Sunday 31 December 2006

Bilancio Finale

È il 31 dicembre. Domani inizierà il 2007. Ergo, il 2006 si avvia a morire, ed è giunto il momento di tirare le somme e definire cosa ha significato quest’anno per me, cosa è stato utile e cosa no, cosa positivo e cosa negativo, e che voto assegnare al complesso degli eventi.
Anche se teoricamente andrebbe alla fine, parto da questa considerazione: il 2006 è stato, nel complesso, un anno decisamente positivo. Ci sono state molte cose brutte, ma quelle belle sono state o più numerose, o più importanti, andando a far vertere l’ago della bilancia verso un bel +.
Nell’analizzare l’anno quasi concluso, inizio dall’amaro.
1) La salute. Per quanto riguarda la salute, posso dire che quest’anno è stato piuttosto disastroso. Ho aperto in bellezza con una ferita da 3 punti alla mano sinistra il 2 gennaio che ha lasciato una brutta cicatrice, passando per una sfilza di raffreddori, influenze, l’antitetanica che mi ha fatto salire la febbre a 39 in piena estate, i buchi all’orecchio che non ne volevano sapere di guarire, il raffreddore in vacanza a Malta, i capelli che cadevano, la sospetta anemia (almeno quella mi è stata risparmiata) e, ciliegina sulla torta, lo stress di avere una madre operata che non da tregua né fisicamente, né psicologicamente.
2) La situazione geografica. Questo è stato l’anno in cui mi sono reso definitivamente conto di vivere nel lembo estremo degli Inferi. Vivere su un’isola è scomodissimo per via delle ovvie difficoltà di trasporto. Quando lo dico, tutti sgranano gli occhi dicendo “Ma che dici? La Sardegna è bellissima!”.  Piacere che è bellissima, se ci venite in vacanza, ma provate un po’ a viverci. Per ogni sciocchezza tocca prendere la nave o l’aereo. Senza contare che vivere in una città piccola come Alghero è una tortura per uno che tende all’eccentricità. Tutti si conoscono e tutti sono prontissimi a giudicare senza prima dare uno sguardo a sé stessi. Senza contare la pesante carenza di strutture. Ergo, il 2006 ha aggiunto alla mia vita ad Alghero una sensazione di soffocamento, e non vedo l’ora di andarmene.
3) L’impegno. La scuola mi è proprio salita sullo stomaco. Non la sopporto più, e mi è sempre più difficile impegnarmi, trovare una motivazione. Ma mi sto comunque costringendo a fare qualcosa, il Pezzo-Di-Carta è necessario. Ho anche allentato l’impegno musicale abbandonando il pianoforte, ed ora lo pratico per conto mio senza frequentare più le lezioni. Forse, però, in ciò c’è un lato positivo, perché ora suono quel che pare e piace a me, quando, come e se ne ho voglia, e non mi lascio tediare da esercizi di meccanica o simili. Mi sono sganciato anche dal mio impegno religioso, e ho messo una pietra sopra Paganesimo e Stregoneria. Non fa per me.

Come si può evincere, i lati negativi dell’anno sono stati solo tre. Passiamo a quelli positivi.

1) Il livello personale. Questo è stato l’anno più introspettivo che abbia mai avuto. Come già accennato nel post sull’anniversario Lottiano, mi sono guardato in profondità, cercando di migliorarmi ed accettarmi. Ho superato molti dei miei complessi, a partire dall’insicurezza, fino a parte delle manie di persecuzione, per culminare con l’abbandono totale dell’odio verso Me Stesso. Adesso mi amo, mi idolatro, ho smesso di considerarmi brutto e, anzi, mi considero bellissimo. Sono passato dal disprezzo più totale verso Me Stesso al Narcisismo semi-patologico. Ho imparato a trasformare i miei difetti, nascondendoli o mutandoli in sublime. Ho scoperto la mia Gothness ed ora vivo in pace con il mio lato oscuro, trovando qualcosa di positivo anche nelle situazioni più nere, sapendo di non essere il solo a stare male e traendo coraggio da questo pensiero. Ed ho fatto anche introspettive ben più interiori, abbracciando sfumature di Me che prima avevo solo intravvisto, ma sulle quali non mi ero soffermato. Forse più per pigrizia che non perché le temessi. Anche dal punto di vista estetico sono migliorato: non ho quasi più acne, ho lasciato crescere i capelli, ho iniziato a truccarmi e a smaltarmi le unghie. E devo dire che ora mi piaccio.
2) Il livello interpersonale. Il 2006 ha portato quasi tutti i miei amici. Non mi soffermo molto su questo punto perché l’ho già affrontato nel post su Lot. Ho anche migliorato i miei rapporti con i compagni di classe (applauso), e sebbene l’umanità in generale mi faccia sempre più schifo, non desiderò più un diluvio universale perchè tutto sommato ci sono molte persone che andrebbero salvate. Inoltre, ho finalmente trovato l’Amore, e con esso la felicità.
3) Il livello culturale. Durante il 2006 ho avuto modo di completare la discografia dei Within Temptation, ho iniziato ad amare i Placebo, ho conosciuto i Delain e diverse altre band gotiche, ho assistito al ritorno degli Evanescence. Musicalmente, quest’anno mi ha portato tantissimo, a partire da (lo ribadisco perché è il mio orgoglio) la discografia completa ed originale degli Evanescence, ovvero tutti gli album ed i singoli (mi mancano solo gli EP, che ho comunque semi-originali), per finire con il concerto dei miei Dei a cui ho potuto assistere dalla prima fila. Anche la letteratura presenta un bilancio positivo, poiché ho letto il libro che in assoluto prediligo, ovvero Il Ritratto di Dorian Gray. Le mie conoscenze delle arti figurative hanno iniziato a spaziare anche fra le opere contemporanee, ma non quelle “ufficiali” (ovvero quelle che espongono nei musei e che, personalmente, trovo orrende), ma bensì i disegni e le fotografie gotiche, che hanno su di me un fascino estremo. Ultimo ma non meno importante, il cinema; quest’anno ho visto il film che mi ha maggiormente colpito, ovvero Velvet Goldmine. Inoltre, ho scoperto, come attore, Stuart Townsend, che rappresenta per me il modello della perfezione maschile (un applauso ai coniugi Townsend!). Anche se non si tratta propriamente di cinema, è sempre un campo affine, quindi ricordo qui l’ultimo capitolo del mio serial preferito, ovvero Streghe. È stata una conclusione degna degli 8 magici anni che mi ha fatto trascorrere.
4) Il livello ludico-ricreativo. Questo è stato, come già detto, l’anno di Lot, ma non solo. Ho fatto numerosi viaggi: gita in Liguria, viaggio in Siria, a Malta, la breve vacanza a Cagliari e, più importante di tutti, i due giorni di Milano. In particolare, quest’ultimo viaggio da solo è sufficiente a classificare il 2006 come anno fantastico indipendentemente da tutto il resto. Durante questo viaggio sono stati compiuti due importanti passi nella mia vita, ed ho valorizzato qualcosa che ho sempre creduto un peso ed invece era prezioso. Ho inoltre iniziato il corso di canto, qualcosa che volevo fare da molto. Grazie ad esso ho migliorato il controllo della mia voce, ed ora sentirmi che canticchio appresso alle canzoni degli Evanescence è un po’ meno una tortura.

Di conseguenza, stranamente i pro superano il contro e per la prima volta il bilancio si chiude in positivo. Adesso, spero che il 2007 sia un anno altrettanto proficuo.
Buona notte di San Silvestro a tutti.

Friday 29 December 2006

No one’s left to stop you now-yeah-yeah-yeah!

You’re not saving that…
There’s a lot of prejudice against the undead…

Origin - EvanescenceOk, ok, non sono partito di testa… O forse solo un pochino… O forse tantissimo!!
Che è successo? Ok, ve lo dico. Non chiedetemi né come, né dove e né perché, il fatto sta che dopo innumerevoli peripezie sono entrato in possesso di una delle copie OROGINALI del primo album degli Evanescence, risalente al 2000: Origin.

Come faccio ad essere sicuro che sia originale? Beh:
1) Ha il numero di serie dietro il CD, e per riprodurlo ci vogliono macchinari troppo sofisticati per essere usati in una truffa su eBay.
2) Il frame è perfetto. Quando masterizzi un CD il frame si sballa, si mette sempre almeno mezzo secondo di spazio fra una traccia e l’altra. Mentre non ce n’è né fra Origin e Whisper, né fra Away From Me ed Eternal,
3) I CD originali avevano un dettaglio che non so se fosse dovuto ad un difetto o fosse stato messo apposta, e cioè che se si fa partire la prima traccia e si tiene premuto il tasto di ricerca all’indietro, saltano fuori 36 secondi di ghost track (quella da cui è tratto il titolo e le prime due frasi del post). Anche qui, la contraffazione sarebbe difficile, molto, senza far risultare la traccia nella track-list.

Ergo, è originale per ovvie ragioni. Fatemi gli auguri, perché oggi sono la persona più felice sulla faccia della Terra (la mia felicità potrebbe essere maggiore solo se il mio Amore comparisse qui ora). Per quanto riguarda i primi due EP, Evanescence (1998) e Sound Asleep (1999), mi sono messo il cuore in pace perché sono usciti rispettivamente in 100 e 50 copie, ma ad Origin ci tenevo particolarmente.

E ora me lo riascolto!

Monday 25 December 2006

A Dark and Cozy Christmas

A Dark And Cozy Christmas by *Sebychu
Credo che l’esordio più appropriato sia un augurio di buon Natale a tutti i Cristiani che ci credono, un buon Yule a tutti i Pagani, e non credo di dimenticare nessuno.

Oggi è stata una giornata molto, molto contradditoria. Da una parte non ho avvertito affatto il Natale, se non per l’abbuffata di pasta al forno, dall’altra è stata una giornata particolare, ovattata di oscurità calda e soffice (come dice il titolo). Non so dire se potrei definirla bella o brutta, come giornata. È stata percorsa per intero da uno strano velo di apatia, quasi atarassia, che l’ha resa irreale. E tuttavia, a momenti ho incontrato qualche spruzzo di incertezza, dovuto forse alle parole che ho udito ieri sera da una Certa Persona. E tuttavia, sentivo un’ispirazione prorompente che mi ha spinto a creare numerosi avatar per Lot.
Non so, non riesco ad inquadrare oggi in nessun modo.
Credo che la colonna sonora perfetta per oggi sia Give Unto Me (Sound Asleep) degli Evanescence, misteriosa, indecifrabile, eppure morbida ed avvolgente. E l’immagine più appropriata sia A Dark And Cozy Christmas di Sebychu, che ho pescato su deviantART, oscura, ma tranquilla, solitaria ma tiepida.

