Friday 31 December 2010

Goodbye, 2010

2010, cifra tonda. Come verrà ricordato negli annali del Teatro quest’anno? E come lo ricorderò io?

Senza dubbio come rapido. Ho l’impressione di essere andato a dormire nel 2009 ed essermi svegliato nel 2011 (il che è anche vero, in un certo senso). È un anno che è decisamente volato, è stato pieno di eventi ma spesso vuoto di sostanza. Non è stato altalenante, affatto: semplicemente, c’è stato un costante velo di apatia e malinconia che procedeva parallelamente ad una costante scia di esaltazione ed entusiasmo. Un po’ come l’evento che di quest’anno ha rappresentato il culmine, il concerto dei Theatre of Tragedy a Stavanger.

In realtà, i lati negativi riguardano praticamente tutti la mia vita accademica, nella quale ho trovato pochi stimoli, e quei pochi abbastanza controvoglia. L’errore pregresso è stato quello di iniziare da zero ben due lingue, ma quando me ne sono accorto era ormai troppo tardi per rimediare, per cui pace, ormai si va avanti così. E poi c’è anche il mio radicatissimo lato bohemien, che essendo purtroppo un mio tratto caratteriale, piuttosto che una posa che fa figo, fa sì che, una volta che qualcosa non è più una novità, inizi ad annoiarmi. Non mi va di dilungarmi oltre su questo argomento, perché sarebbe più che altro un piangersi addosso random, e nemmeno sul fatto che mi sto deliberatamente lasciando avvizzire dal punto di vista affettivo. E poi c’è stata la morte della sorella della Mater che ha aggiunto ulteriori problemi.

I lati positivi sono molti di più, a ben vedere. Il primo è piuttosto evidente: la fotografia, dalla quale quest’anno ho ricevuto immense soddisfazioni. Contando solo quelle che ho pubblicato, ho fatto un totale di 203 fotografie fra quelle che ho scattato io e quelle per cui ho posato, sperimentando tantissimo sia con gli stili che con i soggetti. Sono anche tornato a posare seriamente (visto che nel 2009 ho posato solo random qua e là), ho consolidato il progetto degli Infernal Lords, ho perfino fotografato in sessione una delle mie band preferite (gli Autumn). Sento di essere cresciuto molto artisticamente, e sebbene abbia ancora molto da imparare, sono molto soddisfatto di quanto ho fatto fin’ora.
Il secondo sono stati i concerti: a dispetto delle non molte uscite di quest’anno, ho assistito a ben 6 live, ovvero Autumn, The Gathering (erano assieme, ma contano comunque come due separati perché sono andato per entrambe le band), Emilie Autumn, Theatre of Tragedy a Londra, Pure Reason Revolution e Theatre of Tragedy a Stavanger. Senza contare che avevo anche vinto un pass per il meet & greet con i Delain, ma ho dovuto rinunciare per impossibilità ad andare. Ho parlato abbondantemente di ognuno, e tutti sono stati dei live unici e degni di essere visti, che mi hanno portato tonnellate di autografi e momenti indimenticabili.

Cosa resta da dire? Non molto, in realtà: non ci sono stati cambiamenti epocali, quest’anno, ma solo molte esperienze diverse. Non sono sicuro se è col sorriso o col rimpianto che saluto quest’anno, ma sono più propenso verso il primo. Per il 2011 non ho propositi, perché so che non li manterrei. La cosa brutta è che non ho nemmeno aspettative, in questo periodo preferisco lasciarmi vivere e vedere cosa succede. Stanotte uscirò a bere con gli amici e a vedere i fuochi d’artificio, domani pubblicherò un nuovo lavoro degli Infernal Lords, dopodomani chissà. Intanto, auguro a tutti un felice anno nuovo.

Chiavi di ricerca - Dicembre

Questo mese, i googlenauti (nuovo termine coniato in questo stesso momento)  sono stati poco attivi: hanno fatto poche ricerche, e poco creative. Per cui, il nostro consueto spazio (anticipato di un giorno per non segare il post di fine anno) è abbastanza ristretto, e nemmeno troppo divertente. Ma tant’è, saranno tutti a fare cenoni e pranzoni, quindi accontentiamoci.

perversione
Non vogliamo sapere cosa si aspettassero di trovare...
sopracciglia cambia espressione
Io voglio il paio incazzoso e quello triste!
uomo con le ali fumetto
Altrimenti detto “uccello”.
bracciale con heart padlock cerco
Nelle famosissime aste di Google!
dorian gray bordello
Riassunto del film in tre parole.
rose sailor moon whithin
Uhm... certo.
your love splinder
Se è la canzone della Pescivendola, non è divertente.
gesù neve
In Palestina se ne vede una cifra, sapevate?
manga sulla neve
Direi che si rovinano un po’...
manga in chiesa
Le lezioni di catechismo sono sempre più noiose, ci si deve arrangiare...
chiudere il sipario della vita
D’altro canto è Natale, non si soffre più...
florence welch ossessiva compulsiva
Far parte della colonna sonora di Eclipse nuoce alla salute...
alexander krull and simone simons
E fu così che, levandosi l’elmo da Vichinga, Zia Livia si accorse di avere ancora in testa le corna...

Tanti auguri di buon anno ai vincitori di dicembre:

sei uke se...
...lo pigli nel didietro.
kari rueslåtten ferrara
Si avvicina... oh sì, si avvicina a Forlì!

Tuesday 28 December 2010

Sublunar…?

In tv, in uno dei programmi trash guardati dalla Ziaccia (sono a casa del Procreatore, quindi con la cippa che posso guardare Streghe), c’è una tizia che è convinta di essere stata plurimamente visitata, fin’anche salvata, dagli Angeli. Dopo aver raccontato che per poco non si è strozzata col cordone ombelicale mentre nasceva (direi che la cosa è indicativa), che a due anni è caduta dal balcone e si è salvata atterrando su uno stendino (e anche questo spiega un paio di cose), con la massima serietà blatera del fatto che esistono, che ognuno di noi ne ha uno e che ci danno una mano e, se davvero lo vogliamo, se il nostro libero arbitrio va in quella direzione, possiamo anche metterci in contatto con loro e vederli.
Cito: “Se tu dici all’angelo: ‘Io ti voglio... io ti voglio vedere, ti voglio sentire, ti voglio percepire’, allora di sicuro apparirà”.

Facciamo un esperimento.

Rosiel, io ti voglio... ti voglio portare a letto.
Vieni a farmi visita stanotte, ti va?

 

(Se poi funziona, magari provo anche con i Demoni. Astaroth, tieniti pronto.)

Thursday 23 December 2010

Flötenspieler

Sbraito tanto che a me dell’ammoreh non frega nulla e cose simili, ma quando poi si tratta di storie romantiche fittizie (e altrui) mi sciolgo come neve al sole. Il che è il motivo per cui sto già rileggendo Il Gioco Del Gatto E Del Topo. Fatto sta che mi hanno passato questo video (rigorosamente shonen-ai, ma le storie romantiche etero sono così scontate) che mi ha fatto commuovere. Ora dovrete commuovervi anche voi, forza!

Tuesday 21 December 2010

La terapia dello shopping

Quanto è vero che non c’ è niente di più edificante, durante le vacanze, che alzarsi presto (le 10 del mattino), uscire di buon’ora (le 11 meno un quarto) e dedicarsi a tanto shopping soddisfacente in compagnia della Mater! Riassumendo in breve, in un totale di cinque negozi abbiamo comprato:

• Una cintura nuova, visto che la vecchia (tipo militare) era ormai talmente consumata che si allentava da sola dopo mezzo secondo e mi trovavo costantemente i pantaloni sotto il sedere.

• Una camicia a righe bianche e nere tipo quella di Setsuna qui sotto, che desideravo da quando ho visto quell’ illustrazione. Cioè tipo quattro anni, ma non l’ho mai trovata esattamente come la volevo, prima.


• Un’altra camicia a righe, stavolta bianche e, alternate, blu scuro e verde scuro, che con i miei jeans neri attillati sta d’incanto.

Una camicia suggerita dalla commessa, nera gessata, piuttosto semplice ma d’effetto.

Un paio di jeans neri meno attillati del mio solito, ma che mi fanno davvero un bel derrière.

Un broccato con fantasia floreale color verde smeraldo con relativa fodera in raso nero per fare un gilet nuovo.

Un altro broccato con fantasia cachemire sulle sfumature dell’oro, perfetto per una camicia.

Inutile dire che sono estremamente soddisfatto. La camicia l’ho già in mente, sarà attillata e avrà un piccolo jabot davanti, sul quale metterò un bel cammeo che completi la fantasia. Il che significa che quello sarà il mio prossimo acquisto, appena ne troverò uno di mio gradimento. Nel frattempo, mi godo la mia beatitudine per tutti i vestiti acquistati e per quelli in attesa di essere realizzati dalla Mater. È proprio vero che lo shopping fa più che  bene!

