Sunday 27 May 2007

Felicità?

Spero di non spaventare nessuno: sono di ottimo umore.

Lo so, c’è da aspettarsi, come minimo, l’Uragano Katrina, per questo evento così raro da necessitare di essere scritto sugli annali della Repubblica Italiana. Ed il meglio è che non c’è nemmeno una vera ragione, sono allegro senza motivo. O forse, sono allegro per una serie di piccole cose che, messe assieme, riescono a far levitare il mio umore.

Primo fra tutti: è uscito il nuovo singolo dei Nightwish, con la nuova cantante. Finalmente ho potuto sentire la voce di Anette Olzon, e devo dire che è piacevole. Evito di paragonarla a Tarja Turunen perché sono due voci completamente diverse. La canzone è carina pur essendo una ballata molto tranquilla, cosa che ai Nightwish di solito non viene bene.

Secondo: ho appena scoperto un dettaglio non irrilevante: al MetaRock Festival di Pisa, fra i gruppi interessanti, oltre agli Evanescence sono annoverati anche i 30 Seconds To Mars. Il che significa... Jared Leto! Il quale non è da buttare via, assolutamente. Non me l’aspettavo, e so già che farò l’invidia di Bea e di Bina. Con tutta probabilità, andrò a stare a Porto Ercole da Giulia, faremo una capatina a Roma e riceverò una piastra in dono. Mica male!

Stamattina sono andato a votare, e sono stato il primo della sezione. Anche se è una cosa estremamente sciocca, la mia vanità è stata appagata. Essere il primo della sezione durante il mio primo voto ha un suo fascino. Ho votat0 come mi sentivo e per il partito che ritenevo migliore. Svincolato dai preti, e che non difende la famiglia da cose che non la minacciano, ma pensa di difenderla dalle vere minacce, come l’incertezza di un lavoro, di una casa e tutte le altre cose che fanno pensare non due, ma duemila volte a mettere su una famiglia. La legge Biagi minaccia la famiglia molto più dei PACS o i DICO. In tema di votazioni, ovviamente la scuola è chiusa sino a mercoledì, quindi mi godo la pacchia a casa.

Che altro aggiungere? Mi godo l’inaspettato ottimo umore senza che nulla, nemmeno l’afa, possa guastarlo. Nemmeno pensare a certe persone riesce ad amareggiarmi o farmi rattristare. Ad una di esse penso con frequenza sempre minore, non so come, ma è decisamente un bene. L’altra la tengo sospesa, rimando il problema, lo rimuovo. Ma non me ne occuperò oggi.

Oggi sono felice.

Non c’è bisogno di aggiungere altro.

Thursday 24 May 2007

Compleanno – Pt. 2

Avrei dovuto scrivere avant’ieri sera, ma avevo altro per la testa.

Il pomeriggio del mio compleanno è stato qualcosa di assolutamente memorabile, e, stranamente, in senso positivo. Dopo la malinconia dell’ora di pranzo, ho cercato di tirarmi su nella prospettiva del viaggio a Sassari. Mentre mi recavo al centro commerciale dove avrei dovuto comprare il regalo, ho ricevuto una chiamata di Giulietta, che si è interrotta solo all’ingresso di MediaWorld, già nella galleria di negozi. Una volta dentro, come prima cosa, la Mater mi ha detto (non senza una mia certa sorpresa, visto ch la cosa era un po’ in forse per via del possibile viaggio in Bielorussia) di andare al bancone a comprare il biglietto per il MetaRock Festival di Pisa. La cosa equivale a: vedrò di nuovo gli Evanescence live.

