Saturday 2 January 2016

That’s when I decided, why should I care?

Io non faccio mai propositi per l’anno nuovo. È inutile: non ho abbastanza forza di volontà per mantenerli e finisco solo per sentirmi ancora più in colpa verso me stesso perché non rispetto le mie aspettative. Quest’anno però un proposito ce l’ho e, carcasse il mondo, lo manterrò: ho deciso che sarò più arrogante.
O meglio, “arroganza” è come certe persone definiscono negli altri cose come il rispetto per se stessi, il non farsi mettere i piedi in testa e il curare i propri interessi quando entrano in conflitto col loro egocentrismo.
Il fatto è questo: da una parte, sono insicuro, ho una sostanziale mancanza di autostima. Per questo, ho difficoltà a sostenere le mie opinioni (a meno che non sia 100% sicuro di esse, dati alla mano) e, soprattutto, a puntare i piedi e far valere le mie ragioni su quelle degli altri (perché mi convinco che sotto sotto valgano meno delle loro). Dall’altra, nutro una forte avversione per i conflitti e le separazioni, per cui, salvo casi eccezionali in cui sono davvero urtato, faccio le capriole nella diplomazia e cerco di essere il più accomodante possibile, mettendo gli interessi altrui prima dei miei.
Beh, quest’anno ho deciso che quei casi non saranno più tanto eccezionali, ma saranno la regola ogni volta che una persona si dimostrerà tanto egocentrica da non vedere oltre il suo (grosso) naso. Sul serio, ne ho abbastanza di gente tossica che approfitta della mia condiscendenza per pestarmi i piedi, deliberatamente o meno.

Il 2015 è stato un pessimo anno sotto molti aspetti: sono dovuto scendere a patti col fatto di essere fragile e instabile e mi è mancata la maggiore valvola di sfogo, ovvero la fotografia. E sì, è un circolo vizioso: più sono depresso e meno ho voglia di essere produttivo e fare foto; meno foto faccio e più mi deprimo. Ho avuto, però, un enorme contributo esterno a questo casino, sotto forma di una Minus Habens (come l’ha definita il mio terapista) pretenziosa con cui ho scattato a inizio anno e a cui, un po’ per iniziale noncuranza, un po’ per quieto vivere, un po’ perché quel briciolo di popolarità riflessa non mi avrebbe fatto male, ho permesso di avanzare pretese, farmi fare il lavoro sporco e mancarmi completamente di rispetto. Sono già sceso nei dettagli sul blog fotografico ma, per farla breve, quando finalmente mi sono scocciato e non gliel’ho più mandata a dire era troppo tardi: da gennaio ad aprile ho fatto due foto per svago (proprio due di numero) perché mi sentivo in colpa a fare altro mentre dovevo sbracciarmi per assecondare le sue richieste; da aprile fino a novembre ne ho fatte cinque (più una piccola serie su richiesta) perché il modo in cui ha troncato il rapporto professionale mi ha fatto sentire inadeguato; solo a novembre, quando ho provato a scattare quelle dannate foto con un’altra persona, ho dimostrato a me stesso che il problema non ero io come fotografo, ma lei come modella e, finalmente, ho colto il drama che la Minus Habens ha sollevato quando ha visto le nuove foto per dirle chiaro e tondo cosa penso di lei. Ho ritrovato la carica, certo, ma a quel punto il danno era fatto: per tutto il 2015 ho lasciato che la mia nevrosi paralizzasse la mia produzione artistica e ho praticamente solo svolto commissioni di cosplay, senza prendermi tempo per trasformare i miei disagi emotivi in qualcosa di creativo. Anche se tutti gli altri sono stati più che soddisfatti del mio lavoro, quell’unico fallimento (dovuto al fatto che lei per prima non aveva le idee chiare su cosa si aspettasse da me) ha reso la mia insicurezza impermeabile a tutto il feedback positivo che ho ricevuto nei mesi successivi.

Ma anche esperienze del genere sono uno spunto di crescita e un’occasione per imparare qualcosa. Ora, visto che sono già abbastanza bravo a mettermi i bastoni fra le ruote da solo, ho finalmente deciso che eliminerò sul nascere le pressioni esterne. Con tutta la mia paura di conflitti e separazioni, quando ho detto alla Minus Habens quel che penso di lei e ho tagliato i contatti mi sono sentito più leggero. Lei pensa che io sia arrogante perché ho fatto valere le mie ragioni sulle sue: e allora? M’importa davvero del giudizio di una persona inutile nella mia vita? Non penso proprio. Mi sono comportato correttamente, mi sono fatto da parte restituendole le sue idee (?) affinché le sviluppasse con un fotografo che reputava all’altezza e tenendo ciò che ci avevo messo io, e sono andato avanti con la mia vita. Ho finalmente capito che il mio valore intrinseco non dipende dal suo giudizio, né da quello di qualcun altro (poi interiorizzare quest’epifania davvero sarà un altro paio di maniche), e l’unico male in tutto ciò è solo nella sua testa. Se avere rispetto per me stesso e preoccuparmi del mo benessere psico-fisico invece di mettere prima quello degli altri significa essere arrogante, allora sarò arrogante: questo è il mio proposito per l’anno nuovo.

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