Thursday 30 September 2021

Classifica musicale generale – 2021

Nelle puntate precedenti:
2016;
2017;
2018;
2019;
2020.

Classifiche dalla 51 alla 100:
2018;
2019;
2020;
2021.

Classifiche annuali:
2017;
2018;
2019;
2020
 
1. Come ti sei appassionato alla posizione numero 30? (Röyksopp)
• Onestamente non me lo ricordo. Nel senso, avevo visto (e apprezzato) il video di Poor Leeno su MTV e poi, anni dopo, scoperto What Else Is There? grazie a un trailer fan-made dell’ottava stagione di Charmed, ma quando provai ad ascoltare The Understanding per intero non ero ancora abbastanza maturo da capirlo. Poi, un cinque-sei anni dopo, i miei gusti sono mutati, ho riprovato ad ascoltarli e tutto è andato al posto giusto. Oh, e quell’anno è uscita anche Running To The Sea, addio.
2. Prima canzone ascoltata della numero 22? (Goldfrapp)
• Difficile dirlo, visto che moltissime erano ovunque. Ricordo Strange Machine usata da una delle compagne della Lili al saggio di burlesque, ma non sapevo ancora chi la cantasse. La prima che ho ascoltato con cognizione di causa è stata Annabel.
3. Testo preferito della numero 33? (Siobhán Donaghy)
Coming Up For Air, sin da quel famoso pomeriggio.
4. Album preferito della numero 49? (Sirenia)
At Sixes And Sevens.
5. Canzone preferita della numero 13? (Panic! At The Disco)
Casual Affair.
6. Album peggiore della numero 50? (Rag’n’Bone Man)
• Escludendo i primi mixtape che sono davvero atroci e limitandosi alla discografia “ufficiale”, a voler essere generosi Life By Misadventure può essere descritto come “inoffensivo”. Non ha nulla di memorabile come Human.
7. C’è una canzone della posizione numero 39 che senti molto tua? (Amy Lee)
• Se dico Lockdown qualcuno mi lancia addosso qualcosa?
8. Bei ricordi legati alla numero 15? (Susanne Sundfør)
• Il week end a casa di Alessandro Jonah nel 2012, quando avevo appena iniziato ad ascoltarla.
9. Quanti album possiedi della numero 5? (Evanescence)
• Tutti da Origin in poi, compresi i singoli pubblicati in formato fisico, tranne il pessimo self-titled e il singolo di Du Uocciuocciuon.
10. C’è una canzone della numero 45 che ti rende felice? (Aurora)
Daydreamer.
11. Canzone preferita della numero 40? (The 3rd And The Mortal)
Harvest ha qualcosa di magico.
12. Canzone della numero 10 che ti piace di meno? (Florence + The Machine)
• Faccio fatica a considerare Call Me Cruella una canzone di Florence: il testo è tremendamente on the nose (specie paragonato agli altri contributi di Florence a colonne sonore varie), di una banalità degna di una qualunque Laña del Rey. È chiaro che la Disney gliel’ha praticamente dettata e non le ha lasciato libertà creativa.
13. Bei ricordi evocati dalla numero 6? (Emilie Simon)
• Oh boy, da dove inizio? A ‘sto giro menziono il viaggio a Bordeaux.
14. Canzone della numero 38 che associ a un momento o persona? (Phildel)
• Beh, un po’ tutte a Luisa, visto che è la protagonista di entrambi i progetti fotografici ispirati alla musica di Phildel.
