Friday 31 December 2010

Goodbye, 2010

2010, cifra tonda. Come verrà ricordato negli annali del Teatro quest’anno? E come lo ricorderò io?

Senza dubbio come rapido. Ho l’impressione di essere andato a dormire nel 2009 ed essermi svegliato nel 2011 (il che è anche vero, in un certo senso). È un anno che è decisamente volato, è stato pieno di eventi ma spesso vuoto di sostanza. Non è stato altalenante, affatto: semplicemente, c’è stato un costante velo di apatia e malinconia che procedeva parallelamente ad una costante scia di esaltazione ed entusiasmo. Un po’ come l’evento che di quest’anno ha rappresentato il culmine, il concerto dei Theatre of Tragedy a Stavanger.

In realtà, i lati negativi riguardano praticamente tutti la mia vita accademica, nella quale ho trovato pochi stimoli, e quei pochi abbastanza controvoglia. L’errore pregresso è stato quello di iniziare da zero ben due lingue, ma quando me ne sono accorto era ormai troppo tardi per rimediare, per cui pace, ormai si va avanti così. E poi c’è anche il mio radicatissimo lato bohemien, che essendo purtroppo un mio tratto caratteriale, piuttosto che una posa che fa figo, fa sì che, una volta che qualcosa non è più una novità, inizi ad annoiarmi. Non mi va di dilungarmi oltre su questo argomento, perché sarebbe più che altro un piangersi addosso random, e nemmeno sul fatto che mi sto deliberatamente lasciando avvizzire dal punto di vista affettivo. E poi c’è stata la morte della sorella della Mater che ha aggiunto ulteriori problemi.

I lati positivi sono molti di più, a ben vedere. Il primo è piuttosto evidente: la fotografia, dalla quale quest’anno ho ricevuto immense soddisfazioni. Contando solo quelle che ho pubblicato, ho fatto un totale di 203 fotografie fra quelle che ho scattato io e quelle per cui ho posato, sperimentando tantissimo sia con gli stili che con i soggetti. Sono anche tornato a posare seriamente (visto che nel 2009 ho posato solo random qua e là), ho consolidato il progetto degli Infernal Lords, ho perfino fotografato in sessione una delle mie band preferite (gli Autumn). Sento di essere cresciuto molto artisticamente, e sebbene abbia ancora molto da imparare, sono molto soddisfatto di quanto ho fatto fin’ora.
Il secondo sono stati i concerti: a dispetto delle non molte uscite di quest’anno, ho assistito a ben 6 live, ovvero Autumn, The Gathering (erano assieme, ma contano comunque come due separati perché sono andato per entrambe le band), Emilie Autumn, Theatre of Tragedy a Londra, Pure Reason Revolution e Theatre of Tragedy a Stavanger. Senza contare che avevo anche vinto un pass per il meet & greet con i Delain, ma ho dovuto rinunciare per impossibilità ad andare. Ho parlato abbondantemente di ognuno, e tutti sono stati dei live unici e degni di essere visti, che mi hanno portato tonnellate di autografi e momenti indimenticabili.

Cosa resta da dire? Non molto, in realtà: non ci sono stati cambiamenti epocali, quest’anno, ma solo molte esperienze diverse. Non sono sicuro se è col sorriso o col rimpianto che saluto quest’anno, ma sono più propenso verso il primo. Per il 2011 non ho propositi, perché so che non li manterrei. La cosa brutta è che non ho nemmeno aspettative, in questo periodo preferisco lasciarmi vivere e vedere cosa succede. Stanotte uscirò a bere con gli amici e a vedere i fuochi d’artificio, domani pubblicherò un nuovo lavoro degli Infernal Lords, dopodomani chissà. Intanto, auguro a tutti un felice anno nuovo.

Chiavi di ricerca - Dicembre

Questo mese, i googlenauti (nuovo termine coniato in questo stesso momento)  sono stati poco attivi: hanno fatto poche ricerche, e poco creative. Per cui, il nostro consueto spazio (anticipato di un giorno per non segare il post di fine anno) è abbastanza ristretto, e nemmeno troppo divertente. Ma tant’è, saranno tutti a fare cenoni e pranzoni, quindi accontentiamoci.

perversione
Non vogliamo sapere cosa si aspettassero di trovare...
sopracciglia cambia espressione
Io voglio il paio incazzoso e quello triste!
uomo con le ali fumetto
Altrimenti detto “uccello”.
bracciale con heart padlock cerco
Nelle famosissime aste di Google!
dorian gray bordello
Riassunto del film in tre parole.
rose sailor moon whithin
Uhm... certo.
your love splinder
Se è la canzone della Pescivendola, non è divertente.
gesù neve
In Palestina se ne vede una cifra, sapevate?
manga sulla neve
Direi che si rovinano un po’...
manga in chiesa
Le lezioni di catechismo sono sempre più noiose, ci si deve arrangiare...
chiudere il sipario della vita
D’altro canto è Natale, non si soffre più...
florence welch ossessiva compulsiva
Far parte della colonna sonora di Eclipse nuoce alla salute...
alexander krull and simone simons
E fu così che, levandosi l’elmo da Vichinga, Zia Livia si accorse di avere ancora in testa le corna...

