Monday 30 March 2009

Ora legale, varie, eventuali, ecc

La lamentela non poteva mancare, per cui vi tocca sorbirvela anche quest’anno: odio l’ora legale. Proprio dal profondo e con gran passione. E, sinceramente, non capisco perché l’umanità debba essere tanto masochista da autoinfliggersi una simile tortura. Oggi, dovunque mi voltassi, vedevo solo volti spaesati e assonnati, con occhiaie profonde e violacee. Che senso ha? Perché non si organizza un bel referendum per abrogare questo aborto nato dalla Prima Guerra Mondiale?
Per quanto riguarda me, è inutile dire che la odio due volte: mi toglie un’ora del mio prezioso sonno, e me ne aggiunge una della mia odiata luce. Bah.

L’esame di Neerlandese è finalmente andato. Non voglio più saperne nulla finché non arrivano i risultati, per cui niente commenti in tal senso, è argomento tabù e sono pronto a moderare se necessario.
In compenso, prima del suo inizio si è svolta una lunga chiacchierata in biblioteca, che verteva su vari argomenti fra cui amore, relazioni, e bellezza.

Conclusione tutt’altro che nuova è che la bellezza è un investimento. Per essere belli non basta nascervi, ma richiede molta cura. Io passo ore ed ore in una settimana per prendermi cura dei miei capelli affinché non diventino un cespuglio di sterpaglia. La mia pelle richiede una gran cura sia per prevenire le imperfezioni che per mascherarle quando ormai il danno c’è. E poi si è discusso del fatto che anche le persone mediocri, a meno che non siano casi persi di bruttezza, possono esaltare il proprio aspetto con il giusto abbigliamento, colore di capelli o acconciatura.
Si è parlato poi di uomini calvi, chi li trova attraenti e chi no, chi si sta stempiando (ahah!) e chi no (ovvero io), chi programma tinte, chi tagli. E a me si è accesa nuovamente la lucetta del ciuffo più corto davanti in modo da avere un look alla Ludwig e magari non svegliarmi di soprassalto la notte affogando nei miei stessi capelli.
Ludwig - Kaori Yuki

Si è poi parlato di sentimenti, di prospettiva di figli (anzi, in verità si è partiti proprio da quello, dagli eventuali nomi), dello stabilizzarsi fra qualche anno, e cose simili, e io mi sono accorto di essere diventato Friederike, la Bella Addormentata nel Bosco, chiuso nel mio castello e circondato da spine in modo che nessuno mi raggiunga, solo piuttosto che male accompagnato e con un rifiuto categorico per l’amore. Quindi, per ricapitolare, sono passato da essere la Principessa Maleen che inseguiva l’amore con una costanza tale che non si curava minimamente degli ostacoli, ad essere Raperonzolo che sedeva alla finestra con i capelli che pendevano in attesa che qualcuno si arrampicasse e venisse su da sé a Friederike che non vuole sapere nulla di nessuno. Poco male, insomma.


Maleen (una fiaba pressoché sconosciuta), Rapunzel (aka Raperonzolo) e Friederike (la Bella Addormentata)
E questo è quanto. Dopo lo studio intensivo mi concedo una serata di libertà totale, prima di piombare negli abissi di Economia degli Scambi per l’esame di giovedì. Poi più nulla fino a Pasqua, per cui potrò prenderla con un po’ più di calma e magari anche dedicarmi alle fotografie.

Sunday 29 March 2009

De Meeste Dromen Zijn Bedrog

If you leave as I close open my eyes
I will never sleep again.
Taste my heart lips, sulphur butterfly,
Or forever fly alone…
The Kiss by ~liquidtheoryinc
No, no, no, NO! NO! Sognare di baciare una persona ed essere svegliati da un suo sms è una beffa troppo grande, troppo! È inaccettabile! Soprattutto perché ci sono rimasto fregato talmente tante volte che stavolta ho controllato con cura che fosse vero, mi sono palpato il viso con veemenza tale da produrre un rumore di schiocco, ho stretto il suo corpo, e poi ho palpeggiato il mio per sicurezza, per essere certo che non si trattasse di nuovo di un sogno. Ce l’ho avuto per tutto il tempo questo sospetto, ma no, sembrava tutto così maledettamente vivido, ogni singola sensazione delle sue labbra, della sua lingua, del modo in cui le succhiava, dei suoi capelli sotto le mie dita era talmente realistica (quanto al fatto che non ricordavo come fossimo finiti in quella via e a baciarci a) era irrilevante, e b) poteva essere che avevo bevuto) che chi se lo aspettava che finisse in un brr-brr del cellulare? E Cristo, come baciava bene! Totalmente, perfettamente a tempo con me, perfettamente secondo i miei gusti! (Peraltro, a giudicare dallo stato della federa e quello del mio mento credo di essermi pomiciato il cuscino, nella realtà; quello che stringevo e su cui mi premevo era l’altro di certo).


