Monday 28 February 2011

Chiavi di ricerca - Febbraio

D’accordo che febbraio è il mese più corto dell’anno, ma cristo, lo è solo di due o tre giorni, e a questo giro ci sono state davvero pochissime chiavi di ricerca utili per farsi due risate, cosa che mi ha frustrato non poco. Comunque dai, vediamo di trarre il dovuto da ciò che abbiamo qui, che è comunque non indifferente. Here we go:

fabbrica bare
Questa era la prima dell’elenco. Giusto per favorire e iniziare in allegria.
profumo evanescence
Credo che al momento ci sia solo puzza di muffa, in quel frangente...
profumo teatre
Qui c’è profumo di fiori appassiti.
face laceration
Spero non sia la nuova frontiera del body modification...
foto profumo cade
...?
sirenia 13 floor identica the open door
Eh capirai, non si distinguono proprio!
tic nervoso palpebra
Quello che viene ai benpensanti che passano di qui.
demone dell accidia: immagini
Oh, era da un po’ che non si cercavano istantanee dall’Inferno!
ann mari edvardsen sexy
Ora, seriamente... chi diamine è interessato alle tette di Ann-Mari?
ricerca negozi in italia o all estero di stoffe a fiori
La tipa è proprio disperata, noto...
within temptation - faster cosa dice
Tipo che va più veloce e più veloce e più veloce e più veloce e più veloce...
giappone manga mumble mumble
Mmmh... Mumble...
morte da depressione
Giusto per chiudere dove avevamo aperto...

Le ultime due sono epiche e anche abbastanza intrallazzate:

elettrodomestici da stampare per bambini con presa
Per far vedere i loro futuri amichetti ai nostri plug in babies.
tuomas lavatrice
Qualcuno in Finlandia è all’ennesimo risciacquo delle proprie idee musicali...

Sunday 27 February 2011

Modalità dissacratrice

Ragazzi, lo scrivo qui per sicurezza, vedete di ricordarvene: se mai dovessi sparire in circostanze misteriose, non chiamate la polizia, mandate a cercarmi i membri di qualche circolo di aeromodellismo. Così magari evito di rimanere a marcire per tre mesi fra le fronde dei cespugli sotto il naso degli agenti.
Lo so che non dovrei fare dello humor noir, ma davvero, sarà che io e Linda siamo dei mostri, ma ieri sera siamo scoppiati a ridere appena ci hanno riferito la notizia. È talmente assurda da essere tragicomica.


E visto che stasera mi sento un mostro e sono in vena di dissacrare tutto il dissacrabile, tiriamo in ballo uno di quegli argomenti che in Italia sono addirittura santi, che perfino quelli a cui non interessa difendono perché non farlo equivale a non essere abbastanza intellettuali: ma quanto è stupida la Ballata Dell’Amore Cieco O Della Vanità di De Andrè?
(Sì, avete capito bene, sto per blastare De Andrè. Lesa maestà, anzi, lesa santità, denunciatemi).

Ora, a prescindere dal mio essere particolarmente polemico quando si parla di ammoreh in generale, il testo di questa canzone (che potete leggere e ascoltare qui) lo trovo proprio patetico. Non tanto per lo squallore della vicenda i sé, raccontata con un tono di presunta obiettività pseudo-cinica con tanto di tralalà di mezzo, quanto per il finale in cui De Andrè cerca di far passare per un eroe romantico moralmente vittorioso quello che sostanzialmente non è altro che un idiota che uccide la madre e poi si suicida per una sgualdrina che non vuole dargliela.

