Thursday 23 August 2018

Sangue nel dentifricio

Non dico di essere riluttante a cercare aiuto quando non sto fisicamente bene; dico solo che, finché posso, evito anche solo di ammettere di stare male.
Così eccomi qua, dopo tre settimane buone di gengivite prima ignorata e poi automedicata, di sangue nel dentifricio, gonfiore, fitte mentre mastico, finché mi sono trovato con metà faccia indolenzita a ogni ora del giorno e della notte e finalmente sono andato dal dentista a farmi prescrivere un antibiotico e un gel antisettico in vista della pulizia.

Naturalmente, oltre che col dolore, ho passato queste settimane ad arrovellarmi su come potessi essermi ridotto così, visto e considerato che i giorni in cui non mi sono spazzolato i denti almeno prima di andare a dormire, negli ultimi sei o sette mesi, si possono contare sulle dita di una sola mano.
E soprattutto, cosa avrei detto al dentista? Cosa avrebbe pensato di me, del fatto che ho lasciato che mi venisse una gengivite di queste proporzioni?

La risposta è che il dentista non avrebbe pensato proprio niente; un po’ perché ha visto sicuramente di peggio, un po’ perché la grande verità è che la maggior parte delle malattie, semplicemente, capita. Mettermelo in testa è particolarmente difficile visto che, quando ero piccolo, la Mater ha sempre trattato le mie malattie come se fossero colpa mia.
Cioè, com’è che funziona, di solito? Per un motivo o per l’altro, per quanto ti sia sempre coperto bene, lavato le mani appena rientrato a casa, evitato di metterti nella linea di fuoco degli starnuti altrui, i germi arrivano a te e ti tocca farti quella settimana a letto con la febbre.
Poi per carità, la Mater si è sempre prodigata per prendersi cura di me quando stavo male, aiutarmi a guarire, comprare le medicine e tutto, ma la sua prima reazione è sempre stata di fastidio, biasimo e rabbia. C’è sempre stato un rimprovero più o meno velato, per motivi che andavano dal perdere giorni di scuola al perdere giorni di pianoforte / karate / quello che è, fino al rischiare di contagiare lei. Il tutto per qualcosa totalmente al di fuori del mio controllo.
Col senno di poi, non c’è da sorprendersi se a) sono un maniaco del controllo in generale, e b) sono diventato un maestro nel mentire a me stesso, far finta di stare bene e dover correre ai ripari quando poi è troppo tardi. È quasi successo con la mia depressione a più riprese, e succede continuamente con qualsiasi raffreddore, febbre, gonfiore o simili (le uniche malattie che non posso ignorare sono quelle gastrointestinali perché quelle non si lasciano ignorare).

Alla fine, l’antibiotico l’avrei preso anche prima, e la prognosi non sarebbe stata particolarmente migliore o peggiore di adesso. L’unica cosa che ho ottenuto sono state settimane di dolore in più.
E ok, in parte ho paura di andare dal medico e scoprire che ciò che ho è ancora più grave di quel che pensassi, ma devo essere onesto con me stesso e accettare che buona parte del motivo è che la mia corsa a essere l’Übermensch passa anche per la (percezione di) salute. Anche qui: ammetto di avere questo problema, ora devo raccogliere i cocci e rimetterli assieme.

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