Credo sia comprensibile perché ho un nervoso allucinante addosso.


Dwelling in your dreams every day
Disturbs your night.

Friday 27 March 2009

Sogni splatter

Trascorrere un’intera settimana dividendo il tempo unicamente fra studiare i verbi irregolari neerlandesi e leggere Angel Sanctuary di Kaori Yuki per staccare la spina e evitare il sovraccarico può portare a fenomeni allucinanti, come pensare nel dormiveglia di dover “individuare delle regole generali di comportamento dell’apofonia nel paradigma dei nomi irregolari degli angeli… Zafkiel – Zofkiel – Gezafkiel; Djibril – Djebril – Gedjebril”. Cosa peraltro ancora abbastanza sana, se paragonata ai sogni che ho fatto la notte scorsa, svegliandomi spesso e volentieri, ripetendo paradigmi e riaddormentandomi.
Primo fra tutti, un sogno molto bucolico ambientato su una collina dalla lunga erba verde in compagnia col signor Procreatore, che non si fa sentire dalle vacanze di natale.

Risveglio, Rosiel – Rasiel – Gerosiel, nuovo sonno. Ed eccomi in treno, in viaggio per l’Italia da Trieste a Civitavecchia per tornare in Terra d’Africa, in compagnia di una persona che evitiamo di nominare (dato che non vogliamo lusingare nessuno), salvo poi trovarci sul traghetto in compagnia di Giulia e Ginevra, in gita scolastica con la loro classe, con una professoressa che fa fare loro un compito in classe di fisica e, credendomi uno dei suoi alunni, lo somministra anche a me dicendo che altrimenti non raggiungo un numero sufficiente di crediti per la laurea, e io che mi metto ad insultarla in ogni modo possibile e immaginabile.

Risveglio brusco, Barbiel – Bierbiel – Gebarbiel, e si ricomincia, stavolta su un treno ad alta velocità da Torino a Parigi, per andare a casa di Dadine (con qualche immagine frammentaria, lungo la strada, di BriarRose), salvo poi essere accolto molto malamente da sua madre (che mi odia anche nella realtà) e arrampicarmi sugli specchi per cercare di calmarla, per poi essere raggiunto dall’Unticcio, che non fa altro che lamentarsi di quanto sia brutto April Rain dei Delain e che il video del nuovo singolo Nothing Left, singolo esclusivo per la Francia (del quale informo Luisa via SMS), è orrendo, con me che faccio del mio meglio per non recidergli la carotide col coltello da cucina che mi ha lanciato la madre di Dadine cercando di colpirmi.

Nuovo risveglio, qualche altro paradigma, ed eccomi sulle rive di un lago in compagnia di Giovix, non lontano dalla collinetta erbosa del primo sogno. Solo che quello non è il Lago di Garda, dove ora si trova lui, ma il lago di Cuga in Sardegna, che nel mio sogno si è formato per le abbondanti piogge. E invece arriva il Procreatore, che mi spiega che è un lago acquistato da una delle mie zie, e mi chiede di accompagnarlo in paese per il funerale del marito di un’altra delle mie zie (che è morto davvero qualche mese fa). Solo che la zia in questione è impazzita e ha deciso di appendere il cadavere a una croce per non so quale motivo, salvo poi arrampicarcisi lei stessa, mordergli la gola e schiodarlo dalla croce. E a questo punto – ora viene la parte più truculenta – mi ritrovo con un pezzo del cadavere, pelle e carne, in bocca, e cerco di sputarlo senza dare nell’occhio, solo che qualcuno se ne accorge e mi fa: “Ma dai, non c’è bisogno che lo mangi se non ti piace, sputalo pure”. Lo sputo su un tagliere a forma di croce e, quando faccio per liberarmi di un bolo di saliva e sangue, mi sveglio sputando sul cuscino.

