Saturday 6 August 2011

Non rendiamoci ridicoli

Ora, io lo so che se davvero sono poco o per nulla interessato a qualcosa è il caso di non parlarne proprio, ma considerando che intorno a me è tutto un fiorire di countdown per la premiere del nuovo singolo di Pescy, è un po’ difficile restarne fuori. Poi lo ammetto, un tantino di curiosità ce l’ho anche io, non posso dimenticare che sono cresciuto ascoltando gli Evanescence nelle loro diverse incarnazioni.

Ciò detto, se devo essere sincero si sta decisamente sfociando nel ridicolo. Vedo reazioni che non avrei avuto nemmeno a quindici anni da gente della mia età, e non mi riferisco solo ai moti di adorazione cieca verso Pescy a partire da pochi secondi di preview (peraltro davvero brutti), quanto alla convinzione fervida e reale di avere un rapporto con lei, che lei si apra e confidi con i fan, ne capisca le paturnie e ci sia una vera comunicazione a doppio senso tramite le sue canzoni. C’è chi crede sul serio di essere la sua sorellina minore, e non sto esagerando. E allora, dall’alto della mia posizione privilegiatissima ed esclusiva (frase detta mentre mi limo le unghie con nonchalance), posso dirlo forte: essere fan di un artista, stare a sentire ciò che ci dice tramite le sue opere, non significa assolutamente conoscerlo ed esserci amico. L’arte è sostanzialmente comunicazione, e su questo non ci piove, ma non è una comunicazione a doppio senso. L’artista comunica con noi una parte di ciò che è, sente o pensa sublimandola in opera d’arte, mentre noi rispondiamo comunicando all’opera stessa, non già più all’artista. Quelle che sono le nostre esperienze, che vanno a legarsi all’opera in questione quando ve le proiettiamo, non giungono all’artista perché, semplicemente, non ci conosce. Nel 90% dei casi non sa che esistiamo, e se anche lo sa non può sentirci. Non è un vero contatto umano, tanto meno uno a doppio senso, ma semplicemente un contatto artistico.
Comunicando attivamente con la mia cantante preferita - e anche qui, sono ben lungi dal pensare che siamo davvero amici, visto che sentirsi ogni tanto su Facebook non significa essere amici - me ne sono reso conto perfettamente. Ho avuto a che fare davvero con lei, con i suoi sentimenti, solo in alcuni brevi momenti, come quando abbiamo condiviso qualche lacrima abbracciati brevemente dopo il concerto, o quando mi ha confessato che dopo mesi piange ancora per lo split della band; tramite le sue canzoni, invece, ho a che fare con delle situazioni e sentimenti che, magari, ha realmente vissuto, ma che reinterpreto sempre e comunque alla luce delle mie esperienze personali.

Per cui, ragazzi, facciamoci un favore: fangirlate pure la musica di Amy, ma non andate in giro a dire che vi capisce, vi è vicina, vi ascolta, vi consola e vi aiuta a crescere. È la sua musica che lo fa, al di fuori di essa lei non ha alcun valore nella vostra vita.
(A prescindere dal fatto che non sia una dea ma una semplice americana media, anche più stronza di molte altre.)

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