano mancare?) inutilmente se poi il risultato sarà ritrovarmi nella tomba. Grazie tante. Invece di preoccuparsi per me si autocommisera. E poi mi chiede perché io non mi preoccupo per lei e penso solo a me: seguo il suo esempio. Ad ogni modo, dopo quel tentativo ho deciso di gettare la spugna e abbandonare ogni tentativo di farle capire quel che mi attraversa la mente. Ovviamente, sorvoliamo sul fatto che  lei, dopo simili incoraggiamenti, si lamenta che non parliamo più. Grazie al cavolo. Attualmente, il mio dialogo con lei si limita a farla blaterare a ruota libera su quelli che sono i suoi fatti, pensando rigorosamente ad altro e sintonizzandomi di tanto in tanto sul discorso per porre qualche domanda pertinente in modo da tenere viva la conversazione e dare una parvenza d’interesse. Se poi la conversazione si sbilancia su di me, svio cercando di trarre spunto dalla notizia corrente al telegiornale (per inciso, i nostri momenti di dialogo si limitano ai pasti, quando stiamo forzatamente nella stessa stanza).

Da segnalare anche che, data la scarsità del tempo che ho a disposizione al PC, il sabato lei non esisterà proprio. Non moverò un dito in casa, non le rivolgerò la parola se non strettamente necessario, non la degnerò d’uno sguardo. Avrò sempre “da fare”. E per estranearla completamente, avrò la scusa di ascoltare la musica, così dovrò tenere le porte chiuse.
Gli altri giorni, invece, muoverò le dita per darle una mano, ma non avrò comunque tempo per lei dovendo studiare.

Sono crudele? Non capisco che lo fa per il mio bene? Per il mio bene potrebbe fare un’altra cosa: aprire gli occhi, cercare di elaborare ed accettare il suo fallimento come madre e magari tentare anche di darmi un aiuto concreto. Non dico che sia una cattiva madre in senso stretto, a parte il PC nelle prossime settimane non è che mi ha fatto mancare altro o simili. Ma se ha tirato su un figlio che a un mese dai diciotto anni non ha altra aspirazione che lasciarsi vivere in attesa di morire, significa che avrà sbagliato da qualche parte, no?

Wednesday 18 April 2007

Distance is covering your way…

Sto forse iniziando a guarire? Oggi è il 17, e mi sono accorto di aver completamente dimenticato che avantieri era il 15. Cioè, sto forse riuscendo a lasciarmi i rimpianti alle spalle? Forse.
Perché ho dimenticato che domenica erano passati 5 mesi dal mio pomeriggio di Milano.

Perché oggi non ricordavo neanche che fossero passati tre mesi da quando ci siamo lasciati.
Perché ho già altro per la testa.
Perché voglio andarmene da qui, ma per altri motivi.
Perché… perché ho capito che non ha senso rivangare continuamente quella storia. Basta, su.
La vita va avanti. Io sono un pessimo esempio di ciò perché persevero da luglio in un affetto non ricambiato, però lentamente me ne sto accorgendo perfino io.

Sono stanco di stare a macerare nei rimpianti. Anche se stando qui non posso fare altro, provo a pensare alla prossima estate, quando forse riuscirò a cambiare un paio di cose.
Niente più rimpianti.
Solo aspirazioni.
E il presente che continua a non esistere.

Monday 16 April 2007

I can’t help this longing…

Ho trovato il regalo perfetto. Se l’anno scorso non avevo minimamente idea di cosa farmi regalare a Natale, se fino a ieri non sapevo cosa i miei genitori potessero donarmi per i diciott’anni, oggi ho decisamente le idee più chiare. O meglio, ho le idee più chiare su cosa possa regalarmi il Procreatore. Eh già, perché la Mater è fuori causa, dovendomi regalare l’iPod nuovo visto che il mio ha reso l’anima.