Seconda nota di merito del pomeriggio: mentre attendevo la commessa che, firmato il documento, mi avrebbe consegnato la scatola dell’iPod, ho visto un iPod nano collegato ad una cassa, che riproduceva My Last Breath degli Ev. E così, quando poi si è passati a Ligabue, ho, con tutta la naturalezza del mondo, selezionato dall’elenco degli artisti gli Evanescence e sono partito con Lacrymosa. E così la mia attesa è stata allietata dalla voce di Amy. Comprato l’iPod, mi è venuto in mente, già che ero lì, di andare a chiedere se era possibile ordinare i DVD dell’ottava stagione di Streghe. C’è da aprire una digressione in proposito: a metà marzo avevo ordinato il cofanetto presso Grishenko, che è un negozio sempre della Galleria Auchan, da cui avevo comprato la prima stagione e dove avevo ordinato le successive. Prima, c’era una commessa molto carina e simpatica, sempre pronta a dare una mano ai clienti, che si preoccupava di fare le ordinazioni e di sollecitare se la merce tardava ad arrivare. Ma quando andai a ordinare, notai che c’era una nuova tipa con la puzza sotto il naso che tenne le braccia incrociate davanti al petto senza muovere un dito per tutto il tempo della nostra permanenza, ed un tipo che fece tutto con un’irritante aria di sufficienza. Il fatto sta che nel periodo successivo ho spesso telefonato per chiedere loro se i benedetti DVD arrivavano. Ogni volta, riattaccavo dopo la promessa che avrebbero sollecitato. Dopo un mese e mezzo, sono andato per ritirare l’acconto e disdire l’ordinazione. E sebbene i fornitori non volessero mandarli, chissà perché da Mediaworld c’erano. Chissà.

Dopo gli acquisti elettronici, sono passato alla libreria del centro commerciale a curiosare e ho comprato un paio di libri interessanti. Dopo tutto questo shopping ero carico di buste e bustine, un po’ in stile Julia Roberts in Pretty Woman. Così, passando davanti alla vetrina di Grishenko, ho deciso di prendere in prestito una scena del film ed essere un po’ maligno.
Entro:
“Buona sera.”
“Buona sera.”
“Si ricorda di me? Ero venuto molto tempo fa per ordinare i DVD di Streghe.”
Sorrisetto ironico. “Sì, ricordo. Vuole rifare l’ordinazione.”
Sorriso maligno. “No, in verità volevo solo suggerirle di cambiare fornitore. Il cofanetto che da voi non è arrivato neanche dopo un mese a MediaWorld c’era già da tempo. Sono stato stupido an non andare subito là.”
Sguardo fra il torvo e l’imbarazzato. “Eh… Ma noi…”
Sorriso ipocrita e falsamente mieloso. “Su, non se la prenda, non è colpa sua: la professionalità o la si ha, o non la si ha, non la si può inventare. E ora mi scusi, ho altro shopping da fare.” Mi giro ed esco, identico a Julia Roberts.
Dopo esser uscito dal centro commerciale, ho richiamato Giulia, e ho preso accordi per Pisa: probabilmente starò da lei sia per la sera del concerto, sia per i giorni successivi, così inizierò il mio tour del centro-nord Italia da lei. Il resto dell’itinerario è in costruzione.

La sera ho avuto qualche scazzo col PC, tanto per cambiare, col risultato che ho ancora l’iPod a secco. Driver qua, driver là, installazioni che non vanno, musica sul PC, iPod che fa la muffa. Ma nella mia neo-maturità (?) so bene che aspettarsi che una giornata vada bene per intero è semplicemente utopia, ho deciso di raccontare su MSN com’è andato il pomeriggio per ricordarne la parte bella.

E questo è quanto. Ora cercherò una soluzione per l’iPod e... pace. Al PC nel complesso penserò un altra volta.

Tuesday 22 May 2007

Diciotto

È quasi ironico che ieri, il mio ultimo giorno da minorenne, abbia trascorso il pomeriggio a sistemare un DVD da masterizzare per la Mater. È ironico perché il DVD conterrà un cartone animato russo che, durante la mia infanzia, mi faceva morire dalle risate. Così, ho trascorso quello che era l’ultimo giorno della minore età in una sorta di collegamento con l’infanzia. Solo che ci sono molte differenze da allora ad oggi. La fanciullezza ha tutto il tempo del mondo. La maggiore età non lo ha. E ieri questo pensiero mi ha soffocato tutta la sera. Se quella cosa che striscia lentamente con i piedi di piombo per Dorian Gray si era fermata precipitandolo nel baratro della disperazione, dopo che aveva ucciso Basil Hallaward e aspettava Alan Campbell per far sparire le prove, non posso dire lo stesso per me. Improvvisamente, mi sono svegliato in un mondo diverso. Non che io mi senta cambiato. È cambiata solo la consapevolezza che ormai quel futuro incerto da cui ero solito distogliere il pensiero è ora ad un solo passo, assieme a quel cattivo, perfido mondo da cui fin’ora sono stato, nel complesso, protetto. E non posso fare nulla per fermarmi. Sento che il tempo corre.

