Thursday 10 September 2015

Cara Mater,

Vediamo un attimo se riesco a spiegarti come stanno le cose.
L’ascensore si è rotto. Viviamo al quarto piano e bisogna fare la spesa. Tu sei caduta, ti sei fatta male alla schiena e non riesci a portare i due sacchetti pieni su per le scale. Cosa fai? Chiami Alessandro e gli chiedi di darti una mano. Alessandro arriva, prende i sacchetti, li porta all’ultimo piano assieme ai suoi e la giornata e salva. E sì, ha portato su quattro sacchetti tutti assieme ma non si lamenta, perché sei la Mater e per te queste cose si fanno.
All’improvviso, però, qualcosa è cambiato. Nessuno ripara l’ascensore, la schiena continua a farti male, la spesa continua a essere pesante. Chiami di nuovo Alessandro, ma scopri che nel frattempo è caduto e si è rotto il braccio: in queste condizioni, non può caricarsi anche i tuoi due sacchetti. L’unica cosa che può fare è darti consigli: ma se citofoni a un vicino? Ok, non puoi perché in cambio ti chiede una birra e tu non l’hai comprata. Ti consiglia di prendere tu i sacchetti e, piano piano, salire le scale facendo una pausa a ogni pianerottolo. Certo, resta comunque difficile, ma almeno puoi goderti quei piccoli momenti in cui ti riposi e poi proseguire con più tenacia. E tu ti inalberi.
Ora, cara Mater, mi dispiace ma non puoi rifiutare a priori l’idea di Alessandro dicendo che “Tanto sono sempre quattro piani da salire, a cosa mi serve riposarmi a ogni pianerottolo?”, e soprattutto non puoi legargli il sacchetto al gesso e pretendere che lo porti su lui. Semplicemente, non è in condizioni di farlo. Sul braccio sano ha già la sua spesa e su quello rotto non può portare pesi. Non è per cattiveria se non ti aiuta più e invece ti sprona a portare su la spesa da sola cercando dei piccoli momenti di sollievo: semplicemente non può più aiutarti. Fisicamente. Clinicamente. Il gesso pesa già di suo e sotto c’è un osso rotto e un braccio gonfio. Quando sarà guarito potrà tornare ad aiutarti; fino ad allora devi lasciargli il tempo di guarire. Se tu gli carichi altri pesi su quel braccio, la frattura non guarirà mai e lui non riuscirà più a portare nemmeno la sua, di spesa, figurarsi la tua.

Se scrivessi davvero una “Guida alle cose da non fare quando sia tu che tuo figlio siete depressi” probabilmente diventerebbe un best seller.

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