Friday 22 August 2008

Punizioni creative

Inizio a ritenere seriamente che il fatto apparentemente casuale che ogni settimana finisco per morsicarmi accidentalmente una qualche parte della bocca mentre mangio sia, in realtà, la trasposizione in atto dell’istinto inconscio e irrefrenabile di tranciarmi di netto la lingua. Perché sono certo che, se realizzassi il desiderio di auto-punirmi per la spropositata ampiezza della mia bocca, che ha provocato dei danni semplicemente incalcolabili, sarei pronto a sacrificare il senso del gusto, la sensazione del bacio e la praticabilità di tutte quella attività sessuali richiedenti la lingua pur di mettermi a tacere per sempre. I vantaggi sarebbero davvero enormi: da una parte, eviterei di darmi ancora delle colossali vangate agli attributi parlando a sproposito, dall’altra potrei rendere più sana la mia dieta con l’introduzione del pesce, dato che non lo vomiterei più solo a sentirne l’odore. I benefici sono innegabili.
Se poi avessi anche la capacità di proiettarmi nel mio corpo astrale, allora lo farei immediatamente, ed inizierei seduta stante a prendermi a mazzate fratturando ogni singolo ossicino del mio corpo. Oppure mi mangerei le mani replicando la scena di Sin City. O insomma, sarei creativo.

Il problema è che nel profondo resto comunque un calcolatore con l’orrore del dolore. Con tutta la buona volontà, con tutto che sono maestro nello scavarmi la fossa da solo, non riesco a pensare seriamente di farmi fisicamente del male. Né tanto meno a punirmi con menomazioni permanenti. So troppo bene di non aver altro valore se non il mio bel viso, per cui è naturale che ci tenga. Cosa farei, senza quello? Particolari talenti non ne ho, se non una certa padronanza della lingua italiana che rende scorrevole ciò che scrivo e una propensione per le lingue straniere; raccomandazioni ancora meno. Per cui, l’unica mia fonte di consolazione non la toccherei mai e poi mai.

Che poi, diamine, calcolatore de che? Ho fatto davvero un ottimo lavoro, in tutto ciò (in senso ironico, ovviamente). La PPP è naufragata prima ancora di iniziare, trascinando negli abissi tutto ciò che cercava di annientare (sì, almeno questa condizione si è avverata) e, prima ancora, una frase buttata lì con l’intento di fare una bella risata assieme ha scatenato la reazione più imprevista e disastrosa. Essenzialmente, quello è il motivo per cui mi sventrerei, o mi reciderei le corde vocali, o la lingua.
Ho tagliato il rampo su cui ero seduto, mi sono dato la zappa sui piedi… qualcuno ha altri sinonimi da suggerirmi?

E nonostante ciò, non riesco a prendermi a mazzate. Porca miseria!

2 comments:

  1. I suppose this is the price of falling in Love.

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  2. Words like violence

    Break the silence

    Come crashing in

    Into my little world

    Painful to me

    Pierce right through me

    Can't you understand

    Oh my little girl



    All I ever wanted

    All I ever needed

    Is here in my arms

    Words are very unnecessary

    They can only do harm



    Vows are spoken

    To be broken

    Feelings are intense

    Words are trivial

    Pleasures remain

    So does the pain

    Words are meaningless

    And forgettable



    All I ever wanted

    All I ever needed

    Is here in my arms

    Words are very unnecessary

    They can only do harm



    - Depache mode, Enjoy the silence -

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