Tanti auguri di buon anno ai vincitori di dicembre:

sei uke se...
...lo pigli nel didietro.
kari rueslåtten ferrara
Si avvicina... oh sì, si avvicina a Forlì!

Tuesday 28 December 2010

Sublunar…?

In tv, in uno dei programmi trash guardati dalla Ziaccia (sono a casa del Procreatore, quindi con la cippa che posso guardare Streghe), c’è una tizia che è convinta di essere stata plurimamente visitata, fin’anche salvata, dagli Angeli. Dopo aver raccontato che per poco non si è strozzata col cordone ombelicale mentre nasceva (direi che la cosa è indicativa), che a due anni è caduta dal balcone e si è salvata atterrando su uno stendino (e anche questo spiega un paio di cose), con la massima serietà blatera del fatto che esistono, che ognuno di noi ne ha uno e che ci danno una mano e, se davvero lo vogliamo, se il nostro libero arbitrio va in quella direzione, possiamo anche metterci in contatto con loro e vederli.
Cito: “Se tu dici all’angelo: ‘Io ti voglio... io ti voglio vedere, ti voglio sentire, ti voglio percepire’, allora di sicuro apparirà”.

Facciamo un esperimento.

Rosiel, io ti voglio... ti voglio portare a letto.
Vieni a farmi visita stanotte, ti va?

 

(Se poi funziona, magari provo anche con i Demoni. Astaroth, tieniti pronto.)

Thursday 23 December 2010

Flötenspieler

Sbraito tanto che a me dell’ammoreh non frega nulla e cose simili, ma quando poi si tratta di storie romantiche fittizie (e altrui) mi sciolgo come neve al sole. Il che è il motivo per cui sto già rileggendo Il Gioco Del Gatto E Del Topo. Fatto sta che mi hanno passato questo video (rigorosamente shonen-ai, ma le storie romantiche etero sono così scontate) che mi ha fatto commuovere. Ora dovrete commuovervi anche voi, forza!

Tuesday 21 December 2010

La terapia dello shopping

Quanto è vero che non c’ è niente di più edificante, durante le vacanze, che alzarsi presto (le 10 del mattino), uscire di buon’ora (le 11 meno un quarto) e dedicarsi a tanto shopping soddisfacente in compagnia della Mater! Riassumendo in breve, in un totale di cinque negozi abbiamo comprato:

• Una cintura nuova, visto che la vecchia (tipo militare) era ormai talmente consumata che si allentava da sola dopo mezzo secondo e mi trovavo costantemente i pantaloni sotto il sedere.

• Una camicia a righe bianche e nere tipo quella di Setsuna qui sotto, che desideravo da quando ho visto quell’ illustrazione. Cioè tipo quattro anni, ma non l’ho mai trovata esattamente come la volevo, prima.


• Un’altra camicia a righe, stavolta bianche e, alternate, blu scuro e verde scuro, che con i miei jeans neri attillati sta d’incanto.

Una camicia suggerita dalla commessa, nera gessata, piuttosto semplice ma d’effetto.

Un paio di jeans neri meno attillati del mio solito, ma che mi fanno davvero un bel derrière.

Un broccato con fantasia floreale color verde smeraldo con relativa fodera in raso nero per fare un gilet nuovo.

Un altro broccato con fantasia cachemire sulle sfumature dell’oro, perfetto per una camicia.

Inutile dire che sono estremamente soddisfatto. La camicia l’ho già in mente, sarà attillata e avrà un piccolo jabot davanti, sul quale metterò un bel cammeo che completi la fantasia. Il che significa che quello sarà il mio prossimo acquisto, appena ne troverò uno di mio gradimento. Nel frattempo, mi godo la mia beatitudine per tutti i vestiti acquistati e per quelli in attesa di essere realizzati dalla Mater. È proprio vero che lo shopping fa più che  bene!

Sunday 19 December 2010

In quel di Algeri

Periodo natalizio significa vacanze, e vacanze significa tornare in Merilend per trascorrere le vacanze con la Mater in quel di Algeri pardon, Alghero. Quest’anno, di nuovo, sono partito un po’ malvolentieri perché avrei avuto non poche cose da fare qui in Europa (foto, foto, foto, foto... sì, foto), ma se non altro ho una presenza demoniaca che mi aspetta anche qui. Che no, non è la Mater (la quale, anzi, è felicissima di vedermi), ma un nuovo lavoro del mio progetto. Fortunatamente ho avuto la buona idea di portarmi da leggere per il viaggio (Il Gioco Del Gatto E Del Topo di Setona Mizushiro, che meriterà un post a parte quando lo rileggerò), perché Ryanair ha tardato un po’ col suo volo, facendomi anche slittare l’ora di pranzo con una conseguente crisi ipoglicemica (proprio nel punto più deprimente del manga, che ho dovuto interrompere causa atterraggio, col risultato che sono stato davvero male anche io per la storia). Fatto sta che, nonostante i tre tè bevuti in mattinata, sono talmente stanco che per ora mi limito a scrivere questo e me ne vado a letto. Anche perché ho finito di leggere il manga e ora posso coricarmi sereno.

