Ho continuato a rimuginare sulla grande domanda i qualche post fa e, anche se ancora non sono sicuro di voler conoscere la risposta, mi sento almeno pronto a “scriverla ad alta voce”: che ne è delle promesse fatte per via dell’amicizia quando questa è scomparsa via?
Mi spiego. Da persona creativa, cerco sempre di coinvolgere in qualche modo i miei amici più cari nel mio processo artistico. Come fotografo mi trovo molto meglio a scattare con persone a cui voglio bene e che conosco profondamente, perché so che loro sapranno esprimere le emozioni che mi servono e io saprò mettere nello scatto tutto ciò che provo per loro. Come modello occasionale, mi trovo meglio a posare per persone a cui tengo perché mi fido di loro e non mi viene l’ansia al pensiero di cedere il controllo della situazione.
Detto questo, ho pensato bene di coinvolgere alcuni amici carissimi in uno dei miei progetti artistici ma, più che per la loro resa in foto, l’ho fatto unicamente per via dell’amicizia che ci lega. Loro hanno prontamente accettato, ma poi la cosa è stata rimandata a più riprese per anni mentre i contatti, anche al di fuori del progetto, sono diminuiti fino praticamente a scomparire. Ora, cosa fare? Tentare di fare pressione e tenere fede al mio impegno nonostante artisticamente non sia convinto, o fregarmene e tirare dritto perché il presupposto stesso della mia proposta è svanito nel nulla?
L’ho chiesto alle carte, che mi hanno prontamente trollato facendo una fotografia dettagliata della situazione attuale. Lo spread che ho usato è il Muro di Mattoni ed è uscito questo:
La posizione 1 indica la mia situazione attuale di fronte al muro, il modo in cui percepisco l’ostacolo che ho davanti. La 2 è la base del muro, la carta che dice se c’è un modo di aggirarlo o se bisogna arrampicarsi; la 3 è la sezione centrale del muro, quella senza appigli, più difficile da scalare; la 4 è la cima del muro, la parte in cui la meta è già in vista e che suggerisce come superare l’ostacolo. La carta numero 5 è ciò che aspetta dall’altra parte del muro. Ed ecco le lame:
- Il Cinque di Coppe capovolto;
- Il Cinque di Spade capovolto;
- L’Eremita;
- Il Fante di Coppe;
- Il Giudizio.
Mi sono usciti ben due Cinque di seguito; nella tradizione dei tarocchi, il Cinque è il numero della distruzione che porta un rinnovamento imprevisto (come Saturno, il quinto “pianeta” classico). Il seme delle Coppe è connesso al lato affettivo, introspettivo, creativo delle persone, quello delle Spade alle paure dell’uomo, agli ostacoli, ma anche alla comunicazione e all’indipendenza. Il Cinque di Coppe capovolto, specie in presenza di altre carte negative (come la 2), implica rapporti insoddisfacenti con persone non affidabili, una rottura imposta e non cercata, nonché il rifiuto della solitudine e il desiderio di esorcizzarla: questa è la mia situazione interiore di fronte al blocco sul mio progetto artistico. Il Cinque di Spade capovolto alla base del muro indica che non c’è modo di aggirare l’ostacolo: è la carta delle cause perse, una delle più negative del mazzo, e non lascia spazio a una risoluzione facile e diretta della situazione.
Il corpo centrale del muro è rappresentato dall’Eremita, la carta che simboleggia sia una fine, sia un inizio. A differenza del Tredicesimo Arcano, quello dell’Eremita è un cambiamento graduale, che matura lentamente nell’inconscio; un cambiamento prudente, rallentato alla paura dell’ignoto. È una carta che rappresenta un momento di stanchezza e scoramento di fronte a un ostacolo (ahah, nella parte centrale del muro), ma esorta a raccogliere le forze e non rinunciare al progetto in corso: connota infatti la solitudine, il fatto che, per perseguire i propri obiettivi, si deve contare unicamente sulle proprie forze che però, anche nei momenti più bui, saranno sufficienti. In effetti, questo è il fulcro del mio blocco: non riesco ad avere grande fiducia nelle mie forze, nella decisione che sotto sotto ho già maturato da tempo.
