Thursday 12 August 2010

A monster

Lo ammetto, un po’ mi sento un mostro.
Riassumendo i fatti: mia zia, la sorella minore della Mater, che cinque anni fa aveva superato brillantemente un tumore al seno, è ora terminale, agonizza su un letto e peggiora a vista d’occhio. Tempo pochi mesi e lascerà il figlio diciannovenne e la madre ottantacinquenne da soli.
A me, detto in breve, non frega una mazza. Suppergiù quanto può importarmi di qualcuno la cui morte ho appreso dal telegiornale. L’unica cosa è che mi dispiace per la Mater, è l’ennesima batosta che va ad aggiungersi in un periodo tutt’altro che facile e che metterà ulteriormente alla prova sia i suoi nervi più cedevoli del solito, sia le sue finanze non propriamente ottimali. Detto in breve: non ci voleva.
A questo punto, da me ci si aspetterebbe che stessi vicino alla Mater e le fossi di qualche consolazione, ma ho dei seri problemi in tal senso sia perché al momento vedo tutto nero (e con tutto intendo proprio tutto il mondo, non vedo futuro possibile), sia perché mi sento molto emotivamente distaccato dall’intera vicenda, se non appunto la preoccupazione per la Mater.
A mia discolpa va il fatto che per me la Zia è poco più che un’entità astratta che vive nella remota Bielorussia con cui non ho nessun vero rapporto. So che c’è, so che è mia zia, mia parente, ma le cose fra noi si fermano qui. L’avrò vista nemmeno una decina di volte e, essendo una persona oggettivamente sgradevole, non ci ho ovviamente legato. Con mio cugino ho ancor meno rapporto: è quello a cui spedivo riluttantemente i giocattoli quando ero piccolo, i vestiti quando ero più grande, che quando sono andato in Bielorussia ha fatto in modo di partirsene in Italia e che è sostanzialmente una mia bruttacopia (a partire dal nome, Aleksandr, continuando col pianoforte, karate e altri interessi a cui la madre l’ha spinto). Per la nonna mi dispiace: anche se l’ho vista solo due volte, e la prima nemmeno la ricordo perché avevo sei anni, è una donna simpatica, e non merita il dolore di seppellire la figlia.
Così, essendo una delle persone emotivamente meno coinvolte nella vicenda, il massimo che sono riuscito a fare è stato sedermi con la Mater e aiutarla a valutare un po’ il da farsi, cominciando sulla questione se andare o meno, e inquanti, in Bielorussia, continuando con cosa fare con la nonna, col cugino, quanti soldi usciranno via in tutto ciò e cose del genere. La Mater, povera, si è stupita di essere diventata così cinica a sessant’anni e riuscire a tirare fuori tanto pragmatismo in un momento simile, al che le ho fatto notare che è più preoccupante che lo sia io a ventun anni e che praticamente sono io che ho tirato fuori la questione.
D’altro canto, al momento attuale c’è poco che la Mater possa fare per la sorella. Oggi l’abbiamo praticamente già messa sotto terra e abbiamo fatto progetti per il dopo, il che non è carino, ma cos’altro possiamo fare? Di una cura non se ne parla, il massimo ormai sono gli antidolorifici. Per lei non c’è più nulla da fare, meglio portarsi avanti coi problemi relativi alla nonna e al cugino. Anche perché tenersi in attività è il modo migliore per la Mater per non lasciarsi andare, e a me ha stretto il cuore vederla sospirare e dire: “A me dispiace per lei, la compatisco davvero, non ha avuto una bella vita”. (E in effetti è vero, non ha concluso un bel niente in nessun campo). Poi sinceramente non so quanto male la potrà prendere a livello emotivo, visto che non erano le Sorelle Halliwell e non correva ottimo sangue, però sono preoccupato per quando realizzerà la cosa e incasserà il colpo.
E io sto qui, con l’umore sotto terra, e mi sento un mostro perché mia zia sta morendo e a me frega meno di zero, e inutile perché non posso nemmeno consolare la Mater come ci si aspetterebbe. Questi sono gli effetti collaterali di aver chiuso il cuore e buttato la chiave.

3 comments:


  1. Ti paresse poco quello che fai per lei! Magari ce l avessi avuto io qualcuno accanto distaccato che mi aiutasse a non perdere la lucidità!

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  2. Beh, cara, in effetti è vero che questo genere di aiuto in concreto è più utile che non parole di circostanza, però sono comunque abbastanza insensibile (ma sotto sotto non m'interessa, mi vado bene così XD).

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  3. XD oh beh nemmeno io sono un esempio di sensibilità anzi, diciamo che sono "ruvidissima" soprattutto in circostanze come queste potrei addirittura sembrare cinica e bastarda, ma il fatto è che non sapendo avere comportamenti ipocriti se una cosa non mi tocca non mi tocca, poi magari verso lacrime a fontana sulle note di Lust for Blood di Gackt eh....vammi a capire!

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