Dopo quest’ultimo risveglio ho rinunciato ad addormentarmi, ed è da allora che una sottile nausea non mi lascia lo stomaco. Mangiare il croissant a colazione e la pizza a pranzo è stata un’agonia.

Monday 23 March 2009

Pixels vs cells

Do you know that you radiate like in real life
When visualised by my third eye,
Or even more so?

A volte mi viene un dubbio atroce. Mi chiedo se io, quello vero, sono quello fatto di cellule o quello fatto di pixel. Perché il fatto che siano due persone diverse è invece una certezza. Quello di pixel può avere tutte le persone che vuole, quello di cellule invece languisce in un angolo. Quello di pixel ha tutte le porte aperte ed è famoso e acclamato, quello di cellule non riesce a concludere nulla.

Appurato ciò, quale dei due è quello vero? Quello figo o quello sfigato?

Sunday 22 March 2009

Nothing Left

Non è rimasto nulla che possa farti sentire bene,
Nulla che riesca ad accendere il tuo entusiasmo.
Mentre ridi nella tua maschera di bambino
Tu domini la notte.

Seguimi, torniamo a casa,
Perché la notte è ancora lunga
E sono stanco di stare da solo.
Seguimi, torniamo a casa,
Trovami soltanto un’altra cosa
Che mi mandi brividi sin nelle ossa.

Non è rimasto nulla, la magia è sparita
E ci trovo davanti alla luce del mattino.
Qualcuno chiuda le tende.
Oh, come fa male agli occhi…

Seguimi, torniamo a casa,
Perché la notte è ancora lunga
E sono stanco di stare da solo.
Seguimi, torniamo a casa,
Trovami soltanto un’altra cosa
Che mi mandi brividi sin nelle ossa.

Non è rimasto nulla, è il momento di andarcene:
Ce la puoi fare da solo?
Non è rimasto nulla, è il momento di respirare:
Ce la fai a tornare a casa con me?

Non è rimasto nulla che possa farti sentire bene,
Nulla che riesca ad accendere il tuo entusiasmo.
Vivere nei tuoi sogni ogni giorno
Disturba le tue notti.

Non è rimasto nulla, è il momento di andarcene:
Ce la puoi fare da solo?
Non è rimasto nulla, è il momento di respirare:
Ce la fai a tornare a casa con me?

Non è rimasto nulla, è il momento di andarcene;
Non è rimasto nulla, è il momento di andarcene.
Non è rimasto nulla, è il momento di andarcene;
Non è rimasto nulla, è il momento di andarcene,
Ce la fai a tornare a casa con me, aah?
Non è rimasto nulla, è il momento di andarcene;
Non è rimasto nulla, è il momento di andarcene.
Seguimi, torniamo a casa.
Non è rimasto nulla, è il momento di andarcene;
Non è rimasto nulla, è il momento di andarcene.
Seguimi, torniamo a casa.

Delain



Quando la musica diventa una seconda pelle della tua vita

Fame

They’ll never see,
I’ll never be,
I’ll struggle on and on

To feed this hunger
Burning deep inside of me…

L’interruttore scatta. Entro, mi guardo allo specchio: una goccia rossa che cola giù dalla narice sinistra e discende sinuosa sfiorando l’angolo della bocca, e poi giù per il mento, e lungo il collo candido, oltrepassando la catenina d’oro ed arrivando sino al petto.

E poi la domanda: come diavolo ho fatto a schizzarmi il succo di frutti di bosco sul naso?