Ho concluso i 17 pensando a qualcuno cui non avrei dovuto pensare sulle note del ritornello di The Cross dei Within Temptation. E a mezzanotte precisa, lo schermo del mio cellulare ha iniziato a lampeggiare. Giulia mi ha chiamato puntualissima per farmi gli auguri. E mi ha fatto immenso piacere. Dopo di che, dato che avevo l’avviso di chiamata attivo e ogni tre secondi mi arrivavano chiamate da Luana, ho riattaccato, ho risposto a lei, ho ricevuto gli auguri anche dalla madre, e ho staccato. Indi, di nuovo Giulia. E, tra una cosa e l’altra, si è fatta l’una e mezza.

La mattina è iniziata abbastanza bene, con gli auguri della Mater, poi scuola, gli auguri dei compagni, e il terzo numero di Nana di Ai Yazawa gentilmente prestato da Beatrice che ho letto alle prime ore. Le ultime due sono state occupate dal Ritratto di Dorian Gray, che leggo sempre con sommo piacere. Ora sono alla seconda parte, quella in cui troviamo Dorian maturo e corrotto. Leggere dei pettegolezzi che serpeggiano su di lui, notare quei sottintesi che a prima vista non si vedono, sono tutte cose che mi danno dei brividi illeciti. Dopo di che, ho anche interrotto per qualche minuto la lettura a causa della necessità di ricamare un po’ sopra l’intimità sorta fra Dorian e Alan, immaginando come questa sia iniziata (con un risultato simile alla scena del pianoforte di Pretty Woman in versione yaoi). Mi è arrivato un SMS di auguri che mi ha fatto piacere, seguito dalla puntualizzazione che era, in pratica, solo frutto del dovere, che mi ha abbastanza amareggiato. Ma d’altronde che posso farci? Me ne occuperò domani, o dopodomani, o quando sarà. Ora, gli auguri su MSN.

Comunque, se escludiamo la chiamata di Giulia che mi ha tenuto di buon’umore durante la prima ora e mezza, devo dire che questi 18 anni sono principiati sotto un velo di malinconia. Non posso dire di essere felice. Ho una profonda inquietudine per quello che sarà ora della mia vita, ormai so per certo che il tempo dei giochi è finito. Ma, anche di questo, penserò domani. Assolutamente non oggi. Oggi voglio solo andare a Sassari, comprarmi l’iPod nuovo e godermi quello che dovrebbe essere un giorno di Giubilo in tutto il Regno.

Grazie a tutti per gli auguri che mi sono arrivati e per quelli che ancora arriveranno.

Sunday 20 May 2007

Il primo post di politica

Elezioni comunali del 27-28 maggio. Alghero è tutta un’enorme campagna elettorale, con muri tappezzati di manifesti, tappeti di santini sui marciapiedi che volteggiano nell’aere ad ogni soffio di vento, cassette postali che ci fanno sembrare tutti in vacanza da mesi perché sono intasate di volantini e di lettere di amici improvvisati che ti promettono taaaaante cose.

Quest’anno voto. Compiendo gli anni il 22, divento elettore per il rotto della cuffia (e dovrò correre a cercare la mia tessera elettorale, perché conoscendo mia mamma notoriamente di sinistra, l’attuale giunta di destra non si scomoderà di certo...). Conseguentemente, mi sto interessando alla politica locale, sebbene il campanilismo mi lasci leggermente disgustato e le alleanze sottobanco mi deludano. Comunque, ho trovato un modo per superare il mio (a detta del prof di lettere) “dannosissimo” qualunquismo e decidere chi sono i meno peggio: di certo non voterò la destra, dato che sono tutti lecca-preti, e nemmeno i voltagabbana che hanno cambiato 9 partiti (non è un’iperbole). Escludendo anche l’ala ex-democristiana della sinistra, mi restano i comunisti. Quelli almeno sono laici e coerenti (la coalizione un po’ meno, ma loro meritano).

A questo proposito, oggi, dopo le sessioni fotografiche con la Mater, il cui risultato è stato pubblicato sulla
mia gallery di DeviantArt, mi sono precipitato al comizio del partito. No, non potevo proprio perderlo dato che una dei due onorevoli ospiti sarebbe stata niente meno che... [Rullo di tamburi] Vladimir Luxuria!
Personalmente, prima di oggi è sempre stata una persona che mi affascinava, perché, nonostante sia “transitata” fra le donne, è l’unico politico con le palle. Perché in un parlamento di ipocriti attaccati alle poltrone, è l’unica che non si nasconde dietro un dito e si mostra per quello che è. Devo dire che dopo oggi, la considerazione che avevo di lei è
notevolmente aumentata.