Sunday 24 December 2006

Un altro anniversario


N.

Perduta Principessa

Figlia Favorita di Follia

Perfetta

Perversa…        …Ninfetta…        …Capricciosa

Spina Nera

Bambola di Carne

Attricetta dei Perduti Istanti

Anima Dannata


Insomma, di chi stiamo parlando?
Ma come? Non lo sapete? Ma ovviamente di Nereide Margot Von Lantier!
O per lo meno, questa era la Nereide che Dorian ha conosciuto esattamente un anno fa ad oggi, né più, né meno. Un’affascinante bambola di porcellana destinata a risvegliare il suo lato perverso.

Ovviamente, la data in cui Nereide e Dorian si sono conosciuti a Lot non può che coincidere con la data in cui io ho conosciuto Frikka, che è per me una delle migliori amiche che abbia mai avuto. È raro trovare un’amica con cui si può parlare di tutto, che ti ascolta senza giudicarti, che ti dice le cose come stanno anche a costo di frantumare le tue fittizie illusioni sapendo che dopo ti sentirai meglio. Grazie per questo meraviglioso anno. Anche tu hai dato un grosso contributo alla media positiva di quest anno.

NereideQuesto è l’avatar che aveva Nereide quando l’ho conosciuta. Nonostante i successivi numerosi cambiamenti, io ce l’ho ancora!

Saturday 23 December 2006

Quasi un Capodanno per me...

Sabato 23 dicembre 2006. Oggi ho fatto un anno preciso dalla mia iscrizione a Lot.

Per molti sarebbe un evento della serie “chissene”, ma non per me. Per me Lot ha avuto un’incidenza molto, molto importante e positiva. Posso dire che ha cambiato in meglio la mia vita. È il principale dei fattori che mi hanno permesso di tracciare un bilancio positivo del 2006, poiché gran parte degli altri sono connessi ad esso.

In primo luogo, per le persone che ho conosciuto grazie a Lot. Tante, tantissime, e quasi tutte importanti nella mia vita. Frikka, Simy, Valentina, Dadinu, Yeye (che ci manca), Ary&Ory, Chicca, le tre Giulie, Ale la Sis, Ale la Vampira (anche se non l’ho conosciuta su Lot, è avvenuto comunque grazie a Lot e Valentina), Alice, Ilaria, Ary l’altra… Oddei, siete davvero troppi per ricordarvi tutti! E poi, ovviamente, una conseguenza, seppure indiretta, di Lot è stato il fatto che io abbia conosciuto Te.

Un altro ruolo importante di Lot è stato quello di aiutarmi a crescere come persona. Un po’ grazie alle persone che vi ho conosciuto, molto spingendomi ad affrontare diverse introspezioni che mi hanno permesso di cogliere diverse sfaccettature della mia personalità che magari prima avevo solo intravisto ma su cui non mi ero soffermato. Un esempio lampante è la mia Gothness: prima mi limitavo a seguirla musicalmente, provando una vaga inquietudine esistenziale. Ma grazie a Lot, ed a Valentina e Alessandra che ho conosciuto tramite Lot, ho imparato ad esternarla ed ora mi sento in pace con me stesso. È sempre merito di Lot se ho acquisito una maggior fiducia in Me Stesso, forse anche troppa. In un anno, sono passato dal detestarmi completamente al Narcisismo che sfiora la patologia. E mi piaccio come sono ora. Grazie a Lot ho anche fatto un’introspezione che mi ha portato, per dirla in termini matematici, a cambiare il mio Δ in uno più serio e più naturale.

Infine, ma non meno importante, mi ha fatto divertire un mondo. Ha riempito buona parte del tempo della mia non-vita permettendomi di  assaporare la vita vera, cosa che fintanto che marcirò rinchiuso in questo buco non potrò fare. Come attività ludica è impareggiabile, senza contare che ha avuto un ruolo prominente nell’innalzare il livello della mia lingua (ho imparato un sacco di termini colti fighissimi da usare all’occorrenza) e del mio stile in chat, liberandomi dalla schiavitù dei vari xké, xò et similia.
Amo i miei due burattini, Dorian ed Orestes. Sono stati molto per me, sono due mie creazioni e li adoro inquanto tali, poiché in ognuno di loro c’è una rifrazione di me. Adoro progettare le giocate, cercare di fare le azioni elaborate, amo impersonare una parte. È come recitare e narrare al tempo stesso, ed è per questo che mi diverte.

Ed ora, non posso che sperare in un altro anno di gioco. Ad aprile farò un anno con Orestes, e credo che scribacchierò qualcosa anche allora.
Un grazie e un saluto affettuoso a tutte le persone  che ho conosciuto grazie a Lot, ed in particolare a Giovix per avermi convinto (o, per meglio dire, “costretto”) ad iscrivermi, vincendo il mio scetticismo. E mi riservo di fare anch’io altrettanto: Alessandra, iscriviti a Lot!

Tuesday 19 December 2006

La Colonna Sonora di un Amore Fantasma

Tenerezza,
Amore Infelice,
E poi Legami Emotivi.

Tutto ciò
Porta alla Luce Interiore.

We used to swim the same moonlight waters,
Oceans away from the wakeful day.

My fall will be for you,
My love will be in you.
If you be the one to
Cut me, I’ll bleed forever.
My fall will be for you,
My love will be in you.
If you be the one to
Cut me, I’ll bleed forever.


Scent of the see before the waking of the world
Brings me to thee, into the blue memory.


My fall will be for you,
My love will be in you.
If you be the one to
Cut me, I’ll bleed forever.


My fall will be for you,
My love will be in you.
If you be the one to
Cut me, I’ll bleed forever.



God Child: Riff & Cain

My fall will be for you,
My love will be in you.
You are the one to cut me,
So I will bleed forever.


My fall will be for you,
My love will be in you.
You are the one to cut me,
So I will bleed forever.
My fall will be for you,
My love will be in you.
You are the one to cut me,
So I will bleed forever.


My fall will be for you,
My love will be in you.
You are the one to cut me,
So I will bleed forever.

. . .

A questo punto qualcuno potrebbe obiettare: “Ma che diavolo c’entra Ghost Love Score dei Nightwish con God Child di Kaori Yuki?”
La risposta è: “In realtà nulla”.
Se non, forse, per il fatto che una volta ho visto su Lot un avatar fatto con l’immagine di sopra e versi di questa canzone, e da allora nella mia testa sono legate.
In verità, credo che uno dei motivi che mi ha spinto a mettere l’immagine di Cain e Riff che si abbracciano (non sono carinissimi?) è che stasera sono di umore mediamente pessimo, e quindi la mia mente è propensa a pensare ad una storia d’amore che si conclude in tragedia, come questa. Fra l’altro, il titolo della canzone (che ho tradotto in quello del post) mi sembra adattarsi abbastanza.
Ho messo solo una parte del testo di Ghost Love Score, che corrisponde a quella che preferisco, ovvero il ritornello (per un totale di circa 4 minuti su 10 di pacchianate più o meno ascoltabili)... È epica, è lirica, è metal: tre cose che mi nutrono nei periodi di malinconia. Adoro i cori di sottofondo nel ritornello, ed adoro il ritmo serrato della dizione e delle chitarre (anche se la voce di Tarja è pressoché superflua e passa abbastanza inosservata). E in queste parti, anche l’orchestra ci sta bene, e non appesantisce come invece accade in mole altre canzoni di Once. Finisco sempre per skippare tutto ciò che c’è prima e in mezzo e ascoltare quei cori a ripetizione.
“Feriscimi, e sanguinerò per sempre. Solo tu hai il potere di farmi vivere o morire, è una tua scelta”. Il senso della canzone è questo. Forse anche in questo ho visto un collegamento con God Child, perché Cain, nonostante possa scappare e salvarsi, alla fine sceglie di morire insieme a Riff (non ho ben presente come e perché, dato che non ho letto il manga ma ho solo raccolto notizie qua e là, però è così). Riff è la ragione di vita di Cain, ed innanzi alla prospettiva di perdere lui Cain decide di rinunciare alla vita. È ammirevole.

Anche io farei così, nella prospettiva di perdere il mio amore. È l’unica cosa che dà uno scopo al mio futuro e un senso al mio passato, nonché unico raggio di luce del mio presente.
Ma è un raggio di luce remoto, reso debole dalla distanza. Non riesce nemmeno a scalfire l’oscurità che mi attanaglia.


E ora ho freddo, e ho sonno. E vorrei addormentarmi e non trovare risveglio.


Chi scriverà la Colonna Sonora di un Amore Sovversivo?

Sunday 17 December 2006

Placebo, Delain, Evanescence... altri?!

Non so se avete presente i momenti in cui una canzone si fissa in testa senza possibilità di scampo. Ecco, quando le canzoni che si fissano sono molte alla volta e si danno il cambio ogni cinque secondi, c'è da tagliarsi i polsi. Voilà:

Strange infatuation seems to grace the evening tide:
I’ll take it by your side.
Such imagination seems to help the feeling slide:
I’ll take it by your side.
Instant correlation sucks and breeds a pack of lies:
I’ll take it by your side.
Over-saturation curls the skin and tans the hide:
I’ll take it by your side.

Tick-tock,
Tick-tock,
Tick-tock…
Tick-tick…
Tick, tick…
Tick-tock…

I’m unclean, a libertine,
And every time you vent your spleen,
I seem to lose the power of speech.
Your slipping slowly from my reach.
You grow me like an evergreen,
You never see the lonely me at all.

I… take the plan, spin it sideways.
I… fall.

Without you I’m nothing.
Without you I’m nothing.
Without you I’m nothing.
(Take the plan, spin it sideways)
Without you I’m nothing at all.

[ Without You I’m Nothing – Placebo ]


Chiaro, chiarissimo riferimento a “te”, soprattutto nell'ultima strofa. Personalmente adoro i testi di Brian Molko, c'è la solita sottile immoralità di fondo che mi fa tanto impazzire, oltre che trovo che molti siano stati scritti apposta per me (vedesi My Sweet Prince).