In sostanza, cos’è che abbiamo qui? Il caldo amore cieco di lui contrapposto alla fredda vanità di lei; bene contro male, forza positiva contro forza negativa, una prolifica e soddisfacente pur nella sua condizione sconfitta e l’altra sterile, insoddisfatta e insoddisfacente pur nel suo essere vittoriosa. E no, non ho interpretato male, è così e basta, se De Andrè non avesse voluto comunicare questo non avrebbe enfatizzato un finale in cui lei resta sgomenta e senza nulla di fronte a lui che, pur moribondo, è contento e ha raggiunto un obiettivo, e dove anzi è proprio la contentezza di lui-innamorato a rendere sgomenta lei-vana. Il messaggio è che, pur rifiutato, schernito e insozzato dalla vanità, l’amore è sempre vittorioso perché dà uno scopo sia nella vita che nella morte, mentre la vanità è sempre perdente perché rende crudeli ma non lascia nulla in cambio.

Mh, sì. Molto bello e poetico, davvero.
O forse no.
Non ci stiamo dimenticando un piccolo particolare tutt’altro che irrilevante? Tipo che ok, è lei gli sciorina con crudele cinismo delle prove di dubbia moralità, ma è lui che materialmente fa delle cose abominevoli tipo uccidere sua madre per strapparle il cuore e darlo in pasto a dei cani? Uhm...

E allora, rigiriamo un secondo la frittata e vediamola da un altro punto di vista: lei per vanità avrà anche fatto delle richieste allucinanti ad un uomo che non ama e con cui dunque si sente in diritto di “giocare” senza sensi si colpa (anche se io avrei dei dubbi su questa parte, vedesi la nota sotto), ma lui per amore ha fatto delle cose orribili. Per me non è un eroe romantico che muore per colpa della crudeltà di lei, è semplicemente un perfetto idiota senza il senso della misura che fa delle cose imperdonabili senza un reale motivo. Dal mio punto di vista, la colpa della tragedia non è della vanità pretenziosa di lei che chiede, ma dell’amore cieco di lui che fa. In fondo, chi è il pazzo fra quello che ordina di buttarsi nel fuoco e quello che lo fa veramente? Visione poetica o no, il torto ce l’ha lui che ha agito, senza ombra di dubbio.

Piccola postilla sulla questione vanità: secondo me, lei non gli chiede quelle cose perché è crudele e vuole nutrire il suo ego con la dimostrazione di avere un tale ascendente su un uomo da spingerlo al matricidio gratuito; secondo me gli mette semplicemente davanti delle prove “impossibili” affinché lui lasci perdere, semplicemente per levarselo di torno visto che non è interessata, senza aspettarsi minimamente che lui le dia ascolto. Ovvio che poi rimane sgomenta di fronte a lui che è talmente idiota da prenderla sul serio e fare ciò che fa! Ma queste sono solo speculazioni mie, non roba che si può evincere dal testo della canzone, per cui non è necessario darci peso. Il resto, invece, è una lettura abbastanza accurata: anche senza questa mia interpretazione che aggiunge ulteriore inutilità alla morte dell’uomo, ci sono altri dubbi sul perché consideri questo testo patetico?

Wednesday 23 February 2011

Don’t call me Gaga

Lady Gaga for president!
Ebbene sì. Alla fine è spuntata lì nell’elenco di musicisti che ascolto: Lady Gaga mi ha definitivamente trascinato nel suo vortice, anche io ho ceduto. Vabbè, era questione di tempo, come per Facebook: lì ho ceduto per colpa di un tipo (che ancora non sono riuscito a fotografare), qui per colpa di Jonah che mi ha fatto sentire le canzoni giuste. E ora la ascolto in playlist con i The 3rd And The Mortal, The Fame Monster con Tears Laid In Earth, e Dance In The Dark è appena terminata per lasciare posto a In Mist Shrouded. Come combinazione è un po’ strana, ma in qualche modo funziona.
Piccolo inciso sulla Germanotta: avevo già avuto modo di lodare l’arguzia delle lyrics di Telephone, in cui antepone il divertimento, il ballo, la sua canzone preferita, il drink che ha in mano e la festa al suo fidanzato all’altro capo del telefono (quello è il posto delle relazioni sentimentali, in fondo alla lista), ma leggendo i suoi testi ho trovato molte cose decisamente stuzzicanti. Un giorno dovrò fare un post con relativa foto dedicato a So Happy I Could Die, mi ci sono rispecchiato moltissimo.