È una persona estremamente intelligente, di grande cultura, ironica, spiritosa e, soprattutto, brillante. “Brillante” è l’aggettivo giusto, poiché non è il solito politico che si imbroda nella retorica per sviare l’argomento, che fa demagogia cavalcando i problemi di turno, che si interessa delle proprie idee solo in campagna elettorale. Lei è veramente preparata sugli argomenti che ha esposto, e, per ovvi motivi, sente davvero la sua “missione” e lotta per essa, non per restare appiovrata ad una poltrona.


Dopo essere stata accolta da uno scrosciante applauso ed intervistata dalle tv locali, più e più volte ha stuzzicato la nostra ilarità con pungenti battute che non risparmiavano né l’opposizione, né la maggioranza. Diceva le cose come andavano dette senza peli sulla lingua, ma senza essere né offensiva, né volgare.
Una delle sue uscite più geniali è stata: “Ma non crediate che io sia il solo trans, nella politica italiana. Perché almeno, io ho transitato una sola volta, da uomo a donna. Invece, ho notato che qui c’è stato l’UDEUR che è transitato diverse volte, dalla coalizione di centro-destra a quella di centro-sinistra per le primarie, ed ora è di nuovo col sindaco  come si chiama? Tedda?” (In realtà sarebbe Tedde. La A finale ha aggiunto un tocco molto transitante!)

Ed è anche stata ammirevole quando ha detto che sì, sosteneva il candidato Curedda, ma a patti che questi introducesse il registro delle unioni civili. È stata una mossa molto astuta.

In tutta onestà, all’inizio ero andato semplicemente a sentire un comizio. Alla fine, volevo assolutamente conoscere e ricevere un autografo dall’OnorevolA. Così mi sono avvicinato, ho atteso pazientemente il mio turno e mi sono fatto firmare un biglietto da visita della Mater (sopraggiunta nel frattempo). Mente le stringevo la mano, ho inoltre rimarcato il fatto che la ritenevo una donna capacissima e di grande intelligenza. La Mater, dal canto suo, ha fatto anche di meglio: mentre si stringevano la mano, l’OnorevolA ha notato la fede sarda in argento che sbriluccicava al dito della Mater, e l’ha ammirata. Senza esitare, la Mater l’ha sfilata e ha subito cercato di donarla ad una titubante ed imbarazzata Vladimir, che alla fine, incoraggiata anche dal fatto che gli altri astanti le dicevano che era una fede sarda e che le avrebbe portato fortuna per trovare l’amore in Sardegna, ha accettato, in modo che la Mater è riuscita ad infilargliela al dito. Dopo un breve colloquio con uno dei candidati, siamo tornati a casa, ove ho provveduto a preparare alcune delle foto alla pubblicazione. Il foglietto autografato, ora, troneggia sul comò, ed è il segno tangibile di un nuovo inizio. Perché ora, ho trovato un ideale politico anche io, ovvero la difesa di un principio sancito dalla stessa costituzione: l’uguaglianza di tutti i cittadini, e l’eliminazione degli ostacoli ad essa.

Saturday 19 May 2007

E Wilde ci azzeccò di nuovo…

Più passa il tempo e più le donne che, ai miei occhi, esulano della definizione di “sesso decorativo” diminuiscono. Perché ovviamente, invece di dirmi perché è tanto incazzata, si rende irreperibile.

Mi fa incazzare che solo perché le voglio bene non la posso mandare a fare in culo. E mi fa incazzare che anche in questo caso Wilde abbia ragione.

Wednesday 16 May 2007

Errori postali...

Chi non gioca a Lot questa non la può capire. Apina Simy, tieniti forte, perché questa è degna del club degli Scissor Sisters!

Convintissimo che a scrivermi che era depressa fosse stata Vypera, io rispondo tranquillo, e la conversazione scivola sul discorso “primo bacio”. Alla seconda missiva che mi arriva, perplessa, rispondo:


Ma sì, il primo bacio, hai presente?
Sai, la prima volta che ti infilano la lingua in bocca…


Non era Vypera.
ERA VILIDIA!!

Lot, li 15/05/2007 22:32
Questa la conservo... HUAHUAHUAHUA XD

Sì, insomma. Vilidia, grandissima giocatrice con pg Vampiro nonché capa dell’Accademia delle Razze.
Chi gioca a Lot capirà che genere di figura ho fatto, data la persona coinvolta.