It feels so dangerous,
I don’t know where you are.
You can’t control my every move
Although you try so hard.
Accept it, leave it,
Your wisdom doesn’t make me wise.
Accept it, leave it,
Your tears don’t make me cry.

Drifting apart,
Lay me to waste.
I know your fears,
I feel your pain.
Running away
Through a spinning maze,
Running away
To a safe escape.

No compliance,
Your boundaries suffocate.
My lungs are filled
With poison in your cage.
Bruises and stains,
No power left to stand.
You held me down,
Help me rise again.

It feels so dangerous,
I don’t know where you are.
You can’t control my every move
Although you try so hard.
Accept it, leave it,
Your wisdom doesn’t make me wise.
Accept it, leave it,
Your tears don’t make me cry.

No compliance,
Your boundaries suffocate.
My lungs are filled
With poison in your cage.
Bruises and stains,
No power left to stand.
You held me down,
Help me rise again.


[ No Compliance – Delain ]


Perché ho questa canzone in testa…? Bella domanda. Seriamente, non ne ho idea, si è semplicemente piantata lì e non vuole uscirne, e si mescola con quella dei Placebo. A parte forse che stamattina Fede mi ha messo il dubbio sulla pronuncia del nome del gruppo… Dèlain? Delèn? Dìlein? Dilèin? Aiuto!
Da notare che questa canzone è un featuring. Su una base suonata dai Del-come-diavolo-si-pronunciano-Delain, i vocals femminili sono di Sharon Den Adel dei Within Temptation (li ho conosciuti proprio grazie a lei), mentre quelli maschili sono purtroppo di Marco Hietala dei Nightwish.
Ci sono poi un paio di canzoni degli Evanescence che mi martellano la testa e si mescolano a queste due, ma me le riservo per un intervento a parte. Concludo qui, riassumendo brevemente le giornate dell'esame del First:
Martedì avevo le prime quattro parti. La Reading (comprensione scritta) dovrebbe essere andata bene, sebbene i testi delle ultime due parti fossero noiosi e la concentrazione vagasse. La Writing (produzione scritta) dovrebbe essere andata, la prima parte l'ho fatta stupida perché il soggetto era stupido, mentre la seconda domanda consisteva nel consigliare al solito English Penfriend un personaggio italiano famoso per un progetto scolastico, ed ho scritto 180 parole di elogio ininterrotto di Monica Bellucci (una a caso, però che “Una”), ergo dovrei averla fatta discretamente. Pausa pranzo e poi lo Use of English (grammatica e lingua), nel quale mi sentivo meno ferrato, e che invece dovrebbe essere andato nei limiti della decenza. E poi una Listening (comprensione orale) devastante, in cui sono riuscito ad azzeccare molte cose, ma per puro miracolo. C'era lo scozzese folle e non si capiva una benemerita mazza di quello che diceva, il direttore d'orchestra soporifero nel parlare (spero non altrettanto nella sua arte) e il velista antipatico… Ma chi diavolo l'aveva composto quel CD? Ergo, non è stata una parte brillante, ma spero che sia stata almeno sufficiente. Venerdì, infine, la Speaking (produzione orale) assieme a Federica (saluto!), che dovrebbe essere andata bene.
In definitiva, non posso dirmi del tutto soddisfatto dell'esame: a passare lo dovrei passare, ma non credo sia stata una delle mie prove più brillanti. Comunque sia andato, però, lo saprò a metà febbraio, indi posso benissimo mettermi l'anima in pace sino ad allora e concentrarmi sull'imminente compito di chimica. Postmetto che non ho scritto nulla sull'esame sino ad oggi perché non volevo portarmi sfortuna da solo pubblicando notizie prima della Speaking. La sessione di martedì ha avuto anche un imprevisto molto gradito, poiché papà mi ha accompagnato da Mediaworld, dove ho trovato per puro caso il DVD in edizione speciale di The Nightmare Before Christmas, ovvero il mio lungometraggio animato preferito.

Ciò detto, buona notte a tutti ed in particolare all'Amore Mio Sovversivo (ti ho copiato il termine perché era troppo bello, spero non te la prenda… Ti amo!).

Friday 15 December 2006

Le Due del Pomeriggio – Un Mese Dopo

Esattamente un mese fa, a quest’ora, ovvero il 15 novembre alle 14:00, iniziavano le uniche quattro ore di vita vera che abbia mai provato nel corso dei miei 17 anni di vagabondaggio su questo mondo. E ricordo ancora tutto come se stesse accadendo in questo momento.

Ecco, ora ti scorgo dall’altra parte del viale che cammini, sei di spalle. Io attraverso di corsa la strada, e chiamo un po’ insicuro il tuo nome. Tu ti volti, mi vedi e chiami il mio. Mi corri incontro, io faccio altrettanto, e subito mi butto fra le tue braccia. Ecco, ora la Giulia ci raggiunge, fate le presentazioni, lei si lamenta che l’ho fatta correre. Io ti faccio una domanda, un po’ timidamente, tu annuisci, e subito le mie labbra carezzano la tua guancia. Sorridiamo, ci prendiamo per mano e andiamo verso la stazione della metro, la Giulia che parla incessantemente e noi persi nella beatitudine della reciproca presenza.
Ora stiamo scendendo le scale. Volto il capo per osservarti, ammiro la tua bellezza. Sono felice, felice come mai prima. Un rapido sguardo alle tue labbra, oggetto del desio delle mie. Ma attendo. Attendo il momento giusto in modo che sia qualcosa che ricorderò sino alla Morte.
Ecco, dopo una corsa all’edicola della stazione per comprare il biglietto siamo sulla metro. Programmiamo il pomeriggio: a Milano Centrale per comprare il mio biglietto del treno, poi da Sin Factory, e poi si vedrà. Arriviamo alla stazione, e faccio la fila per il biglietto abbracciato a te. Mi parli delle tue insicurezze, io ti dico che ti capisco. La Giulia parla, ma non ricordo di cosa… In questo momento, quattro dei i miei cinque sensi sono occupati solo con te. La tua bellezza che stupra la mia vista. La tua voce che rapisce il mio udito. Il tuo profumo che inebria il mio olfatto. La tua pelle che sazia il mio tatto. Ed il gusto che ancora languisce.
Adesso stiamo uscendo dalla stazione. Ci guardiamo intorno in cerca del tram che dobbiamo prendere. Io e te ci teniamo sempre per mano. Ci avviciniamo alla biglietteria, il tipo ci indirizza dall’altra parte della piazza. Il bus sta arrivando, saliamo subito e prendiamo posto dietro. Tu vicino al finestrino, le spalle al conducente, io accanto a te, e la Giulia di fronte. Lei parla, parla, parla... e io, fra le tue braccia, non la ascolto, ti osservo, ti accarezzo, cerco le tue labbra, però solo per un bacio casto. Non voglio certo che tu ti metta problemi. E invece qualcosa nella tua reazione al mio gesto è inaspettato, non mi lasci più andare via, le tue labbra accolgono le mie e deliziano il mio gusto. Shock, brividi, beatitudine che si diffonde in tutto il corpo: ti sto baciando! Il tuo sapore che prende il controllo del mio gusto. E poi di nuovo, e di nuovo…
Perdiamo la fermata, ma che importanza ha? Scendiamo, e ci facciamo un pezzo di strada a piedi, sbagliamo direzione, la Giulia cerca di orientarsi, ed io penso solo a te… E poi il resto del pomeriggio.

Amore, mi manchi. Ci sono momenti in cui mi sembra sia trascorsa un’eternità da quando ci siamo salutati alla stazione con quel bacio interrotto dall’annuncio che il tuo treno stava partendo. Eppure ricordo tutto quanto nei minimi dettagli. Il rivivere quelle quattro ore è il mio passatempo preferito per trascorrere le ore scolastiche. Ti amo e non posso più fare a meno di te.


Ed oggi è un mese che stiamo insieme.
Un mese di vita del mio Amore Sovversivo.

Monday 11 December 2006

Chilled to the Morrow

Sto cercando di sembrare calmo, ma in realtà, come recita il titolo dello sproloquio (che è una frase di The Other Half (Of Me) dei Within Temptation), sono ghiacciato sino al midollo.
Ok, dannazione, sono pronto per questo diavolo di esame. Domani farò quattro delle cinque parti, ovvero Reading (comprensione scritta), Writing (produzione scritta), Use of English (grammatica e lingua) e Listening (comprensione orale). La Speaking (produzione orale) sarà venerdì.
Per quanto riguarda Reading, Listening e Writing, le faccio pressoché perfette. Nella Speaking me la cavo egualmente bene. Forse, se non presto sufficiente attenzione potrei toppare qua e là nello Use of English, ma non credo tanto da comprometterne il risultato, considerando anche che se faccio le altre quattro parti bene e quella non molto bene passo comunque perché si fa la media totale.
Eppure non riesco a non sentirmi il cuore stretto in una morsa e le dita di ghiaccio. Sto cercando di distrarmi sperimentando la creazione di un nuovo puntatore per il mouse
, sebbene sia abbastanza soddisfatto anche della mia preda attuale. Però la cosa non mi aiuta minimamente... Sono teso e infreddolito, e non ho nessun abbraccio in cui abbandonarmi, non ho labbra che mi consolino, non ho alcun respiro che mi tiene caldo, e non posso che accontentarmi del Suo sostegno morale a distanza. Il che è già moltissimo, anzi, è più che sufficiente... Perché starei scantonando in ogni caso, anche se M. fosse qui, quindi potrebbe fare ben poco. Amore, mi basta sapere che mi pensi e mi sostieni da lì (se poi mi casti anche un incantesimo di buona fortuna, io non lo respingo mica, eh?).
Fra l’altro, mi si pretende pure che stacchi presto, quindi non ho molto tempo a disposizione… Non so quanto riuscirò a dormire bene, però farò almeno un tentativo…
Ri-auguratemi buona fortuna!


Aggiunta delle 22:30 circa:

Diciamo che sono riuscito a far passare quasi tutta la tensione: mi è bastato fare uno squillo e mandare un messaggio a M. per tranquillizzarmi. Ora mi sento più sicuro sulla mia riuscita… In qualche modo il Suo amore ha un effetto molto benefico su di me.