Ciò detto, alla fine le cose non si sono risolte, e Pavilio è ancora qui a perdersi in convulsioni senza che riusciamo a capirne le cause, per cui oggi verranno a portarlo via per tenerlo una settimana o più in centro assistenza. La buona notizia è che una formattazione preceduta da un hackeraggio in modalità provvisoria per estrarre gli ultimi dati rimasti dentro è riuscita a rimettere in auge il vecchio pc, per cui c’è solo da sperare che duri almeno per il tempo necessario a Pavilio per tornare, si spera guarito e perfettamente operativo.

In tutto ciò, mi sono accorto che il mio uomo ideale non esiste. Davvero, non c’è nessuno che mi vada perfettamente a genio, è inutile che ci stia a girare tanto intorno. E abbiamo anche appurato che scendere a compromessi e provarci con l’uomo imperfetto è un tentativo fallimentare. Per cui pace, o ci consoliamo con Lady Gaga e tanti saluti, oppure cerco la Fata Turchina e mi faccio trasformare in bambola per iniziare una travolgente storia d’amore con Isaac, il nuovo capolavoro di una mia amica. Forse è la soluzione migliore.

Isaac - For A While 02 by *SleepingLiar

Saturday 19 February 2011

We Remain Strangers

Giusto per non lasciare che la domanda di due post fa su “ma alla fine cosa ho da perdere?” penda retorica, la risposta è: tempo. Direi che in una settimana ne ho perso fin troppo e, sinceramente, ho ben altro a cui pensare. Poi si sa, se non ci si chiama Bloempje mi si deve dare costantemente attenzione per mantenere vivo il mio interesse; visto che qui non è decisamente il caso, archivio la cosa per ciò che è stata, ovvero un episodio casuale da pista da ballo, cosa che avrei fatto già una settimana fa se il tipo lì non mi avesse dato il contatto Male lasciandomi così intendere di non voler lasciar morire la cosa lì (come invece volevo fare io sin dall’inizio). Beh, anche questa è esperienza: parsimonia nell’accettare contatti Male dagli sconosciuti, anche se baciano bene.

Parlando di cose serie, ormai cercare di capire che problema abbia il mio computer sta diventando una partita a “Indovina Chi?”. Prima ho provato a farlo funzionare da appena formattato, ma si è bloccato lo stesso, così almeno ho potuto abbassare tutte le caselle dei software. Poi è stato il turno di quelle dell’hard disk e della ram, testate in modalità F2. Adesso anche il bios, che ho aggiornato come suggerito da Giovanni senza ottenere risultati. Lunedì richiamerò il centro assistenza e vedrò un po’ che cosa fare con loro, perché questa storia mi sta snervando.

Sul lato “buone notizie” (sì, da qualche parte esiste), provo tanto, tanto, tanto, tanto amore verso Nell e Kristian Sigland, la prima perché ieri mi ha fatto venire le lacrime agli occhi in chat con la sua ammissione di sentire la mancanza dei Theatre of Tragedy tanto da star male (cosa che condividiamo), il secondo perché l’altro ieri mi ha spedito tre demo dei The Crest e una della sua nuova band, i The Black Locust Project, che suona davvero spettacolare. Il titolo è particolarmente appropriato per la mia situazione col Dancefloor man, così l’ho messo anche a questo post.
Per spendere un paio di righe finali sull’argomento, cito Claudio e me:
L’unica cosa che mi stupisce è il tuo esserti scoperto così tanto. Solitamente sei più equilibrato, a volte pure troppo.
Mmmh Così almeno so che non è andata male perché l’assediante è morto di inedia sotto i miei bastioni?

Con amore e un proiettile

With Love And A Bullet by GothicNarcissus

It is time for us to part
With love and a bullet through your heart.

Friday 18 February 2011

Dead And Gone To Heaven (cit.)