È curioso, oltre che ironico, che per i 18 da parte del Procreatore mi voglia far regalare proprio quello che ho sempre detestato che mi regalassero, ciò che non ho mai nemmeno considerato un vero e proprio dono perché, alla fine, è qualcosa di dovuto: i vestiti. Eppure, è l’unica cosa che voglio per la mia maggiore età. Tanto, la moto non mi serve dato che non ho il patentino, la macchina è decisamente fuori discussione e comunque non vedo perché non potrei usare quella di mamma, e dunque i regali “classici” non sono disponibili. Per cui, mi “accontento” di una camicia da parte del Procreatore. D’altronde, esiste forse un modo migliore per far felice un piccolo Goth maggiorenne che regalargli una camicia gotica? Perché la camicia su cui ho buttato l’occhio nell’on-line shop degli Evanescence è immensamente gotica. Nera, ovviamente. A maniche corte, ma non ci si lamenta. Con la luna piena e i pipistrelli davanti, sopra la tasca sinistra, e le guglie gotiche, una miriade di pipistrelli e la luna con innanzi il simbolo degli Evanescence sulla schiena. E cosa vuoi di più dalla vita? Una carta di credito!
Eh, già! Perché il principale problema di questo acquisto non è tanto il prezzo (65$ più spese di spedizione), su cui nessuno dei miei due signori genitori dovrebbe poter obiettare, data l’importanza della ricorrenza, quanto il fatto che per ordinarla è necessaria la carta di credito! La quale è in Siria col Procreatore! Dei, non ho mai sentito così tanto la sua mancanza, nemmeno quando avevo il cellulare a secco! Ma porca paris (hilton) benzinaia, ma perché non c’è mai quando mi serve?
Vabbè, fa nulla. La mia mente perversa sta già cercando di partorire un piano alternativo. In un modo o nell’altro, riuscirò ad avere quella camicia. Non importa come, ma sarà mia!


Voglio questa camicia!

Un piccolo postscritto: ho partecipato ad un concorso per vincere dei biglietti VIP per un concerto dei Within Temptation. Non essendoci date italiane, ho optato per Stoccarda: per la Germania da Alghero partono i low cost. Speriamo bene! In fondo, con gli Evanescence ce l’ho fatta, perché non con i Within Temptation?

Friday 13 April 2007

Finalmente ispirato per scrivere

È quasi una settimana che non posto. Ultimamente i miei deliri si stanno diradando alquanto, vero? Forse perché non ho più nemmeno il tempo di delirare in santa pace.
Lo so, è triste. Non è propriamente un brutto periodo, ma nemmeno è bello. Sono stanco, sempre. Ed alla stanchezza fisica si aggiunge quella mentale. Il mondo mi sembra sempre più meschino, l’umanità sempre più odiosa, il tempo sempre più pesante.

Ok, fine momento di sfogo. Parliamo di cose concrete…

Ieri, incalzato dall’aspirapolvere brandito dalla Mater ho ritirato l’altarino del mio iPod, che avevo allestito con una grossa candela bianca profumata e sei rose finte tolte da un vaso. Le mie trasferte casa-scuola-casa, casa-EnglishCentre-casa et cetera sono rese sopportabili dalla mio antico lettore CD redivivo. Ormai ha 5 anni, ci ho fatto tutta la terza media, la prima e parte della seconda superiore. È tutto graffiato, l’attacco degli auricolari ogni tanto perde colpi e mi isola la traccia vocale, lo sportellino delle batterie si regge a scotch… ma per quanto acciaccato, è ancora vivo. Sono certo che se gli infilassi il CD di Fallen degli Evanescence lo sputerebbe senza troppi complimenti ed entrerebbe in sciopero, da quanto l’ha riprodotto (sebbene l’oggetto fisico che ha tenuto dentro per mesi e mesi non lo possegga più io, essendo stato spedito vicino Monza come penultimo atto della mia storia d’amore autunnale, quello che precedette l’epilogo). Gli unici difetti… beh, com’è facile immaginare, è ingombrante, posso ascoltare un numero estremamente limitato di canzoni (una media di 11 contro le 351 della playlist dell’iPod, per non parlare del totale di 618), e salta ogni due passi. Ma per ora ci si accontenta, soprattutto perché mi permette di prendere confidenza con The Heart Of Everything, l’ultimo album dei Within Temptation che non avevo potuto caricare sull’iPod a causa dell’inettitudine del mio computer.

