Monday 19 October 2015

L’incubo del frigorifero

Alcuni tabù igienici nascono con osservazioni che gli adulti ci fanno quando siamo piccoli, e che spesso la nostra mente di bambini ingigantisce. Ad esempio, da quando mi hanno spiegato che non si beve l’acqua dal lavandino tappato perché è sporca, evito di toccare il fondo del lavandino perché per me è sporco. Non c’è niente da fare, ho ingigantito quel consiglio trasformandolo in una specie di tabù.
Eppure, il mio vero incubo igienico è il frigorifero. Non ho idea di cosa abbia originato in me lo schifo per il frigorifero e tutto ciò che vi è contenuto e non viene lavato, ma devo davvero sforzarmi per aprirlo, frugarci dentro e maneggiare la roba che ne esce. Vogliamo parlare del pentolino del sugo, che tiro fuori reggendolo per i manici solo con con indice e pollice? O dei vasetti di yogurt, che tengo sempre per il bordo in modo che meno plastica possibile entri a contatto con i miei polpastrelli? E quando vado a fare la spesa, preferisco di gran lunga comprare roba secca o in scatola, che può stare fuori, piuttosto che roba che so che dovrò conservare al fresco. Eppure non mi hanno mai detto nulla sul frigorifero, se non di chiuderlo rapidamente per non far uscire il freddo.
Probabilmente, il problema che ho col frigorifero è che è umido e puzza. Non mi piace toccare la roba che ha sopra la condensa e, soprattutto, detesto l’odore che si forma in frigo, uno spazio chiuso in cui si concentrano e mescolano gli aromi di tutte le cose che ci sono dentro. Trovo quell’odore nauseante e ho sempre l’impressione che mi si attacchi alla pelle e non se ne vada più anche quando lavo le mani. È per questo che, quando cucino, ho sempre l’ansia di preparare porzioni da finire subito o che al massimo durino fino al giorno dopo e non oltre, sia mai che poi il cibo prenda la puzza del frigo.
Che poi, come cosa è irrilevante, perché nella mia testa quella puzza passa nel momento in cui riscaldo il cibo. E a pensarci bene, anche i vari vasetti, tetrapak e simili li maneggio senza problemi una volta che si sono scaldati abbastanza da non fare condensa e non essere umidicci – nella mia testa, con quella sparisce anche l’odore.
Probabilmente, ho sempre paura che la puzza non nasca dal naturale mescolarsi di tutti gli odori che ci sono in frigo, quanto da qualcosa che è andato a male e contamina tutto il resto, il che è assolutamente irrazionale (nella maggior parte dei casi, vedi sotto). A parte questo, però, non ho idea di come risalire alla causa di questo schifo associativo, per cui penso che il modo migliore di venirne a capo sia una terapia d’urto: impormi di maneggiare a palmo pieno la roba umidiccia di condensa fino a che non diventa la normalità e smetto di farci caso.

Ps: in queste settimane ho avuto un problema molto concreto col frigo. L’ex coinquilino vietnamita, che era sporco da far spavento, aveva lasciato qualcosa di marcio incastrato nello strato di brina che si era formato in frigo, e quello sì che faceva una puzza abominevole. Giuro, non sono stato in grado di mettermi a cucinare serenamente proprio per il pensiero di conservare il mio cibo lì vicino, tant’è che sono andato avanti fra porcherie d’asporto e roba preparata sul momento con ingredienti conservati a secco evitando quella parte di cucina come la peste. Ora nutro un amore profondo e incondizionato per uno dei nuovi coinquilini, che ha sbrinato e ripulito completamente il frigo: ha eliminato il mio più grosso incubo delle faccende domestiche comuni. Ora mi resta da combattere solo l’incubo puramente mentale che mi sono creato da solo.

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