Monday 23 February 2009

Cascade (For A Day)

Like this feels nothing ever will.
Life reveals, kicks in and heals me for a day.
L’inno di ieri è stato senza dubbio Cascade (For A Day) degli Autumn, una canzone che, come ha scritto la stessa band, parla della bellezza di passare una giornata perfettamente felice senza preoccuparsi che duri solo fino alla mezzanotte e l’indomani riservi dei problemi.

Fumettopoli, Milano. Dopo una sveglia ad un’ora improponibile per prendere il treno, sono iniziate le mille peripezie legate al fatto che, a differenza da me, quasi tutti gli altri andavano a Venezia per il Carnevale (ovvero: i treni erano talmente stipati che per far salire la gente ci si impiegava un secolo; fortuna che ero partito dal capolinea e avevo trovato ancora posto a sedere). Ma della gente in maschera che soffriva in piedi non mi fregava nulla: avevo il mio microcosmo di musica (principalmente gli Autumn) che mi teneva allegro mentre guardavo il Friuli ed il Veneto scorrere davanti ai miei occhi oltre il vetro.
Sull’Eurostar diretto a Milano, invece, non c’era calca, e ho potuto continuare indisturbato a godermi la mia musica mentre osservavo il mondo. Fino all’arrivo a Milano Centrale, la solita stazione che amo e odio allo stesso tempo, con le sue bellissime gallerie in ghisa che fanno molto Belle Époque ed i suoi ridicoli marmi e mosaici pseudo-romani del periodo fascista, con dei bei ricordi in compagnia lo scorso Marzo e un Novembre di anni fa e le snervanti attese per i treni puntualmente in ritardo sotto gli assalti dei piccioni assassini che fanno i raid aerei sui malcapitati passeggeri.

Ma non era ovviamente la stazione la mia destinazione: mi sono infatti diretto alla metropolitana, ho preso la linea 2 e sono sceso alla stazione di Garibaldi. Da lì, seguendo la fiumana di gente in cosplay, sono arrivato al luogo che ospitava la Fumettopoli, dove mi attendeva BriarRose, la mia Emilie Autumn torinese, in corpetto bianco con cuoricino-Opheliac, bloomers, calze a rete rosse e bianche e nere e bianche, anfibi e collarino di pizzo. Da lì, è stato un susseguirsi di esposizioni di manga, bancarelle Gothic Lolita, cosplayers (ho notato svariate Misa Misa, un Near molto ben fatto, una successione di Light, qualche L, Yu e Creamy) fra cui la mia amica Laura direttamente da Bologna (ovvero una delle presunte amanti che ho incontrato in gita scolastica la scorsa primavera). Sottolineiamo che Laura e il suo gruppo hanno vinto il premio per la miglior interpretazione con il loro cosplay di Soul Eater.

Fra le cose da segnalare, oltre ad essere stato riconosciuto come uno che ha “la gallery su deviantART, vero? Oh, sì, sei tu!”, ed aver sperimentato l’eterna validità della Legge del Tartan (ogni volta che non compri qualcosa in tessuto scozzese, poi lo rimpiangi il doppio) con una maglietta con tanto di maniche a rete su cui ho buttato l’occhio ma, dato che ero riluttante, non ho preso e quando mi sono deciso e sono ripassato era stata comprata, la più importante è senza dubbio che, rullo di tamburi...
Ho completato la mia collezione dei volumi di Kaori Yuki Presenta
! Dopo secoli di ricerche infruttuose, ce l’ho finalmente fatta! Ora mi mancano soltanto i numeri 1 e 2 di God Child e avrò fatto l’en plain (non tenendo conto di Angel Sanctuary, la cui edizione Gold è ancora in uscita). E questo è stato il top della giornata.

Al ritorno in treno mi sono dato all’ascolto, nell’ordine, di Emilie Autumn, Leandra e i Tristania, e nonostante la minaccia di ritardo da Milano a Mestre con coincidenza strettissima per Trieste ed il successivo ritardo della seconda (a saperlo non mi sarei preoccupato minimamente), sono stato di ottimo umore per tutta la sera, cullato dolcemente dall’oscurità fuori dal finestrino, a scambiare messaggi fino alla morte della batteria del cellulare. E l’umore è stato talmente buono da aver lasciato dei consistenti strascichi anche oggi (complice il cielo grigio che finalmente è tornato a degnarmi della sua presenza).
Ho avuto la mia giornata perfetta, senza casi umani fra i piedi, pagine da studiare, vicini truzzi con la musica a palla e altre seccature. E ora ho un sacco di manga da leggere ed un’altra collezione finalmente completa. Mica male, insomma.

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