Friday 21 December 2018

C’era una volta il sesso

Visto che ho menzionato Once Upon A Time, un grande punto di dibattito nel fandom è stata la sfortunata vita affettiva di Mulan: prima sembra che le piaccia Phillip, ma lui è innamorato di Aurora; poi sembra che le piaccia Aurora, ma quella le annuncia di essere incinta (di Phillip) quando sta lì lì per dirglielo. Stagioni e stagioni dopo, sembra che finalmente ci sia un po’ di sano flirt con Ruby… che poi corre via a svegliare Dorothy Gale dalla maledizione del sonno col Bacio del Vero Ammoreh.
E la povera Mulan sta lì, a fare la guardia al calderone della pozione e sorridere felice per tutti gli amici che quagliano.

Ora, la faccenda di Mulan e Aurora poteva sembrare ancora solo una questione di arco narrativo abbandonato in una serie costantemente piagata da scritture e riscritture improvvise. E Red Riding Hood che finisce con Dorothy Gale ha tematicamente senso (la prima è una fiaba che parla di risveglio sessuale, la seconda è una delle icone gay per eccellenza) ed è più interessante da esplorare del cliché della guerriera che, oltre ad assumere un ruolo tradizionalmente maschile, è anche lesbica (o bisessuale).

C’è però un commento che è stato fatto a più riprese sulla vicenda, sul perché Mulan è sempre stata solo sottotesto mentre la prima coppia davvero LGBT è stata fra Ruby e Dorothy: “Figurati se la Disney permetterebbe mai di far lesbica una delle sue Principesse.”
E in effetti è vero: se LGBT doveva essere, sono stati due personaggi che non fanno parte del canon Disney.
Ma no, dico io, stiamo parlando di Once Upon A Time: intanto (almeno all’epoca della seconda e terza stagione) non è davvero così influenzato dalla Disney come molti pensano, al massimo prendono in prestito nomi ed estetiche, ma i personaggi veri e propri sono basati sulle fiabe originali. E anche a volerci vedere a tutti i costi l’enorme live action crossover (che poi è diventato), si prende delle libertà sui personaggi e fa affrontare loro temi abbastanza seri, anche di tipo sessuale (nel giro dei primi tre episodi spuntano fuori due gravidanze adolescenziali, di cui una di una Principessa).
E comunque, Once Upon A Time è quello show in cui un sacco di gente, comprese le Principesse Disney, ha alle spalle un body count: Biancaneve, fra tutte, compie un omicidio a sangue freddo nemmeno a metà della seconda stagione! Entro la sesta, abbiamo visto Cenerentola con in mano un fucile, e perfino Belle, Belle, ha un eccesso di autodifesa con esiti fatali. Cavolo, nella settima stagione Rapunzel diventa direttamente una villain!
Insomma, dicevo io, se la teoria delle interferenze è vera, mi state davvero dicendo che la Disney ha meno problemi a lasciare che le sue adorate Principesse diventino delle assassine piuttosto che LGBT? Che Cenerentola con un fucile in mano non danneggia il brand delle Principesse, ma Mulan e Aurora in una relazione lo avrebbe fatto? Che la violenza è più accettabile dell’omosessualità?
Dai, è chiaramente ridicolo.

Finché poi non è arrivato Tumblr. Non sto a riassumere la vicenda (lo lascio fare a Shy), ma il succo è che mi sono visto censurare un editoriale di Paolo Roversi con Naomi Campbell… in seppia, perché evidentemente il bot si è confuso e ha pensato che il tono su tono su una modella nera fosse nudo. Ed essendo un reblog – come il 90% delle cose che si postano su Tumblr, visto che è quel sistema che ha fatto la fortuna della piattaforma – non posso nemmeno appellare la decisione, perché può farlo solo il proprietario del blog d’origine che, se ancora posta, probabilmente se ne fregherà del tutto.
Ed ecco che il mio blog d’ispirazione è stato rovinato dalla censura, per non parlare di quello da fotografo in cui almeno cinque post sono stati flaggati – sul serio, cinque mie foto, la cosa meno sessualizzata che possa esistere.
Perché a quanto pare è quello che portava a Tumblr un danno d’immagine tale da farla sparire dall’Apple Store: il sesso. Non certo i blog nazisti, razzisti, omofobi, white-supremacist, o pieni di odio assortito: no, quelli possono continuare a postare indisturbati, non rovinano la pluralità e la diversità d’espressione che il management dice di voler difendere con questa caccia alle streghe. Il vero problema sono le fanart erotiche, i gif set porno e la fotografia di nudo. Non la violenza, non l’odio, non la discriminazione: il sesso.

Improvvisamente, l’idea che la Disney avesse più paura di una Principessa lesbica che di un’assassina non sembra più tanto assurda.

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