15. Quale canzone della numero 19 ti emoziona di più? (Epica)
This Is The Time ha risvegliato la mia coscienza ecologica con la sua melodia commovente e il testo intelligente e profondo. Naturalmente sono sarcastico e Rivers vince a mani basse.
16. Quante volte hai visto la numero 35 live? (Dead Can Dance)
• Due, entrambe le volte con persone che si sono rivelate non proprio degli ottimi amici. Dovrei iniziare a considerare i Dead Can Dance una red flag? Ah no, quella era odiare Margaery Tyrell.
17. Quale canzone ti ha fatto innamorare della 23? (Róisín Murphy)
• Non ricordo se ci sia stata qualche canzone in particolare: è stato un processo graduale, iniziato quella volta che Florian Neuville aveva spammato le foto di un suo concerto sui social media.
18. Album preferito della numero 11? (Eivør)
• Sono molto indeciso tra Larva e Segl.
19. Prima canzone ascoltata della numero 14? (Kari Rueslåtten)
• Stando a Last.fm, The Homecoming Song: ho iniziato ad ascoltarla in ordine discografico.
20. Canzone preferita della numero 27? (Delerium)
A Poem For Byzantium.
21. Album preferito della numero 16? (Stream Of Passion)
• Il sempiterno The Flame Within.
22. Prima canzone ascoltata della numero 47? (Ramin Djawadi)
• La sigla di Game of Thrones, anche se ho iniziato ad ascoltarlo davvero con Light Of The Seven e lo amo principalmente per la prima stagione di Westworld.
23. C’è una canzone della 18 che trovi catartica? (Sia)
• Per un certo periodo lo è stata Chandelier.
24. Come hai scoperto la numero 21? (Theodor Bastard)
• Grazir all’Innominabile quando ancora aveva gusti decenti.
25. Canzone della numero 26 che ti rende felice? (Lady Gaga)
• Quel bellissimo concentrato di energia, abbracci, allegria e girotondi manina nella manina che è Rain On Me! Ovviamente sono sarcastico e pure un fan vecchia scuola brontolone: Born This Way e Hair a mani basse.
26. Canzone preferita della numero 3? (The Gathering)
• Sapete che esiste una versione live di Saturnine in cui Silje duetta con Marjan degli Autumn?
27. Album preferito della numero 2? (Within Temptation)
• Sharona Milfona, quand’è che me lo tirate fuori un altro The Unforgiving?
28. Prima canzone ascoltata della numero 32? (Gwen Stefani)
What You Waiting For?, duh.
29. Testo preferito della numero 8? (Anathema)
• Le due Untouchable, duh. Anche se secondo i fan storici metallarozzi sicuramente non sarà al livello di perle tipo, uhm, Nocturnal Emission.
30. Quante volte hai visto la numero 17 live? (Anneke Van Giersbergen)
• Due volte da solista, più una volta alla magnifica rimpatriata con i The Gathering.
31. Come hai scoperto la numero 44? (Lucia)
• Strano che ancora non l’avessi detto: grazie a Luisa!
32. Album della 12 che ritieni sottovalutato? (Autumn)
• Tutti i loro album da My New Time in poi. Ma temo che quel capolavoro che è Stacking Smoke sia il più sottovalutato di tutti perché la grossa pausa discografica ha fatto sì che molti si dimenticassero di loro.
33. Canzone peggiore della numero 29? (Nemesea)