Grazie anche per questo. Ti amo sempre di più, ogni giorno che passa, e ogni momento lontano da te non farà altro che rendere più dolce quello in cui potrò assaporare nuovamente le tue labbra.
Buonanotte, amore!

Quando una settimana inizia bene

Non per spaventarvi, ma oggi sono di ottimo umore!
A cosa è dovuta questa rarità? Ma semplicemente al fatto che un qualche pezzo della caldaia di scuola ha reso l’anima e ha mandato a donzelle l’intero impianto di riscaldamento. Ne consegue che, fino a quando non lo sostituiranno (e trattasi di diversi giorni), si entrerà alla terza ora. Ergo, ogni mattina avrò due ore di sonno bonus più la gioia di non vedere la mia “adovata” di chimica sino a data da destinarsi e saltare la lezione del mio “adovatissimo” di ginnastica di mercoledì. Se poi la cosa si protrae fino ad almeno la fine della settimana, mi perderò anche un totale di quattro ore dell’altro “adovato”, ovvero latino&italiano.

In realtà, però, per domani non mi cambia nulla, poiché mi sarei comunque dovuto assentare da scuola per andare a Sassari e dare l’esame del First. Se tutto va come deve andare, mi leverò il viaggio pomeridiano di lunedì, e me ne resteranno solo due.
Auguratemi buona fortuna!!

Sunday 10 December 2006

My Memories keep You near...

Chi sa dirmi precisamente come dovrebbe fatta essere una buona giornata?
Perché io non me lo ricordo mica.


Di certo non è stata buona la maggior parte del 10 novembre, ovvero un mese fa. Poi è arrivata una notizia che mi ha letteralmente fatto balzare il cuore fuori dal petto. Poi il discorso “Ma mi sbaglio o no…?”, e la certezza di essere innamorato di M. mista alla speranza di aver capito bene, di essere ricambiato. E la mia 
risposta, forse un po’ a bruciapelo.

Questi ricordi sono gli unici pensieri a cui mi posso aggrappare per continuare a sopravvivere.

Ti amo
.



Ah, P.S. per tutti: siccome ho bisogno di distrarmi un po’ dai miei casini, ho pensato di farmi prendere un po’ dall’atmosfera natalizia e no messo una canzone intonata con il periodo sul Santuario. Se v’interessa saperlo, è Gothic X-Mas dei Within Temptation. Ho messo pure il testo scorrevole sotto.
Missing
si prende un mesetto di vacanza, però la lascio, così la potrete sempre sentire.
Enjoy!

Friday 8 December 2006

My Immortal: grazie, Amy.

Sono passati 10 mesi dall’ultima volta che ho pianto. Non sono del tutto sicuro, ma dovrebbero essere più o meno esatti oggi, l’8. E oggi, dopo tanto tempo, ci sono finalmente riuscito di nuovo.

In realtà, la causa occasionale è stata estremamente banale: non mi si accendeva una delle ghirlande di luicine dell’albero in allestimento. Obiezione: Io non sono cristiano, perché lo faccio comunque? Avevo intenzione di postare a riguardo, ma è successa questa cosa più importante e ho lasciato perdere. Di conseguenza, riassumo: essendo l’Albero della Prosperità nato come rito pagano, ovvero appendere frutti all’abete come buon augurio per un inverno prospero, lo faccio in quest’ottica.
Comunque, il fatto che le lucine si fossero fulminate ha avuto un ruolo piuttosto marginale. In realtà si è trattato di una catarsi da tutta la tensione che ho accumulato questo periodo.
A venire in mio soccorso e sciogliere il mio blocco è stata, neanche a dirlo, Amy Lee. Sì, ancora una volta Lei. Ricordo nitidamente che un anno fa, mentre facevo l’albero, ascoltavo Oceanborn dei Nightwish. Quest’anno, invece, ho voluto sperimentare la combo Origin-Fallen-The Open Door degli Evanescence. Inizialmente canticchiavo con allegria, ma poi la Mater ha iniziato ad entrare sempre più di frequente in salotto, avvelenandomi il pomeriggio. Poi, intorno alle quattro, raggiungo il punto di rottura con la storia della ghirlanda mentre l’hi-fi spandeva le note di My Immortal (Band Version), ovvero la bonus track della mia edizione di Fallen. In buona sostanza, diciamo che questa è stata la causa occasionale che ha tirato fuori tutto lo stress di questo periodo (di cui mi sono lagnato nel post precedente), che è stato poi canalizzato in pianto dalle note del piano di Amy, degli archi di sottofondo e dalla sua voce. E’ stata una cosa improvvisa: il campo visivo a iniziato a sfumare nei suoi bordi… Sono riuscito ad aggrapparmi a quella sensazione che stava già fuggendo, concentrandomi sulla canzone, e presto l’intero campo visivo è stato offuscato. E poi le lacrime. E dopo i singhiozzi.
E adesso sto bene e mi sento leggero come non accadeva da tempo.

Comunque, mi sembra doveroso un omaggio ad Amy, per ringraziarla di avermi aiutato a sfogarmi un po’. Quindi, riporto di seguito il post della canzone che mi è stata tanto catartica.


My Immortal

My Immortal – Evanescence

I’m so tired of being here
Suppressed by all my childish fears.
And if you have to leave
I wish that you would just leave:
Your presence still lingers here,
And it won’t leave me alone.

These wounds won’t seem to heal,
This pain is just too real,
There’s just too much that time cannot erase.

When you cried I’d wipe away all of your tears,
When you’d scream I’d fight away all of your fears,
I held your hand through all of these years,
But you still have all of me.

You used to captivate me
By your resonating light,
Now I’m bound by the life you left behind.
Your face it haunts
My once pleasant dreams.
Your voice it chased away
All the sanity in me.

These wounds won’t seem to heal,
This pain is just too real,
There’s just too much that time cannot erase.

When you cried I’d wipe away all of your tears,
When you’d scream I’d fight away all of your fears,
I held your hand through all of these years,
But you still have all of me.

I’ve tried so hard to tell myself that you’re gone,
But though you’re still with me
I’ve been alone all along.

When you cried I’d wipe away all of your tears,
When you’d scream I’d fight away all of your fears,
I held your hand through all of these years,
But you still have all of me.

Morality Plays



Io, Henry, e tu, Dorian.
Ti va di giocare…?



Tanto lo so che posso vincere:
Riuscirò a corrompere la tua anima
Ed incoronarla con una Ghirlanda di Narcisi.


Riflessioni su Away From Me

Oggi non è stata proprio quella che può essere definita una bella giornata…

No, in realtà non è corretto dire che è oggi, la pessima giornata. È il periodo che è pessimo, tutto, nel suo complesso. Da una parte c’è la scuola, le levatacce per fare colazione e arrivare in tempo, dovendomi fare una ventina di minuti di strada a piedi ogni santa mattina, i professori che pretendono rispetto senza volerne dare in cambio. I voti, le borse di studio, le materie, i compiti… Tutto mi sta diventando indigesto.
Finisce la scuola, torno a casa e trovo la Mater con il suo fottutissimo piede operato (lo so, bonjour finesse), che non fa altro che lagnarsi sul fatto che non la calcolo abbastanza e che talvolta mi rifiuto di darle una mano in casa. Forse la Signora non si rende conto che è già un impegno gravoso sopportarla. Povera donna, non gliene faccio una colpa, non è colpa sua se ha il piede tutto a dolori, ma è oggettivamente pesante sostenere le sue lamentele e le continue chiamate.
Abbiamo infine la mia semi-pendolarità, il fatto che un pomeriggio sì e un pomeriggio no devo inscatolarmi su un pullman ed andare a Sassari per il corso d’inglese per il First e l’Advanced. È pesante doversi fare un’ora di viaggio perché l’itinerario del pullman è una delle più grosse troiate che la storia moderna ricordi. Presa singolarmente, ognuna di queste cose può sembrare innocua, ma quando formano la Trinità Riunita, l’unico motivo che mi trattiene dal fare una strage è l’amore di M.

In effetti, in questo periodo sto ascoltando molto sovente Away From Me degli Evanescence, la canzone di cui ho precedentemente postato il testo. Perché in questo momento ricalca pari pari la mia vita. Tutto intorno a me mi disgusta. Le cose che ho creato, quelle che ho ottenuto, sembrano perdere ogni importanza.
Sto perdendo il mio narcisismo. Non che stia smettendo di amarmi, semplicemente ho perso ogni voglia di prendermi cura di me. Così i miei capelli sono perennemente scomposti, la barba non fatta, i vestiti, soprattutto in casa, trasandati e l’acne lasciata ad imperversare. Restando qui, perso e solo nell’ombra, non ho motivo di curare il mio aspetto. E tutto ciò che posso fare è protendermi verso qualcosa di più e desiderare di perdermi in Te, e che tu venga a portarmi via da qui, dall’orrore di ciò che sto diventando marcendo in questo fetido buco.

Portami via da qui!

Thursday 7 December 2006

Away From Me

I hold my breath as this life starts to take its toll.
I hide behind a smile as this perfect plan unfolds.
But oh, Goth, I feel I’ve been lied

To lost all faith in the things that I’ve achieved, and I

I’ve woken now to find myself
In the shadows of all I have created.
I’m longing to be lost in You
Away from this place I’ve made
Just take me away from me.

Crawling through this world as disease flows through my veins
I’m looking into myself, but my own heart has been changed.
I can’t go on like this,
I loathe all I’ve become.

I’ve woken now to find myself
In the shadows of all I have created.
I’m longing to be lost in You
Away from this place I’ve made
Just take me away from me.

Lost in a dying world I reach for something more.
I have grown so weary of this lie I live...


I’ve woken now to find myself
In the shadows of all I have created.
I’m longing to be lost in You…

I’ve woken now to find myself
I’m lost in the shadows on my own.
I’m longing to be lost in You,
Away from me.

[ Evanescence ]

Saturday 2 December 2006

È Natale, si può fare di più!

Accidenti, siamo già a dicembre… Manca poco al Natale! (…sottinteso, per chi ci crede).
Le città si coprono di lucine colorate, le vetrine dei negozi di ghirlande e neve finta, ed inizia la corsa a cercare un regalo per gli amici… Il solito periodo natalizio, in buona sostanza. Il quale offre ottimi spunti di riflessione.
Non volendomi soffermare sul solito discorso riguardo l’ipocrisia che, spesso, diventa vera e propria arte recitativa e come tale va apprezzata, mi voglio piuttosto lagnare sulla… boh, mi voglio lagnare perché sono in calo di zuccheri e mi è venuto il malumore.