Stranamente, il mio appetito ha deciso che sono una donna incinta. Mi vengono strane voglie agli orari più improbabili. Così, mentre scrivo messaggi nel cuore della notte, salto su come una molla e mi getto stile falco sulla confezione di cioccolato bianco Novi con scorze di agrumi di Sicilia. Le confezioni da sei Kinder Cereali scompaiono in un’ora e mezza, se sono fortunate. Yogurt ai mirtilli e croissant alla confettura di albicocca che scompaiono improvvisamente ad orari tutt’altro che da colazione, succhi di frutta ingollati come se fossi appena uscito dal deserto. E ieri sera al pub Bounty, dopo la pizza della mensa, prima la crêpe al cioccolato, poi le due birre e sopra pure le patatine al rosmarino. Mentre stasera, sempre dopo la cena alla mensa, i due wurstel ai ferri con tanto di senape e la crêpe alla marmellata di frutti di bosco nel localino tedesco, sempre annaffiati di birra.

Ho fame. Divoro tutto, ingollo cibo su cibo e non mi sento mai sazio. Sfogo sugli oggetti inanimati l’affetto che non so a chi dare e controbilancio con loro l’indifferenza che mi suscitano le persone, e ingoio roba da mangiare per riempire il vuoto lasciato dal mio cuore, nascosto in un castello circondato da una foresta di rovi.

Friday 20 March 2009

Bitter-sweet

Il Sigillo 2: Gilford & Cain
Oggi, con Il Sigillo 2, ho letto tutti i volumi di Kaori Yuki Presenta che avevo in arretrato. Il che significa che ho letto anche tutte le storie semi-slegate relative al Conte Cain. Devo ammettere che leggere quelle storie sapendo già in partenza come l’intera vicenda andrà a finire mi mette addosso un’enorme malinconia, ma non è nulla alla quale non si possa sopravvivere, soprattutto considerando l’ambientazione squisitamente vittoriana delle vicende. Il problema è che ora per seguire le avventure del Conte Cain dovrei leggere God Child. Il quale fa bella mostra di sé sulla mensola della mia libreria… con un unico, piccolo problema: l’assenza dei volumi 1 e 2. Per quanto mi stia sbracciando, non li riesco a trovare da nessuna parte, cosa che ingrandisce a dismisura la mia irritazione, dato che non mi va affatto di iniziare a leggere la serie dal terzo volume. Ma nel frattempo, in attesa anche dell’uscita di Blood Hound, potrò consolarmi dedicandomi alla rilettura integrale di queste stesse storie del Conte Cain che ho appena finito, dato che comunque almeno due letture servono sempre, per apprezzare appieno le opere di Kaori Yuki.

Ho anche finito il nuovo volume di Angel Sanctuary Gold, l’ottavo, e sebbene le mie speranze che Rosiel comparisse più che nel settimo sono state deluse, il magnifico disegno di lui che c’è nella postfazione mi ha ampiamente ripagato (ne cercherò disperatamente una scansione, altrimenti tenterò di fare un bel macro con la Figliola). Così come anche le geniali conversazioni che Kaori ha riportato:
Assistente A: Rosiel è un bel po’ di tempo che non compare, cosa starà facendo?
Kaori Yuki:
Chi lo sa? Non ci ho ancora pensato.
Assistente B:
Non è ovvio? È in un bagno di petali di rosa! E Catan gli sta lavando la schiena.
Kaori Yuki:
Per tutto questo tempo? Gli si raggrinzirà la pelle…



E noi fangirl aggiungiamo: Ovvio che no! Perché dopo che hanno fatto le cosacce nella vasca se ne vanno a farle a letto!
(Gin, lo so cosa stai pensando, ma rassegnati: Rosiel è mio!!! A costo di sequestrare Catan e fare un suo cosplay.)

Per inciso, pare che i Sigur Rós siano diventati la mia colonna sonora per la lettura dei manga. La prima volta che ho provato ero semplicemente in cerca di qualcosa che fosse abbastanza poco impegnativo da non distrarmi, e dato che il Metal era da escludersi a priori perché mi coinvolge moltissimo con i ritmi e cattura la mia attenzione con i testi, ho pensato che un tranquillo Post-rock cantato in Islandese o in una lingua totalmente inventata fosse un ottimo compromesso. Il quale funziona alla meraviglia, fra l’altro: li ho assunti come ufficiali. Ma non c’è da sorprendersi: questi CD li ho comprati assieme a tutti i numeri che ho di God Child e molti di Kaori Yuki Presenta in gita scolastica (in un pomeriggio che non dimenticherò tanto facilmente). Peraltro, a proposito di Post-rock islandese, credo che scaricherò anche la discografia dei múm, mi intrigano parecchio.

