Tuesday 14 March 2017

Ciò che non è salvabile in Un Magico Natale

Lo ammetto: sono rimasto scioccato nello scoprire che esistono fan de La Bella e la Bestia: Un Magico Natale (ciao, Veronica, sto guardando te), o persone che addirittura dicono di aver visto quello più volte dell’originale (GASP!) e ricordano a memoria tutte le canzoni (ciao, Arrigo e Chiariel, sto guardando voi). I mean…


Io pensavo che il massimo sentimento positivo che si potesse avere per quella cosa fosse tolleranza, e pure a denti stretti. Ma visto che l’attesa per il live action de La Bella e la Bestia mi sta snervando, ho deciso di essere una persona orribile e smontare il film pezzo per pezzo per il solo gusto di rovinarvelo. Ed essermi svegliato a un orario improponibile stamattina mi fa desiderare che sia la vigila di Natale per rovinare anche un po’ lo spirito natalizio così, a caso. Di sicuro riproporrò questo post il prossimo dicembre per pura cattiveria.
E qui iniziano i problemi, perché se devo parlare male di questo film, francamente non so nemmeno da che parte cominciare perché è un tiro al bersaglio. Come ho già accennato, l’animazione è la pallida ombra di quella dell’originale – sebbene non sia orripilante come quella di moltissimi altri sequel Disney, primo fra tutti l’agghiacciante Mondo Incantato di Belle. La trama è stupida fino a essere imbarazzante ma, dovendo finire la storia nello stesso punto in cui l’hai iniziata – stesso motivo per cui, se si esclude l’analisi psicoanalitica, il villain è uno dei più stupidi e meno motivati dell’intera produzione animata Disney: l’unico conflitto che può esistere in un midquel ambientato in un castello isolato dal mondo deve essere interno,non c’è molto da poter inventare. Solo che questo, di midquel, fa davvero poco per provare ad attenuarli.

Andando più nel dettaglio, però, vogliamo parlare dei problemi di continuità col film precedente?
Quando? No, seriamente: quando dovrebbe aver luogo, ‘sta menata? L’ipotesi più probabile è dopo l’attacco dei lupi nella foresta, visto che Belle mostra segni di disgelo verso la Bestia, ma prima della libreria, visto che lui si comporta ancora da stronzo (il che è un problema di per sé, ma ci torneremo dopo). Eppure, ci sono mica segni di fasciature sul braccio della Bestia? No, e ciò è ridicolo, perché quando la Bestia e i servitori parlano di che regalo fare a Belle lui sta ancora guarendo. E il motivo per cui la Bestia le regala la libreria è che vuole “fare qualcosa – ma cosa?” per Belle: visto che Belle vuole a tutti i costi celebrare il Natale, quale modo migliore di accontentarla facilmente e senza sforzo, pur con tutto lo stress post-traumatico per l’anniversario della trasformazione? Cioè, questo segmento è totalmente incollocabile nella linea temporale del film originale perché non c’è nessun momento in cui Belle vuole avere a che fare con la Bestia prima che lui smetta di comportarsi da mostro.
Lumiere e Angelique. Lumiere x Spolverina è stata una delle mie OTP sin da quando avevo quattro anni. D’accordo che anche nell’originale è implicato che lui flirta con qualsiasi cosa si muova e abbia (o abbia avuto) due cromosomi X, ma il fatto che in questo film si dedichi unicamente ad Angelique (che non riceve neanche una menzione nell’originale) mentre Spolverina fa mezzo cameo fra le comparse di un numero musicale mi ha da sempre mandato in Bestia. Pun intended.
• La foresta nera. “Sembra pericolosa…”, dice Belle quando Forte le suggerisce di andarci a cercare un cavolo di abete. NON SAPREI, BELLE, mi pare che tu sia appena scampata a un attacco di lupi feroci proprio lì, dovresti ricordarti che È pericolosa. È un rischio troppo grosso per uno stupido albero di Natale, e tu sei una persona intellig… oh wait, allo stupro dei personaggi ci arriviamo con calma.
• Il castello semidistrutto. Capisco che, se non riesci a tirar fuori una trama interessante, per rimediare devi almeno creare un climax intenso, ma… è un midquel, per l’ammorh del cielo: alla fine del film devi tornare esattamente allo status quo precedente per mantenere la storia originale intatta. In questa pagliacciata, Forte distrugge una parte del castello (esatto, non spacca solo le vetrate dell’Ala Ovest, fa praticamente crollare la torre della prigione!), ma nel resto dell’originale non c’è traccia di nulla di tutto ciò. What gives?! Se crei un midquel dove succedono eventi che rischiano di stravolgere l’originale, forse l’hai fatta un po’ fuori dal vaso, eh!
La magia di Forte. Castello a parte, perché mai Forte ha dei poteri magici? L’Incantatrice vuole punire la Bestia e maledice lui; poi maledice anche gli abitanti del castello per dimostrargli che il suo egoismo ha conseguenza anche sugli altri. Se la trasformazione è una punizione, che senso ha dare a uno (e uno solo) dei cortigiani poteri magici potenzialmente letali che, oltretutto, migliorano la sua esistenza rispetto a quando era umano? I poteri di Forte contraddicono completamente la logica della storia. (E anche i toni, ma di quello parlo sotto.)
Che fine fanno i nuovi personaggi? Sempre il problema dei midquel che si svolgono in uno spazio chiuso, entro la fine di Un Magico Natale tutti i nuovi oggetti diventano BFF con quelli già noti. Ti aspetteresti che sia Fife a suonare per il ballo, o Angelique a decorare la sala, o salcazzo cosa; invece, ovviamente, essendo personaggi creati ex novo, non li si nomina più per tutto il resto della storia. Ne deduciamo che Angelique sia tornata in soffitta con i suoi amici addobbi alla fine del midquel? Beh, sono oggetti a tema natalizio: non ne sentiremmo la mancanza, se non aprissero un buco di continuità che spalancano.
Che fine fanno i nuovi personaggi, reprise. Forte costituisce di nuovo un grosso problema a parte: è BLOCCATO SU QUESTA PARETE!!! e quindi fisicamente giustificato per non essere apparso prima, ma resta pur sempre il più fidato consigliere della Bestia negli anni della maledizione. Eppure, non viene nominato mai nel corso del film originale: gli altri servi non lo nominano; la Bestia non corre a confidarsi con lui appena una ragazza mette piede nel castello, o dopo che l’invito a cena va malissimo; non gli chiede consiglio nemmeno per la questione del “voglio fare qualcosa – ma cosa?”; dopo la sua morte, la Bestia sembra riprendersi senza conseguenze, anche se ha scoperto di esser stato manipolato per anni, tradito e ha perso quello che era il suo unico amico nei momenti più neri. Di nuovo, il midquel non era previsto nel film originale, è logico. Ma, facendo il passo più lungo della gamba, apre l’ennesimo buco di trama.
• Il vestito dorato. E QUI MI PARTE IL BERSERK: IL FATTO CHE BELLE ABBIA INDOSSATO QUEL VESTITO PRIMA DEL BALLO CON LA BESTIA ROVINA COMPLETAMENTE QUELLA SCENA. Tutta la suspence, tutta la sorpresa di vedere come si è fatta bella per l’occasione, l’intensità di come la Bestia la accoglie sulla scalinata vedendola vestita da principessa… buttati via, perché indossa il vestito per vedere un cavolo di albero di Natale. NO. NO E POI NO. QUELLA SCENA NON È MAI ESISTITA, MI RIFIUTO!