Parlando di calo di zuccheri e Natale cosa può venire in mente? Il panettone! Con la stupida, idiota pubblicità della Bauli, quella con il bambino che regala pezzi di panettone a destra e a manca cantando “È Natale, è Natale, si può fare di piùùùù!”.
Personalmente quella pubblicità mi da ai nervi. In primo luogo, per il fatto che il bambino elargisce il dolce solo perché poi si aspetta una lauta ricompensa (e si imbroncia pure quando essa tarda ad arrivare), ma soprattutto per la frase “Il panettone Bauli è buono, proprio come te”. Ora, se quel panettone fosse buono come me, la Bauli avrebbe già dichiarato il fallimento. D’accordo, magari non provocherebbe una morte da intossicazione alimentare in seguito ad atroci sofferenze intestinali, ma risulterebbe quantomeno indigesto. Questo dimostra chiaramente come la pubblicità ci prenda per una massa di deficienti che, nella loro infantilità, credono ancora che tutti siano buoni. Ma dove? Ma quando? Ma si sono accorti di come gira il mondo? Mah…
Ad ogni modo io la trovo altamente diseducativa: da una parte, presenta una visione del mondo troppo illusoria ed ottimistica, mentre dall’altra insegna ad agire sempre per il proprio tornaconto, mascherando la cosa come “altruismo”. Ora, nulla contro l’egoismo, anzi, io sono il primo ad agire sempre in cerca di un qualche vantaggio, ma almeno lo ammetto candidamente senza problemi.

Se poi parliamo di prodotti alimentari e pubblicità odiose, allora non posso fare a meno di lanciarmi in un’invettiva contro la Mulino Bianco. Tutte le pubblicità dei prodotti Mulino Bianco mi fanno venir voglia di prendere il televisore a mazzate. Ma chi cavolo le fa, Ratzinger?
Porca miseria, ma non se ne sono accorti che ormai la famiglia tipo non è più quella che presentano loro? Che non esiste più solo lo schema standard “Papino-lavoratore-mammina-casalinga-due-figli-di-cui-un-maschietto-e-una-femminuccia” ma, al contrario, questa è ormai una minoranza?
Personalmente, la Mulino Bianco mi sembra davvero in mano alla Chiesa cattolica: è una continua ostentazione della famiglia stilizzata “di un tempo”, senza un minimo di volontà di aggiornamento, ed il fatto che questo modulo si ripeta per ogni prodotto equivale ad un’implicita accusa nei confronti dei nuclei familiari di diverso tipo: per come la vedo io, ignorano volutamente il mondo delle madri lavoratrici, delle donne separate con figli, delle coppie di fatto, di quelle dello stesso sesso, e tacendo queste realtà pongono un solo modello da seguire, etichettando silenziosamente come “sbagliati” gli altri. È semplicemente anacronistico.
Per non parlare della stupidità degli spot in sé. Tralasciando la musica del Gladiatore che trovo estremamente irritante, prendiamo ad esempio il Gran Cereale: piove, e la tipa mangia i biscotti dentro casa. Ad un certo punto le cade un cereale intero dal biscotto e lei, molto intelligentemente, lo raccoglie, lo interra in un vaso e lo mette fuori sotto la pioggia. Ma ragazza mia! Ma un cereale cotto non germoglia nemmeno se sta scendendo il Diluvio Universale!

Ed ora che mi sono sfogato un po’, vado a pranzo, così mi passa il calo di zuccheri e mi torna il buonumore… spero…

Friday 1 December 2006

Retrospettiva

Non so dirvi se sono ammattito o solo annoiato, comunque ho riletto tutti i post che sono stati fatti sul Santuario, dal primo all’ultimo (e sto anche correggendo orrori che prima non avevo notato...). Sono cambiate un sacco di cose  da allora, ed in parte lo devo anche al Santuario.
Nel primo post, che risale esattamente ad un mese prima del giorno più bello della mia vita, scrissi: “Spero che questo blog mi porti in qualche modo fortuna”. Accidenti, se me ne ha portata! È tramite il Santuario che ho conosciuto il mio amore!

Ho anche notato l’evolversi delle mie ossessioni e del mio innamoramento. Partendo da D., passando per l’incontro con M.
Ho rivissuto il mio sogno del bosco, quello con Nicole Kidman, che ha avuto, a quanto sembra, un’incidenza piuttosto importante sugli avvenimenti successivi.
Ho scorto dei riverberi di un flirt che avevo avviato molto incautamente e che non ha dato frutti, forse “fortunatamente”.
Sono tornato con la mente al giorno in cui ho detto tutto a D., all’incertezza, al sollievo di non temere di perdere un’amicizia fantastica che ha contribuito a farmi conoscere M... E la preoccupazione che ancora mi attanaglia per il fatto di non riuscire a piangere (ieri, all’ora di disegno, un paio di canzoni mi ci hanno di nuovo portato vicino, ma di nuovo niente).
E poi, il modo in cui lentamente, al pensiero esclusivo di D. si aggiungeva quello d M., molto discretamente all’inizio, per poi diventare sempre più potente. Credo di essere stato innamorato di both of them, per un certo periodo. Cose che a me capitavano regolarmente. E poi…
Venerdì 10 novembre. La giornata era stata orrenda: mamma che era andata a Civitavecchia a farsi operare e quello che poi avrei probabilmente rimpianto come uno dei più enormi sbagli della mia vita che era sfumato. Di umore pessimo a causa di un pomeriggio insulso, ho iniziato a sfogarmi nel Santuario. Non mi era mai capitato di postare tre volte di seguito, ma quel giorno, tre settimane fa esatte ad oggi, è stato molto particolare... I primi due post erano di puro sfogo, e poi… Una persona che mi saluta su MSN, dicendomi di leggere il suo blog solo dopo la sua disconnessione. Un post che mi lascia, inizialmente, di sasso, e che poi inizia a scaldarmi il cuore. Ed il panico, il panico di aver interpretato male, il desiderio disperato di essere io il destinatario di quel post. E poi il bisogno di far sapere a quella persona, M., che sarei stato a Milano pochi giorni dopo. Ed M. che mi riporta in vita.
Ed ecco poi la gita a Milano, l’incontro con Amy, il principio della mia felicita che viaggiava sulle labbra di M., il catastrofico rientro ad Alghero che non mi ha ucciso grazie al suo amore.
Ed ora, Dorian Gray che occupa la mia mente. In quel testo riconosco uno ad uno tutti i miei pensieri, le mie credenze, le mie verità, cesellate e rese sublimi. Mi ha ricordato le ragioni del mio essere come sono e mi ha fatto fremere di un nuovo amore per Me Stesso. L’unico effetto collaterale potrebbe essere che non troverò mai più un libro tanto interessante.

E questo è quanto. Non so, oggi ero in vena di tirare le somme sul blog, e fra un mese dovrò tirare le somme su un intero anno. Ma di questo non anticipo nulla.

Thursday 30 November 2006

Di un acquisto

Ed ecco che un’altra delle mie ambizioni è stata soddisfatta, un’altra delle mie ossessioni nutrita.

Oggi è finalmente arrivato il singolo di Bring Me To Life degli Evanescence, il quale ha completato la mia collezione della discografia completa da Fallen in poi.
È una cosa cui tenevo particolarmente. Certo, non pretendo di avere una copia del primo album, Origin (2000), il quale è fuori produzione da diversi anni, né tanto meno dei primi due EP, Evanescence (1998) e Sound Asleep (1999), i quali sono stati editi rispettivamente in 100 e 50 copie, tuttavia ci tenevo ad avere tutte le release internazionali, dai singoli agli album. E mi rodevo il fegato per non aver acquistato il singolo insieme all’album, quell’estate di 4 anni fa in cui mi trovavo al Bradfield College e, durante la gita ad Oxford, avevo deciso di comprare il disco che avrebbe cambiato la mia vita.
Onestamente, avevo rinunciato ad ogni speranza di trovare Bring Me To Life. Tuttavia, l’esser riuscito a trovare Missing, che è ben più raro, mi ha spinto a tentare. Così, navigando su eBay, ho scovato il disco che mi mancava, e dopo numerosissime peripezie, a partire dalla misteriosa scomparsa del venditore fino ad arrivare alla proverbiale lentezza delle Poste Italiane, ne sono finalmente entrato in possesso.
Un grazie particolare va a Giovix, che mi ha sostenuto nell’impresa (mi ha prestato il suo account eBay e ha anticipato i soldi).
A questo punto, mi manca un solo CD… eh sì, non è finita! Però non posso ancora dire nulla, poiché si tratta del singolo di Lithium, il quale non è ancora stato pubblicato. Per quello dovrò portare pazienza.

Ultimo ma non meno importante, ora posso dire di possedere il CD di una canzone che ha avuto una grandissima importanza nella mia vita, poiché mi ha aperto i cancelli del mondo Gotico rivelandomi la mia vera natura.

