Esattamente un mese fa, a quest’ora, ovvero il 15 novembre alle 14:00, iniziavano le uniche quattro ore di vita vera che abbia mai provato nel corso dei miei 17 anni di vagabondaggio su questo mondo. E ricordo ancora tutto come se stesse accadendo in questo momento.
Ecco, ora ti scorgo dall’altra parte del viale che cammini, sei di spalle. Io attraverso di corsa la strada, e chiamo un po’ insicuro il tuo nome. Tu ti volti, mi vedi e chiami il mio. Mi corri incontro, io faccio altrettanto, e subito mi butto fra le tue braccia. Ecco, ora la Giulia ci raggiunge, fate le presentazioni, lei si lamenta che l’ho fatta correre. Io ti faccio una domanda, un po’ timidamente, tu annuisci, e subito le mie labbra carezzano la tua guancia. Sorridiamo, ci prendiamo per mano e andiamo verso la stazione della metro, la Giulia che parla incessantemente e noi persi nella beatitudine della reciproca presenza.
Ora stiamo scendendo le scale. Volto il capo per osservarti, ammiro la tua bellezza. Sono felice, felice come mai prima. Un rapido sguardo alle tue labbra, oggetto del desio delle mie. Ma attendo. Attendo il momento giusto in modo che sia qualcosa che ricorderò sino alla Morte.
Ecco, dopo una corsa all’edicola della stazione per comprare il biglietto siamo sulla metro. Programmiamo il pomeriggio: a Milano Centrale per comprare il mio biglietto del treno, poi da Sin Factory, e poi si vedrà. Arriviamo alla stazione, e faccio la fila per il biglietto abbracciato a te. Mi parli delle tue insicurezze, io ti dico che ti capisco. La Giulia parla, ma non ricordo di cosa… In questo momento, quattro dei i miei cinque sensi sono occupati solo con te. La tua bellezza che stupra la mia vista. La tua voce che rapisce il mio udito. Il tuo profumo che inebria il mio olfatto. La tua pelle che sazia il mio tatto. Ed il gusto che ancora languisce.
Adesso stiamo uscendo dalla stazione. Ci guardiamo intorno in cerca del tram che dobbiamo prendere. Io e te ci teniamo sempre per mano. Ci avviciniamo alla biglietteria, il tipo ci indirizza dall’altra parte della piazza. Il bus sta arrivando, saliamo subito e prendiamo posto dietro. Tu vicino al finestrino, le spalle al conducente, io accanto a te, e la Giulia di fronte. Lei parla, parla, parla... e io, fra le tue braccia, non la ascolto, ti osservo, ti accarezzo, cerco le tue labbra, però solo per un bacio casto. Non voglio certo che tu ti metta problemi. E invece qualcosa nella tua reazione al mio gesto è inaspettato, non mi lasci più andare via, le tue labbra accolgono le mie e deliziano il mio gusto. Shock, brividi, beatitudine che si diffonde in tutto il corpo: ti sto baciando! Il tuo sapore che prende il controllo del mio gusto. E poi di nuovo, e di nuovo…
Perdiamo la fermata, ma che importanza ha? Scendiamo, e ci facciamo un pezzo di strada a piedi, sbagliamo direzione, la Giulia cerca di orientarsi, ed io penso solo a te… E poi il resto del pomeriggio.
Amore, mi manchi. Ci sono momenti in cui mi sembra sia trascorsa un’eternità da quando ci siamo salutati alla stazione con quel bacio interrotto dall’annuncio che il tuo treno stava partendo. Eppure ricordo tutto quanto nei minimi dettagli. Il rivivere quelle quattro ore è il mio passatempo preferito per trascorrere le ore scolastiche. Ti amo e non posso più fare a meno di te.
Ecco, ora ti scorgo dall’altra parte del viale che cammini, sei di spalle. Io attraverso di corsa la strada, e chiamo un po’ insicuro il tuo nome. Tu ti volti, mi vedi e chiami il mio. Mi corri incontro, io faccio altrettanto, e subito mi butto fra le tue braccia. Ecco, ora la Giulia ci raggiunge, fate le presentazioni, lei si lamenta che l’ho fatta correre. Io ti faccio una domanda, un po’ timidamente, tu annuisci, e subito le mie labbra carezzano la tua guancia. Sorridiamo, ci prendiamo per mano e andiamo verso la stazione della metro, la Giulia che parla incessantemente e noi persi nella beatitudine della reciproca presenza.