Sunday 19 December 2010

In quel di Algeri

Periodo natalizio significa vacanze, e vacanze significa tornare in Merilend per trascorrere le vacanze con la Mater in quel di Algeri pardon, Alghero. Quest’anno, di nuovo, sono partito un po’ malvolentieri perché avrei avuto non poche cose da fare qui in Europa (foto, foto, foto, foto... sì, foto), ma se non altro ho una presenza demoniaca che mi aspetta anche qui. Che no, non è la Mater (la quale, anzi, è felicissima di vedermi), ma un nuovo lavoro del mio progetto. Fortunatamente ho avuto la buona idea di portarmi da leggere per il viaggio (Il Gioco Del Gatto E Del Topo di Setona Mizushiro, che meriterà un post a parte quando lo rileggerò), perché Ryanair ha tardato un po’ col suo volo, facendomi anche slittare l’ora di pranzo con una conseguente crisi ipoglicemica (proprio nel punto più deprimente del manga, che ho dovuto interrompere causa atterraggio, col risultato che sono stato davvero male anche io per la storia). Fatto sta che, nonostante i tre tè bevuti in mattinata, sono talmente stanco che per ora mi limito a scrivere questo e me ne vado a letto. Anche perché ho finito di leggere il manga e ora posso coricarmi sereno.

Sì, è un post abbastanza pointless, ma sono davvero cotto, era giusto per notificare il mio ritorno in terra africana.

Friday 17 December 2010

Fiocca la neve e la felicità

Oggi sono decisamente di ottimo umore, per tutta una serie di motivi, ovvero:

1. Stamattina sono riuscito ad evitare in corner un grosso e potenzialmente molto spiacevole incidente diplomatico, ma proprio in corner.
2. Ha nevicato tutto il pomeriggio!
3. Sono passato in fumetteria ed erano arrivati sia il quarto numero di Orchestre Royal Des Guignols di Kaori Yuki che You're My Loveprize Of One Wing (Inglese portami via) di Ayano Yamane.

4. Sempre lì, mi hanno detto che a gennaio uscirà UraBoku di Hotaru Odagiri e a marzo Kuroshitsuji. Meno male che non me li sono spoilerati con le scanslation.
5. Sono passato da Grom e mi sono preso prima un cono grande di wafer tutto stracciatella con panna montata, e poi uno medio sempre di wafer con yogurt e mandarino, sempre con panna.
6. Sono andato alle poste e ho fatto il regalo alla Bloempje.
7. Sono riuscito a fare il regalo alla Bloempje prima dell'Angelo!

A tutto questo si aggiunge che Santa Emilie da Motpellier mi rende sempre di ottimo umore con la sua musica e che sono pubblicamente scoppiato a ridere stile Dottor Tomoe prima alle poste e poi per strada quando ho comunicato i miei ultimi due misfatti alla Bloempje. E ancora mi viene da ridere pensandoci. Mwahahah!

Thursday 16 December 2010

Aesthetics

Visto che il totale di quelle spezzate, dopo stasera, ammontava ormai a tre, ho preso forbicine e limetta e ho tagliato tutte le unghie cortissime (cosa che, dopo quattro mesi di abitudine, mi sta provocando non pochi problemi a digitare al pc). Tanto la loro funzione di rendere le mie mani davvero belle di certo non dovranno svolgerla fino a dopo le vacanze, quindi cosa le tengo a fare?

Detto questo, mi sono accorto di non aver ancora postato qui una foto in cui si vede bene la celeberrima giacca in velluto blu notte di H&M, per cui rimedio subito.

Far And Astray ID by GothicNarcissus
Seriamente, non è ammoreh? Lei sì che merita di essere amata!

Tuesday 14 December 2010

Some characters are stone

A gauze of tears I would have cause to shed,
But in pride, before your eyes, I keep my own still dry.

Io sono un Gemelli. È nella mia natura vivere l’amore su un livello intellettuale ed idealizzato, più che nella realtà. Ed ho la Luna Nera in Bilancia, che mi porta ad avere una visione molto estetizzata della sessualità. Quindi, è per questo che, da una parte, sono perfettamente capace di farne a meno a tempo indeterminato, visto che in generale sono più propenso a sognarlo che a viverlo, e dall’ altro sono puntualmente deluso dalla trasposizione reale di questa mia idealizzazione, nel constatare che ciò che nell’immaginazione è qualcosa di etereo, cristallino e totalizzante nella realtà si traduce in un carosello di piccole meschinità quotidiane. Stessa cosa per il sesso: nella mia visione intellettualizzata ed estetizzata, il sesso è un’unione fra due persone, un ricercare la reciproca presenza tanto vicina da portare alla fusione dei corpi, la condivisione dell’intimità, la celebrazione del piacere dei sensi. Nella realtà è – e qui prendo in prestito l’azzecatissima definizione di Linda – uno scambio di fluidi corporei. E anche piuttosto faticoso.
(E sì, è anche vero che poi, la mattina dopo, mi sveglio allegro e in pace col mondo, molto stile Rossella O’Hara, ma seriamente, tutta questa fatica fisica e psicologica per così poco?).
(Ed è anche vero che un amore etereo e cristallino l’ho già anche avuto, perfetto come lo immaginavo io nonostante i mille ostacoli, e un bis in queste cose non è concesso).

È probabilmente a causa di questa consapevolezza che, preferisco voltare le spalle alla bassa porticina che mi separa da tutto questo, incrociando le braccia davanti al petto e atteggiando la bocca ad una smorfia sdegnosa, piuttosto che abbassarmi a strisciare su braccia e ginocchia per entrare dall’ altra parte. Mostrarmi debole, mostrare a qualcuno che ha potere su di me, che il suo consenso o diniego hanno la facoltà di influire in qualche modo su quanto bene stia andando la mia giornata, tutto ciò è qualcosa di inaccettabile per me. O forse il mio ego è fragile e ho solo paura del rifiuto, ma anche in questo caso, far pensare a qualcuno che una sua parola ha potere su di me, rischiare di essere guardato con compassione, è semplicemente inconcepibile.
Il mio orgoglio è qualcosa di infinitamente più importante delle effimere gioie dell’amore o del sesso.

Rainy World II by GothicNarcissus

Most happiness Ive seen
Is on my own.

Monday 13 December 2010

Mi hanno proposto di fare la drag queen

A me di essere alternativo importa davvero molto poco. L’ avrò detto mille volte, ma ribadirlo non fa mai male: l’anticonformismo è la posa più esasperata e squallida del conformismo, questo perché lo stereotipo dell’anticonformista è il più ridicolo di tutti. Sinceramente non trovo il senso di fare millemila rinunce e abbandonare parti di sé lungo la strada solo per distinguersi a tutti i costi dalla massa (senza contare che l’eterno bastian contrario attira l’attenzione solo in virtù del suo essere irritante).
Così, finisco per incarnare alla perfezione più di uno stereotipo, a partire da quello del goth più canonico, continuando con il pseudo-Dandy di stampo wildeiano, il bohémien allergico alle responsabilità, il nerd che passa le serate a leggere libri, manga e anche qualsiasi cosa gli passi per lo schermo del computer, e così via. Davvero, mi rendo conto che non c’è nulla di originale nel vestirsi di nero, mettersi lo smalto nero, la matita nera, gli anfibi neri e i collarini neri, ma se a me donano, perché non dovrei farlo? Dovrei rifiutare una consistente parte di me solo perché è un cliché?

Tuttavia, se c’è uno stereotipo nel quale sono contento di non ricarere, è quello del frocio-trash. Dello stereotipo gay ho molto: sono un occasionale ascoltatore di Lady Gaga, faccio le mie scheccate, (quando devo uscire) curo il mio aspetto molto più della ragazza media, impiego una quarantina di minuti a lavare, coccolare, districare e imbalsamare i capelli, incarno perfettamente l’ideale di efebo (e, mio malgrado, del ganimede). Ma ogni volta che mi portano alla Jota e ho i miei contatti col mondo frocio-trash, mi rendo conto di quanto me ne senta distante. In primo luogo perché mi urta da morire che quest’associazione sia automatica. E sì, sono il primo a scherzare allegramente sulle varie Gaga, Beyoncé, M.I.A. e compagnia cantante, ma più con ironia che altro; roba ai limiti della decenza umana come i programmi della De Filippi o della Ventura non riesco a considerarli nemmeno per ridere, è materia subumana e mi sfugge come possano far parte della “cultura gay”.
Ma soprattutto, è l’ideale estetico idolatrato dal mondo frocio-trash che mi sconvolge. Tipico esempio, ieri notte, il video degli auguri di buon Natale con i vari modelli che ballavano in mutande. Ora, sinceramente, passi pure l’abbronzatura, ma davvero il frocio-trash medio trova esteticamente gradevole e/o eccitante un uomo con la moquette sulla testa (non scherzo, il massimo di capelli che ho visto sarà stato un centimetro e mezzo) e un viso dai tratti alla meglio anonimi, ma che vanno volentieri verso il bruttino, purché sotto abbia muscoli tanto pompati che a momenti i pettorali sembrano tette? Sul serio il frocio-trash medio si porterebbe a letto uno di quei cosi che più li osservavo e più la mia bocca si storceva in una smorfia di disgusto? Se la risposta è sì, allora meglio single a vita che finire in uno stereotipo come quello.