Ehi, ciao.
Il mio computer ha pensato bene di morire e l’ho dovuto spedire in assistenza, il che significa che per la prossima settimana (se tutto va bene) mi connetterò solo con mezzi di fortuna. -.-
Da una parte mi sarebbe dispiaciuto sparire nel nulla senza dire una parola, e dall’altra mi piacerebbe comunque continuare a corrispondere con te, quindi ti lascio il mio numero:
[segue numero]
Non so, se hai voglia e anche a te fa piacere, scrivimi pure. :)

Alessandro

So che fa estremamente strano sentirlo dire da me, ma alla fine cosa ho da perdere? La faccia? E se anche fosse, cosa dovrebbe fregarmene dell’opinione che uno a cui non interesso (e che, di conseguenza, non sentirò praticamente mai) ha di me?

Ah, ovviamente questo era per avvisare anche voi che per i prossimi giorni sarò più evanescente degli attuali Evanescence.

Tuesday 15 February 2011

Shut up!

Ottimo, quest’anno direi di aver dimostrato scientificamente, senza possibilità di equivoco, la perfetta inutilità di San Valentino, visto che ogni evento degno di nota dal punto di vista di fiorai, cioccolatieri e/o produttori di preservativi si è verificato il 13 e il 15 febbraio, con 24 ore precise di buco. Per questo, tazza di amarissimo Twinings Cannella & Arancia alla mano, dedico a tutte le coppiette puccipù che ieri hanno speso dai 120 euro in su in regali questo video di Glee, quotando con sommo gaudio Sue Sylvester sul finale: SHUT UP!


(Ps: probabilmente, l’essere così fail di questa festa dipende dal suo essere anche il compleanno di Liv Kristine. L’anno prossimo mi occuperò di studiare questo fenomeno). 

Friday 11 February 2011

Isn’t something… missing?



I know what you do to yourself,
I breathe deep and cry out:
Isnt something missing?
Isn
t someone missing me?
 

Even though I'm the sacrifice
You wont try for me, not now.
Though Id die to know you love me
I
m all alone.
Isn
t someone missing me?
 

And if I bleed, Ill bleed,
Knowing you don
t care.
And if I sleep just to dream of you,
I
ll wake without you there.
Isnt something missing?
Isnt something...

 

Stando al conteggio degli ascolti di iTunes, era esattamente un anno e due giorni che non ascoltavo questa canzone. E accidenti, se mi ha dato i brividi...

Can you stop the fires?
Can you stand to fight her?
You can’t stop the fires.
You won’t say the words.

 

Wednesday 9 February 2011

Vogue

Diciamo la verità: andare all’università in mezzo a studenti affaccendati, sciatti e preoccupati per gli esami per stare in corridoio a leggere Vogue Paris ha un che di glamorousamente alternativo.
 
 
Dall’altro ieri, courtesy del professore di BriarRose che si è fatto attendere senza venire a ricevimento, anche questa esperienza degna di menzione ha il segno di spunto sulla mia lista delle cose da fare.
A parte le constatazioni legate al lato prettamente modaiolo, tipo che ormai l’impronta di Lady Gaga si vede un po’ ovunque, Vogue è stata una lettura assolutamente degna d’interesse dal punto di vista fotografico. Cosa che fino a, facciamo, due anni fa avrei aborrito; e che fino a pochi mesi fa avrei comunque trovato abbastanza improbabile. E invece eccomi qui.
Diciamolo subito, molti degli aspri rimproveri che muovevo alla fashion photography, e anche agli ultimi lavori di Lara Jade, li ho trovati: modelle ossute ed emaciate, foto prive di profondità, troppe donne e pochi uomini… ma alla fine è solo una percentuale in mezzo a tante bellissime fotografie. E, soprattutto, né più né meno che nella fotografia “alternativa” (questo aggettivo lo prendo sempre fra virgolette, visto che è molto viscido).

