Friday 1 July 2022

Myrkursins Náði

Me ne sono reso conto del tutto mentre ero in chiamata su Discord: quando i vicini del palazzo di fronte hanno spento la luce per andare a dormire, qualcosa non andava. Il buio era totale e ha catturato la mia attenzione per quanto era insolito.
Ma in realtà l’avevo notato già poco dopo cena, uscendo sul balcone per fissare la portafinestra dopo averla aperta: i lampioni non si erano accesi e la strada sprofondava in una bellissima sfumatura di blu intenso invece del solito bianco dei led. L’intero quartiere è al buio da tutta la sera.
E anche adesso, andando in bagno, mi sono accorto che qualcosa non andava, che non c’era il solito rettangolo di pallida luce artificiale nella portafinestra del salotto.

Ed è proprio in momenti come questi che ci si accorge di quanto disabituati siamo ormai all’oscurità. Non siamo quasi mai al buio, c’è sempre il riverbero dei lampioni che accende le nostre finestre anche quando la casa è silenziosa e quieta, anche quando le nostre lampadine e i nostri schermi sono a riposo. Quella fioca luce che arriva da oltre i vetri è familiare, scontata, e la sua assenza si nota tanto quanto la sua presenza passa ormai inosservata.

Ma l’oscurità è bella. O forse, più che bella, è “sublime” (nell’accezione kantiana del termine), una forza inarrestabile di fronte alla quale ci si sente piccoli, indifesi, soverchiati, ma anche incredibilmente attratti.
A me, superato il senso di non familiarità, ha fatto sentire confortato, protetto, nascosto al sicuro. Il Sehnsucht, la суета sono ancora lì, di fronte a quella strada buia nella quale può celarsi di tutto, ma non mi sento perso o davvero intimorito. È come una coperta che avvolge il mondo oltre le mie mura e le isola dal sudiciume di questi tempi moderni.
È la stessa emozione che provo anche quando sento il vento forte o, soprattutto, la pioggia: ne percepisco il potere atavico, l’inarrestabilità, il potenziale distruttivo, ma è proprio in questo che trovo conforto e un senso di protezione: forse proprio perché evidenziano l’esistenza delle mura entro le quali sono rifugiato e che trasformano la magnificenza della natura in qualcosa da osservare con un filtro.

Comunque niente, semplicemente le strade stanotte sono buie – completamente, visto che è anche nuvoloso e, dietro quella coltre, la Luna è poco più che nuova – e una parte di me vorrebbe che lo fossero sempre. Che tutto si fermasse e la notte fosse davvero solo per me.