Detto questo, mi hanno proposto di fare la drag queen. Anche se non ho ancora smesso di ridere, ammetto che, provando ad immaginarmici, è indubbio che sarei davvero favolosa in quei panni. Ho le gambe lunghe, il corpo snello, i capelli di Raperonzolo, il viso androgino e le labbra da pompino. Magari appena ho smesso di ridere provo a farci un pensierino.

Saturday 11 December 2010

ReVamp

Niente da fare: l’eponimo debutto dei ReVamp ed io non riusciamo proprio ad andare d’accordo nonostante i miei ripetuti tentativi di abbordaggio.


Dovendo trovare un aggettivo per descriverlo, opterei senza dubbio per “rumoroso”. Davvero, nessun album più di questo incarna il luogo comune, sbagliatissimo, del metal che produce rumore e nient’altro. Ogni singola componente di quest’ album, batteria e chitarre in testa (ma anche la voce), è talmente orientato a voler essere tVue a tutti i costi da non lasciare spazio ad altro. In più è incredibilmente lungo, sia in termini di effettivo minutaggio che di percezione soggettiva, il che è un grosso demerito per un album che presenta così poca varietà.
Volendo prendere la tracklist, direi che potremmo dividerla facilmente in una prima parte (1-3) musicale quanto una martellata su un’incudine, una parte centrale (4-8) mediocremente zoppicante, ma che comunque presenta le parti più interessanti del disco, ed un’ultima (9-13) fiacca e stentata. Pur distinguendosi in questo modo, le tre parti hanno in comune una caratteristica fondamentale: escludendo quelle da buttare tout-court, in genere le canzoni con una buona strofa hanno un ritornello penoso, oppure vice versa.

Le prime tre canzoni, Here’ s My Hell, Head Up High e Sweet Curse, sono accomunate dal voler essere il più possibile tVue e rumorose, la prima con una batteria davvero spaccatimpani, la seconda con dei riff di chitarra aggressivi quanto insipidi e la terza incarnando perfettamente lo stereotipo della ballatona (molto) power che vorrebbe essere strappalacrime ma finisce solo per gridare “skip me!”. In particolare, Here’s My Hell, che tenta di rendersi interessante mescolando una parte strumentale fast&furious e vocals lente pseudo-operistiche, finisce per essere solo un’accozzaglia male assemblata, mentre Head Up High strizza vergognosamente l’occhio alle sonorità oh-so-heavy ma ruffiane della peggiore Doro Pesch, classificandosi come ultima ruota del carro.
Le cose migliorano leggermente con Million, il cui intro elettronico aggiunge un po’ di varietà e nella quale, tutto sommato, il ritornello riesce a non far perdere troppo nonostante la sua generale fiacchezza, e con la commercialotta ma simpatica Break, che si riprende soprattutto grazie all’interpretazione di Floor sul finale; ma quando arrivano le tre In Sickness ‘ Till Death Do Us Part, ricominciano i sospiri, col primo episodio All Goodbyes Are Said che parte bene ma diventa imbarazzantemente banale lungo il percorso, Disdain che gioca di nuovo a fare la heavy a tutti i costi e la sola Disgraced che risulta più o meno interessante (e, a proposito, qualcuno dica ai Jansen, lei e Mark, che hanno rotto le palle con le canzoni a puntate).
L’ultima parte è un agglomerato indistinto di canzoni che, con il loro voler essere sia heavy che orecchiabili, finiscono per diventare soltanto insipide, e gli unici episodi degni di nota sono The Trial Of Monsters, che fa cadere le braccia col suo sembrare tirata fuori da “Come fare il sinfonico nota per nota, manuale per la scuola media inferiore”, e I Lost Myself, altra ballatona, che stavolta fa il verso a qualche bell’episodio degli After Forever senza riuscire ad avvicinarcisi di molto.
Menzione a parte invece per la bonus track No Honey For The Damned, forse la migliore del lotto, che nonostante il ritornello elegiaco da taglio di vene presenta una strofa bella dinamica e interessante.

Se poi, ad un disco nel quale su quattordici canzoni totali si salvano tre episodi e mezzo, si aggiunge anche la tendenza tutta morteniana di Floor a continuare a riciclare ancora ed ancora le stesse tematiche delle lyrics di Remagine, non c’è da sorprendersi se la canzone più interessante suonata dai ReVamp è la cover di Bad Romance di Lady Gaga che propongono live (considerando quanto spesso la clicco su YouTube, se l’avessi sull’iPod avrebbe minimo una cinquantina di passaggi, paragonati ai cinque per canzone dell’album). Per un’artista del calibo di Floor, come cosa è abbastanza inaccettabile. Per cui, la signorina Jansen dovrebbe mettere un attimino da parte la sua amicizia con Doro Pesch e cercare di smettere di farle il verso (anche vocalmente), così da non gettare alle ortiche la classe che musicalmente ha sempre avuto ed evitare di ritrovarsi a cinquant’anni sul palco vestita come l’espositore del negozio di ferramenta.

Monday 6 December 2010

I won't be lost

And when I see you, I find
Another reason to keep
Myself from getting lost in you.

You Lost Me by ~SimoneBerlioz

And when I see you, I find
Another reason to keep
Myself from getting lost in you.

[ Skin ]

Wednesday 1 December 2010

Epic fail

Si dice che per far ridere Dio basti raccontargli i propri progetti.

Sinceramente, di questennesima conferma del suo essere una cosmica testa di cazzo non sentivo proprio la necessità.

Tuesday 30 November 2010

Chiavi di ricerca - Novembre

Visto che ormai il gioco va avanti da aprile, sto pensando seriamente di mettere un tag apposito per le chiavi di ricerca, così da facilitare la lettura se volete tornare indietro a farvi due risate. Per quanto riguarda invece il presente, in realtà non c’è proprio tantissimo da dire, ma quel che abbiamo è abbastanza divertente. Se devo essere sincero, però, mi sono un po’ rotto le scatole di vedere “broken glass” ogni stanto mese: e basta con ‘sto vetro rotto della cippa!

theatre of tragedy immagini nell
La prima mi piace già alquanto!
angel vietato minori
Ecco, tutti qui capitano, i pervertiti...
ramen liofilizzato
Yummie! Corro a mettere l’acqua.
figone nudo
Sempre sia lodato!
lucca comics 2010 bellezze
Io e Ieva, naturalmente. (Fotografo della cippa, muoviti a spedirci le foto!)
farsi dare points da deviantart
Questo è LunarWhore che fa la DeviantWhore! ♥
infernal lords
Ma... Cercano loro! *commosso*
lilith eve apple deviantart
Eva non la vogliamo, Lilith for life!
maria astarte
Ma la gente i nomi come li abbina?
nana nella vasca
Ci annega.
immagini di un gatto e di una volpe da stampare
Per la serie: copriamo le pareti di cose inutili?
a dreams
Grammar’s nightmare.
way points joanna paul personaggi
Ma... che nostalgia! (Ma che li cercano a fare?)
saluto per una bella amica
Non ci si impegna ad essere così creativi per le amiche brutte, però...
matita bocca astra n 43
Dopo la merceria e il parrucchiere, apriamo anche una profumeria!
rossetto or bacio or lipstick or kiss
Ora scegliam il nome: Profumi e Saponi, Saponi e Limoni, Limoni e Meloni...
profumo evanescence
Perché la nostra profumeria è anche un po’ negozio di cd...
con chi è fidanzata amanda somerville
Ma come mai ultimamente c’è tutto questo stalking verso l’Amandona?
anette olzon piange
Continua la sagra della cattiveria gratuita verso la povera Nettie...
within temptation italia
within temptation karaoke streaming

Se Sharon e Robert la smettessero di fare i conigli, magari...
in un testo di elisa c'era la parola rewind..
Mh... ottimo a sapersi... *annuisce*
agua demone
Da quando Anneke si è data al Black Metal?
axis power hetalia anekee
E da quando è diventata il personaggio di un anime?!