Whenever mi tedia parecchio, ma anche Kids With Guns non mi fa impazzire.
34. Prima canzone ascoltata della numero 34? (Sleepthief)
Rainy World, grazie a (ovviamente) Luisa.
35. Album preferito della numero 28? (Alizée)
5. Mi spiace per Mylène Farmer e quell’altro tipo che lavevano marketizzata da eterna Lolita, ma ha fatto cose molto migliori da adulta.
36. Quante volte hai visto la numero 42 live? (Karen Elson)
• Karen, ti voglio bene, ma ora un live me lo devi per autografarmi il libro, visto che hai iniziato a dare le copie autografate dopo che l’avevo già comprato.
37. C’è qualche canzone della 36 che consideri un guilty pleasure? (Emmelie De Forest)
• L’ennesima ottima cover di Young And Beautiful di quella busta di plastica ambulante.
38. Come hai scoperto la numero 48? (Woodkid)
• Sono quasi sicuro di aver visto il video di Run Boy Run sul profilo del (fu) Uomo di Veronica, ma poi Luisa mi ha passato I Love You. Sarebbe stato umiliante per Veronica se il (fu) Uomo mi avesse fatto scoprire della musica mentre lei no!
39. Album preferito della numero 7? (Delain)
• Facciamo un respiro profondo: Apocalypse And Chill. Ecco, l’ho detto: mi piace più di Lucidity.
40. C’è qualche canzone della numero 31 che ti mette nostalgia? (Meg Myers)
• Ascoltavo Heart Heatd Head andando a trovare Francisco a Firenze.
41. Canzone della 41 che non ti piaceva ma adesso ami? (Portishead)
• Non mi viene in mente nulla di particolare.
42. Testo preferito della posizione numero 24? (Emilie Autumn)
Rose Red, ma un po’ tutto Enchant.
43. Canzone più emozionante della numero 46? (Amaranthe)
• Sembrerebbe una di quella domanda-trabbocchetto in cui ridi perché pensi: “Dai, gli Amaranthe si destreggiano tra shekera-culo profonde come una pozzanghera e ballad che ci provano troppo per emozionare davvero”. E poi c’è Exhale.
44. Canzone della numero 25 che ti rende felice? (Tristania)
• Sembra una barzelletta, ma ce n’è una: Ab Initio!
45. Canzone preferita della numero 9? (Marina & The Diamonds)
• Non so decidermi tra Happy e Immortal.
46. Primo album ascoltato della numero 37? (Clare Maguire)
• La seguo sin dai tempi del debutto, Light After Dark.
47. Membro preferito della numero 4? (Hurts)
• Dalle ultime notizie pare che Stupido Sexy Theo abbia fatto fuori il mocio vileda e sia tornato scopabilissimo.
48. Prima canzone ascoltata della posizione numero 43? (iamamiwhoami)
• Una delle canzoni della serie dei video misteriosi. Maremma, che tempi che erano!
49. Album che possiedi della numero 20? (Draconian)
• Ho i primi sei. Il settimo non l’ho (ancora) comprato perché sono tuttora offeso con Anders e Heike per le loro sparate “non sono né di destra né di sinistra ma forza Trump” del 2016, ma soffro molto perché è un ottimo disco.
50. Il miglior ricordo associato alla numero 1? (Theatre of Tragedy)
• Ma vogliamo parlare della volta che Hein mi ha contattato per chiedermi se potevano usare la mia foto per il booklet di Last Curtain Call, ed era il primo aprile ed ero convinto che mi stesse facendo un pesce d’aprile?