Tuesday 15 May 2007

Sei Mesi (più amari)

Why have you waited to embrace me, my dear?
Cold is your silence denying what is real.
I’m still wondering why I’m still calling your name,
And I wonder, how I wonder…
In my heart I still hope you will open the door,
You can purify it all, answer my call!

[ The Cross – Within Temptation ]

Ma questo era molto dopo, quasi un mese dopo. Perché sei mesi fa tutto andava a gonfie vele. Sto ancora cercando di capire se ho superato la cosa o meno… E mi chiedo perché stia ancora chiamando il suo nome…

14:00, l’ora esatta dell’incontro. Quando ancora c’erano solo tante speranze. Quando ancora c’erano solo speranze, e quelle sensazioni vaghe e inquietanti venivano ignorate.

Oh, basta. Basta. Basta. BASTA. Porca paris hilton benzinaia e galeotta, sto sembrando una donna. Perché sono le donne che hanno una memoria del genere e rivangano in continuazione il passato, cosa che sto facendo io.
Quale memoria spaventosa hanno le donne! Che cosa tremenda, e quale ristagnamento intellettuale rivela! Si dovrebbero assorbire i colori della vita, ma non ricordarne i particolari.

E tuttavia, quando ripenso a tutta quella storia, si alternano i pensieri dolci a quelli amari. È strano. Ma oggi voglio concentrarmi solo sui primi. Su quel primo bacio in autobus.

Monday 14 May 2007

Sei mesi? Oh My Goth!

Santo Dorian! Non mi sembra possibile che siano passati già sei mesi dal 14 novembre, il giorno del concerto degli Evanescence! Certe volte, mi sembra di essere tornato ieri da quel viaggio a Milano da cui sono tornato arricchito in molte cose. Il singolo di Missing e tanti autografi, ma anche con qualcosa di più interiore. Ma quest’ultima cosa succederà domani. Oggi è solo la giornata degli Evanescence. A quest’ora ero tipo corso in centro a comprare The Open Door per avere qualcosa da farmi autografare.

In verità, non c’è poi tanto da aggiungere rispetto al
post che scrissi in quell’occasione. Molte cose sono cambiate da allora, perfino nella band: Rocky e John se ne sono andati, Amy si è sposata, sono usciti gli altri singoli… Cose così. Però, il succo è che io sono sempre un fan degli Evanescence, loro fanno sempre dell’ottima musica, le loro canzoni sono ancora la colonna sonora della mia vita.

Dicono che la Gothness è un periodo. Chi lo sa? Ma se anche così fosse, spero che sia un periodo che duri quanto più a lungo possibile. Mi piace su tutti i livelli: interiore, estetico, musicale. In tutto. Senza contare che il fatto che ora io non mi odi più e che sia riuscito a scendere a patti con molti aspetti della mia vita deriva in gran parte da essa.


Dicono che la Gothness è una droga. Beh, se la vita è insopportabile non è certo colpa mia. A questo punto, preferisco drogarmi di arte che non di eroina.

E, a questo punto, sei mesi fa ero già davanti all’Alcatraz. Dei, come vorrei rivivere quel giorno, come lo vorrei!

You Learn About It

Now that we’re through
The hell with you
We don’t mind,
We just give it a sigh.

We hardly knew
What you were capable
Of doing,
But why don’t you give it a try?

Oh, you learn about it.
Oh, you harvest till you can make no more
All that’s eating inside,
All that’s eating inside.

We hardly knew
What you were capable
Of doing,
But why don’t you give it a try?

Oh, you learn about it.
Oh, you harvest till you can make no more
All that’s eating inside,
All that’s eating inside.

Oh, you learn about it.
Oh, you harvest till you can make no more
All that’s eating inside,
All that’s eating inside.

Can’t take no more,
Can’t take no more,
Can’t take no more,
Can’t take no more.

Oh, you learn about it.
Oh, you harvest till you can make no more
All that’s eating inside,
All that’s eating inside.

Oh, you learn about it.
Oh, you harvest till you can make no more
All that’s eating inside,
All that’s eating inside.

Oh, you learn about it.
Oh, you harvest till you can make no more
All that’s eating inside,
All that’s eating inside.

Can’t take no more,
Can’t take no more,
Can’t take no more,
Can’t take no more,
Can’t take no more,
Can’t take no more,
Can’t take no more,
Can’t take no more,
Can’t take no more,
Can’t take no more.