Ed il November Absurdity Award va a:

nomi persone partecipanti a my destiny video leaves eyes
Suvvia, chi non smania per conoscere una cosa così fondamentale?
oscar wilde amy lee giapponese
...Ammettetelo che l'avete digitata solo per vincere il premo di questo mese!

Wednesday 24 November 2010

A fine anime…

riflettevo.

In quasi tutte le storie, i buoni combattono contro i cattivi perché sconfiggerli è la loro missione.

In quasi tutte le storie, i cattivi combattono contro i buoni perché amano qualcuno.
 

Ci sono domande?

Sunday 21 November 2010

Shopping!

C’è solo una cosa in grado di rendere felice un ventunenne misantropo, privo di una qualsiasi forma di vita affettiva, votato unicamente al culto della bellezza, che esaspera la sua già spiccata superficialità per lasciar atrofizzare la propria sensibilità e solidificare la corazza di cinismo: entrare il sabato pomeriggio da H&M per accompagnare un’amica a fare shopping e trovare una giacca in velluto color blu notte scuro. Non solo: la giacca è di taglio a metà fra il classico e il militaresco, con colletto alla coreana e controspalline. Non solo: ha il colletto, le controspalline e i polsini ornati di passamaneria. Non solo: ha anche i bottoni in metallo con stemma.
Non solo: condizione ancora più rara, c’è la mia taglia.

 
 

La foto del sito di H&M non le rende assolutamente giustizia, ma è stato amore a prima vista. Inutile dire che, dopo il gelato di Grom, questa piccola sorpresa mi ha illuminato la serata e mi ha reso di ottimo umore come non capitava da tempo. Sempre sia lodato H&M, unico negozio non specializzato in abbigliamento gotico dove le condizioni di cui sopra si verificano tutte nello stesso momento.

Oh, e siano lodati anche i forum georgiani, su cui ho trovato l'intera discografia di Emilie Simone comprensiva delle bonus track di Végétal, per le quali avevo girato il web in lungo e in largo senza alcun risultato: questo ha contribuito ad illuminarmi la serata ancora di più.

Saturday 20 November 2010

Sessantaquattro vittime


Non è un mistero per nessuno: ho sempre avuto un vistoso debole per Kylie Minogue. Sin dai tempi di Red Blooded Woman e Chocolate ho sempre nutrito per lei una spiccata simpatia, e quando poi, tempo dopo, ho scoperto il video di Where The Wild Roses Grow, dato il mio amore per Millais non ho potuto non iniziare ad amare profondamente anche lei.
Ed in effetti, è stata proprio Kylie, passando per la riva del fiume dove crescono le rose selvatiche, a condurmi verso quel piccolo capolavoro che è Murder Ballads di Nick Cave (sì, lo so, ho scoperto l’ acqua calda). Il loro duetto si trova sul mio iPod da anni e di tanto intanto lo ascolto con piacere, ma è stato dopo aver sentito la cover dei Kamelot che la canzone mi si è fissata definitivamente in testa (con netta preferenza per l’originale, inutile dirlo) e mi è venuta la curiosità di ascoltare l’intero album. Beh, forse avrei dovuto farlo prima; o forse no, non so se avrei avuto la maturità sufficiente per apprezzarlo.

Senza voler aggiungere una recensione alle millemila che si saranno accatastate in quattordici anni, vado dritto al punto: sono rimasto talmente colpito da avergli dato due ascolti nel giro di una sera; e sinceramente sto lì lì per darci il terzo. È spettacolare vedere come nel giro di un’ora di musica si possano accavallare tante situazioni al limite del grottesco narrate ora in termini che non vanno oltre l’allusione, ora con una crudezza che rasenta la volgarità, ora con dolcezza ed eleganza. Tralasciando che la mia preferita resta Where The Wild Roses Grow - e non solo per Kylie o per Millais, ma proprio perché il concetto di uccidere qualcuno per non farlo invecchiare è qualcosa che mi manda terribilmente in solluchero - e che adoro anche Henry Lee sia per la presenza di PJ Harvey che per il suo essere piuttosto attinente alla mia vita dell’ultimo periodo, mi sono goduto un po’ tutti i vari casi di omicidio (ovviamente avere le lyrics davanti è d’obbligo) fra patologici, passionali, squallidi, incomprensibili, rimanendo letteralmente a bocca aperta davanti alla piccola Loretta "Lottie" di The Curse of Millhaven. Davvero, quella canzone è un capolavoro, perfino più dei quattordici minuti di cronaca dettagliata della strage perpetrata nell’O’Malley’s Bar con tanto di nomi e cognomi delle vittime. Ma Loretta è davvero terribile, sia per gli omicidi random, sia per le stragi che ha fatto così, tanto perché all God’s children, they all gotta die. Davvero degna della Kari Rueslåtten più incavolata (e anche lei, fra pistole, incendi, depressioni post-partum, varie ed eventuali è da temere, come Veronica ben sa). E il finale, poi, è un capolavoro: Death Is Not The End, con quell’aria allegra da piano bar o karaoke e tutti i partecipanti dell'album che cantano a turno un verso dopo la catasta di cadaveri delle nove canzoni precedenti fa davvero accapponare la pelle, è più che grottesca, è divina! (Peraltro, è stata una sorpresa trovare, oltre a Kylie e PJ di cui già sapevo, anche Katharine Blake delle Mediæval Bæbes).

Ergo, se volete passare una serata alternativa con tanta ottima musica, cercatevi i testi e date un ascolto o due a Murder Ballads, ringraziate Nick Cave e i Bad Seeds per avercelo regalato e buon divertimento.
Per quanto riguarda me, sono seriamente tentato di fare una serie fotografica ispirata a quest’album: il risultato sarebbe di certo sensazionale.

Friday 19 November 2010

(No) Cure

Embrace by ~angelinthedark1
È davvero ironico quanto la dolcezza possa diventare amara. Per questo detesto mostrare la mia fragilità. Per questo sono sempre frivolo e faccio di tutto per mostrarmi mosso dall’interesse e dal calcolo. Per questo nessuno dovrebbe mai gettare la maschera, specie se poi intende rimettersela.


Your words are shivers down my spine...
I'm numb and shapeless in your web, in your web...

Friday 12 November 2010

Una sfida fra opportunisti

Ora... per cortesia, non prendiamoci in giro. Mi sarò anche scolato da solo metà bottiglia di Baileys entro le undici e mezza (Linda ha contribuito per l’altra metà), ma non sono per niente “troppo gentile”. (Tralasciando che di Baileys non ci si ubriaca nemmeno con un barile). E non sono né stupido, né tanto meno ingenuo da farmi comprare con qualche moina o parolina dolce; e il mio narcisismo mi impedisce di finire preda dei miei ormoni in adorazione di qualcun altro, quindi non c’è nemmeno il tanto di cercare di farmi capitolare con delle provocazioni pseudo-sessuali.
Che dei concetti tanto semplici ancora non siano stati recepiti mi indispettisce non poco, perché significa che mi si sottovaluta alla grande, e il mio ego ne viene urtato.

Io non sono gentile. Io non faccio niente per niente. Io non do via nulla gratis. Ogni favore che faccio è sempre in vista di un futuro favore che verrà fatto a me, questo è il punto principale da cui partire nel relazionarsi professionalmente a me. Io sono paziente, accomodante e disponibile a dare una mano, ma poi pretendo che la si dia a me. Mettetevelo bene in testa.

Tuesday 9 November 2010

Tic nervoso alla palpebra

- Respiro profondo -

Bene. Se quella stramaledetta spedizione tarda ancora e domani non arriva Angel Sanctuary 18 come previsto, le probabilità che io detoni e distrugga la fumetteria e tutta Via San Nicolò compreso Grom sono molto, molto elevate. Specie perché deve comparire Barbelo, che sto aspettando con ansia per ragioni fotografiche.
Stramaledetta Planet Manga!

 

Tuesday 2 November 2010

Lucca Comics and Games 2010

Questo Lucca Comics è stato parecchio strano, a dirla tutta. Tanti alti, tanti bassi, questi ultimi più per circostanze esterne, e non è facile dire quanto mi sia divertito alla fine. Tanta pioggia, troppi disagi con Trenitalia, poche biglietterie rispetto alla gente che c’era non hanno aiutato a rilassarsi, ma d’ altra parte ho anche incontrato un sacco di persone e fatto la mia dose di acquisti, per cui il bilancio è comunque positivo e sono già in lizza per l’anno prossimo.