Thursday 16 September 2021

XV

Non scrivo il super cheesy post di “auguri” per il compleanno del blog dal 2016, il decennale dell’apertura. E anche prima, mi sono accorto ricontrollando il mese di settembre di ciascun anno, dopo il 2013 (l’anno del “ritorno”) ho più o meno lasciato perdere. In fondo, i modi di parafrasare “Ho aperto un blog tot anni fa, grazie a / per colpa di esso sono successe queste e queste cose, nell’anno del Signore 20xy continuo imperterrito a scriverci da vecchio Millennial bacucco quale sono” non sono illimitati.
Però ho un po’ la fissa delle “cifre tonde”, ovvero i multipli di cinque, per cui ho pensato che i quindici anni – quindici! – di attività di GothicDoor meritassero almeno una menzione en passant, ed eccoci qui. L’unica è che non ho voglia di cercare una foto di quindici candeline, anche perché è il caso di contenere il cringe.
 
Non avendo voglia di lanciarmi in sentimentalismi, miele o maratone di ricordi, stavo invece riflettendo sui numeri del blog. Non nel senso di traffico – mi rendo conto che GothicDoor è la mia personalissima vox clamantis in deserto, scrivo principalmente per me stesso – quanto di post, attività, anni di esistenza eccetera.
Ad esempio, continuo a pensare a GothicDoor come un blog esule di Splinder, ma non mi ero soffermato a riflettere sul fatto che ormai è su Blogspot da ben nove anni, paragonati ai cinque su Splinder. D’altro canto, il totale dei post degli anni su Blogspot è tuttora notevolmente inferiore rispetto a quello di Splinder, quando bloggavo in continuazione sulla qualunque, quindi forse non è scorretto identificare il blog in base a quello che è stato il suo “periodo d’oro” (almeno per quantità; qualitativamente, meno post significa che scrivo di cose più serie).
 
Comunque il succo del discorso è che, quindici anni dopo, con calma (un sacco di post salvati in bozze, terminati poi e pubblicati a posteriori nella data d’inizio) ma inossidabile costanza, sono ancora qui a scrivere muri di testo invece che fare i balletti su TikTok. Poi critico gli hipster che ascoltano ancora i vinili.
Preferisco non scrivere nulla sulle mie aspettative circa la longevità di GothicDoor, visto che il rischio di fare la Margaery di turno è sempre dietro l’angolo, ma sono sinceramente affezionato a questo posto.
 
Auguri, GothicDoor.

Friday 10 September 2021

Evanescence, dieci anni dopo

Sono passati dieci anni e credo sia il caso di parlare di Evanescence.
Non la band, non l’EP del 1998, ma l’album che porta questo titolo perché – lo sostengo ancora – Pescy & co. non avevano idea di cosa inventarsi.
Del resto, ho postato per il decennale del mio primo ascolto di Fallen, per quello dell’uscita di The Open Door, quindi perché rompere la tradizione? Dieci anni fa ad oggi Evanescence veniva diffuso illegalmente su internet (con un mesetto buono di anticipo rispetto alla pubblicazione, cosa che mi fece sghignazzare non poco) e sento di aver qualcosa da dire a riguardo.
 
Ovvero, col senno di poi ammetto che potrei essere stato eccessivamente duro con quell’album. Almeno un pochino.
Con questo no, Stefano, non sto dicendo che Evanescence fosse segretamente un bell’album fin dall’inizio: resto fondamentalmente dello stesso parere che espressi ai tempi (qui rifinito e approfondito come recensione vera e propria per Armonie Universali), al massimo alleggerirei un po’ il giudizio su un paio di brani. Però sarei sleale a non ammettere che lo espressi in maniera molto più dura del necessario e misi fin troppa enfasi sui lati negativi delle canzoni per pura Schadenfreude e pettiness.
Evanescence non è un buon album, ma non è la macchia indelebile sulla cultura musicale occidentale che cercai di farne all’epoca. A volte, vuoi per le circostanze, vuoi per stanchezza artistica, vuoi per la fretta, una band pubblica un album brutto: pace, ce ne si fa una ragione e si spera in quello successivo. Perché, quindi, tutta quell’acredine?

Beh, con dieci anni di maturità in più posso ammettere che il mio principale problema con Evanescence è che detesto non avere ragione. La sua stessa esistenza, a prescindere dal contenuto, mi urta perché ha smentito le mie teorie secondo le quali Pescy volesse lasciar morire gli Evanescence di incuria per dedicarsi al progetto solista, che ero pronto a sbattere in faccia con somma soddisfazione alla gentaglia del fanclub.
Che poi l’album fosse oggettivamente carente è stata una fortunata (quanto prevedibile) coincidenza, un bonus che mi ha permesso di ammantare di validità e critica musicale seria un’antipatia viscerale e personale. Per questo ho spolpato e rosicchiato la critica a quel disco con lo stesso gusto che riservavo alle alette di pollo dei Mastri d’Arme: perché avevo la scusa perfetta per farlo a pezzi a ragion veduta senza essere tacciato di parzialità. Ma sì, il vero motivo per cui criticare quella produzione opaca e cacofonica, quel songwriting insipido, quel sound generico e quegli arrangiamenti superficiali mi portava così tanto piacere è che rosicavo perché non avevo avuto ragione sul futuro della band. Quello, più il desiderio segreto di convincere quanta più gente possibile che quel disco non fosse necessario, così da sentirmi dire: “Cavolo, Alessandro, quanto sarebbe stato meglio se avessi avuto ragione e si fossero sciolti davvero!”. O che l’evidente mediocrità del prodotto fosse il colpo di grazia e la band si sciogliesse subito dopo.
Beh, a riguardarla dopo tutti questi anni, l’intera situazione era piuttosto ridicola. Me l’ero presa a morte per una futilità incredibile – se anche Pescy avesse messo la band in pausa a tempo indeterminato per fare le cose da solista, anche cinque, sei anni di silenzio non ne avrebbero necessariamente decretato la fine. E comunque, non fu poi molto tempo dopo che i miei gusti musicali maturarono e io stesso giunsi alla conclusione che un suo album solista synthpop sulla Luna (sempre per citare Stefano) sarebbe stato molto interessante.
 