[ The Gathering ]


Dedicata a Frikka. Non perché c'è un particolare collegamento col testo, ma perché è stata lei a farmi conoscere i The Gathering, e questa è stata la prima canzone che mi ha passato. Di conseguenza, nella mia mente è indissolubilmente collegata a lei e all'alberello con la pioggia che aveva quel giorno come avatar.
Perché ripensandoci bene, alla fine Frikka è stata per me quasi come Lord Henry.

Ti voglio bene <3

Sunday 13 May 2007

Notizie varie

Iniziamo con un applauso alla Mater che è riuscita, in qualche modo che mi è poco chiaro, a risolvere il casino di iTunes che andava avanti dallo scorso novembre. Ha cancellato roba, ha messo il CD, ha reinstallato e magicamente funziona tutto. Ora manca solo l’iPod nuovo.

Purtroppo, invece, ho qualche problema con MSN. Per tutta la scorsa settimana non ha fatto altro che cadere continuamente. Oggi invece la connessione è stabile però… E qui viene il bello. Come ha giustamente notato Alessandra, sembra una barzelletta. Perché fra tutti i contatti, ma proprio tutti, l’unico cui non riesco a scrivere è proprio quello di D.
Vivano Lot ed il suo server, dato che da lì siamo riusciti a sentirci, ma che diamine, è ridicolo. Certo, così risolvo il problema di scrivere o meno “ti voglio bene”, ma non nel modo che mi serve.
E già che sono entrato nel tema, è estremamente frustrante notare come tutte le persone che ci conoscono entrambi non riescano a capire come mai non mi si fili. Staremmo così bene assieme, col mio carattere mi dovrebbe adorare, saremmo una coppia carinissima… Cioè, cavolo, è quello che sento dire da tutti, e mi fa deprimere ancora di più…


Edit: come ha fatto giustamente notare Beatrice, devo ringraziare le pulci che hanno invaso scuola, perché ora l’odiato edificio è chiuso. E anche se una è morta non appena mi è saltata sul braccio, ne è valsa la pena. Muahahah!

Thursday 10 May 2007

D u e n d e



Nuda desolazione in un raggio di sole

Mi graffio mentre striscio,
(Il tuo cuore non mi sente)
Una caduta violenta che lascia lividi.
(Le tue mani non mi sentono)
Una finzione assetata e furente
(I tuoi occhi non mi sentono)
Che corre contro il tempo.
(Le tue braccia non mi sentono)

Come un angelo verrai
In un sogno, o Prezioso,
Per rendermi splendidamente insensibile.

Chiamate disperate e terrorizzate
(Il vento non mi sente)
Smorzate, deboli e piccole.
(La sabbia non mi sente)
Mani supplicanti che vanno a tentoni
(La verità non mi sente)
E sanguinano sulla sabbia.
(Il tuo cuore non mi sente)

Nuda desolazione in un raggio di sole.

Come un angelo verrai
In un sogno, o Benedetto,
Per rendermi gioiosamente insensibile.

I rasoi sprofondano nelle dita,
(Il vento non mi sente)
Un perforante canto di demoni,
(La sabbia non mi sente)
Un inferno contorto e vuoto,
(La verità non mi sente)
Bolle e gonfiori che bruciano.
(Il tuo cuore non mi sente)
La lama taglia il doloroso respiro,
(Le tue braccia non mi sentono)

Un soffocante Profumo di Morte.

(Le tue mani non mi sentono)
Un esasperante scricchiolio della mandibola
(I tuoi occhi non mi sentono)
Maledetto dalla mia mente.
(Il tuo cuore non mi sente)

Wednesday 9 May 2007

[ . . . ]





È incredibilmente frustrante dire “
Ti voglio bene” al posto di “Ti Amo”.


Monday 7 May 2007

Da solo con i miei demoni

Mercoledì notte. Ore 0:56 circa.

Non riesco a dormire per chissà che motivo, perfino il solito rimedio contro l’insonnia è inefficace. E così indosso il pigiama che giace sopra la coperta e mi aggiro per casa.