Prima di Lucca, in realtà, la mia avvenutra mi ha portato a fare una sosta di qualche ora a Padova dalla mia cara Giulia, che dovevo assolutamente fotografare per il progetto degli Infernal Lords. La visita è stata estremamente piacevole, anche perché non ci vedevamo da almeno tre anni (nonostante le mie continue promesse, regolarmente disattese, di scendere presto a Padova; ah, sono pessimo!), e in tutto questo tempo sono cambiate tantissime cose. Giulia è davvero sbocciata, è diventata una bellissima ed elegante fanciulla da far invidia a gran parte delle sue coetanee. Santa Bathory sarà fiera della sua pupilla, non c’è che dire!
Ad ogni modo, finite le foto siamo dovuti correre nuovamente in stazione, dato che io dovevo proseguire per Ferrara, dove sarei stato, come da tradizione, ospite della Nipota, con la quale sarei partito per la Toscana il giorno dopo. Per arrivare da lei c’è stata una specie di odissea per le vie di Ferrara, durante la quale ci sono state le comiche, con me che sono sceso troppo presto mentre in realtà “ No! Non dovevi scendere a quella, dovevi scendere alla rotonda giusta! Quella dopo la farmacia giusta!”, quoth la Nipota. Arrivato alla farmacia in questione, ero tentato di entrare e chiedere: “Scusate... è questa la farmacia giusta?”, ma un ragazzo con in testa un cilindro che entra e fa una domanda del genere sarebbe stato a rischio sedativi, quindi ho lasciato perdere. Quest’anno niente lotta per riordinare la sua libreria (sebbene ne avesse molto più bisogno dell’anno scorso), anche perché entrambi eravamo piuttosto stanchi, per cui ci siamo coricati subito dopo aver sbrigato le rispettive faccende online. Il viaggio del giorno dopo si è svolto in tutta tranquillità nonostante fossimo a rischio sciopero di Trenitalia (sebbene noi ci stessimo muovendo ancora in orario sicuro), e abbiamo trovato tempo piacevole, abbastanza tiepido, e nemmeno troppa coda per prendere i biglietti.

Il primo giorno è consistito principalmente in un giro di ricognizione fra gli stand principali, compreso il Japan Palace, con poco shopping perché dovevo conservare i contanti per pagare l’affittacamere. Ciò nonostante, ho comprato una spilletta con su scritto “ Seme” , un poster di un manga che nemmeno conosco (solo perché i due bishonen meritavano enormemente e l’immagine era piuttosto goticheggiante), il secondo numero di Viewfinder di Ayano Yamane che era d’obbligo e un manga shounen-ai sottilmente allusivo sui Vampiri intitolato Vassalord, di tale Nanae Chrono, che ho preso al volo principalmente perché il Vampiro sulla copertina mi ha fatto partire gli ormoni per la tangente.
 

Inoltre, la Nipota ed io abbiamo incontrato Erica (con cui avremmo condiviso la stanza in albergo), Francesca e Ieva, a questo giro in borghese. Il nostro affittacamere era a Pisa (purtroppo Lucca era strapiena), così abbiamo dovuto fare i pendolari ogni sera, con i più disparati risultati: il primo giorno ci è andata bene e abbiamo dovuto aspettare solo che la signora dell’affittacamere, che ci ha sistemati a dovere (insomma).

Il secondo giorno, che ci ha regalato una temperatura piacevole e un sole non invadente a tratti coperto da nuvole leggere, è stato devoluto principalmente a due cose: lo shopping e la glorificazione mia e di Ieva. La prima parte è stata piuttosto proficua, con all’attivo un puppazzetto di un Vampiro (quelli di filo, non so se li avete presenti), e l’intera serie di Yellow di Makoto Tateno (uno yaoi preso perché la copertina mi ispirava terribilmente) e Angeli E Demoni di Hirotaka Kisaragi (che avevo sbirciato a casa della Nipota e deciso di prendere perché già nelle prime dieci pagine era saltata fuori una scena velatamente shonen-ai da sbavo). La seconda, invece, si è protratta più o meno tutto il giorno, complice l’abbigliamento mio e di Ieva: pantaloni nuovi in damascato, camicia Lestat con polsini e jabot in pizzo, paltò in broccato di velluto nero (quello che avevo comprato l’anno scorso a Lucca) e cappello a cilindro per me, scarpe lolitose, vestitino grigio con coniglio disegnato e mantellina per lei; inutile dire che ci fermavano ogni dieci metri per scattarci foto, al che abbiamo molto saggiamente deciso di andare sulle mura per usufruire della masnada di fotografi che di solito si raduna lì, col risultato che un tipo ci ha fatto un photoset su uno sfondo carino della città vecchia promettendo di mandarcelo via email (speriamo si sbrighi). Sempre sul lato fotografico, abbiamo incontrato Luna, la Maki e la Ele con dei magnifici costumi Steampunk, per i quali le ho immediatamente requisite per portarle a fare un photoshoot. Peraltro, il cortile della casa dove stavano a Lucca si è rivelato essere perfetto come set (questanno niente bordello, purtroppo), per cui non ho nemmeno dovuto perdere tempo e luce a scarrozzarle in giro in cerca di un luogo non invaso da orde di cosplayers. Sono estremamente soddisfatto delle foto e appena avrò terminato con quelle di Jimmy le pubblicherò su deviantART.
Più problematico è stato il rientro, dato che quei geniacci di Trenitalia hanno spedito per almeno un paio di centinaia di persone stipate sulla piattaforma un treno composto da un, e dico un solo vagone. Ora. Io capisco che Lucca è una stazione tutto sommato secondaria e non ha il bacino di utenza che altre destinazioni possono avere; ma porca miseria, il Comics c’è da decenni, e da decenni arriva gente da tutta Italia: possibile che non ti venga in mente di mandare dei treni non dico lunghi, ma almeno veri in occasione della fiera? E invece no: per salire c’è stata una ressa indecente, e solo per miracolo la Nipota, Erica, Ieva, Francesca, sua sorella ed io siamo riusciti a stiparci sopra, mentre Giulia, un’amica di Francesca, è rimasta a terra, costretta ad aspettare il successivo. Peraltro, in treno c’era un gruppetto di tamarri davvero insopportabile, e nella ressa per scendere ho perso il cilindro (cosa di cui mi sono accorto due giorni dopo). Beh, pazienza, non era mai stato il mio cappello preferito. All’affittacamere, comunque, erano nel frattempo arrivati gli altri ospiti, ma io non ci ho proprio fatto caso perché sono crollato a letto alle undici meno un quarto (recod da anni a questa parte) e non ho sentito nulla del molto casino che mi dicono aver fatto. Oh well...

Il terzo giorno si è annunciato male già in partenza: dimenticando il cambio dell’ora (ma molto riposato dal sonno lungo e pesante) mi sono svegliato a quelle che si sono rivelate essere le sei e mezza, e andando a farmi la barba mi sono chiesto con fastidio perché il bagno fosse occupato da qualcuno che faceva la doccia ad un’ora simile. Beh, la porta del bagno era aperta, e ho così avuto modo di scoprire che il rumore della doccia proveniva da fuori... dalla pioggia.
Inutile dire che ho lasciato pizzi e broccati a casa e sono andato a Lucca, dove la situazione era addirittura peggiore, in borghese. Fortunatamente all’inizio non pioveva troppo, così ho avuto modo di incontrare la mia adorata Gaga, ovvero Claudio, in tutta calma e scattare qualche foto al gruppo di Ieva e le sue amiche, che portavano un magnifico cosplay di Axis Power Hetalia (composto da Russia con rubinetto sovietico originale, Lituania, Prussia, Sealand, Australia e Italia del Sud). Inutile dire che le ho anche costrette a fare qualche scatto yaoi (eccetto che erano tutte donne), fra cui Russia che stupra Lituania e poi si mena con Prussia. Con Ieva, Francesca ed Erica siamo andati anche al Japan Palace per la ParaPara (un tipo di ballo in voga in Giappone), e dopo aver assistito alla conferenza in merito ci siamo anche proposti come volontari per provare, con risultati discreti, tutto sommato.
Alla fine, però, ho mollato le ragazze e sono andato per conto mio in modo da fare un giro con Claudio e le sue amiche, la Silvì dal pipo sexy e la Mattia. Dopo aver fornito numerosi fanservice alle due ragazze, compresa una lezione di sesso orale sotto le mura mentre aspettavamo che il diluvio diminuisse (effettuata su una caramella alla liquirizia, cosa pensavate?!), li ho portati dritti allo stand yaoi della Kappa e Ronin, dove sono rimasto colpito dalle copertine di Not/Love e Heat di Kano Miyamoto, decidendo di comprarli; quindi, ci siamo infilati in un negozio di dischi relativamente specializzato in metal e dintorni, che abbiamo vandalizzato mettendo davanti i cd che ci piacevano e infilando dietro quelli che odiavamo, arrivando addirittura a nascondere dietro l’espositore il cd della Tamarrja da quanto entrambi la disprezziamo (l’idea però è stata mia, e lo rivendico con orgoglio). Ripartito Claudio (sigh, troppo presto! Mi sono sentito una Beyoncé abbandonata!), mi sono dato alla ricerca di Diego (che avevo precedentemente incontrato al Japan Palace), che ho raggiunto in un ristorante cinese per trovare il quale ho dovuto fare i salti mortali sotto la pioggia, e ho successivamente fatto conoscenza con la Vila, su cui avevo letto papiri sui blog di Diego e Ludwig. Dato che sia io che lei e la sua amica morivamo di fame, le ho portate nel ristorantino cinese di cui sopra dopo che Diego & friends se ne sono andati, e lì abbiamo assistito al delirio di quattro tizi che pranzavano/merendavano/cenavano (scegliete voi, erano le cinque e mezzo del pomeriggio) e davano spettacolo ancora sobri (immaginate dopo due giri di sakè).
Il rientro, per il quale mi sono riunito al mio gruppo, è andato insolitamente bene, dato che a) il treno era di lunghezza umana, e b) per miracolo le porte si sono fermate proprio davanti a me e Ieva, che con un urlo selvaggio ci siamo gettati a prendere i posti. Le scene comiche non sono ovviamente mancate, con Ieva che moriva di freddo e si è avvolta la testa con la sciarpa, trasformando il cosplay di Russia in uno del Burkina Faso(?).