È da un po’ che ci pensavo: sono piuttosto stanco del genere di foto che faccio. Non delle mie, che continuano a piacermi (altrimenti non le pubblicherei), ma dell’ambiente in generale: troppo saturo, stereotipato, trito e ritrito. Le damine col corpetto ed il parasole hanno fatto il loro tempo, almeno davanti al mio obiettivo: se mi servono per un concept particolare ben vengano, ma per un photoshoot vario opterei decisamente per altro. (Precisazione: per carità, nulla contro un corpetto, un parasole o una gonna lunga, ma non tutti assieme; davvero, solo abbinati variamente e in maniera originale).
Da uno che ha i Theatre of Tragedy come fonte d’ispirazione primaria c’è anche da aspettarselo: non mi importa molto di deludere i fan, la mia priorità è crescere, evolvermi e presentare un lavoro che sia sempre fresco e interessante, sia rispetto a quanto ho fatto prima che a a ciò che mi sta intorno, il circondario dei “ fotografi alternativi”.
Così, qual è la soluzione? Semplice: per essere “alternativo” fra gli “alternativi” basta pescare dal mainstream. Io e BriarRose abbiamo preso ispirazione da una bellissima foto di un servizio di Vogue per sviluppare un concept basato sui Delain ma non sapevo come rappresentare e il risultato è stato più che soddisfacente. La cosa che mi ha tranquillizato maggiormente è che il mio stile è ben riconoscibile ma il lavoro non sa di già visto: ha un sottotono oscuro, ma anche un che di fashionable. Quindi credo che ora andrò avanti su questa strada e vedrò cosa ne esce fuori. Il semestrale di 7th Man che ho comprato mentre BriarRose comprava Vogue mi ha già dato alcune idee e aspetto solo il prossimo photoshoot per realizzarne qualcuna.

Tuesday 8 February 2011

On my way back

Le rughe non coprirle, che ci ho messo una vita a farmele venire.

Ringraziamo Anna Magnani per averci illuminati con questo ingenuo quanto inutile tentativo di consolarsi per essere invecchiata (e la Feltrinelli per averlo reso noto) e andiamo oltre: il soggiorno a Torino è purtroppo finito. Troppo presto, visto che BriarRose e io avevamo ancora un sacco di progetti da attuare, ma questo significa che tornerò presto a farle visita. Purtroppo è andata male con l’Infernal Lord, con il quale ci sono state un paio di incomprensioni sulla tempistica, ma non ho molta voglia di approfondire. In compenso, sono tornato a casa con ben tre set di foto scattate a Sara e il suo ragazzo Yue (assieme o separati) e un sacco di sperimentazioni (di cui però parlerò nello specifico più avanti).

Fra le altre cose da segnalare, due poliziotti armati hanno appena chiesto il documento a me e ai due tizi seduti di fronte qui sull’ Eurostar, hanno chiesto se viaggiamo assieme e poi si sono attaccatial telefono a chiarire chissà cosa. In compenso non mi hanno arrestato, è già tanto. Però avevano quello che presumo essere un mandato. Spero di non finire coinvolto in una sparatoria in treno, fa schifosamente film western e mi infastidirebbe oltremodo.

Ora mi restano altre quattro ore e spicci di viaggio prima di arrivare a Trieste, durante le quali purtroppo non potrò editare le foto per distrarmi perché adesso, sull’Eurostar da Milano a Mestre, c’è un sole della cippa che non mi fa vedere bene i colori, e dopo non avrò l’elettricità sul regionale da Mestre a Venezia. Pazienza, mi darò alla musica e al solitario dell’iPod per passare il tempo.

Sunday 6 February 2011

Perle di Saggezza

Il celeberrimo quote di Nature Boy ripreso in Moulin Rouge! che BriarRose ha scritto col rossetto sullo specchio di camera sua si è piantato nella mia testa e, mentre sparlavamo e spettegolavamo di gente varia ed eventuale, è cresciuto e ha dato i suoi frutti. Così, in doppia versione linguistica, ecco il mio attuale aforisma preferito:

The greatest thing youll ever learn is not just to love and be loved in return: its to be an Artist and not an attention whore. 

