Tuesday 5 November 2019

Girini & compagnia

Sto per fare un’osservazione molto scontata: la mente di un bambino funziona molto diversamente da quella di un adulto.

Quando ero molto piccolo – parlo di quando i miei genitori erano ancora sposati, pensate un po’ – mi fu regalato un libro che spiegava, in un formato comprensibile e adatto alla mente di un quattro-cinquenne, come nascono le cose: i girini, gli uccellini, i gattini e i bambini. C’era un’illustrazione che spiegava che i bambini e le bambine sono anatomicamente diversi, che quando crescono diventano ancora più diversi, e che quando due persone sono adulte e si amano molto possono fare un bambino insieme. Quell’illustrazione la ricordo: erano una signora bionda e un signore bruno (coincidentalmente come la mia mamma e il mio papà) abbracciati sotto le lenzuola. Nell’illustrazione dopo, la signora aveva il pancione.
Sapevo che era così che nascevano i bambini, ma l’intero prcesso era molto vago e privo di dettagli per me: ricordo distintamente un’immagine mentale in cui questi cosettini piccoli piccoli uscivano in qualche modo dal papà, zompettavano in fila indiana sulle lenzuola, si arrampicavano sulla pancia della mamma e così poteva nascere un bambino.
Anche il concetto di “stare insieme” era molto vago e astratto per me: due persone che stanno insieme si tengono per mano, si abbracciano, si danno i baci, hanno una casa insieme, dormono nello stesso letto e si vogliono bene. Qualche volta fanno un bambino.
Ai tempi ancora non si parlava quasi per nulla di omosessualità, ma credo che, se fosse spuntato fuori l’argomento, mi sarebbe stato detto che sono sempre due persone che “stanno insieme”, si tengono per mano, si abbracciano e tutto il resto; al massimo no, tesoro, due uomini o due donne non possono fare un bambino, ne adottano uno già pronto. E la cosa sarebbe rimasta lì.
Ricordo anche che a sei anni ero a casa della mia fidanzatina Vanessa: ci eravamo nascosti sotto il letto perché la Mater era venuta a prendermi ma io non volevo ancora tornare a casa, e ci eravamo addormenati. Wow, avevamo dormito insieme, come fanno gli adulti! Eravamo entrambi piuttosto orgogliosi della cosa, perché quello era il punto massimo che due persone che stanno insieme possono raggiungere, no? Che bravi!

A casa mia, quindi, non ci sono mai state cicogne, api, fiori, foglie di cavolo o altre bugie bianche: i bambini venivano da una mamma e un papà. Eppure, non ho mai nemmeno immaginato cosa potesse essere il sesso fino a molto tempo dopo, quando il mio amico Roberto mi elargì la sua erudizione fatta sulla tv via cavo. Fino ad allora, ero a conoscenza della faccenda, ma aveva connotati molto astratti, innocenti e privi di ramificazioni pratiche.

Ricordando tutto ciò, non posso non incavolarmi pesantemente con quelli che sbandierano i bambini come scudi per i loro pregiudizi.
“Come spiego a mio figlio due uomini che si baciano?”
Nello stesso modo in cui gli spieghi un uomo e una donna che si baciano, semplice. Tanto non afferrerà nulla oltre il concetto astratto che “si vogliono bene” e “stanno insieme”, perché la mente del bambino non elabora oltre.
Se poi è a te, genitore bigotto, che turba vedere due uomini o due donne che si baciano perché li immagini subito a fare sesso (e, segretamente, senti quel languoirino in fondo alla pancia), beh, è un altro discorso. Almeno sii onesto e non nasconderti dietro il dito: è un pregiudizio tuo, il bambino non centra.
Perché, ripeto, la mente di un bambino funziona diversamente da quella di un adulto: vedere due persone che si tengono per mano, che si abbracciano, perfino che si baciano non lo espone al sesso, omosessuale o eterosessuale che sia. Non arriva a fare quella connessione, non deduce cosa faranno quando poi arriveranno a casa.
E se invece lo deducono, beh, il problema non è più la coppia che si bacia. Il problema è che gli assistenti sociali dovrebbero fare una visita a casa di quel bambino il più presto possibile,

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