Tuesday 16 April 2019

Apologia del Dracarys 2.0 – update due anni dopo

A suo tempo, ho già eviscerato nel dettaglio come e perché il polverone sollevato dall’esecuzione di quei traditori infingardi di Randyll e Dickon Tarly fosse fuori proporzione (e anche perché quell’intero storyline fosse fatto coi piedi). Però, con l’arrivo dell’ottava stagione di Game of Thrones, lo show ha sentito il bisogno di tornare a parlarne, e il modo in cui lo fa mi irrita parecchio.
Non faccio spoiler e non entro nel dettaglio, dico solo che la questione viene sollevata nella 8x01 (ma quello può intuirlo chiunque abbia un cervello funzionante dal fatto che vediamo quella scena nel recap di inizio episodio) e qualcuno ci resta male.
Niente spoiler, dicevo, perché non è tanto la reazione dei personaggi a urtarmi, quanto il modo in cui lo show affronta la cosa.

D’accordo, il punto è che la Danana potrebbe rivelarsi una regina peggiore di quel che sembra. Ci sta, è tematicamente rilevante e introduce un aspetto interessante (leggi: conflitto) a un personaggio decisamente overpowered e super favorito. Ma perché dev’essere l’incidente coi Tarly il suo orizzonte morale degli eventi? Perché lo show tratta quello come il punto di non ritorno in cui Mhysa, la Distruttrice di Catene, Liberatrice di Schiavi, eroina del riscatto sociale che potrebbe rendere il mondo un posto migliore diventa una despota inaccettabile?

Cioè, in sette stagioni la Danana ha fatto dei faux pas politici, diplomatici, tattici, culturali e morali ben peggiori, e nessuno ha battuto ciglio. Né in-universe, né per come sono stati trattati dal linguaggio cinematografico dello show.
C’è il suo perpetuo white saviour complex, che si ripete di volta in volta sempre uguale: la Danana incontra una cultura straniera, decide quali dei suoi aspetti non le vanno bene e ci passa sopra come un carroarmato. Vero che saccheggio e stupo (Dothraki) o schiavitù (Mereen) sono aspetti culturali che noi, pubblico occidentale del 2019, consideriamo inaccettabili e per i quali le “differenze culturali” non sono una scusante in nessuna circostanza, ma nella narrazione sono ottimi segni del fatto che, come regina, lei non mostra questo gran rispetto per i popoli che va a governare. Cosa le impedisce, una volta arrivata a Westeros (che, per lei, è solo un altro paese straniero in cui non ha mai vissuto) di buttare tutto all’aria secondo la sua visione personale del mondo?
C’è il modo in cui ha messo a ferro e fuoco Yunkai una volta che si è presa gli Unsullied: si è sostanzialmente rimangiata la parola, ha abusato dell’ignoranza dei padroni su come funzionano i draghi e, per liberare gli Unsullied e gli altri schiavi, ha fatto un bagno di sangue. Di nuovo, l’intento è buono e sacrosanto, i padroni si meritavano una punizione, ma i metodi che ha usato sono gli stessi che le si critica nel caso dei Tarly.
C’è il modo disastroso in cui ha governato Mereen: ribadiamolo, la schiavitù non è accettabile e la Danana ha ragione a volerla sradicare, ma poi? Tralasciando l’aspetto socio-culturale difficile da superare, è anche un sistema economico: anche ipotizzando che i padroni siano tutti così oscenamente ricchi che solo prendere i loro soldi e ridistribuirli sotto forma di stipendio agli ex-schiavi basti ad arginare una crisi economica devastante, c’è un intero mercato del lavoro da riformare completamente, e la cosa richiede tempo. Non basta dire “da oggi la schiavitù è abolita” e sperare che tutto vada al suo posto. Sono il primo a criticare di continuo Cersei perché fa le cose e non pensa a cosa accadrà dopo, ma la Danana non è da meno.
E che dire delle sue ultime vittorie militari a Essos? Finché fa un barbecue di capi Dothraki va tutto bene, idem quando plana con i draghi a mettere a ferro e fuoco le navi dei padroni (con equipaggi a bordo), nessuno batte ciglio.