Cucina, acqua, carezze alla gatta. Bagno, pipì, sguardo fuori dalla finestra. Per qualche strana ragione mi viene in mente The Ring. La prima scena, quella in cui le due ragazze parlano del video maledetto e del fato che Katy si è fatta un tipo. E The Ring 2, quando Emily va a casa di Jake per fare sesso e lui le fa vedere la cassetta. È strano come, una volta cambiata la prospettiva, le vecchie cose appaiano diverse. Osservo fuori dalla finestra del mio quarto piano, guardo giù. C’è il cortile del mio palazzo, poi un’orribile villetta di un piano col tetto piatto e delle colonnine terribilmente kitsch sul proprio cortile interno, poi una a due piani col tetto spiovente ed infine un palazzo alto quanto il mio. Se vivessi nell’altro palazzo, mi abituerei a vedere prima la villetta dal tetto spiovente, poi quella dal tetto piatto, che forse addirittura non vedrei proprio, e non penserei più alla visuale del vecchio appartamento. Ma se poi tornassi a vivere qui, o più probabilmente, solo in visita, mi sembrerebbe strana.
Ora, dopo un cambio di prospettiva, certe cose mi paiono assurde. Perché lo vogliono? Danno l’impressione che sia una specie di sacrificio, o, peggio, un lavoro. E invece, altrove è diverso, è passione, non senso del dovere. È sfuggire ad una legge assurda che alimenta qualcosa che è senza senso.

Faccio per tornare in camera da letto, e mi accorgo che il vetro smerigliato della porta del salotto è azzurrino pallido. Entro, perché voglio immergermi nella luce della Luna, da poco piena, voglio osservarla. La guardo con intensità, e penso, mi perdo in uno sciocco detto popolare. “Gobba a ponente, Luna crescente. Gobba a levante, Luna calante”. Stupido, ma simpatico. Oggi è già calante. Deglutisco, perché c’è qualcosa che non dovrebbe, non è normale, ma per me è tale. E succede qualcosa che mi colpisce: Una goccia di pioggia che si infrange sul vetro, come un taglio. E poi un’altra, quasi un minuto dopo. Loro non sono sole, l’una ha l’altra.

Sono stanco di orgasmi, ma non mi bastano mai. Ma per stanotte basta, ci vorrebbe troppo. Al terzo non ci arriverei. E poi c’era pure il pomeriggio. E la notte prima. Per cui, quando torno in camera mia, scivolo fra le lenzuola ancora incandescenti e umide di sudore e piacere, mi corico buono buono e abbraccio il cuscino. Non mi toglo di nuovo il pigiama. Non prendo il lettore cd, perché prima è stata Pristine a risvegliarmi per la seconda volta. Non la ricordavo così erotica. E poi, mi allungo verso il comodino, prendo il cellulare, lo accendo, e scrivo cosa mi succede, perché non voglio che queste emozioni mi sfuggano, voglio che le lettere le fissino. Per potermene nutrire in seguito, perché amo marcire nella mia malinconia senza fine, nella mia lussuria a metà, nella mia accidia smisurata, nella mia vanità che sfora in un narcisismo tale che non posso fare a meno di amarmi, mentalmente e fisicamente. Ma i miei peccati litigano, e così Lussuria fa in modo che Vanità abbia bisogno di compagnia, e Accidia rimanda a tempi migliori. Ed il mio viso d’angelo, che con la sua espressione da eterno bambino, cela tutto ciò. Spengo il cellulare, e torno dal mio cuscino. Cerco di dormire. Muoio. Solo. Devo bastarmi.

E dovrei cercare di essere reale. E mi sento solo. E non siamo insieme. E questo è reale.

Friday 4 May 2007

Happy Ending

Per il gusto di sapere come andò a finire:

L’altro ieri ho guardato bene fra gli indirizzi della rubrica, e ne ho trovato uno che probabilmente era di Vanessa. Ho provato a scrivere una mail. Oggi mi è finalmente arrivata la risposta. Ne consegue che di certo non è lei la Vanessa della metropolitana. E così mi sono tolto un peso e mi sento magnificamente sollevato.

Ciò detto, ho deciso che quest’anno farò il saggio di canto, anche se è il primo anno che frequento. L’ho comunicato oggi a Marta, l’insegnante. In fondo, devo pur farlo un live, no? D’accordo, questa era quasi una battuta, però la sostanza non cambia. Fra l’altro, il testo del brano che dovrei proporre è alquanto simpatico, e si adatta bene al mio carattere:

O, cessate di piagarmi,
O, lasciatemi morir.
O, lasciatemi morir.

Luci ingrate e dispietate,
Luci ingrate e dispietate,
Più del gelo e più dei marmi
Fredde e sorde ai miei martir,
Fredde e sorde ai miei martir.

