Tuesday 1 July 2014

Il fascino degli archetipi

Siccome sono uno spendaccione senza speranza di redenzione, ho già fatto il mio primo acquisto in previsone dei soldi guadagnati con la conferenza: un mazzo di tarocchi. Ne avevo puntato uno Art Nouveau a Lucca 2013, ma l’avevano finito. Allo stand mi avevano lasciato il catalogo, ma non mi sono mai preso la briga di sfogliarlo fino ad ora; invece, adesso che ho avuto delle entrate inaspettate, ho deciso che era arrivato il momento di provare.

Onestamente, non so dire di preciso perché mi sia presa questa fissa all’improvviso, specie considerando l’atteggiamento per lo più derisorio che ho nei confronti di quelli che chiamo “wiccan scoppiati”. Un po’ è colpa di Lara, che continua a indottrinarmi con storie che nemmeno Il Risveglio di Modir nel salotto di casa tua. Ma in realtà, ho vissuto circondato da queste cose sin da quando ero bambino: la Mater è sempre stata appassionata di occulto, dall’astrologia alla cartomanzia, così è un tema con cui ho una discreta familiarità.

Se dovessi cercare di esprimere razionalmente cosa dei tarocchi mi affascina tanto, credo che il tutto si ridurrebbe al simbolismo. È un po’ come l’astrologia: non credo che la posizione dei pianeti in relazione ai disegni prospettici che le stelle vicine creano in cielo abbia davvero un’influenza tangibile sulle persone, ma mi affascina da morire il simbolismo che si cela dietro ai Segni Zodiacali. Ognuno rappresenta un archetipo, mentre ogni pianeta rappresenta una aspetto della personalità umana: a seconda di dove si trova, quel determinato aspetto assumerà caratteristiche di quel dato archetipo. Non c’è nessuna pretesa di scientificità, né si pensa che gli astri influenzino fisicamente l’umanità: è semplicemente l’arte di interpretare i determinati simboli e la loro posizione, di per sé e nella loro interazione.
Con i tarocchi è la stessa cosa: ogni posizione del gioco rappresenta una domanda e le carte danno una risposta comunicando tramite i loro archetipi. Il gusto non è pensare di poter conoscere il futuro, quanto leggere il significato che si cela dietro ogni figura, e come ognuna influenza l’altra. Sarà scientificamente ridicolo, ma da un punto di vista ricreativo è spettacolare. E poi diciamolo: i tarocchi Art Nouveau sono bellissimi, c’è poco da fare.

Parlando in maniera più irrazionale, come ho accennato sopra mi sento “pronto” ad apprendere a leggere le carte. Mi sono già informato della procedura tradizionale per “presentarmi” e prendere confidenza con il mazzo e ho piazzato l’ordine domenica notte. Domani mi procurerò l’incenso, l’unico oggetto che mi manca per “purificare” le carte una volta che mi saranno arrivate. E sinceramente, non vedo l’ora.

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