Per il resto, sto godendo di quelle che temo siano le ultime propaggini invernali. Piove ed è nuvoloso, sebbene faccia già caldo. E tuttavia, il caldo accompagnato dalle nuvole lo posso ancora accettare, non mi dispiace affatto... Niente più giubbotto, via libera a felpa nera darkosa e borchie. I problemi inizieranno quando le nuvole se ne andranno.
Come a pasquetta: Giovanni mi ha tirato giù dal letto per trascinarmi agli scogli per un pseudo-pic-nic. Non ho potuto fare altro che mettermi la felpa e stare rintanato sotto il cappuccio tutto il pomeriggio.

E inevitabilmente il sole porterà con sé le ossessioni della Mater…
L’estate scorsa è stata una cosa oscena. Dice lei: “Ma com’è possibile? È metà luglio e sei bianco come un cadavere!”. Grazie al cavolo, l’idea era proprio quella. Oppure “Hai la fortuna di vivere sul mare e non ci vai?”. Preferirei avere la fortuna di vivere sulla terraferma in una grande città. Così non dovrei rodermi per aver perso decine di concerti, per fare un esempio idiota. Senza offesa per la Mater che passerebbe la vita in spiaggia, ma preferisco di gran lunga il concerto dei Within Temptation a un’estate a mollo sotto il sole.

Che altro? Nulla di che. Forse... forse, semplicemente, non aggiungo altro, anche se la cosa va un po’ a giornate. Comunque, per quanto riguarda questa cosa, che perdura ormai da luglio scorso, ringrazio tantissimo Bina che mi ha preparato uno striscione di incoraggiamento. Speriamo bene!

Saturday 7 April 2007

In morte di un carissimo amico

Purtroppo oggi è arrivato il giorno tanto temuto. Nulla è eterno, nemmeno le amicizie più solide e profonde. Se non è il tempo a vincerle, è allora la morte. Lei sola è stata in grado di porre fine a legami del genere.

Il lettore si starà chiedendo, a questo punto, di chi stia parlando. Parlo di qualcuno a cui tenevo tantissimo, che mi è stato accanto ogni singolo giorno negli ultimi due anni, che mi ha rallegrato nei momenti bui, aiutato a piangere quando non ci riuscivo più da mesi, che mi ha permesso sopportare lunghi mesi di pendolarismo assieme alle telefonate di Giulia. Qualcuno con cui ormai avevo instaurato un vero e proprio legame empatico:
il mio iPod!

È successo oggi verso le 15:35 circa. Mi accingevo a uscire di casa per andare da Giovix a ritirare il CD di Enter dei Within Temptation, che avevo ordinato su eBay con il suo account a causa della mia minore età. Iniziai a scendere le scale selezionando da Gothic Sanctuary, la mia playlist mista a riproduzione casuale (in cui ormai ci sta anche roba non gotica), la versione strumentale di Hello degli Evanescence. Ma il suono tardava ad arrivare: l’iPod si era bloccato. Me l’aveva fatto diverse volte in questi ultimi giorni, ma solitamente bastava riavviarlo e il problema si risolveva. Ma stavolta non era così: comparso il solito simbolino della Apple, invece del menu principale subentrò un’immagine dell’iPod defunto, di cui sotto una riproduzione, e l’indirizzo della pagina di assistenza tecnica del sito Apple.
Giunto a casa di Giovix, gli raccontai la terribile novella. Lui esaminò il corpo ormai esanime di colui che fu tanto importante per me, diagnosticandone la morte per rottura dell’hard disk. Fu così che l’ora ufficiale del decesso fu stabilita per le 16:50.