O, cessate di piagarmi,
O, lasciatemi morir.
O, lasciatemi morir.


Insomma, nulla di particolarmente eclatante, ma essendo musica del Seicento, ci si accontenta.

Fra l’altro, sono tentato di leggere di nuovo Dorian Gray. Mi manca troppo. Quel libro è una droga, e a quanto sembra da anche astinenza.

Nient’altro da segnalare. La Mater è sempre più folle, ma a quello ci si abitua. E poi, manca solo un anno.

Tuesday 1 May 2007

La mente che brucia

Prendendo in prestito l’espressione di Countess Giulia, questo è un periodo alquanto “boh”. C’è così tanta roba che mi passa per la testa che non posso che risultare di pessimo umore. In primo luogo, il fatto che le vacanze stiano per finire: oggi è l’ultimo giorno, e domani si torna al regolare casino, fra scuola, English Centre, computer (forse) interdetto e quant’altro. E dire che stavo così bene rinchiuso in casa…

In secondo luogo, ho sempre un bisogno più che disperato di affetto e/o sesso. Una brama che mi brucia dentro, mi dilania, e mi costringe a nutrirmi di storie d’amore e/o sesso scritte o illustrate. E così via libera a Lot, ai manga e quant’altro. A questo proposito, ringrazio Elly per avermi passato Harudaki, perché oltre ad essere perversamente sconcio, la storia d’amore dei protagonisti è incantevole. Spero che o le due anime pietose del sito terminino di tradurre almeno il secondo volume, o che lo facciano uscire cartaceo in Italia. Inoltre, spero vivamente che l’autrice di Crash and Burn (questo l’ho pescato su internet) disegni presto un sequel della sua opera, perché è davvero una bomba.

Sempre a proposito delle mie brame perennemente insoddisfatte, ho avviato, indovinate un po’, un’altro flirt. Anche qui la controparte vive dall’altra parte del mare, ma se la cosa va in porto si preannunciano fuochi d’artificio. Anche se forse dovrei saperne quantomeno il nome (sì, Lot fa di questi miracoli, flirti con gente di cui non sai nemmeno il nome!). Lo ammetto, ci sto andando giù alquanto pesantuccio, e in certi momenti sembro quasi il mio burattino, però ne dovrebbe valere la pena, decisamente.

E dato che siamo scivolati nell’argomento “Lot”, passiamo al problema principale. Immagino abbiate sentito di quella ragazza di Roma, di nome Vanessa, che è stata uccisa nella stazione della metropolitana con un ombrello da due puttane romene (“prostitute” mi sembra riduttivo) durante un tentativo di scippo. Aveva ventidue anni, frequentava l’università, lavorava, aveva tanti progetti… Insomma, una tragedia improvvisa ed insensata.
Ebbene: io a Lot ho conosciuto una ragazza di nome Vanessa che abita a Roma. Di lei non so nulla: non conosco il cognome, non so come sia la sua famiglia, non ho mai visto una foto, non ho il numero di cellulare, e lei non ha MSN. Siamo diventati amici, ci siamo affezionati... E adesso sono preoccupato che sia lei la ragazza della metro. Ed il peggio è che non so nulla della mia, di Vanessa. Poche cose. Sì, ad esempio, che le hanno detto che somiglia a Sharon Den Adel dei Within Temptation. E non so se sono io paranoico, o cieco, o qualcosa di simile, ma nella foto comparsa sul Corriere della Sera di sabato 28, la ragazza ha pari pari gli occhi e la bocca di Sharon, confrontata giornale-booklet sia da me che dalla Mater. La cosa non mi incoraggia affatto, e mi consola poco pensare a “quante Vanesse ci saranno a Roma che vanno all’università”. Se era destino che fosse lei, e prego Santo Dorian che così non fosse, potrebbe anche essere il nome più diffuso sul pianeta e non cambiare comunque la situazione: contro il destino, i numeri non possono nulla.
Ma alla fine, l’unica cosa che posso fare è aspettare: lei non è una che si connette a Lot ogni giorno, e dato che è l’unico modo che ho di contattarla, la cosa diventa snervante. Purtroppo, l’incertezza è peggio di tutto. Sapendo che non è lei potrei tirare un sospiro di sollievo. Sapendo che è lei, potrei farmene una ragione. Non sapendo nulla, non posso che rodermi.

A questo punto, meglio distrarmi con i manga.