La cosa più grande che tu possa imparare non è amare e lasciarti amare: è essere un Artista e non una attention whore.

(Sì, in caso non si fosse capito il mio periodo di romanticismo sotto le scarpe e proclamazione dell’Arte come valore assoluto dell’ esistenza umana continua ed è in piena fioritura. Come potrebbe essere altrimenti, con due set fotografici all’attivo e alcuni scatti singoli in programma per domani?)

Friday 4 February 2011

Destination Turin

Stamattina sono di ottimo umore. Anche la giornata soleggiata stranamente ci azzecca, e i colori che vedo dal treno (Eurostar, che mi permette di tenere il pc acceso scroccando elettricità a Trenitalia) mi riempiono di bellezza mentre ascolto i Rose Chronicles. Sono di umore perfetto nonostante non abbia dormito tantissimo e dovrò stare seduto fino alle 4 del pomeriggio.

Destinazione Torino. L’idea mi è venuta così, su due piedi, quando, a metà gennaio, la mia cara Sara aka BriarRose mi ha comunicato di aver comprato una reflex: ci vuole un po’ di aiuto per imparare a usarla, così mi sono proposto e abbiamo organizzato questa mia fuga in periodo di pausa dei corsi universitari. Ho anche un sacco di idee fotografiche in cui coinvolgerla, cercando di uscire anche dai soliti schermi della gothness per renderla solo un mood di fondo come negli ultimi album dei miei adorati Theatre of Tragedy, e magari già che ci sono la faccio allenare con la fotocamera facendo qualche foto di stock.
(Dio, qualcuno tolga il microfono al tizio che annuncia l’ arrivo del carrello bar, ha una pronuncia inglese abominevole!).
Dicevo, sono di ottimo umore. Ormai ho una certa pratica a ignorare i pensieri molesti, così non mi tangono né gli uomini col mestruo, né le attention whore trascurate, e posso godermi il panorama offerto dalla Venezia Giulia. (Ecco, magari ora il sole negli occhi mi sta facendo un po’ rivalutare la bella giornata soleggiata, ma dettagli). L’unica cosa è che ancora una volta sarà Torino senza la Bloempje, ma le prometto che andrò a salutare Lucifero anche da parte sua.

Sono abbastanza impaziente e non vedo l’ora di arrivare, anche se in realtà ci sono un paio di punti oscuri: ad esempio, il modello che ho contattato due settimane fa per fare un Infernal Lord (e che ha accettato) è sparito negli ultimi giorni, proprio quando decidevamo data e luogo del set, ma magari si farà vivo a breve. Intanto gli scriverò e gli lascerò i miei recapiti.
Per il resto nulla di che: adesso mi godo il viaggio e, una volta arrivato, penserò al da farsi. Nebbione, aspettami!

Thursday 3 February 2011

L’Ultimo Sipario

Even trees in winter never looked so sad...
     

Credo che il commento migliore su questa copertina sia quello di Claudio:
“Cioè credo che a vederlo in negozio, scoppierei a piangere pur non essendo la mia band preferita.”

Nemmeno gli alberi d’inverno sembano così tristi.
A ragione, fra l’altro.

Wednesday 2 February 2011

Rotten through the Core

Like the witherd rose of
The luciferous Eden
By the mummerd masquerader
Espied vigilly and mockingly,
His behesting visage,
Tho ruddily mummerd tis -
Embowerd and eddying
Oft and eft gloam by gloam.

Rose by ~Edupo
Pessimo, pessimo, pessimo. Luciferino, quasi. Degno del più perfido Lord Henry Wotton. Prendere una creatura innocente e infilare una spina avvelenata nella sua mente, finché tutto non marcisce.
Peccato che poi, come al solito, sia subentrata la noia. A volte, la sola differenza fra vizio e virtù è un secondo netto, quello intorno al quale ruota tutto il mondo. Poi si arriva inevitabilmente allo stesso, apatico risultato, e ci si chiede se ne sia valsa la pena.