I discorsi funebri non sono proprio il mio forte, ma qui è doveroso improvvisarne uno. Per me l’iPod non è stato un semplice giocattolo elettronico: è stato un amico. Grazie a lui ho potuto godere di momenti indimenticabili, di grandi emozioni, ho potuto portare sempre con Amy Lee, Sharon Den Adel, Anneke van Giersbergen, Charlotte Wessels, Mynard James Keenan, Brian Molko… Intere discografie con allegato il loro carico di emozioni concentrate nel piccolo spazio che occupava. Chiunque sia entrato in contatto diretto con me ha conosciuto anche lui: Giovix, sin dai tempi della gita a Parigi, durante la quale ascoltavamo gli Evanescence a riproduzione casuale con regole stabilite circa il cambio delle canzoni, una io e una lui da scegliere fra le tre successive o precedenti quella appena sentita; Eva, quando ancora l’iPod conteneva un po’ di musica pop; Ilaria, che ha conosciuto grazie a lui il resto della discografia degli Evanescence e anche i Within Temptation; la Mater, a cui molte volte l’ho prestato (sì, anche lei ascolta la mia musica); Alessandra, durante la gita a Cagliari, che grazie a lui ha sentito per la prima volta Call Me When You’re Sober degli Evanescence molto prima che il singolo uscisse; Giovanna a Malta, con la quale deliravamo ascoltando Moondance dei Nightwish mentre facevamo la fila alla mensa dell’albergo; Luana, con la quale abbiamo ascoltato e cantato gli Evanescence durante il viaggio a Rieti, il giorno di Tutti Morti nel 2005.

Insomma, nei due anni in cui l’ho avuto, il mio iPod ne ha viste tantissime. Addirittura avevamo ormai stabilito un legame telepatico e, durante la riproduzione casuale, spesso mi faceva sentire la canzone a cui stavo pensando, o in qualche modo collegata ai miei pensieri. L’ultimo esempio ieri, quando riflettevo su quanto fossero futili le parate del venerdì santo e quanto sforassero nell’idolatria, e il mio iPod mi mise Judith degli A Perfect Circle.


Ma, in effetti, è collegato a così tanti momenti solo perché ha lavorato tantissimo. Sì, è stato decisamente l’oggetto che ho usato di più, superato forse solo dal PC e dal cellulare. Ora è giusto che si goda il riposo che ha meritato in tanti mesi di onorata amicizia devoto servizio.

Riposa in pace, mio adorato.

Wednesday 4 April 2007

L u s t L u s t L u s t L u s t

Quando la Libidine entra in conflitto col Romanticismo.

Altro che il bifrontismo spirituale tassesco! O Santo Dorian!
E d’accordo che oggi in Inglese abbiamo fato Amleto, ma qui si esagera!

Buttare al pozzo i bei ideali o lasciarmi sfuggire un’occasione? Questo è il dilemma…

Tuesday 3 April 2007

Stars

Sopravvissuto al virus. Era una cavolata tale che perfino il mio antivirus l’ha sgamato (assieme ad altri tre). Quindi ora posso riprendere le mie attività normali su MSN.

Detto ciò, ho una canzone che mi martella in testa. È una canzone che mi piace particolarmente dai tempi della terza media, quindi pochi mesi prima dell’entrata degli Evanescence nella mia vita. E appresso a quella canzone, ho riascoltato tutto il CD, che si impolverava sul mobiletto da tempo immemore.

How did we ever go this far?
You touch my hand and start the car.
And for the first time in my life
I’m crying.
Are we in space? Do we belong
Someplace where no one calls it wrong?
And like the stars we burn away
The miles.

Я звезда, ты звезда, нас приказано сжечь.
Кто-то сдал и достал адреса наших встреч.
Потолки по глазам, и никто не найдёт.
Соскользнут голоса, и сломается лёд.
И ничья без ключа, и могила постель.
И пора выключать, и они на хвосте.
Улыбнись, развяжи, занавесь зеркала
Разорви, и скажи: “Умерла, умерла”.
Замыкай и лежи, становись никакой.
И рука не дрожит, все в порядке с рукой.
Можно мстить. Дважды два
На такси. И соси,
А простить – никогда, никогда не проси.
Хорошо, хорошо. Я придумала месть.
Порошок – всё ,что есть. Умножаю на шесть.

Не звони, не звони. Я устала, я устала.
Я тебя не хочу, ты меня заебала.

How did we ever get this far?
It shouldn’t have to be this hard.
Now for the first time in my life
I’m flying.
Are we in love? Do we deserve
To bear the shame of this whole world?
And like the night we camouflage
Denial.

Никогда ничего, ничего не начать.
Никогда никого, умирать и молчать.
Не искать, не любить, не жалеть, и не спать.
Никогда, никуда никого не пускать.
Не вдвоем. И убьем. Им приснится вода.
Не твоё. Не моё. Проводаб провода.
Героин, пульса нет, только ты ни при чём.
(Абонент отключён…)

How did we ever go this far?
You touch my hand and start the car
And for the first time in my life
I’m crying
Are we in love? Do we deserve
To bear the shame of this whole world
And like the night we camouflage
Denial.

