Tuesday 10 July 2007

Diario di viaggio

Per vostra (s)fortuna (dipende da chi legge), sono ancora vivo.

Riassumo in breve, dato che la scheda-internet della zia è a tempo, quel che è successo in questi ultimi giorni durante i quali sono sparito.

Fino a ieri ha fatto un tempo orrendo. Pioveva a dirotto, poi smetteva e tirava il vento, poi diluviava. La temperatura era paragonabile a un nostro febbraio, pensate un po’. Dopo diversi giorni di tempo del genere che ci costringeva a casa della nonna, la Mater ed io ce ne siamo fregati e, armati di ombrelli e impermeabili, siamo andati in centro qui a Minsk a fare i turisti. Abbiamo camminato per svariati chilometri da un monumento all’altro, facendo foto ogni volta che il vento lo permetteva e condendo il tutto dagli abbondanti commenti della Mater che ricordava qualche episodio di venti o trent’anni fa. Abbiamo fatto anche una bella visita alla linea blu della metropolitana scattando numerose foto delle stazioni, le quali sono dei veri capolavori (non come quelle oscene di Roma). Da notare che alla prima stazione ci ha fermati la vigilanza perché era vietato fare foto in metro (probabilmente il tipo era in cerca di una mazzetta per lasciarci fare). Noi ci siamo scusati, abbiamo rimesso a posto l’attrezzatura e siamo saliti sul treno… Alla fermata successiva, ovviamente, non ne sapevamo già più nulla… (anche se facevamo attenzione a scattare le foto quando non c’erano i vigilanti).

Ho notato che in Bielorussia c’è un sano senso di patriottismo, che però, a differenza di Ucraina, Repubbliche Baltiche et similia, non sfocia in un cieco ed ottuso nazionalismo. Ovvero: i Bielorussi hanno una forte identità storica e ricordano con monumenti, targhe e quant’altro gli eventi del passato, la resistenza ai nazisti durante la guerra, non rinnegano il passato sovietico ma si rendono conto che in esso poggiano le fondamenta del loro presente. A differenza dei vicini che hanno buttato via le tombe dei soldati sovietici che sono morti liberando le loro città dai nazisti…

Ieri è finalmente arrivato il caldo e ha smesso di piovere. La Mater ed io abbiamo di nuovo girato per il centro (lei aveva delle commissioni da sbrigare), poi abbiamo fatto una visita al cimitero di Minsk, dove io ho fatto un servizio fotografico, poi alla Piazza della Liberazione ove arde il fuoco eterno della memoria. Altra prova del patriottismo di Minsk, Città Eroe (così recitano i cartelli che troneggiano all’entrata della città). Oggi invece, ci siamo dedicati, più o meno, al relax. E per ora non c’è altro da aggiungere.

Al prossimo aggiornamento!

Wednesday 4 July 2007

Live from Minsk

Ed eccomi a Minsk. Dopo una levataccia alle 3:30 del mattino per poter prendere il pullman alle 5 e l’aereo alle 6:40, file di check-in e dogane, finalmente sono arrivato.

Prima impressione: la Bielorussia
è meravigliosa. È praticamente un enorme bosco intervallato dai campi e dalle città. Il verde è ovunque, e non esagero.
Seconda impressione: qui sono quasi le undici ed è ancora giorno. Questo perché siamo più a nord.

E questo è quanto per oggi. Il resto ve lo narrerò in itinere.

Tuesday 3 July 2007

Una nuova partenza

Mea culpa: ho trascurato tantisismo il Santuario nell’ultimo mese. Il caldo proprio non mi aiuta con l’ispirazione.

Detto ciò, un altro saluto a tutti: domani parto di nuovo. Stavolta con la Mater, destinazione Bielorussia, dove starò per quasi un mese, ovvero fino al 1 agosto.
È un bel po’ di tempo, ma ci permetterà di visitare amici e parenti, e di fare una capatina a San Pietroburgo e magari Mosca.

Per ora non c’è molto da aggiungere. Sono inquieto per la partenza, al solito, e il fatto che il viaggio sia tanto lungo non mi aiuta. Non ho idea di come siano le linee telematiche in Bielorussia, né se mia zia e mio cugino abbiano un computer davvero utilizzabile (il bielorusso medio non naviga nell’oro).
Vabbè, mi porterò da leggere: il Ritratto, ovviamente, e poi qualcosa della Christie. Dato che comunque avremo dei momenti piatti, almeno mi terrò impegnato. Dovrò dosarli molto accuratamente per non finirli subito.

La cosa che mi stressa maggiormente, però, è l’idea che Murka non è mai rimasta da sola tanto a lungo. Siamo già d’accordo con la vicina e un’amica di famiglia perché vengano a controllarla, darle da mangiare e farle un po’ compagnia, ma un mese è un tempo lunghissimo per una gatta.
Anche se poi penso che Murka è forte e fiera: al massimo, ci sgriderà a morte quando torniamo, ma di sicuro se la caverà.

E già faccio fatica a concludere i post quando sono tranquillo, figuriamoci ora che ho l’ansia. Per cui, auguratemi buon viaggio e ci sentiamo… non so quando.