Monday 16 March 2009

Basta!

A volte ho l’impressione di essere circondato da casi umani. E sempre più spesso ho l’impressione che quella di prima non sia solo un’impressione.
(Probabilmente qualcuno se ne sarà accorto anche qui nel Santuario, negli ultimi tempi).

Inizio sinceramente ad esserne molto stanco.

Luisa, andiamo assieme a Lourdes?


Ps: oggi l’EP live dei Naituiss si è rivelato in tutta la sua assoluta inutilità. Nulla contro Anette, poraccia, la sua non è una cattiva performance, ma è proprio la release che non ha ragione di essere. La grande delusione è stata The Islander che non ha il giro di tastiere di The Heart Asks Pleasure First alla fine. Comunque anche il signor Holopainen sta diventando un bel caso umano. Arghhhhh!

Sunday 15 March 2009

Synchro-minds


Tragedy Of A Synchro-Mind by GothicNarcissus
The fabric of a dream
Dissolved, or so it seemed,
In the waking light.
Exchangeable goodbye.
Go on, catch your flight:
It’s been a privilege.
Did we shake hands?

Well, mine were shaking still
With the passing of the last carts of the train.
And then, the lesser half remained.
I surely hope we forged a lasting chain.

That simple, sober style.
Be careful with that smile
‘Cause you might hurt someone,
And it can’t be made undone
Like snow before the sun,
Or backspace in a message,
If you will.
The pain residing still.
We are so much alike, you and I.
Do you know that you radiate like in real life
When visualised by my third eye,
Or even more so?

And though we live in different time zones,
There is no doubt that we are somehow
Synchronised
Like synchronised minds.
Shall we keep this pure and mutual,
And ban amorous spoilers from the game?
‘Cause it’d be such a shame.

Though the tragedy of synchro-minds
May amplify a thousand times,
I want to see this through.
You know as I do
That the unity of synchro-minds
Stretches over a thousand miles,
So don’t you feel blue:
I’ll be joining you so soon.


[ Autumn ]

Thursday 12 March 2009

Gothness

Lady Grave
È quando facendo pulizia sul disco fisso del computer ritrovi le immagini gotiche scambiate con gli amici nel 2006, quelle che hanno fortemente influenzato il tuo gusto estetico e la tua stessa personalità, che ti rendi conto di quanto in realtà sia lungo un anno, e del fatto che tre anni sono un’eternità e che sei cambiato tantissimo, anche se non te ne sei reso conto perché tutti i movimenti lenti sono invisibili nel loro svolgersi.

A guardarle ora, molte di quelle immagini sono ridicole, stereotipate o, più semplicemente, banali. Eppure, allora non lo erano. Allora facevano parte di un mondo meraviglioso tutto da scoprire. Peraltro, moltissime venivano da deviantART, ed è così che ho scoperto quel sito che tanta rilevanza ha avuto nella mia maturazione artistica. È assurdo, a pensarci ora.

Sono le piccole cose a modellare le persone, molto più dei grandi eventi, che le sbozzano soltanto a grossolanamente.  Chissà cosa sarebbe ora di me se non avessi gustato quelle immagini. O se, pochi mesi dopo, non fossero usciti The Open Door e Lucidity. Ora forse non starei ascoltando i Tristania con gli auricolari mentre indosso dei pantaloni neri strappati con sotto il tartan ed una cravatta rossa su una camicia nera. Forse non mi sarei mai messo in discussione e ora non sarei seduto nella biblioteca della SSLMIT di Trieste, ma starei a fare Astronomia a Bologna scoprendo solo ora che non fa per me.
Perché so bene che nella mia vita tutto è concatenato: piccole cose portano a grandi cambiamenti.

Tuesday 10 March 2009

Music-related stuff

Sono connesso dalla biblioteca dell’università (poiché, essendo i miei minuti mensili di internet belli che terminati, devo fare il vampiro che succhia la banda altrui) per scaricare We Came With The Northern Winds dei Leaves’ Eyes (grazie a Luisa), e mi sfugge la ragione per la quale, per entrare qui, ho dovuto riportare la borsa del pc fuori per metterla negli armadietti dopo aver tirato fuori il computer, tutto questo perché è vietato entrare in biblioteca con le borse. Ora, partendo dai due presupposti che a) i libri hanno l’antitaccheggio, e b) se poi devo riportare la borsa del pc dentro per caricarlo e portarlo via, significa che mi hanno servito su un vassoio d’oro la possibilità di rubare i libri non una ma ben due volte, qualcuno è così gentile da spiegarmi l’utilità di tutto ciò?