Adieu.

Tuesday 1 February 2011

Yellow

Il bel Go, omosessuale, attivo, abile fellatore, alto, capelli scuri, attratto dai ragazzi più esili, si innamora di, e desidera ardentemente portarsi a letto, l’altrettanto bel Taki, leggermente più basso, capelli più chiari, collega di lavoro e, soprattutto, sedicente eterosessuale che passa da una donna all’altra ma intanto non disdegna farsi pomiciare da Go quando capita l’occasione.
Perché mi sembra di averla già sentita da qualche parte?


Lasciando che la domanda, chiaramente retorica, resti senza l’ovvia risposta, ho il vago sospetto di avere un qualche radar innato che mi ha tenuto lontano fino ad ora da Yellow di Makoto Tateno, la cui trama, che contiene qualche riferimento puramente casuale (tranne l’innamoramento), è riassunta lì sopra. Trattasi di uno shounen-ai molto famoso che ho comprato a Lucca un po’ perché mi è stato consigliato molto caldamente dalla Nipota, parecchio perché mi sono innamorato della copertina del volume uno (quella di sopra; anche le altre sono molto belle, ma questa è la mia preferita). Poi, per qualche motivo l’ho accantonato sulla valigia (punto a caso della camera) fino a stamattina, quando, dopo aver divorato il numero 2 di Vassalord, ho deciso di dedicarmici. E insomma, meno male che ho aspettato perché, anche se la trama l’avevo letta al momento dell’acquisto, l’avevo immediatamente dimenticata (per dedicarmi agli altri acquisti, visto che questa era la serie più lunga): leggere un manga simile nei mesi scorsi mi avrebbe fatto sentire una lama bella affilata fare le piroette in qualche punto cedevole del mio corpo.

Chiusa la parentesi deja-vu, è stata un’ ottima lettura, decisamente all’altezza della sua fama. Meno quotidiano de Il Gioco Del Gatto E Del Topo (su cui vi ho promesso un post, che arriverà appena avrò finito la terza rilettura), ma piuttosto che dalla stereotipizzazione del rapporti nei canoni yaoi, questo dipende essenzialmente dalla natura della trama e dall’occupazione dei personaggi, agenti segreti infiltrati nel traffico di droga e, dunque, persone che hanno una quotidianità fuori dalla norma. Anzi, uno dei principali punti di forza di questo manga è proprio la verosimiglianza della vicenda amorosa, che si evolve con naturalezza e senza forzature, adagiandosi su un background dei personaggi che, per quanto non ordinario, si mantiene verosimile e non ridondante. Insomma, non è la solita vicenda del liceale etero che finisce a farsi incricetare da un compagno più grande dopo cinque minuti e, dal nulla, scopre che gli piace: anzi, posso giurare che come vicenda è assolutamente realistica e possibile (probabilmente Makoto ha la vista che segue la curvatura della Terra; tipo Babbo Natale, ma da est a ovest invece che da nord a sud).
Ottimi anche i disegni (specie dal secondo volume in poi) e ben sviluppate le trame corollarie, con un ottimo bilanciamento fra azione e storia sentimentale, altro punto a favore fondamentale: insomma, poco sesso e molta trama, nel senso che in molti shounen-ai ogni singolo episodio ha sì una trama, ma unicamente funzionale al sesso, mentre qui è il sesso a essere funzionale alla vicenda. Brava Makoto, approviamo!

Resta solo un po’ di amaro per certi personaggi comparsi in singoli episodi (che meriterebbero un bello spin-off), e tanto magone perché la storia è finita. E se mi è venuto il magone per quattro volumi letti in una mattinata, ho il terrore di ciò che proverò a marzo con la fine di Angel Sanctuary. Per il resto, se vi piace il genere, Yellow è un must che non deluderà.