Le Figure degli Arcani Minori rappresentano di solito persone specifiche. I Fanti rappresentano persone giovani, ancora alla ricerca della loro strada. Quello di Coppe è una persona appassionata e di temperamento artistico, ancora immatura ma di buon cuore. In effetti, i due sostituti a cui ho pensato per il progetto rientrano nella descrizione: la carta mi suggerisce di fidarmi del mio istinto, delle mie forze (che, come suggerito dall’Eremita, sono sufficienti) e rivolgermi a queste persone come soluzione del problema.
Dall’altra parte del muro mi aspetta il Giudizio: è la carta degli sviluppi positivi inaspettati, del rinnovamento che accade specificamente dopo una crisi. È una carta che, specie alla fine dello spread, promette successo con qualche sorpresa.
Leggendo lo spread tutto di fila, mi dice quindi che il muro è nato da una situazione insoddisfacente per quanto riguarda alcuni rapporti, e che ai fini del progetto è inutile tentare di sistemare le cose o aggirare l’ostacolo. Il fulcro del blocco è la mia sfiducia nelle mie forze e nella decisione di cambiare modelli che ho maturato lentamente, ma se mi fido dei miei istinti e mi rivolgo alle persone che ho in mente, il risultato sarà sorprendentemente positivo.
Bene. Una cosa è arrampicarsi, un’altra è buttarmi dal muro. Ma dovrò farlo, perché ho a cuore ciò che sto facendo.
Il corpo centrale del muro è rappresentato dall’Eremita, la carta che simboleggia sia una fine, sia un inizio. A differenza del Tredicesimo Arcano, quello dell’Eremita è un cambiamento graduale, che matura lentamente nell’inconscio; un cambiamento prudente, rallentato alla paura dell’ignoto. È una carta che rappresenta un momento di stanchezza e scoramento di fronte a un ostacolo (ahah, nella parte centrale del muro), ma esorta a raccogliere le forze e non rinunciare al progetto in corso: connota infatti la solitudine, il fatto che, per perseguire i propri obiettivi, si deve contare unicamente sulle proprie forze che però, anche nei momenti più bui, saranno sufficienti. In effetti, questo è il fulcro del mio blocco: non riesco ad avere grande fiducia nelle mie forze, nella decisione che sotto sotto ho già maturato da tempo.
Le Figure degli Arcani Minori rappresentano di solito persone specifiche. I Fanti rappresentano persone giovani, ancora alla ricerca della loro strada. Quello di Coppe è una persona appassionata e di temperamento artistico, ancora immatura ma di buon cuore. In effetti, i due sostituti a cui ho pensato per il progetto rientrano nella descrizione: la carta mi suggerisce di fidarmi del mio istinto, delle mie forze (che, come suggerito dall’Eremita, sono sufficienti) e rivolgermi a queste persone come soluzione del problema.
Dall’altra parte del muro mi aspetta il Giudizio: è la carta degli sviluppi positivi inaspettati, del rinnovamento che accade specificamente dopo una crisi. È una carta che, specie alla fine dello spread, promette successo con qualche sorpresa.
Leggendo lo spread tutto di fila, mi dice quindi che il muro è nato da una situazione insoddisfacente per quanto riguarda alcuni rapporti, e che ai fini del progetto è inutile tentare di sistemare le cose o aggirare l’ostacolo. Il fulcro del blocco è la mia sfiducia nelle mie forze e nella decisione di cambiare modelli che ho maturato lentamente, ma se mi fido dei miei istinti e mi rivolgo alle persone che ho in mente, il risultato sarà sorprendentemente positivo.
Bene. Una cosa è arrampicarsi, un’altra è buttarmi dal muro. Ma dovrò farlo, perché ho a cuore ciò che sto facendo.
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