Di nuovo, periodo di grandi attese: sabato per Venezia, domenica per la prima lezione pratica del corso di fotografia, per l’uscita o almeno un leak di April Rain dei Delain (che fonti mi dicono essere ottimo e ricco di sorprese), per il live EP dei Nightwish con quel titolo improponibile (anche se di questo mi frega molto meno, mi interessa principalmente sentire come se la cava Anette). E, dato che siamo in tema di musica, ho rifatto l’elenco delle cantanti, con varie modifiche, nuove entrate e spostamenti della classifica. I loghi delle band li ho messi in orizzontale perché così è più facile gestirli, ho riammesso Tarja al Consesso Olimpico (in fondo, anche se ora mi sta indifferente ha fatto parte della mia adolescenza), ho precipitato giù sia lei che la povera Anette perché mi sono raffreddato molto verso i Nightwish, ho fatto entrare le mie nuove scoperte Marjan, Nienke, Anita e Silje e ho fatto di Vibeke la Dea delle Dee. Con la sua voce e la sua bellezza ci sta tutta.

Saturday 7 March 2009

È nata!

Finalmente il lieto evento ha avuto luogo! Ieri sono andato ad adottare la Terza Figliuola mia e di Ginevra: le prime due sono la Baretta e la sua Nikon D40. Alle quali si aggiunge [rullo di tamburi] Figliola! <3la mia Canon EOS 1000D!

Attualmente, sono impegnatissimo nello studio del manuale d’istruzioni (che, stavolta, non posso saltare, dato che il funzionamento è tutt’altro che immediato, a partire dal montaggio dell’obiettivo sul corpo della macchina), ma sono assolutamente entusiasta di questo mio acquisto, che mi ha preso l’intera borsa di studi della Regione per il mio esame di stato.

Peraltro, il suo giro inaugurale sarà direttamente sabato prossimo a Venezia in compagnia di Zia Veronica, che ovviamente porterà la cuginetta. Gioite con me! *_____*

Monday 2 March 2009

Porca trota (al quadrato)

Detto molto in breve, io avrei anche voglia di scrivere sul blog, e anche qualcosina da dire, ma il fatto che ogni volta che tento di stare su la fottuta connessione della TIM cada mi fa incazzare a tal punto che mi passa ogni voglia di scrivere (cosa per la quale ho necessità di una certa calma, sia intesa come mancanza di irritazione, sia come non avere il fiato della connessione pronta a cadere sul collo). Dopo tre mesi e spiccioli di pessimo servizio, la chiavetta giace da sabato pomeriggio sul mio pavimento, in circa una ventina di pezzi. Vediamo quanto dura quella attuale. (Il lato positivo è che il fatto di avere un cavo più lungo e, dunque, essere fuori dalla mia vista dietro il pc le garantisce maggiori speranze di sopravvivenza).

Ok, l’irritazione per l’ennesima caduta mi ha fatto passare di mente quello che volevo scrivere. Questo fatto di internet a singhiozzo mi fa talmente irritare da cancellare perfino la contentezza per aver trovato ad una pulciosa fiera di CD, LP e altre cavolate dove mi hanno trascinato controvoglia una copia della prima edizione di Aégis dei Theatre of Tragedy a 10 euro (dietro un obbrobrio come Alice’s Inferno di quegli emeriti incapaci che sono i Forever Slave).
Peraltro, non sono ispirato nemmeno per il racconto. Avrei, invece, molte foto in mente, ma devo prima comprare una nuova fotocamera (di quelle serie, con l’obiettivo grosso e tutto il resto), cosa che avrei fatto la scorsa settimana se, per motivi misteriosi, il circolo fotografico, dove avrei dovuto fare lezione e potuto chiedere consigli non fosse stato misteriosamente chiuso lo scorso mercoledì. Bah. Speriamo bene che almeno qualcosa si smuova.