Thoughts Entangled - Part 2

Stamattina a scuola ho finito di leggere Il Ritratto di Dorian Gray. Confermo il mio giudizio di miglior libro che abbia mai letto. Mi è entrato in testa, mi sta avvelenando e mi sto quasi pentendo di averlo prestato a Beatrice invece di iniziare subito rileggerlo. Comunque l’attesa non farà che aumentare il piacere che proverò nel tenerlo in mano di nuovo.
Confermo pienamente quanto detto in precedenza: Basil, omosessuale o bisessuale che fosse, amava Dorian. E, ironia della sorte, per causa sua ha trovato la morte. La mia simpatia per Dorian è andata aumentando nel corso del romanzo: la sua sfrenata avidità nel collezionare i suoi soggetti di studio, il modo in cui ha contaminato e distrutto le vite dei suoi amici, il ricatto fatto al chimico, l’astuzia nel trovarsi di fronte al fratello di Sibyl, la fortuna sfacciata nel vederlo morire per caso e, ciliegina sulla torta, la dimostrazione della natura completamente malvagia della sua anima, che rivela per mera ipocrisia e curiosità per l’ennesima nuova esperienza il risparmiare dalla corruzione Hetty la contadinella. Il suo essere totalmente negativo, unito alla sua straordinaria bellezza, sono sufficienti motivi per rimpiangere il fatto che sia solo un personaggio letterario.
Se non fosse stato per i rimorsi della coscienza e per l’unico errore, ovvero l’omicidio di Barsil, la sua vita sarebbe stata perfetta: ha provato ogni esperienza della vita, si è immerso in ogni peccato, è rimasto giovane e bello sino alla morte (perché ha ripreso il suo aspetto solo dopo aver pugnalato il quadro ed essere conseguentemente morto). È stato amato, ha amato, ha trovato un’amicizia speciale (Lord Henry), è stato preso a modello ed additato a sottolineare che ha fatto grandi cose. In breve, ha vissuto pienamente.
Ho apprezzato tutto il libro, sebbene un paio di capitoli scorressero più lentamente: quello in cui troviamo Sibyl alle prese con i parenti e quello in cui vengono enumerati gli studi cui si dedica Dorian, sebbene abbia letto avidamente il nome di ogni pietra preziosa,
ogni tessuto, ogni personaggio storico o letterario cercando di vederli con la mente intossicata del protagonista. Ho apprezzato particolarmente i primi, in cui i personaggi vengono presentati e il penultimo, ovvero l’ultima sera da Lord Henry: ho trovato questo capitolo quasi struggente. È delicato, malinconico, con Henry che ammira Dorian poiché ha mantenuto intatta la propria bellezza e Dorian che tenta ingenuamente di redimersi. Sebbene entrambi siano profondamente perfidi, c’è un sottile affetto che permea l’atmosfera, che mi ha spinto a scorgere una certa tenerezza fra i due (anche qui ci vuole una sensibilità particolare per notarla). Se Wilde non fosse vissuto nell’età Vittoriana, ritengo che l’avrebbe fatta terminare con la sua legittima coronazione: un bacio, inconsciamente d’addio, fra i due.

Ciò detto, devo essere sincero e dire che questo libro una fregatura la presenta: volevo scrivere qualche citazione sul blog, ma sarebbe da citare per intero. Non so, quando tornerà in mio possesso vedrò di selezionare un po’.

Sunday 26 November 2006

Thougts Entangled...

Di nuovo a casa del Procreatore senza nulla da fare. Il motivo che mi ha spinto a venire, stavolta, è stato che non sono ancora riuscito a sistemare il casino del mio iTunes, ergo avevo bisogno del suo portatile per caricarmi le canzoni sull’iPod. Una soluzione temporanea che mi permetterà, quanto meno, di sopravvivere.
Ciò detto, passiamo alle altre cose interessanti che ossessionano la mia mente in questo periodo.

È da poco stato diffuso il video di Lithium, secondo singolo estratto da The Open Door degli Evanescence. La canzone è stupenda e il video non è da meno. È molto invernale e c’è Amy in una foresta ghiacciata, tutta vestita di bianco, che cerca di trovare la sua via per la felicità. Ma c’è anche l’altra Amy, in nero, che affoga nel lago ghiacciato, nel dolore, e in esso desidera restare. Sebbene ci siano alcune reminescenze dei video di Bring Me To Life e Going Under, si adatta perfettamente alla canzone. L’avevo anche messo con il mini-player nella sezione apposita del blog, ma è stato rimosso da YouTube.
La canzone parla essenzialmente della felicità. Essa viene paragonata al litio, una droga, poiché spesso, per un artista, le due cose sono molto simili: la felicità ci pervade, ottenebra i nostri sensi e sembra che ci rubi l’ispirazione. Quando siamo abituati a trarre la nostra ispirazione dal dolore, dal lato negativo della vita, la felicità ci spaventa e, essendo assuefatti al male, la fuggiamo ricercando il confortante – o almeno tale ci pare – abbraccio dell’oscurità. Alla fine, però, Amy decide di lasciarsi andare e provare ad essere felice, scoprendo un modo tutto nuovo di essere ispirata.
Ecco il testo:
Lithium,
Don’t want to lock me up inside lithium,
Don’t want to forget how it feels without lithium,
I want to stay in love with my sorrow.
Oh, but God, I wanna let it go.

Come to bed, don’t make me sleep alone.
Couldn’t hide the emptiness you let it show.
Never wanted it to be so cold,
Just didn’t drink enough to say you love me.
I can’t hold on to me,
Wonder what’s wrong with me.

Lithium,
Don’t want to lock me up inside lithium,
Don’t want to forget how it feels without lithium,
I want to stay in love with my sorrow.
Oh!

Don’t wanna let it lay me down this time,
Drown my will to fly.
Here in the darkness I know myself,
Can’t break free until I let it go,
Let me go.

Darling, I forgive you, after all
Anything is better than to be alone.
And in the end I guess I had to fall,
Always find my place among the ashes.
I can’t hold on to me,
Wonder what’s wrong with me.

Lithium,
Don’t want to lock me up inside lithium,
Don’t want to forget how it feels without lithium,
Stay in love, mh mh…
Ah, I’m gonna let it go.



Dopo Lithium, passiamo all’altra mia ossessione: Il Ritratto di Dorian Gray.
Ho iniziato a leggerlo giovedì. Purtroppo non ho tantissimo tempo a mia disposizione, così che la lettura procede un tantino a rilento – infatti, mi trovo a malapena al decimo capitolo. Tuttavia mi sta piacendo moltissimo, tanto che già lo definisco come il miglior libro che abbia mai letto. È tutto permeato di una sottilissima immoralità di fondo, talmente sottile da essere quasi impercettibile. Lord Henry, con i suoi paradossi, le sue frasi a effetto e i suoi ragionamenti immorali, è il personaggio migliore del romanzo, abile burattinaio di ognuna delle situazioni che vengono a crearsi. È intelligente, furbo ed estremamente affascinante.
Dorian è, per come viene descritto, senza dubbio un bellissimo esemplare di uomo. Tuttavia non è altro che un burattino nelle mani di Lord Henry, il quale non fa che proiettare la propria anima nel corpo di Dorian. Questi diviene alquanto interessante quando, in aggiunta alla sua bellezza, inizia a parlare e ragionare come Henry. Non mi sorprende che Sibyl Vane gli sia cascata ai piedi. Poi abbiamo il pittore, Basil… Personalmente, mi divido fra la compassione e l’irritazione nei suoi confronti. È talmente perbenista che, per tutto il libro (finché è in vita) non fa che ripetere “Henry, tu non pensi ciò che hai detto”. È alquanto irritante da questo punto di vista: non vuole ammettere che il suo amico possa essere perverso e amorale.
Purtroppo, però, Dorian Gray è un libro un po’ difficile da capire. La sottigliezza di molte cose non la si riesce ad afferrare al volo, e ci vuole una sensibilità molto particolare per apprezzarlo pienamente. Basil è un esempio lampante, a questo proposito: tutte le persone prive di questa certa sensibilità non riescono a realizzare quale sia realmente il suo rapporto con Dorian, o, se anche ci riescono, lo negano con tutte le forze. È inutile girarci tanto intorno, Basil non è innamorato della bellezza di Dorian, o dell’ispirazione che Dorian gli dà: è innamorato proprio di Dorian – e, azzardo a dire, se non fosse una persona tanto per bene gli salterebbe probabilmente addosso e lo farebbe suo senza troppi complimenti. È palese.
È altresì palese che lo stesso Dorian cade vittima quanto meno di una bella cotta nei confronti di Lord Henry all’inizio del romanzo, quando lo sente parlare e, soprattutto, al pranzo a casa di Lady Agatha. Anche se poi, quando Basil gli fa la confessione, si rende conto che non può essene innamorato a causa del suo cinismo (non so cosa succeda in seguito, per cui per ora ipotizzo).
Ora non mi resta che continuare la lettura del romanzo, apprezzando le doti di Oscar Wilde, che è riuscito a creare un simile capolavoro.

A questo proposito, ho trovato nel libro anche il motivo per cui non mi va di dire il nome di M. ad anima viva. È riassunto perfettamente da una conversazione fra Basil e Lord Henry:
“Sì, è il suo nome. Non volevo dirtelo.”
“E Perché?”
“Oh, è difficile spiegarlo. Quando una persona mi piace in modo particolare, non dico mai ad alcuno il suo nome: mi sembrerebbe di cederne una parte. Mi sono abituato ad amare in segreto: mi sembra questa l’unica cosa che possa dare una meraviglia o un mistero alla vita moderna. La cosa più comune diventa preziosa se appena si sa celarla.”


Ecco perché mi limito a scrivere solo la tua iniziale: non voglio dividerti con nessuno che non possa capire quanto pensare a te mi rallegri in questo periodo non propriamente ottimo.

Wednesday 22 November 2006

Le Due del Pomeriggio

Ore 14:00

È incredibile che sia trascorsa una settimana.


Sette giorni fa, esattamente a quest’ora, correvo per un viale milanese verso la fermata di Zara, animato da una profonda impazienza mista a gioia, e forse anche un po di timore.
Ed ecco. Tu che passeggi dall’altra parte del viale. Io che attraverso la strada. Una timida invocazione del tuo nome alle tue spalle. Tu che ti giri. La paura che non fossi tu che si trasforma nella gioia di averti davanti a me. La fulgida bellezza dei tuoi lineamenti che mi colpisce, mi abbaglia e mi obbliga all’ammirazione. Il tuo abbraccio. Io che inizio a vivere.
Il Principio della Mia Felicità.

No, non può essere trascorsa una settimana. Ci sono volte in cui mi pare di averti donato quell’ultimo frettoloso bacio, lì a Milano Centrale, solo pochi minuti fa. E ce ne sono altre in cui il tuo ultimo abbraccio mi sembra distante diversi mesi, eppure ancora vivo nella mia memoria.
L’ultima settimana, da quando sono ripartito a malincuore da Milano, è stata d’una pesantezza unica. Il mio periodo fortunato è finito nello stesso momento in cui ho posato il piede sul cemento di questa sciagurata città, in questa remota isola. Prima perdo i soldi, poi l’anello che avevo comprato, poi non mi arriva il singolo di Bring Me To Life che avevo ordinato su eBay, devo farmi carico di tutta la casa perché mia mamma è fresca di operazione e, ciliegina sulla torta, mi si impalla iTunes che mi formatta l’iPod.
Ma ciò nonostante, io sono felice. Io per primo sono sorpreso di ciò. Invece di carezzare il pensiero del suicidio, mi accoccolo in quello del tuo amore, e riesco ad essere lo stesso felice.