 

La serata è stata all’insegna della cionfra in albergo, con tentato stupro di gruppo ai danni di Erica, la Nipota che asciugava scarpe e vestiti con l’asciugacapelli, deliri vari e chi più ne ha più ne metta. Persino io, che notoriamente non sono un estimatore delle compagnie grandi e rumorose, mi sono divertito, il che è tutto dire.

Il quarto giorno ha visto un timido miglioramento del tempo... almeno per le sue prime fasi. Erica ha deciso di rimanere in camera più a lungo, così inizialmente siamo usciti solo io e la Nipota. Arrivati a Lucca, abbiamo visitato lo stand del Games, dove ho adocchiato un cappello a tricorno con inserti steapunkeggianti, e ho successivamente sentito ElephantWendigo, dato che era a Lucca e ci tenevo ad incontrarla. Laciata la Nipota, che ha raggiunto le altre nel frattempo arrivate a Lucca, ho trovatu Audrey e gli altri del suo gruppo e, per sfuggire al maltempo, ci siamo infilati in un cafè, dove ho bevuto tipo due tazze di Earl Grey di fila (e un bicchiere di Baileys). Fra chiacchiere su manga, disegni, varie ed eventuali, Mael, anche lui a Lucca, ci ha raggiunti, contribuendo alla cionfra generale con me che lo brutalizzavo per il suo lasciarsi costantemente mettere i piedi in testa da gente disgustosa. Il piano della giornata è stato semplice: yaoi (potevano mancare?), Japan Palace e Games. Nel tendone dove si trovavano la Kappa e la Ronin c’era anche lo stand della Wacom, a cui Audrey si è immediatamente fermata. Tralasciando questa parte (stupida fretta!), ho fatto l’ennesimo acquisto yaoi, ovvero Il Gioco Del Gatto E Del Topo di Setona Mizushiro dopo che praticamente tutti me ne avevano parlato bene, sebbene il secondo volume fosse ormai esaurito e dovrò quindi andarlo a ordinare in fumetteria. Al Japan Palace ho approfittato delle competenze di Audrey per farmi consigliare sull’acquisto di un manuale per disegnare le figure maschili (sì, ho deciso di mettermici sul serio), e lei ha approfittato dello stand della Copic per comprare un po’ di materiale da disegno.
Alla fine, dopo una pausa in un cafè per prendere una crêpe durante la quale Mael ci ha letto i tarocchi con precisione strabiliante, siamo andati al Games, dove ho infine acquistato il tricorno, assieme ad un anello con croce, che desideravo da un bel po’ (mi piace indossare le croci, su uno come me hanno un che di blasfemo). Quindi siamo tornati in stazione, dove Audrey mi ha disegnato uno spettacolare (e dico spettacolare) chibi di Dorian durante l'attesa. Grazie ancora, Audrey!

Ed è stato a quel punto che è iniziato il dramma. Dopo essermi riunito alle ragazze, ci siamo precipitati al binario e abbiamo aspettato il treno per Pisa. Il quale era composto, ovviamente, da un solo vagone. Questa volta non siamo stati fortunati, anche perché il capostazione ci ha detto che un treno speciale sarebbe partito dopo mezz’ora da un altro binario spingendoci a rinunciare (cosa assolutamente falsa, e buon per lui che non si è più fatto vedere, o l’avremmo spinto sotto il primo treno in transito), così abbiamo dovuto aspettare un’ora affinché arrivasse il successivo. Il quale successivo, ovviamente, non è arrivato. Cinque minuti. Dieci, quindici, venti minuti. Spazientiti siamo andati a controllare il tabellone, solo per scoprire che il treno era ancora segnato, senza ritardi né ulteriori indicazioni, ma anche senza binario. Sempre più sconcertati, abbiamo ascoltato tutti gli annunci di ritardi possibili e immaginabili, senza che si facesse menzione del nostro. Alla fine, sorpresa! “Il treno regionale delle 19:42 per Pisa Centrale è in partenza in ritardo dal binario, invece che dal binario 4. Ci scusiamo per il disagio”.
. . .
Reazione numero uno delle duecento persone accampate in stazione: “Perché sono così sordo da non aver sentito da che binaro parte?”. Reazione numero due: “Ma... non l’hanno detto!”. Reazione numero tre: applauso, perchè davvero era il colmo. Indecisi se chiedere informazioni o piuttosto darci alla ricerca del binario 9¾, abbiamo adocchiato un treno (di due vagoni) che arrivava al binario 6 proprio in quel momento. Ovviamente, il tabellone del binario non diceva nulla su destinazione o simili. Così, ecco decine di persone che si precipitano attraverso i binari per cercare di scoprire se è quello e, in caso, accapparrarsi un posto anche a costo di amputare arti. E nella ressa, il povero Mael è caduto e si è aperto un taglio sopra il labbro, con sangue che usciva a fiotti (meno male che i denti e il naso sono usciti indenni, almeno). Insomma, grazie, Trenitalia.
Alla fine il treno è arrivato (al binario 4, oltre al danno anche la beffa) accolto da fischi e gestacci, e una volta arrivati a Pisa ho portato di corsa il povero Mael, che aveva anche perso il portafogli, al pronto soccorso, dove gli hanno dato due punti di sutura. Lì ho dato sfoggio della mia proverbiale mancanza di tatto quando la mamma di Mael mi ha chiamato mentre lui era dentro, rassicurandola con solerzia che c’era ancora un treno per Grosseto su cui infilare il ragazzo, che i suoi amici lo sarebbero venuti a prendere anche se era tardi, che avevamo trovato una presa dove ricaricare il telefono, che gli avrei prestato io i soldi per biglietto e tassì... insomma, tutto tranne il dettaglio fondamentale: lui stava bene e i punti erano solo per evitare la cicatrice. Empatia portami via.

Peraltro, accompagnato Mael in stazione ho scoperto che il treno per Grosseto delle 22:20 era di otto, e dico otto vagoni, quattro dei quali chiusi per evitare che i cinque passeggeri a bordo finissero nel fosso in una piccola stazione intermedia. Ah ah ah ah ah. Inutile dire che ho aggredito il capostazione, perché se non insultavo qualcuno sarei detonato (alla fine il poveraccio mi ha anche detto che ero simpatico, suo malgrado. E mi ha ovviamente dato ragione, un treno di otto vagoni in una fascia di utenza vuota dopo un miserrimo vagone per l’esodo di fine Lucca Comics è oltraggioso).

Il resto della serata l’ho trascorsa poi a casa di Francesca con la Nipota, Erica e Ieva, a fare giochi improbabili tipo Link (nel quale ho dimostrato un equilibrio inaspettato) e sonnecchiare sul divano. Il viaggio di ritorno è andato quasi bene, se non per un paio di coincidenze saltate causa ritardi (grazie, Trenitalia!), ma allietato dall’inaspettato incontro con Arrigo (profetizzato da entrambi ancora al viaggio di andata), col quale abbiamo intessuto un’interessante conversazione su praticamente ogni argomento possibile e immaginabile.
E questa è la fine del Lucca Comics and Games 2010 + annessi, con ovviamente i soliti postumi tipo febbre (merito della pioggia) e la vagonata di yaoi da leggere. Per il prossimo anno ho deciso: bando alla pigrizia e porto un cosplay. I più probabili sono Rosiel, specie se la Bloempje viene e fa Belial, e Sneasel (Ieva ha proposto di portare i Pokémon e l’idea mi è piaciuta). Stiamo a vedere cosa ne esce fuori.

