Mercoledì è stata decisamente una giornata perfetta. Grazie a te. (Ora mi rivolgo direttamente a te.)
Grazie di tutto. Di esistere, di amarmi, di consentirmi di amare te. Sei quanto di più bello mi sia mai capitato, sei la presenza più preziosa della mia vita, sei tutto ciò che mi solleva dallo strisciare nella sopravvivenza a vivere pienamente. Grazie per avermi riportato in vita e avermi mostrato di essere abbastanza buono da amarti ed essere ricambiato.
Grazie per aver reso indimenticabile questo mio viaggio. E per aver dato un senso ad una lunga e, talvolta, estenuante attesa. Ora tutto è al suo posto, e mi rendo conto di aver conservato qualcosa che ritenevo inutile e odioso e, invece, era prezioso. E, accortomi del suo valore, ho voluto farne dono a te, a te soltanto. Non ho rimpianti di alcun tipo, te lo giuro.
Mai e poi mai mi sarà possibile dimenticare il tragitto in tram, i tuoi abbracci, le tue labbra, dapprima timide, che poi mi hanno sorpreso, quasi all’improvviso, eppure come la più naturale delle meraviglie.
Ha importanza la sfortuna che ho avuto da Sin Factory? No, perché la via era deserta, e le tue labbra non hanno conosciuto parsimonia. E poi, cercando la metropolitana, il parco, e la panchina, e la Giulia che reggeva il moccolo in maniera adorabile.
Mi manchi. Sono in crisi d’astinenza dalle sensazioni che le tue labbra mi provocano, dal piacere che mi pervade anche solo standoti accanto, o tenendoti per mano mentre camminiamo. Grazie a te, in quattro ore ho vissuto più che nei restanti diciassette anni. E ho bisogno che tu mi faccia vivere ancora. Sei la mia dipendenza, il mio sostentamento, ciò che riempie la mia vita. Non mi sento più vuoto dentro, non attendo più la morte come diversivo all’orrore della nullità della mia esistenza, non sento più di aver sprecato 17 anni, perché tutto quello che ho fatto è stata una causa più o meno remota che ha portato al nostro incontro.
Quasi odio la stazione di Milano Centrale. Odio quel treno che è partito allontanandoti da me, però la stazione in sé mi ispira sentimenti ambivalenti. È il luogo in cui ho visto la tua partenza, ma anche quello in cui mi hai salutato con quel bacio dolce e struggente interrotto dall’annuncio che il tuo treno stava partendo. Non ho pianto. Ma è stato il momento in cui ci sono andato maggiormente vicino negli ultimi nove mesi. Ed ora, mi nutrirò dei ricordi di questa giornata trascorsa assieme fino al momento in cui ti potrò riabbracciare, e baciare nuovamente.
Ti Amo.
Grazie di tutto. Di esistere, di amarmi, di consentirmi di amare te. Sei quanto di più bello mi sia mai capitato, sei la presenza più preziosa della mia vita, sei tutto ciò che mi solleva dallo strisciare nella sopravvivenza a vivere pienamente. Grazie per avermi riportato in vita e avermi mostrato di essere abbastanza buono da amarti ed essere ricambiato.
Grazie per aver reso indimenticabile questo mio viaggio. E per aver dato un senso ad una lunga e, talvolta, estenuante attesa. Ora tutto è al suo posto, e mi rendo conto di aver conservato qualcosa che ritenevo inutile e odioso e, invece, era prezioso. E, accortomi del suo valore, ho voluto farne dono a te, a te soltanto. Non ho rimpianti di alcun tipo, te lo giuro.
Mai e poi mai mi sarà possibile dimenticare il tragitto in tram, i tuoi abbracci, le tue labbra, dapprima timide, che poi mi hanno sorpreso, quasi all’improvviso, eppure come la più naturale delle meraviglie.
Ha importanza la sfortuna che ho avuto da Sin Factory? No, perché la via era deserta, e le tue labbra non hanno conosciuto parsimonia. E poi, cercando la metropolitana, il parco, e la panchina, e la Giulia che reggeva il moccolo in maniera adorabile.
Mi manchi. Sono in crisi d’astinenza dalle sensazioni che le tue labbra mi provocano, dal piacere che mi pervade anche solo standoti accanto, o tenendoti per mano mentre camminiamo. Grazie a te, in quattro ore ho vissuto più che nei restanti diciassette anni. E ho bisogno che tu mi faccia vivere ancora. Sei la mia dipendenza, il mio sostentamento, ciò che riempie la mia vita. Non mi sento più vuoto dentro, non attendo più la morte come diversivo all’orrore della nullità della mia esistenza, non sento più di aver sprecato 17 anni, perché tutto quello che ho fatto è stata una causa più o meno remota che ha portato al nostro incontro.
Quasi odio la stazione di Milano Centrale. Odio quel treno che è partito allontanandoti da me, però la stazione in sé mi ispira sentimenti ambivalenti. È il luogo in cui ho visto la tua partenza, ma anche quello in cui mi hai salutato con quel bacio dolce e struggente interrotto dall’annuncio che il tuo treno stava partendo. Non ho pianto. Ma è stato il momento in cui ci sono andato maggiormente vicino negli ultimi nove mesi. Ed ora, mi nutrirò dei ricordi di questa giornata trascorsa assieme fino al momento in cui ti potrò riabbracciare, e baciare nuovamente.
Ti Amo.
alla fine ce la farai, su.
ReplyDeletee tutto ti sembrerà luminoso e leggero, più ancora di com'è adesso.
è bello essere innamorati, eh? :*
*_*
ReplyDeleteE non c'è nient'altro da aggiungere.
.KerthinaRomantica.
Le mie dita tra i tuoi capelli.. Le mie labbra accostate alle tue. I nostri respiri che si spezzano e il tempo che si ferma. Mi piace ricordare quel momento.. mi piace tenerlo qui, accarezzandolo con il pensiero e prendendo coscienza del fatto che anche io ti amo.. sarebbe così sbagliato, non ammetterlo.. :*
ReplyDeleteSei dolcissimo..
M.
A mio parere, l'amore è forse l'unico vero sentimento che lascia vivere il genere umano . Che sia un capriccio della percezione, che sia un costrutto dell'intelletto umano per darsi una ragione di vita?
ReplyDeleteHo amato... Finchè il destino mi ha tolto tutto nonostante i miei sacrifici .
Ho imparato una cosa... Quando si ama non ci si nasconde .
Ed alludo volontariamente all'utente ANONIMO . Non è corretto .
Giovix Leonhart
Comandante del Garden of Web
bah...
ReplyDeleteuna persona che in questo blog è sempre nominata con l' iniziale, e così si firma in un commento, non è anonima di certo.
e pure che fosse, non è un nascondersi. non avrebbe alcun senso.
scusa ma che ti frega? lo sa Ale chi è, e siccome il blog è suo è importante solo questo.....
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