Wednesday 17 June 2015

Je suis Selvaggia

Cara Selvaggia,
Dopo aver sentito la tua campana su Stanza Selvaggia sono davvero contento che tu sia riuscita a riaprire la tua pagina Facebook dopo i terribili episodi degli ultimi giorni. Perché devo ammetterlo: che delle cose del genere succedano oggi mi fa male. Mi fa davvero male. Trovo inaccettabile che nell’era telematica le persone si sentano in diritto di fare certe esternazioni così, senza fondamento o, alla meglio, con pochissima cognizione di causa di ciò di cui stanno parlando, e poi tolgano agli altri la possibilità di dire la loro. Ciò di cui invece non sono contento è scoprire che mi hai bloccato dopo che ti ho fatto notare – in modo tagliente ma educato – che il termine “astro” dovrebbe farti pensare prima alla scienza che alle cartomanti: stando così le cose, vedo se riesco a raggiungerti in altri modi, perché al dialogo con te ci tengo.

Il tuo intervento sulla faccenda Cristoforetti nell’ultimo episodio di Stanza Selvaggia, ad esempio, è stato per me un faro di speranza: tante volte ho pensato con rammarico a quante poche cose io sappia, a quanto la mia conoscenza del mondo sia superficiale, ma poi arrivi tu e mi rassicuri che c’è sempre qualcuno messo peggio di me.
“Sono state documentate molto di più le cose che accadono sulla Luna che quelle che accadono sulla Terra”, dici tu, ed è vero. Del resto, che la Stazione Spaziale orbiti a 400 km di distanza dalla Terra e la Luna sia solo 384.000 km più in là è un fatto marginale: il concetto generale è pur sempre quello, a chi interesserà mai approfondire un po’ la scienza quando è di Belen che c’è da essere invidiosi? Se poi ci tiriamo dentro un po’ di qualunquismo tipo la guerra in Siria (ché i bambini sofferenti si intonano con tutto, anche quando non c’entrano un tubo), ecco che formiamo un’argomentazione fondata e ragionata.
È disdicevole che ci si interessi più dello spazio che di casa nostra, hai perfettamente ragione! Del resto, il tuo programma radio lo diffondi via web, per cui non sei mica tenuta a ricordare che, tanto tempo fa, si usavano le onde radio, che sono state postulate e poi scoperte a partire dalle osservazioni sullo spettro elettromagnetico delle stelle (qui ti do un aiutino: le onde radio fanno parte della stessa “famiglia” di cui fa parte la luce, quella che fa luccicare i puntini nel cielo, e senza studiare quelle addio radio e tv; scusa non so come rentertelo più semplice). Sputare nel piatto da cui si mangia è maleducato: molto meglio sminuire direttamente l’invenzione della ceramica, non trovi?
Comunque sì, la scienza non dovrebbe far notizia. Men che meno l’astronomia. A cosa servirà mai? Insomma, vadano le onde radio, ma che ce ne frega di sapere come funziona l’universo? A che serve conoscere cose più lontane dell’ufficio dell’estetista di quartiere? Cosa importa se è la Terra che gira intorno al Sole o vice versa? Mica sono scoperte del genere, che mettono in discussione sistemi di pensiero dogmatici e assolutistici le cui ramificazioni vanno ben oltre il mondo accademico, arrivano nella vita quotidiana stessa, a contribuire all’evoluzione di tutta società fino ad arrivare a oggi, quando una donna come te può fare i soldi chiacchierando a un microfono invece che stare a casa a rammendare i calzini e strofinare le pentole. L’astronomia è inutile e tu non le devi assolutamente niente!
E hai ragione a definire stupide le immagini che sono state pubblicate sulla tua bacheca: anche io mi sentirei in imbarazzo a essere sbeffeggiato con un flash mob di cervelli, per cui ti capisco. Così come ammiro il tuo discorso anti-bullismo e la tua preoccupazione per le persone che non hanno quarant’anni di esperienza e tanti fan pronti a difenderle. È per questo che sono più che sicuro che non hai fornito tutti i dettagli legalmente possibili su uno in particolare dei ragazzi che ti ha insultata, tipo quali pagine gestisce e addirittura quanti anni ha, per scatenare i suddetti fan contro di lui. Sono felice che tu sia una persona matura.

Per cui, dicevo, sono contento che tu sia tornata sul web. Ho trovato difficile e frustrante sentire le cose che hai detto su M2O senza poterti venire a dire direttamente che sei una colossale ignorante e suggerirti che, dopo aver fatto la figuraccia, avresti fatto meglio a non scavare ulteriormente nella cacca. Mi dispiace, sono un Millennial e sono fatto così: faccio parte del 99% di internauti capaci di usare Google e avere almeno una conoscenza base delle cose. Ed essendo abituato ai social media, che mi permettono di rispondere per le rime alla gente che mi fa salire la mosca al naso, mi dà ovviamente fastidio quando un personaggio pubblico spara una scemenza e non solo si sottrae al dibattito, ma fa anche l’offeso senza lasciare diritto di replica. Perché non è l’internet che impedisce a te di lavorare – puoi semplicemente ignorare, da ignorante quale sei – ma sei tu che togli a noi la possibilità di farti notare che spari stronzate. Se non volevi sollevare un vespaio, avresti potuto limitarti a parlare di cose che conosci; non l’hai fatto, e queste sono le conseguenze.
Però su una cosa ti do ragione: è davvero brutto che la gente ti abbia dato della puttana e della troia, che ti abbia insultato su cose non pertinenti all’argomento di base. La tua ignoranza, evidentemente volontaria e recidiva, basta e avanza a mostrarti per la persona piccola che sei ed è molto più insultante di qualunque giudizio sulla tua ipotetica condotta sessuale (che onestamente non mi interessa). Per cui, cara Selvaggia, passa meno tempo ad arruffare le penne, lascia stare l’importanza storica e culturale di Belen, e prova a capire perché le tue dichiarazioni abbiano fatto tanto scalpore. Perché l’impresa di Samantha Cristoforetti è importante e ha avuto risalto mediatico. Perché sono le sue ricerche, abbinate ad altre, a creare o migliorare le condizioni di lavoro dei professionisti “comuni” che hai menzionato.
Fino a quando non avrai capito di cosa stai parlando e perché ciò che hai detto è fuori luogo, per favore, conserva quel poco di dignità che ti resta e chiudi qui il discorso. Vedrai che andrà meglio.

Un abbraccio (o anche no).
Alessandro

Ps: la mia gatta ti saluta.