Comunque sia andata con il non-split della band, ci tengo a sottolineare che in retrospettiva ho avuto ragione su praticamente tutto il resto circa il disco, come le interviste di Pescy hanno man mano rivelato esplicitamente o tra le righe: lei voleva dedicarsi al progetto solista, è stata la label a richiamarla (verosimilmente per via dei We Are The Fallen), le ha tirato dietro il materiale solista che aveva riconvertito di corsa ad album degli Evanescence, e poi hanno dovuto riscrivere tutto in fretta e furia – e da qui il disco è uscito com’è uscito.
 
Volendo dare un giudizio meno caustico, avrei comunque fatto fuori Siccoviroll Siccoviroll e The Other Side perché sono indegne, Made Of Stone continua a non potersi sentire (e non capisco perché i fan la adorino tanto), e Erase This avrebbe avuto bisogno di un vero ritornello.
Per il resto, se spengo il cervello e faccio finta forte forte che sia un’altra band, quasi quasi perfino Du Uocciuocciuon non è così insopportabile; buttata in radio ci sta, e forse non mi farebbe più perdere l’erezione per poterci alzare senza dare nell’occhio dalla panchina di Parco Sempione su cui stavamo limonando quella volta.
Sono anche abbastanza deciso a salvare Say You Will: non è un granché, ma nemmeno attivamente offensiva (perlomeno finché Pescy non tenta di cantarla live).
Droppate quelle tre canzonacce e incluse invece le quattro bonus track, avrebbe potuto essere un album decente degli Evanescence: non il loro migliore, sempre prodotto malissimo, ma ben sopra la sufficienza risicatissima che gli diedi ai tempi.
 
Quanto alla band, col senno di poi, sono tutto sommato contento di non aver avuto ragione: una volta fatta pace con Pescy, non mi sarei privato per nulla al mondo né di Synthesis, specie per come ha riportato in vita le canzoni di Evanescence, né tantomeno di The Bitter Truth.
Comunque, ritengo che l’intera epopea de La Pescivendola e dell’album peggiore di una delle mie band preferite sia una delle esperienze che più mi ha fatto crescere come fan e ascoltatore di musica: ho imparato che gli artisti hanno diritto a un loro arbitrio e una loro vita privata, che le loro creature possono anche sparire, ma i ricordi rimarranno sempre, che evolversi e cambiare idea è positivo, e che l’industria musicale è più complessa di “Ommioddio, se gli Evanescence non fanno un altro album entro tot tempo non avranno più i soldi per fare dei bei videclip e dovranno rassegnarsi a Pescy che fa jogging sul Brooklyn Bridge la sera per smaltire il matrimonio” (perché un rancore è per sempre, DeBeers™).

Ps, lo ribadisco per Stefano e Lukas: io sono stato perfido, ma Evanescence continua a essere un album brutto.
E per controbilanciare a questo mio momento di sincerità, ricordiamoci di quella volta che Pescy è cascata come una pera cotta sul palco.
DU UOCCIUOCCI– SBAM!