Ti amo sempre di più, ogni giorno che passa.

My Tourniquet - sull’orlo di una crisi di nervi

Immagino che questo mercoledì non sarà tanto bello quanto il precedente.
Attualmente sono sull’orlo di una crisi di nervi causata dalla combinazione fra gli esami del sangue (per questo scrivo in rosso) che dovrò fare domani mattina e la mia fobia delle siringhe… Se poi ripenso che una mia amica l’hanno dovuta bucare ben 8 volte prima di trovare la vena, allora inizio a sbroccare di brutto…
Forse… forse, essendo stato per davvero un vampirLo avrei potuto far affluire per osmosi il mio sangue al braccio sinistro e farla finita in fretta…  Ma sebbene la luce solare mi causi fastidio, non lo sono!
Ovviamente, l’aere sarà ben saturo delle mie urla agghiaccianti… E altrettanto ovviamente, quei sadici non mi lasceranno assaggiare il Mio Stesso Sangue, il quale è, a mio parere, uno dei sapori più eccelsi sulla terra (ovviamente dopo il sapore dei baci di M.). E a questo proposito, mi viene da canticchiare:

My Goth, my Tourniquet,
Return to me, Salvation!

(“
My Goth, mio Laccio Emostatico,
Ritorna da me Slavezza!
”) 


Un grazie va a Dario che ha tentato di incoraggiarmi ipotizzando la presenza di un infermiere bravo che non mi avrebbe fatto male… Grazie sinceramente, ma vivendo in questa cavolo di città che ce l’ha con me, con tutta probabilità mi tartasseranno prima di riuscire a trovare una vena…
Ovviamente, un grazie ad M., che sarà la mia consolazione in quel momento buio… E il cui ricordo relato ad una settimana fa servirà a riscladarmi nel freddo dell’ambulatorio.

Ancora una volta, ti amo.

Sunday 19 November 2006

U n d e r s t a n d i n g





We’re supposed to try to be real.
And I feel alone, and we’re not together
And that is real.





You’re not alone, Honey.
Never… never.


Friday 17 November 2006

Mercoledì (o delle Emozioni)

Mercoledì è stata decisamente una giornata perfetta. Grazie a te. (Ora mi rivolgo direttamente a te.)

Grazie di tutto. Di esistere, di amarmi, di consentirmi di amare te. Sei quanto di più bello mi sia mai capitato, sei la presenza più preziosa della mia vita, sei tutto ciò che mi solleva dallo strisciare nella sopravvivenza a vivere pienamente. Grazie per avermi riportato in vita e avermi mostrato di essere abbastanza buono da amarti ed essere ricambiato.

Grazie per aver reso indimenticabile questo mio viaggio. E per aver dato un senso ad una lunga e, talvolta, estenuante attesa. Ora tutto è al suo posto, e mi rendo conto di aver conservato qualcosa che ritenevo inutile e odioso e, invece, era prezioso. E, accortomi del suo valore, ho voluto farne dono a te, a te soltanto. Non ho rimpianti di alcun tipo, te lo giuro.

Mai e poi mai mi sarà possibile dimenticare il tragitto in tram, i tuoi abbracci, le tue labbra, dapprima timide, che poi mi hanno sorpreso, quasi all’improvviso, eppure come la più naturale delle meraviglie.
Ha importanza la sfortuna che ho avuto da Sin Factory? No, perché la via era deserta, e le tue labbra non hanno conosciuto parsimonia. E poi, cercando la metropolitana, il parco, e la panchina, e la Giulia che reggeva il moccolo in maniera adorabile.

Mi manchi. Sono in crisi d’astinenza dalle sensazioni che le tue labbra mi provocano, dal piacere che mi pervade anche solo standoti accanto, o tenendoti per mano mentre camminiamo. Grazie a te, in quattro ore ho vissuto più che nei restanti diciassette anni. E ho bisogno che tu mi faccia vivere ancora. Sei la mia dipendenza, il mio sostentamento, ciò che riempie la mia vita. Non mi sento più vuoto dentro, non attendo più la morte come diversivo all’orrore della nullità della mia esistenza, non sento più di aver sprecato 17 anni, perché tutto quello che ho fatto è stata una causa più o meno remota che ha portato al nostro incontro.

Quasi odio la stazione di Milano Centrale. Odio quel treno che è partito allontanandoti da me, però la stazione in sé mi ispira sentimenti ambivalenti. È il luogo in cui ho visto la tua partenza, ma anche quello in cui mi hai salutato con quel bacio dolce e struggente interrotto dall’annuncio che il tuo treno stava partendo. Non ho pianto. Ma è stato il momento in cui ci sono andato maggiormente vicino negli ultimi nove mesi. Ed ora, mi nutrirò dei ricordi di questa giornata trascorsa assieme fino al momento in cui ti potrò riabbracciare, e baciare nuovamente.

Ti Amo.

Martedì (o dei Ricordi)

Ed ecco che, tornato da Milano e messa a bada la folla di gente che mi ha assalito, riesco a ritagliare qualche minuto per postare un riassunto della mia esperienza milanese. La suddividerò in due parti: martedì, o dei Ricordi, e mercoledì, o delle Emozioni. Sono entrambe due parti fantastiche, ma per motivi diversi. La parte “dei Ricordi” sarà più riassuntiva, mentre quella “delle Emozioni” sarà più delirante. Ciò detto, iniziamo.


Dopo il post in cui informavo tutti sulla mia improvvisa quanto gradita botta di sedere, io e la Giulia (ho preso la mania milanese di mettere gli articoli davanti ai nomi femminili… né!) abbiamo atteso la Nari, che mi ha parzialmente truccato (il lavoro l’ho finito io) e siamo corsi a cercarmi una copia di The Open Door da farmi autografare. Sulla metropolitana ho incontrato un mio amico napoletano, Nello, che aveva ugualmente vinto il pass per il Meet & Greet e andava all’Alcatraz con i suoi amici. Da pessimo fisionomista quale sono, l’ho riconosciuto solo all’uscita della stazione della metro dopo che abbiamo fatto tutto il tragitto nello stesso vagone a breve distanza (però avevamo notato le reciproche magliette degli Evanescence).
Dopo una corsa verso l’Alcatraz abbiamo ricevuto i pass ed è iniziata l’attesa per entrare. Durante l’attesa ho conosciuto Ilaria e Annamaria (un saluto!), e poi… ha avuto inizio l’operazione “Sette Nani” (detto sussurrato in onore di Samara Morgan, che c’entra sempre e comunque con il numero sette). Ovvero, sette di noi (eravamo venticinque) si sarebbero travestiti da nani e fartti incartare come regalo: poi Amy li avrebbe scartati. Questa trovata sta in relazione con la canzone Snow White Queen (“Regina Biancaneve” per chi è poco pratico d’inglese).
Una volta dentro l’Alcatraz, ci hanno stipati su un palchetto e ci hanno avvertiti che non avremmo potuto farci firmare più di un solo autografo. E le foto le avremmo fatte a gruppi. Ovviamente, i miei piani di farmi foto su foto e di farmi firmare autografi per tutti i miei amici sono stati gentilmente mandati a farsi un giro dal “simpatico” energumeno che dettava legge, ma chi si lamenta in queste situazioni? Poi, i sette prescelti sono stati incartati. Ovviamente, volavano innumerevoli le battute, tipo: “Ti immagini? Amy fa: ‘Mi spiace, non ho tempo per aprirlo adesso, me lo porto a casa’.” “Sì, allora qui diventa Biancaneve e i venticinque nani!”.
E, finalmente… sono entrati!

La prima impressione è stata: “Ma quella è Amy Lee? Davvero? O miei dèi, ma è bellissima!”. Mi ero preparato a rimanere deluso da una Amy senza Photoshop, ma la ragazza che si è presentata davanti a noi era qualcosa di indescrivibile. Una bellezza eterea, quasi diafana. La pelle pallidissima, i capelli corvini che parevano seta lucente. Che cos’erano i suoi occhi? Acqua di fonte purissima? Ghiaccio diafano? Schegge di cielo sereno? Lapislazzuli? Avrei voluto annegarci, in quegli occhi. Il suo sorriso è abbagliante, per nulla artefatto, genuino. Il suo contegno non aveva nulla della diva, sembrava una qualsiasi ragazza di 24 anni ad una serata con gli amici. Il suo abbigliamento era composto da una sciarpina rosa, una maglietta verde militare, una lunga gonna chiara e degli stivaletti. Onestamente, sono rimasto molto colpito. Non me l’aspettavo così bella, e nemmeno gli obiettivi dei fotografi di Blender o Kerrang, o le sofisticate videocamere dei clip riescono a renderle giustizia. Dal vivo è senza dubbio una vera bellezza. L’intera sua figura emana una calda aura di simpatia, buon umore, disponibilità verso i fan e felicità.
Ad ogni modo, dopo aver spacchettato il pacco misterioso (il tutto ripreso… probabilmente finirà nel DVD!), la nostra Dea è prorotta in una sonora risata decisamente contagiosa. Indi, ci siamo accorti che, oh, a proposito, c’era pure il resto della band! E dopo qualche chiacchiera con la Fra dell’EvaWebsite è iniziata la processione per firmare tutto quello che noi  fan, messi in fila, porgevamo loro. Io ho subito porto ad Amy il CD, e ho cercato di trovare qualcosa da dirle. Poiché il mio cervello era letteralmente passato allo stato aeriforme ed aveva trovato sfogo in una nube di vapori fuori dalle orecchie, sono riuscito a esprimere solo la più ovvia e stupida delle constatazioni: “You’re beautiful!”. La ragazza è pure modesta, perché è prorotta in un sonoro sbuffo d’imbarazzo misto ad una risatina e ha detto “Nooooooo!” (mi sembra evidente che sono abbonato a persone bellissime che insistono sul fatto di non esserlo, autostima portami via). E io, riuscendo con sommo sforzo ad articolare una frase più complessa, le ho detto: “Yes, you’re beautiful! And You’re a True Artist!”. Rivoltomi un sorriso, è passata avanti.
Poi è stata la volta di Terry Balsamo, Tim McCord, Rocky Gray e John LeCompt. Terry, ho notato con piacere, sta molto bene, nonostante abbia passato l’ictus. Ha recuperato pienamente, e ne sono felice. Tim… beh, Tim, che dal vivo è molto carino, mi ha fatto moltissima tenerezza. Ma avrò modo di parlarne più avanti. Rocky è simpaticissimo, molto spiritoso e divertente, e ha sempre una faccia buffa pronta per la fotocamera. John è onestamente molto più bello dal vivo che in foto. Ha degli occhi in cui si può annegare, qualcosa di unico. Essendo l’ultimo della fila, sono riuscito a fargli una foto che possa chiamarsi tale. Per non incasinarmi eccessivamente la prima pagina del booklet, mi sono fatto metter ogni autografo su una pagina diversa.
Dopo gli autografi, ci siamo divisi in gruppi di cinque e abbiamo fatto a turno le foto con la band. È stata questa l’occasione in cui ho sperimentato quanto soffice fosse Amy, quanto la sua pelle fosse liscia e morbida! Quella ragazza è perfetta!
L’ultimo atto del Meet & Greet è stata la consegna della torta e dello spumante: poiché sono gli Evanescence che tengono in vita il sito, è stata loro preparata una torta con la copertina di The Open Door e il numero di visitatori. Poi, gli Evanescence sono tornati dietro le quinte, per prepararsi al concerto.