Piccolo appunto sulla magia di Forte: fin da piccolo, l’ho sempre percepita come estremamente fuori posto rispetto ai toni del film, anche se non avevo ancora gli strumenti analitici per capire il perché. Ed è vero, a scatenare tutto l’intreccio è una maledizione che viene spezzata con tanto di fuochi d’artificio magici, e i sidekick sono oggetti animati. Ma, tolto questo, la trama del film è estremamente umana e “reale”. Gli ostacoli che Belle e la Bestia devono superare sono puramente psicologici: il peso delle aspettative della società, la perdita del senso di identità, il non sapersi rapportare con gli altri e con i propri sentimenti, il voler essere migliori per non deludere qualcuno a cui si tiene, la ricerca del proprio posto nel mondo e la sorpresa di trovarlo accanto a qualcun altro ostracizzato dalla società. Il cattivo, Gaston, è un semplice uomo, frutto dei suoi tempi e della sua società, senza incantesimi, poteri o magia: semplicemente, cede al peso del suo ego, cresciuto a dismisura per colpa dell’ambiente in cui vive, e ne rimane schiacciato.
Infilare in tutto ciò un enorme organo magico che attacca materializzando la sua musica sotto forma di pentagrammi annotati color verde fosforescente è giusto un tantino fuori luogo.