Ora stiamo scendendo le scale. Volto il capo per osservarti, ammiro la tua bellezza. Sono felice, felice come mai prima. Un rapido sguardo alle tue labbra, oggetto del desio delle mie. Ma attendo. Attendo il momento giusto in modo che sia qualcosa che ricorderò sino alla Morte.
Ecco, dopo una corsa all’edicola della stazione per comprare il biglietto siamo sulla metro. Programmiamo il pomeriggio: a Milano Centrale per comprare il mio biglietto del treno, poi da Sin Factory, e poi si vedrà. Arriviamo alla stazione, e faccio la fila per il biglietto abbracciato a te. Mi parli delle tue insicurezze, io ti dico che ti capisco. La Giulia parla, ma non ricordo di cosa… In questo momento, quattro dei i miei cinque sensi sono occupati solo con te. La tua bellezza che stupra la mia vista. La tua voce che rapisce il mio udito. Il tuo profumo che inebria il mio olfatto. La tua pelle che sazia il mio tatto. Ed il gusto che ancora languisce.
Adesso stiamo uscendo dalla stazione. Ci guardiamo intorno in cerca del tram che dobbiamo prendere. Io e te ci teniamo sempre per mano. Ci avviciniamo alla biglietteria, il tipo ci indirizza dall’altra parte della piazza. Il bus sta arrivando, saliamo subito e prendiamo posto dietro. Tu vicino al finestrino, le spalle al conducente, io accanto a te, e la Giulia di fronte. Lei parla, parla, parla... e io, fra le tue braccia, non la ascolto, ti osservo, ti accarezzo, cerco le tue labbra, però solo per un bacio casto. Non voglio certo che tu ti metta problemi. E invece qualcosa nella tua reazione al mio gesto è inaspettato, non mi lasci più andare via, le tue labbra accolgono le mie e deliziano il mio gusto. Shock, brividi, beatitudine che si diffonde in tutto il corpo: ti sto baciando! Il tuo sapore che prende il controllo del mio gusto. E poi di nuovo, e di nuovo…
Perdiamo la fermata, ma che importanza ha? Scendiamo, e ci facciamo un pezzo di strada a piedi, sbagliamo direzione, la Giulia cerca di orientarsi, ed io penso solo a te… E poi il resto del pomeriggio.
Amore, mi manchi. Ci sono momenti in cui mi sembra sia trascorsa un’eternità da quando ci siamo salutati alla stazione con quel bacio interrotto dall’annuncio che il tuo treno stava partendo. Eppure ricordo tutto quanto nei minimi dettagli. Il rivivere quelle quattro ore è il mio passatempo preferito per trascorrere le ore scolastiche. Ti amo e non posso più fare a meno di te.
Ed oggi è un mese che stiamo insieme.
Un mese di vita del mio Amore Sovversivo.
Un mese di vita del mio Amore Sovversivo.
Salve,ti capisco perfettamente. Anche io ho avuto un'esperienza così. Successa a ottobre ed è stato bellissimo perchè non si riuscirà mai a dimenticarla..
ReplyDeleteIo amo gli evanescence è il mio gruppo preferito e mi ha fatto un gran piacere passare sul tuo blog.
Spero di sentirti ancora..passa sul mio se vuoi.
A presto!..
..Deb..
teneroooooo *-*
ReplyDeleteche cariniiiiiii ^_____^
ReplyDeletema quant'è pucciosoH sto ragasso *__*
ReplyDeleteChe romanticone il Bro!!
ReplyDeleteSon tanto contenta per te e per M.!! Continuate così, che state benissimo assieme...
Siauuuu!! Smack smack
Sis.
ciaooooo! :) piacere ayesha! fan grandiosa degli evanescence! vieni nel mio ti aspettooo!
ReplyDelete