A questo punto, mentre i Revelation Theory facevano le prove, abbiamo ricevuto una splendida notizia: saremmo rimasti dentro l’Alcatraz sino all’inizio del concerto. Cosa voleva dire questo? Prima fila! Ovviamente, essendo già dentro, appena gli energumeni hanno dato il segnale che potevamo muoverci, prima di far entrare gli altri, ci siamo piazzati belli lunghi in prima fila. Ci hanno fatti sedere e poi, man mano che arrivavano gli altri, li hanno fatti sedere a loro volta, in modo che non ci schiacciassero. Poi... sono calate le luci ed è partito lo spettacolo.

Subito ci siamo messi tutti in piedi, ed una marea di gente da dietro ci ha schiacciati contro le transenne davanti al palco, ed è stata una cosa esaltante. Hanno aperto i Revelation Theory, che fanno un genere più inspido degli Evanescence, ma che ci hanno fatti scaldare per bene. Durante una canzone hanno fatto suonare John LeCompt, e lì è esploso il delirio. L’ultima loro canzone mi è… hem… diciamo che mi è rimasta particolarmente impressa. Chi era al concerto capirà…

Poi si accendono le luci, iniziano ad allestire per bene il palco. Passa un po’ di tempo e, alle 21 precise, il grande telone nero cala liberando la magnifica ed enorme E contornata di rovi.
Ed ecco le prime note di Sweet Sacrifice.
Amy dice che i fan italiani sono i suoi preferiti in assoluto. Effettivamente, credo che per lei sia gratificante avere l’intero Alcatraz che dall’inizio alla fine intona a coro tutte le sue canzoni. Dalla prima fila lei era uno spettacolo unico. La sua presenza sul palco è molto scenica, attira l’attenzione senza strafare. Quando si avvicinava al punto dove eravamo noi, era il delirio. Quando si allontanava dal palco, si alzava il coro da stadio che la invocava. Poi, ovviamente, ogni membro della band ha avuto il suo momento d’invocazione. Amy ha anche presentato Tim, e la sala è prorotta in un boato. Spero che la cosa gli abbia fatto piacere, essendo lui il più nuovo nella band.
Le canzoni che mi sono rimaste maggiormente impresse sono stante: Weight Of The World, in cui Amy ha fato sfoggio della sua voce in un pezzo estremamente acuto senza steccare; Whisper, in cui ha cantato una parte che nel CD è affidata ad una cantante lirica alla sua stessa altezza, mentre nei live del tour precedente la cantava più in basso; Call Me When You’re Sober, nella quale si è accompagnata con la tastiera e la cui fine era diversa dal CD; Bring Me To Life, dalla quale, finalmente, sono sparite le parti maschili; Imaginary, in cui si è accompagnata a sorpresa con la tastiera nel bridge; Lacrymosa, in cui, ad un giro troppo entusiastico su se stessa, ha fatto sollevare tanto la gonna rossa da offrirci una… bella vista.
Alla fine del concerto, avevo l’udito in malora e la voce andata. Ma ho avuto un’ulteriore bacio della Dea Bendata: quando i musicisti della band hanno iniziato a tirare al pubblico i vari plettri et cetera, sono riuscito ad acchiappare al volo una delle bacchette di Rocky! Dopo una strenua lotta con un altro fan me la sono aggiudicata, alzando il pugno che la serrava saldamente in segno di vittoria. L’ho però in seguito barattata con una rarità discografica di un altro fan: il singolo di Missing. So che a molti potrà sembrare un’emerita cavolata, ma da una parte si tratta di un CD piuttosto raro (è uscito solo promozionale e solo per le radio), e dall’altra rappresenta molto per me perché si tratta della Mia Canzone. Senza contare che, eventualmente, esiste la possibilità che una bacchetta di Rocky mi piova in testa al prossimo live cui andrò, mentre Missing era un’occasione unica.

E
d ecco che, all’uscita del concerto, si è consumata una scena curiosa che ha coinvolto Tim. Se ne stava in disparte con il batterista dei Revelation Theory, e nessuno se lo filava. Al che io mi avvicino con gli occhietti scintillanti e gli faccio: “Hi Tim! Can I take a photo with you?
Lui mi guarda perplesso e mi fa: “A photo?
Lo guardo altrettanto perplesso: “Err, yes…
Al che lui, ancora più perplesso, mi chiede: “With… me?
No tesoro, con l’estintore dietro di te. Ancora più sconcertato dalla su perplessità lo osservo interrogativamente. L’idea era quella di dirgli qualcosa tipo: “Certo che con te, scemo, sei TU il bassista degli Evanescence!”, ma mi limito a un “Well, that’s the idea.”
Appena abbiamo fatto la fotografia, subito anche la Ilaria se n’è voluta fare uno. Ed ecco che un capannello di fan si è formato per fare le foto con Tim. Onestamente, a me ha fatto molta tenerezza, porello. Evidentemente, essendo nuovo, non si aspettava di entrare al centro dell’attenzione. Magari ancora non si rendeva conto di essere diventato un idolo delle folle. Magari gli era anche capitato ad altri concerti di non essere calcolato e questo può averlo scoraggiato, perché effettivamente, buttato in un angolo com’era, era difficile notarlo. È molto carino, ma forse non spicca come dovrebbe, e volendo riesce a passare inosservato. Ed è questo il motivo per cui mi ha fatto tenerezza: spero che ora però si senta un po’ meno l’“ultimo arrivato”.

Questa è la fine della giornata di Martedì. (Effettivamente è finita con gli scleri in camera con la Giulia e la Nari, ma possiamo anche stendere un velo pietoso a riguardo… tirarsi i peluches a 17-18 anni non è il massimo). Incontrare Amy Lee non è una cosa da poco, né una cosa di tutti i giorni, indi è indubbiamente un evento in grado di rendere una giornata speciale. Senza contare le preziose reliquie quali The Open Door autografato e Missing. Ora, osservando pagina per pagina il booklet del disco, non posso fare a meno di ripensare a quanto Amy sia bella e gentile, a quanto Terry, John, Rocky e Tim siano simpatici e, in particolare, mi viene da sorridere nel vedere la firma di quest’ultimo. Diciamo che è un po’ il mio “protegé”.
Concludo rivolgendomi a Josh, il ragazzo di Amy: sei maledettamente fortunato! Trattala bene e rendila felice. Amala ed ispirala a comporre altre canzoni meravigliose. Ne ha passate tante, ed ora tu devi averne cura, come un fiore raro e delicato, come il più prezioso dei gioielli. Buona fortuna e tanta felicità ad entrambi!

Tuesday 14 November 2006

Di un colpo di fortuna totalmente inaspettato!

Primo giorno qui a Milano. Mi sono connesso dal PC di Giulia appositamente per raccontarvi di una botta di sedere che ho avuto ieri.

Stavo tranquillamente seduto sulla navetta che mi doveva portare dalla fermata del pullman all’imbarco del traghetto, ascoltando, con la riproduzione casuale, un po’ di musica dalla playlist gotica. Hello degli Evanescence era appena finita e stava per cominciare Sweet Sacrifice, se non che sento che la navetta risuona delle note di Call Me When You’re Sober su RDS. Al che stacco l’iPod e mi metto a canticchiare appresso alla radio. A quel punto, mi arriva un messaggio di Giulia, io le rispondo, poi mi arriva una chiamata da un numero che non conosco. Credendo che magari fosse Giulia che ha finito i soldi, rispondo e…

Io: “Pronto?”
Lei: “Pronto, Alessandro?”
Io: “Sì, sono io.”
Lei: “Ciao! Sono Fra dell’Evanescence Website! Volevo comunicarti che hai vinto un pass per il Meet & Greet con la band prima del concerto.”
Io, dopo un balzo sulla sedia: “C-c-c-cosa!? Sul… sul SERIO!?”
Lei: “Sì, sul serio! Sei contento?” Domanda retorica, ma evito di commentarlo.
Io, occhi che luccicano: “Ma… ma… CERTO! Oddei! ODDEI!” E inizio ad agitarmi sul sedile.
Lei: “Guarda, i posti erano finiti, però ne hanno aggiunti altri 5, abbiamo ripetuto il sorteggio e tu sei risultato fra i fortunati. Mi raccomando, portati qualcosa da farti autografare!”
Io: “Certo, certissimo! Ho con me il CD!” Bluffando, visto che non ho portato nulla!
Lei: “Perfetto! Il pass lo riceverai direttamente all’Alcatraz domani.”
Io: “Sììììì!” Occhi che luccicano sempre più. “Non ci posso credere, grazie, grazie! A che ora!?”
Lei: “Alle cinque, ma per sicurezza vieni verso le quattro e mezza. Ci riconoscerai perché siamo quelli con i cappellini colorati.”
Io: “Sì, ok! Perfetto! Ci sarò! Grazie! Io, non… davvero, grazie!
Lei: “Di niente, a domani!”

E questo è quanto. Ora devo assolutamente comprare un CD e farlo autografare. Cercherò di farmi un sacco di foto con la band! GYAAAAAAAH!

Sunday 12 November 2006

Una rosa per M.

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