E poi c’è il grosso problema di come tutti, ma proprio TUTTI i vecchi personaggi siano clamorosamente out of character, chi più chi meno. Tranne, forse, Maurice, che fa mezzo cameo senza nemmeno dialogo all’inizio e alla fine del film. Ma gli altri sono un disastro.
Gli oggetti animati. Ora, è vero che, crescendo, ho rivalutato un po’ i sidekick della Bestia (a parte Mrs. Bric) e ho iniziato a vederli come un filino egoisti e petulanti sotto la patina di preoccupazione e affetto per Belle. Il che è giustificato (sono stati maledetti senza aver colpa e gradirebbero tornare umani, prova a biasimarli), ma quel vago senso che vedano in Belle poco più che un mezzo per arrivare a un fine un po’ mi pizzica. Beh, leviamo pure il “vago”, perché in Un Magico Natale non c’è nessuna sottigliezza nel loro voler forzare le cose fra Belle e la Bestia. Nel primo film, sebbene abbiano una certa urgenza, rispettano l’individualità di Belle e del Padrone, e al massimo aiutano lui a smussare gli angoli per essere in primis una persona migliore e, di conseguenza, conquistare Belle. Qui invece complottano a tutto spiano e si inventano piani stupidi e complicati per farli trovare da soli assieme anche se probabilmente lei non vuole avere nulla a che fare con lui e lui soffre tremendamente perché non si sente all’altezza di lei. Cioè, ma l’empatia? Dimenticata del tutto?
La Bestia. Lui è una caricatura, punto. D’accordo che nell’originale avevamo stabilito che “il Principe era viziato, egoista e cattivo”, ma in questo film sembra un marmocchio di cinque anni che fa i capricci per le cose più stupide! Perché lascia un’impronta amorfa sulla neve. Perché Belle vuole prendere un ciocco di legno per fare lo Yule Log. Per le decorazioni di Nat– no, ok, quelle danno ai nervi anche a me, but still! Nel film originale, Belle e la Bestia hanno i loro dissapori, ma almeno su cose sensate, non su stupidaggini. E soprattutto, Belle rimetteva la Bestia al suo posto e lui si dava una calmata, non continuava a borbottare in un angolo come una pentola sul fornello, pronto a esplodere per la successiva cazzata: c’è un limite di battibecchi che si possono mettere in una relazione prima che inizi a puzzare di abuso, sapete? Ci sarebbe anche da ridire sul suo continuo piangersi addosso e lagnarsi con Forte, che nel film originale era giusto un accenno mentre qui è esasperato, ma il rapporto della Bestia con Forte è, appunto, l’unica cosa che mi sento di salvare da questo pastrocchio, per cui sorvolerò.
Belle. Oh Belle. Da dove comincio per descrivere il massacro che hanno fatto al tuo personaggio? La mia argomentazione di punta contro la faccenda della sindrome di Stoccolma ne La Bella e la Bestia è che uno, quando la Bestia la lascia andare lei se ne va probabilmente per sempre, e due, soprattutto, Belle non intende aver nulla a che fare con lui finché lui non smette di comportarsi da coglione. Non un secondo prima. Finché lui non inizia a trattarla con rispetto, lei non tollera nessuno dei suoi capricci, non gli parla fuori dallo stretto necessario, gli risponde a tono quando si sente insultata, non lo frequenta, non si interessa a lui, non prova niente (di positivo, per lo meno) per lui. Men che meno cerca di cambiarlo o riparare il suo quorycinoh spezzatoh e tirarlo fuori dalla sua infelicità. Non è lei che cerca di cambiarlo, è lui che decide di cambiare il suo atteggiamento per piacere a lei e, nel farlo, si scopre migliore di quel che lui stesso riteneva.
Qui invece Belle, oltre a essere eternamente felice, gioiosa e ottimista mentre è ancora la prigioniera di un mostro che la tratta di merda, ruota totalmente intorno a lui, ai suoi capricci, alle sue crisi emo, a come renderlo felice, a come ripararlo, a come cambiarlo, a come far funzionare una relazione con un uomo abusivo e violento. Non c’è nulla ella Belle che rifiuta fermamente Gaston perché ha rispetto per se stessa, e sempre per quello non si lascia maltrattare perfino da un uomo in una posizione di potere rispetto a lei: qui vede la Bestia come un progetto, il povero uomo da riparare col suo ammoreh, e perde ogni dignità nel farlo. Cioè… NO. Quella lì non è Belle. È una crocerossina che fa il cosplay di Belle, ma NON È BELLE. Non è lo stesso personaggio, non ragiona nello stesso modo, non si comporta nello stesso modo, non ha gli stessi valori, non comunica lo stesso messaggio. E la cosa che mi manda del tutto in bestia è che hanno ridotto così la PRIMA Principessa Disney ad avere un carattere interessante, completo e separato da quello del suo uomo! PERCHÉ NESSUNO HA FERMATO QUESTO SCEMPIO, PERCHÉ?!

Io dopo dieci minuti di Belle in questo filmaccio.
E insomma, capisco che è un sequel direct-to-video e anche uno speciale di Natale, ma ciò non toglie nulla all’orrore che fa questo film. La Bella e la Bestia aveva un messaggio importantissimo sull’amore e il rispetto per se stessi come base per amare e rispettare il prossimo, sul non arrendersi e continuare a cercare il proprio posto nel mondo anche se il mondo sembra rifiutarti, che c’è speranza per tutti ma bisogna rimboccarsi le maniche e cambiare le cose. Questo invece è l’equivalente della logica per cui i ventidue alberi di Natale in Piazza Unità dimostrano che a Trieste va tutto bene e la crisi è passata perché hey, è Natale! È solo un mucchio di stupida, melensa superficialità natalizia, di finta speranza stagionale preconfezionata, di buonismo spensierato e perdono garantito senza riparare veramente le cose, e di vera sindrome di Stoccolma. E nemmeno ci prova, a dissimulare la sua assoluta mancanza di sostanza. Anzi, la ostenta schizzando tutto il fango che riesce sul materiale originale – e CHE materiale originale.
Odio. ODIO!
DISTRUGGETELO COL FUOCO!

La fine che questo filmaccio si merita.

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