Sunday 31 October 2010

Chiavi di ricerca - Ottobre

Lo ammetto: quando questo mese ho aperto il report di ShinyStat e ho trovato 11 pagine di chiavi di ricerca, ho avuto un momento di panico. Poi, scorrendole velocemente, ho notato che si trattava di un arrosto abbastanza sostanzioso ma misto a parecchio fumo. Fra otto risultati cercavano specificamente me, tredici la solfa del seme e dell’uke, ben ventisette Angel Sanctuary, quattro altre opere della Yuki, tredici Sailor Moon (è decisamente tornata di moda), sedici Demoni vari senza la Yuki di mezzo e qualcosa tipo trentasei fra band, cantanti, album e simili (con particolare prominenza di Nellina mia, Ann-Mari Edvardsen e Eirwen dei Dama che in molti aspettano), ormai c’è fin troppa roba trita e ritrita. Parecchie anche le ricerche riguardanti il Lucca Comics, otto (senza i vari cosplay già contati sotto la Yuki e Sailor Moon), ma essendo periodo ci sarebbe da aspettarselo.
E ah, per i pochi coraggiosi estimatori d’arte che cercano Venere e Marte di Canova, è inutile che passiate da qui: il mio discorso costruttivo ruota tutto intorno a quanto piccolo è il suo pirillo e bello il suo didietro, rimarrete delusi. Per il resto, mascherine e cosplayini miei, facciamo il nuovo gioco di Halloween: dolcetto o chiave di ricerchetta? :D

che palle
Ma davvero, eh!
jimmy richter udine
Qualcosa mi dice che vedrò il suo ego colare dallo schermo appena gli linkerò il post...
saponette ornamentali
Quelle prive di utilità se non – ops! – scivolare a terra.
omoerotismo sublimato
Altra associazione mentale immediata... (fugge)
abbigliamento goth sobrio
Come dire “abbigliamento truzzo di buon gusto”, insomma.
che palle l'autunno
...Crepa!
infermiera silent hill cosplay
silent hill nurse lucca

Ciao, Antonio!
alex belial
Lusingato, ma impegnato (cit.). Con Astaroth.
dolci gothic
Non a caso siamo ad Halloween! Pipistrelli canditi per tutti!
bielo russia (hetalia)
Analfa beta (totale)
bella ragazza cosplay
bellezza cosplay

Un cosplay davvero impegnativo, se il cosplayer è un mostro...
collegamenti con dorian gray
Tipo il suo numero di cellulare o il contatto Facebook?
bionde con sopracciglia scure
Qualcuno deve essersi imbattuto nella foto di Miss Ciccone...
video omoerotismo gratis
Ma lo vai a cercare su Google? Che squallore...
come al solito del resto
Ecco, quoto (a parte che come chiave di ricerca è alquanto improbabile).
bastardi manga
Esatto! Basta far uscire Angel Sanctuary ogni due mesi!
immagini lettere amore
immagini amore e odio gothic
gothic romantic passion

Oh sì, un po’ di glucosio dark ci vuole...
dorian gray dark
Non aggravi ulteriormente la sua posizione (cit.).
l'uke che ama l'etero
Che lo Zanichelli mi dà come sinonimo di stupidità congenita.
zietta londinesi
londinesi zietta

Chissà se le affittano nelle agenzie di viaggio al posto dei bed&breakfast...
lucifero bello adone
lucifero volto bellissimo dark

Sempre sia lodato e, soprattutto, fangirlato!
foto piccole labbra rifatte
Mi chiedo cosa, esattamente, di questo blog, abbia attirato simili visite da, presumo, Arcore.
veronica, una de las crumpets
Unos saludos a los amigos espanolos. Olè!

Per questo mese vincono il dolcetto:

signora brutta con capelli neri ricci
Tutti vorremmo vederne una su Google... O sul sito del parrucchiere di Tamarrja.
«due lauree e 4 lingue: perché vado a scuola di burlesque»
Ecco, questa sì che è una bella domanda!

Wednesday 27 October 2010

Fra desiderio e noia

«L’annoiato, lungi dal non volere, vuole.», quoth Schopenhauer.

Aver letto questo post della mia cara Giulia mi ha fatto tornare in mente quanto la mia vita sia una variazione sul tema della filosofia del buon Arthur, e di quanto per carattere io sia naturalmente portato a ricadere nei suoi circoli viziosi. Di tutti i filosofi che ho incontrato al liceo, lui è senza dubbio quello con cui sento maggiore affinità (tant’è che lo ricordo ancora quasi per intero), sebbene non mi accanisca sul mondo tanto quanto fa lui. E anzi, in realtà ritengo molto infantile il suo desiderio di sfuggire a tutti i costi alla Wille zum Leben, e considero il suo affidarsi all’ascesi per sfuggirle poco più che un dispetto da asilo (come se la Volontà inciampasse sullo sgambetto di Schopenhauer), e piuttosto che cercare modi per annientarla mi limito a prenderne atto, scrollare le spalle e vivere la mia vita drogandomi di Arte per non riflettere sul suo assoluto vuoto. Ma il discorso che voglio affrontare è più legato alla teoria del Pendolo che all’Iter Salvifico, a come vivo e accetto la mia vita pur nella consapevolezza del suo orribile vuoto.

Pendulum... by ~crapiolo
Evitando termini inutilmente ridondanti come “dolore”, “sofferenza” e simili (davvero, ad Arthur mancavano solo eyeliner e fishnets per essere un Goth di stampo adolescenziale, e a volte penso che si sia reincarnato in Morten Veland), io sono esattamente il genere di persona che, come il famoso pendolo, oscilla fra desiderio e noia passando per un breve momento di piacere. L’unico stimolo in grado di mobilitarmi è il desiderio, che io non intendo come dolore provocato dalla mancanza, ma come sfida, come eccitante percorso verso la meta. Una volta conquistata, passato quel breve momento di euforia, perdo ogni interesse: è qualcosa che ormai ho, non ha più alcuna attrattiva per me; e non perché l’avevo idealizzata e ha deluso le mie aspettative, ma per il semplice fatto che ormai è raggiunta, mia, sta là e non richiede più attenzioni né sforzi. Il problema non è nell’oggetto, ma nel soggetto, in me. Così, a differenza del buon Arthur, finito il momento di felicità da me non subentra il dolore di una nuova mancanza, ma direttamente la noia, e sono io stesso a posare famelicamente lo sguardo su una nuovo obiettivo per colmarla, per ritrovare l’ebbrezza della ricerca. Volendola mettere in termini sessuali (visto che, a quanto pare, l’umanità non sa fare altro), il plateau è più soddisfacente dell’orgasmo stesso, che è invece seguito da quell’odioso momento di vuoto e disinteresse.
L’unica eccezione a questa regola sono gli album musicali che aspetto con ansia di comprare, che mi offrono una costante scoperta che si protrae ben oltre il tanto atteso momento della conquista, e le fotografie che scatto: anche se quello è un altro percorso nel quale sono costantemente in cammino, scattare una fotografia non mi lascia vuoto e disinteressato, ma pienamente soddisfatto di ciò che ho ottenuto (probabilmente perché, anche in questo caso, il risultato dura ben oltre il momento della conquista).


Le persone, invece, non costituiscono un’eccezione alla regola. Il fatto che, anzi, conquistare una persona richieda molti più sforzi e la caccia sia notevolmente più interessante peggiora le cose: più divertente e difficile è il gioco, peggiore è il senso di vuoto che segue quando questo si conclude (anche se lo fa in bellezza con del buon sesso). D’altro canto, non è poi così sorprendente: una volta che l’ho conquistata, una persona è ormai mia, che me ne faccio a quel punto? Il mio fascino ha fatto centro, continuare ad elargirlo sarebbe un semplice spreco: molto meglio andare avanti e cercare un nuovo obiettivo.
Probabilmente è per questo che ho trovato inaspettatamente appagante una giornata di sole provocazioni reciproche che, per quanto a volte anche pesanti, sono rimaste tali senza andare oltre. Il gioco della conquista non si è concluso, non è stato seguito da quel momento di amarezza e vuoto, e proprio per questo ha mantenuto intatto tutto il suo fascino.