[ Stars – t.A.T.u. ]

Monday 2 April 2007

Di un riuscitissimo Pesce d’Aprile

È da circa ieri sera che sto bestemmiando in serbo-croato.
No. Ma che dico serbo-croato? Sto tirando giù tutti i santi del calendario, proferendo bestemmie in tutte le lingue conosciute, comprese quelle morte.
Perché? Perché mi è arrivato un fantastico Pesce d’Aprile, ieri sera. O forse più che un pesce era un Capodoglio d’Aprile (anche se non è un pesce ma un mammifero, rende bene l’idea). Il suddetto si è infilato nel mio PC tramite l’archivio Photoalbum.zip che mi è arrivato da una perfetta idiota che, non prima di quattro giorni fa, aveva tentato senza successo a causa della sua completa imbecillaggine, a mandarmi delle foto via MSN. Risultato? Pronto a vedere le foto della cretina in questione per poi dirle (a ragione) quanto fosse brutta, apro il file e non succede nulla.
Tempo un quarto d’ora e MSN mi inizia a sclerare, mi si aprono e chiudono di continuo le conversazioni e sta roba tenta di mandarsi a sua volta. Al che, con molto acume, realizzo che si tratta di un fottuto virus.

Non riesco a capire se l’incazzo che ho deriva più dal fatto che mi sono beccato il virus o più per la persona da cui l’ho preso. Non la sopporto. La detesto dalla seconda media per il fatto che ha tentato di farmi venire un esaurimento con la sua allora amichetta del cuore. Da allora l’ha pagata molto duramente (e ancora non ha smesso). Il fatto che mi sia beccato il virus da questa cogliona che mi ha rotto le palle per tre mesi di fila me le fa girare a turboelica (ho preso in prestito l’espressione da Giovix).

Ora ho la scansione in corso, sebbene l’antivirus che ho (scelto dalla Mater in persona) non sia dei migliori ed io non nutra grandi speranze nei suoi confronti. Se non riesco a sistemare, dovrò formattare il PC, oppure adattarmi a vivere senza MSN oltre che senza iTunes, Photoshop, QuickTime e quant’altro non funge in questo maledetto PC.
Vi terrò aggiornati.

Sunday 1 April 2007

Un’ora di vita in meno

Sì, lo so, è inaudito che io non abbia postato da più di una settimana. Il problema è che la scorsa settimana, dopo il pensiero fisso non avevo altro da segnalare, mentre questa… eh, questa…

L’ora legale. La peggior fregatura che uno possa mai prendersi. Mi ha letteralmente rubato un’ora di vita. Non faccio in tempo a sedermi al PC che è già ora di staccare. La cena non si è adeguata al nuovo orario e si fa dopo le nove e mezza, e il tempo per il PC si riduce a un’oretta scarsa. E tra ML di clan, assalti su MSN, Enrica e le sue conversazioni multiple del cazzo che mi impallano tutto il PC il tempo per il Santuario è pressoché nullo. Eppure, le cose da raccontare ci sono…

A partire dalla mia testa. Stanco del groviglio di serpi alla Gorgone Medusa che mi ritrovavo sul capo, sono andato dal parrucchiere che ha dato una bella sforbiciata, sfoltita e piastrata al mio crine, con
questo risultato. Sono abbastanza soddisfatto, alla fine: era decisamente il primo taglio simile che il parrucchiere affrontava (ho dovuto stampargli questa foto).
Per il resto… Beh, oggi decisamente non è giornata, ma almeno mi consola il fatto che mi è arrivato The Dance dei Within Temptation, così ora ho due loro album originali… E punto al terzo, dato che vorrei ordinare anche Enter.


E con questo concludo: il mio umore stasera è dei peggiori per gli strascichi di una conversazione avuta stamattina… È atroce quanto ci si possa sentire male per il sospetto di aver causato una decisione che potrebbe vincolare sia chi la attua che chi l’ha provocata…
Spero solo di sbagliarmi.