E lo show stesso non ha mai messo in questione, tramite la sceneggiatura o il linguaggio cinematografico, queste sue azioni. O meglio, ci ha anche sviluppato intorno interi storyline (soprattutto per quanto riguarda Meereen), ma ha sempre inquadrato la faccenda prendendo le parti della Danana: tutti quelli che hanno sollevato la questione della legittimità delle sue azioni sono stati mostrati come antagonisti e hanno sofferto una “giusta morte” per le loro idee contrarie.

Ma vogliamo scoperchiare il vaso di Pandora che sono gli altri due grandi eventi pirotecnici di Westeros e come lo show li ha trattati? C’è stata l’esplosione del tempio di Baelor, che è stata la mia più grande delusione: ho guardato la settima stagione specificamente perché ero curioso di vedere le conseguenze delle azioni di Cersei, come la popolazione e la nobiltà avrebbero reagito “in privato”, lontano dal suo occhio vigile. E invece? Tolta Olenna, che è parte lesa, l’incidente è stato sollevato per un grandioso totale di due volte in sette episodi, entrambe con mezza battuta di dialogo: una mentre Hot Pie riassumeva ad Arya cosa si era persa mentre era in vacanza-studio a Braavos, l’altra da Tycho Nestoris così, en passant, mentre negoziava i nuovi termini con la Iron Bank. Così, come se non fosse stato uno degli eventi di maggiore impatto nella storia recente di Westeros. Niente consiglieri che guardano nelle palle degli occhi chiedendosi come possa essere successo, nemmeno una dannata scena di Jaime che fissa il vuoto e riflette su come si sia praticamente rovinato la vita per evitare che Aeris facesse una cosa simile e ora si è trovato la sorella che ha fatto avverare uno dei suoi incubi peggiori. Cos’è, tutti si sono bevuti la storia del “tragico incidente”?
E va bene, direte voi, non c’era bisogno che lo show si soffermasse a stabilire che le azioni di Cersei sono state imperdonabili: abbiamo avuto sette stagioni per capire che è un mostro (post a riguardo in arrivo) che l’orizzonte morale degli eventi non ricorda nemmeno più com’è fatto, da tanto che l’ha già superato. Ma allora Tyrion, la cui caratterizzazione è stata praticamente menomata dalla quinta stagione in poi da quanto lo show si è preoccupato di santificarlo rispetto alla controparte cartacea? Mezza battuta di Davos sul fatto che oh, a proposito, c’era suo figlio su una delle navi che ha fatto esplodere nella battaglia di Blackwater, ma nessuna lunga scena che mettesse in dubbio la validità della sua strategia militare.
Tutto questo senza entrare nel merito di come lo show abbia mostrato in una luce decisamente positiva ciò che è successo ai Bolton e ai Frey.

E invece, per un esercito flambé durante una battaglia e due Taryl arrostiti? Lunghe scene di Tyrion che passeggia per il campo di battaglia coperto di cenere, “No, mia regina, sii clemente”, il pippone fra lui e Varys a Dragonstone e ora pure quest’ultima scena una stagione dopo. Mercanti flambè, navi incendiate, capi Dothraki alla brace vanno bene, ma due traditori giustiziati sul campo di battaglia meritano tutto questo polverone. What the hell, Game of Thrones?
O la Danana ha superato l’orizzonte morale degli eventi già almeno una stagione e mezza prima, e Tyrion con lei addirittura alla fine della seconda, oppure ciascuno di questi eventi è giustificabile. Scegli una logica e sequila: sono tutti casi simili, se vuoi trattarli come esagerati, allora trattali tutti così, se vuoi mostrarli come giustificabili, allora lo sono tutti.
E di nuovo, non mi sto lamentando tanto della reazione dei personaggi, quanto del modo in cui la narrazione e la cinematografia si sono soffermate sui Tarly. Perché spendere così tanto tempo narrativo su una cosa del genere ignorandone mille altre paragonabili dà l’idea di voler creare conflitto dal nulla a tutti i costi, ed è un pessimo espediente narrativo.

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