D’altro canto, la cosa migliore è che siamo entrambi perfettamente consapevoli che ci stiamo usando a vicenda: tu usi me per appagare il tuo sciocco desiderio narcisistico di piacere a tutti, io uso te per soddisfare il mio vuoto capriccio di deliziarmi i sensi con qualcosa di bello senza impegno d’acquisto, godendomi il momento senza dovermi preoccupare di perdere tutto il mio interesse per te una volta che ti avrò fatto mio. A te non interessa davvero avermi, a me non interessa davvero avere te, ed è questo equilibrio che rende tutto così deliziosamente divertente e, oserei dire, originale: è il trionfo dell’inconcludenza e del godersi l’attimo.

Tornando al pendolo e a parlare in filosofese, questo è un esempio di applicazione pratica dell’altrimenti inutile paradosso di Achille e la tartaruga di Zenone da Elea, dove il moltiplicarsi ad oltranza del plateau fa sì che le frazioni in cui si divide lo spazio prima che il pendolo raggiunga il vertice del suo arco di circonferenza, ovvero il piacere, crescano in maniera esponenziale, impedendogli di andare oltre e sforare nella noia. Il segreto della soddisfazione, specie nel rapportarsi alle persone, sta dunque nel non raggiungere l’obiettivo ma mantenere viva la corsa verso esso. Una lezione strana, ma che in qualche modo funziona.

Monday 25 October 2010

Due persone davanti all’obiettivo

Her Name Was Temptation by GothicNarcissus
Riflettevo sul fatto che se nella fotografia, in particolare quella gotica, c’è tanto lebismo, in realtà non è per appagare il gusto voyeuristico del maschio medio, ma per una semplice questione di numeri: il rapporto modelle/modelli pende disastrosamente a favore delle prime, con l’ovvia conseguenza che se si ha bisogno di fare scatti di coppia ci si arrangia con quel che si ha e ci si da alle foto saffiche. Senza contare, poi, che anche all’interno della minoranza di modelli (gotici) maschi, noi belli, ben vestiti, versatili e ben disposti a fare scatti ambigui siamo una percentuale ulteriormente esigua. È per questo che fare foto ad una coppia composta da un maschietto e una femminuccia è molto complicato, senza nemmeno andare a pensare di mettere due maschietti davanti all’obiettivo. Infatti mi ritengo parecchio fortunato per aver messo due maschietti nella stessa foto durante il set con Jimmy, ma anche qui c’è il trucco: la cosa è stata possibile solo perché io, il fotografo, ho posato col modello, per cui non conta ai fini statistici (ma spero lo faccia a quelli artistici, un po’ di foto ambigue stile Ann Rice pre-demenza senile ci volevano).
Lord Of Carnage by GothicNarcissus

Pointless ranting

Le cause del cattivo umore di stasera sono:
1) Ho dovuto tagliare le unghie cortissime, all’incirca un millimetro di bianco; erano piuttosto indebolite e mi si erano spezzati entrambi i medi e l’indice destro. Sigh, addio ai miei artigli felini.
2) Stupido, stupidissimo mal di gola per il quale ho saltato la serata dark di ieri sera. Ti odio dal profondo del mio cuoricino di pietra.
3) Ho finito il tè e i negozi sono chiusi fino a domattina. Che diavolo bevo, io, nel frattempo?
4) Non trovo le stramaledette bonus track di Végétal e The Big Machine di Emilie Simon. Odio avere di questi buchi nelle collezioni.
5) Non si trovano i testi delle canzoni degli Elusive da nessuna parte sul web. A volte è frustrante ascoltare band di estrema nicchia.
6) Ancora Due. Stramaledette. Settimane. prima del prossimo Angel Sanctuary.
Le buone notizie sono invece che Lucca si avvicina, godo dei postumi della beatitudine dopo aver chattato un po’ con Nell ieri sera e sono ancora in piena fase di entusiasmo per le foto scattate a Jimmy. Col quale, peraltro, siamo già al lavoro su altri concept da sviluppare alla prossima sessione.

Monday 18 October 2010

Due Narcisi e una fotocamera

Sinceramente sto ancora cercando le parole adatte per descrivere la settimana appena trascorsa. Però so da dove cominciare a farlo: gli ultimi cinque giorni sono stati un toccasana per tirarmi fuori dallo stato oh so miserable dell’ultimo post, facendo miracoli per il mio umore che nemmeno lo shopping a cui mi ero dato prima di partire era riuscito a fare (e dire che erano dei vestiti magnifici).
La partenza in questione è stata per Udine, dove mi si prospettavano due giorni e mezzo di fotografie in collaborazione con il bellissimo Jimmy Richter, che mi aveva contattato la settimana prima sul Male (mica lo dico a caso che sta dando molti frutti succosi che non mi sarei mai aspettato). Oltre ad avermi letteralmente mandato in solluchero proponendosi per la serie degli Infernal Lords senza peraltro sapere che gli avevo messo gli occhi addosso in tal senso sin da febbraio, chattando mi ha proposto numerose altre idee che mi sono piaciute immediatamente e si è reso disponibile a procurarsi anche alcuni oggetti scenici necessari per alcune fotografie che avevo in mente da anni. Così, accompagnato dagli Shadowgarden prima e dai Theatre of Tragedy poi, mi sono fatto l’oretta e spicci di treno che separa Trieste dalla mia destinazione e che la rende, peraltro, facilmente accessibile per future collaborazioni.
Il progetto originario prevedeva che rimanessi suo ospite martedì e mercoledì notte e ripartissi giovedì dopo aver scattato due set più un Demone e altre foto random. Per una serie di circostanze, invece, ho finito col rimanere da lui fino a domenica pomeriggio, rendendo non solo meno fitta la nostra agenda fotografica (uno dei set aveva rischiato di saltare a causa del tempo richiesto dalla preparazione), ma concedendomi anche due giorni bonus di relax in piacevolissima compagnia di cui ho goduto appieno.
Dal punto di vista artistico, sono estremamente entusiasta della collaborazione con Jimmy. Oltre ad avere un aspetto davvero bello, si è dimostrato anche un modello molto versatile, specie in quanto astile, sempre pronto a mettersi in gioco e sperimentare nuove idee, nonché un inesauribile pozzo di idee. A parte il Demone, in cui comunque il suo contributo concettuale è stato importante, e una foto singola che aspettava di uscire dalla mia testa da secoli, i set che abbiamo fatto sono stati costruiti interamente intorno alle sue idee. E nonostante contrattempi organizzativi come la sua amica che doveva farci da oggetto scenico nel primo set ma ha tirato bidone all’ultimo momento, ha dimostrato capacità riorganizzative del concept che aveva in mente in tempi record (ovvero, prima che la luce scomparisse del tutto). Per il secondo set si è addirittura prestato volontario a posare a torso nudo all’esterno con dodici gradi scarsi e un fastidioso venticello, non prima, però, di aver messo su un make up davvero sorprendente. Collaborare con lui mi ha spinto ad ampliare i miei confini stilistici, rendendo il risultato estremamente soddisfacente. Peraltro, con la sua ricca rete di conoscenze, Jimmy mi ha anche trovato altri due soggetti da devolvere alla causa degli Infernal Lords, come se non avessi già sufficienti motivi per adorarlo.
Come anteprima dei set con lui propongo la foto singola che mi ha finalmente aiutato a realizzare, Tender Trip On Earth (basata sull’omonima canzone dei Tristania).
Tender Trip On Earth by GothicNarcissus
Ma non è stato solo il lato artistico ad essere pienamente soddisfacente: avevo decisamente bisogno di trascorrere qualche giorno in assoluta spensieratezza, fra il narghilè (ho davvero fumato come una ciminiera, lo adoro), qualche film dal sapore spiccatamente gotico e una compagnia assolutamente deliziosa. Sotto moltissimi aspetti, Jimmy è il mio gemello segreto separato alla nascita, e non esagero. Abbiamo in comune tante di quelle cose da non poterle quasi contare, a partire da quelle più ovvie come la passione per i Vampiri, le rose, le candele e altre tipicità dell’immaginario gotico, per finire con l’amare i cibi molto speziati, il Baileys ed essere dipendenti dal tè.
Ovviamente, mettendo due Narcisi con velleità intellettuali come noi a stretto contatto per cinque giorni di fila si vengono a creare situazioni al limite del paradossale, come trascorrere un’intera serata a provare i reciproci vestiti in una profusione di complimenti (molti dei quali a noi stessi), trascorrere ore a giocare a scacchi fumando narghilè come due ciminiere, esclamare ad intervalli regolari “ma che foto magnifiche abbiamo fatto, e quanto siamo belli!”, e in generale essere un po’ l’uno l’oggetto scenico dell’altro. Questa full-immersion di gothness allo stato puro mi ci voleva proprio, e il fatto che le foto siano state così soddisfacenti per entrambi lascia prospettare molte collaborazioni deliranti in futuro.