Friday 5 February 2010

Forget To Remember

Hello again, familiar morning routine.
Time is ebbing away, but I feel no rush today,
No urge, no hurry, just the rhythm of the rain
Sliding by.
I’m not here… I’m not nearly, nearly there,
Not nearly, nearly there.

A dirla tutta, sta diventando sempre più difficile lasciare Milano per tornare a Trieste. Un po’ perché sono stati dei giorni molto intensi e decisamente soddisfacenti, un po’ perché a Trieste mi attendono la routine universitaria e, in particolare, gli esami. Un altro po’ perché mi trovo molto bene in compagnia di Ayl e l’atmosfera di Brera mi si addice davvero molto, e anche perché non ho fatto tutto ciò che avrei voluto fare (secondo la legge individuata da Ayl per la quale è impossibile che io riesca a fare due Infernal Lords nello stesso viaggio).

Mercoledì è stato un giorno intenso quasi quanto martedì, in cui ho fatto in pratica due photoshoot di fila: il primo è stato a casa di Ayl con Nick Chiron, che ha posato in maniera eccellente (e quando dico eccellente, intendo dire davvero eccellente) per uno dei miei demoni, il secondo è stato sempre con lui, Ayl e Jillian nell’orto botanico di Brera (che, per chi non lo sapesse, sarebbe l’Accademia delle Belle Arti). E questa era il famoso motivo per cui adoravo Ayl un paio di post fa: è stata proprio lei a far sì che Babbo Natale si attivasse e mi portasse il bel modello come specificamente richiesto nella letterina dello scorso Natale, contattandomelo su Facebook (che, escluso questo piccolo episodio, è il Male) e mostrandogli il mio progetto. Ergo, nuovo Infernal Lord in arrivo, che precederà probabilmente quello impersonato da Kiyubi, che è ancora in progress a causa della quantità esorbitante di materiale necessario per la manipulation (e sto pensando seriamente di infilarci pure Jerome o Rutger degli Autumn, perché non so dove reperire tutti i visi che mi servono).

Il pomeriggio è stato consacrato al riposo, mentre la sera abbiamo portato avanti la tradizione di andare a cena almeno una volta al giapponese, nel nostro ristorante di fiducia, ovvero Uke. Fra una cosa e l’altra, non ho mai raccontato qui sul blog la storia di Uke. La sera dopo la Fumettopoli, quando ero andato per la seconda volta da Ayl, ancora a novembre, io, lei e la sua coinquilina avevamo deciso di andare a mangiare fuori al giapponese. Trovato un nugolo di ristoranti nella zona di Porta Ticinese, siamo andati a cercarne uno che servisse il ramen, ma dopo aver appurato che era introvabile, ci siamo decisi per un ristorante che si chiama Ume: con il kanji del nome giusto sopra la M che somigliava così tanto ad una K, a noi due fangirl è venuto automatico leggere “uke” e iniziare a ridere come deficienti per tutta la cena sotto lo sguardo perplesso della coinquilina di Ayl. Dato che poi il cibo era ottimo e il numero civico 69, l’abbiamo eletto nostro ristorante giapponese di fiducia.

Ieri, mentre cenavamo, abbiamo poi deciso che anche noi apriremo un ristorante, che chiameremo Seme. Essendo io seme, ne sarò ovviamente il proprietario, ma dato che serve anche un po’ di uke nella gestione, Ayl sarà la mia co-proprietaria (in un test una volta le uscì che era 99% uke). Michele, il ragazzo di Ayl, farà la mascotte, e starà fuori dal ristorante vestito da orsetto ad attirare le fangirl. I camerieri saranno tutti rigorosamente maschi e tutti rigorosamente uke, vestiti come Sebastian di Kuroshitsuji. E, soprattutto, si cucinerà il benedetto ramen!

A questo punto, considerando che poi abbiamo passato il resto della serata a ridere come deficienti piegati in due ascoltando Mireille Mathieu su Youtube, si può ben intuire perché l’idea di tornare alla vita ordinaria sia così grigia. In questo momento, cambierei un po’ il titolo della canzone degli Autumn in Forget To Remember (Che Ho Gli Esami). Oh well.

Ps: fortunatamente, nonostante oggi fosse il tanto temuto Dies Irae e Ayl si fosse ritrovata il temibile spillone Voodoo infilato nella pancia, il mio viaggio è andato bene comunque: gli Orsetti del suo Reame mi hanno protetto con le loro zampine sollevate e sono riuscito a tornare a casa senza incidenti degni di nota, se non quelli che si sono prontamente aggiustati da soli, a dimostrare che, comunque, una forza mistica che si opponeva alla protezione degli Orsetti c’era.

3 comments:

  1. Chissà a chi appartiene quella forza mistica... xD ma i miei Orsetti sono forti e hanno resistito, proteggendoci. XD

    Il nostro ristorante farà furore...yay! Tutte le fangirls verranno da noi a mangiare. xDDD



    Mi manchi, caro. ç_ç Anch'io adoro la tua compagnia! Già attendo marzo!!!

    ReplyDelete
  2. Non ti seguo più XD

    Diamine, Milano sì e Bologna no? Che ingiustizia è mai questa? Tu mi stai rimpiazzando su più piani. Ecco. U.U

    Attendo una visita in Juchéi, mi pare il minimo. O no? :D

    ReplyDelete
  3. @ Ayl: Ovvio che gli Orsetti sono più forti! Alla fine, la Corte degli Ipocriti trionfa sempre sul bene, o no? u_u



    @ Veronica: La colpa è delle band che vanno tutte a Milano, it's not my fault! Eccetto Emilie, che seguirò fino a Torino (e ne approfitterò per fare un'Infernal Lady, en passant). La visita in Juchèi verrà confermata al più presto, e non pensare di scamparti Highgate, chiaro? è_é

    ReplyDelete