Sì, è un post abbastanza pointless, ma sono davvero cotto, era giusto per notificare il mio ritorno in terra africana.

Friday 17 December 2010

Fiocca la neve e la felicità

Oggi sono decisamente di ottimo umore, per tutta una serie di motivi, ovvero:

1. Stamattina sono riuscito ad evitare in corner un grosso e potenzialmente molto spiacevole incidente diplomatico, ma proprio in corner.
2. Ha nevicato tutto il pomeriggio!
3. Sono passato in fumetteria ed erano arrivati sia il quarto numero di Orchestre Royal Des Guignols di Kaori Yuki che You're My Loveprize Of One Wing (Inglese portami via) di Ayano Yamane.

4. Sempre lì, mi hanno detto che a gennaio uscirà UraBoku di Hotaru Odagiri e a marzo Kuroshitsuji. Meno male che non me li sono spoilerati con le scanslation.
5. Sono passato da Grom e mi sono preso prima un cono grande di wafer tutto stracciatella con panna montata, e poi uno medio sempre di wafer con yogurt e mandarino, sempre con panna.
6. Sono andato alle poste e ho fatto il regalo alla Bloempje.
7. Sono riuscito a fare il regalo alla Bloempje prima dell'Angelo!

A tutto questo si aggiunge che Santa Emilie da Motpellier mi rende sempre di ottimo umore con la sua musica e che sono pubblicamente scoppiato a ridere stile Dottor Tomoe prima alle poste e poi per strada quando ho comunicato i miei ultimi due misfatti alla Bloempje. E ancora mi viene da ridere pensandoci. Mwahahah!

Thursday 16 December 2010

Aesthetics

Visto che il totale di quelle spezzate, dopo stasera, ammontava ormai a tre, ho preso forbicine e limetta e ho tagliato tutte le unghie cortissime (cosa che, dopo quattro mesi di abitudine, mi sta provocando non pochi problemi a digitare al pc). Tanto la loro funzione di rendere le mie mani davvero belle di certo non dovranno svolgerla fino a dopo le vacanze, quindi cosa le tengo a fare?

Detto questo, mi sono accorto di non aver ancora postato qui una foto in cui si vede bene la celeberrima giacca in velluto blu notte di H&M, per cui rimedio subito.

Far And Astray ID by GothicNarcissus
Seriamente, non è ammoreh? Lei sì che merita di essere amata!

Tuesday 14 December 2010

Some characters are stone

A gauze of tears I would have cause to shed,
But in pride, before your eyes, I keep my own still dry.

Io sono un Gemelli. È nella mia natura vivere l’amore su un livello intellettuale ed idealizzato, più che nella realtà. Ed ho la Luna Nera in Bilancia, che mi porta ad avere una visione molto estetizzata della sessualità. Quindi, è per questo che, da una parte, sono perfettamente capace di farne a meno a tempo indeterminato, visto che in generale sono più propenso a sognarlo che a viverlo, e dall’ altro sono puntualmente deluso dalla trasposizione reale di questa mia idealizzazione, nel constatare che ciò che nell’immaginazione è qualcosa di etereo, cristallino e totalizzante nella realtà si traduce in un carosello di piccole meschinità quotidiane. Stessa cosa per il sesso: nella mia visione intellettualizzata ed estetizzata, il sesso è un’unione fra due persone, un ricercare la reciproca presenza tanto vicina da portare alla fusione dei corpi, la condivisione dell’intimità, la celebrazione del piacere dei sensi. Nella realtà è – e qui prendo in prestito l’azzecatissima definizione di Linda – uno scambio di fluidi corporei. E anche piuttosto faticoso.
(E sì, è anche vero che poi, la mattina dopo, mi sveglio allegro e in pace col mondo, molto stile Rossella O’Hara, ma seriamente, tutta questa fatica fisica e psicologica per così poco?).
(Ed è anche vero che un amore etereo e cristallino l’ho già anche avuto, perfetto come lo immaginavo io nonostante i mille ostacoli, e un bis in queste cose non è concesso).

È probabilmente a causa di questa consapevolezza che, preferisco voltare le spalle alla bassa porticina che mi separa da tutto questo, incrociando le braccia davanti al petto e atteggiando la bocca ad una smorfia sdegnosa, piuttosto che abbassarmi a strisciare su braccia e ginocchia per entrare dall’ altra parte. Mostrarmi debole, mostrare a qualcuno che ha potere su di me, che il suo consenso o diniego hanno la facoltà di influire in qualche modo su quanto bene stia andando la mia giornata, tutto ciò è qualcosa di inaccettabile per me. O forse il mio ego è fragile e ho solo paura del rifiuto, ma anche in questo caso, far pensare a qualcuno che una sua parola ha potere su di me, rischiare di essere guardato con compassione, è semplicemente inconcepibile.
Il mio orgoglio è qualcosa di infinitamente più importante delle effimere gioie dell’amore o del sesso.

Rainy World II by GothicNarcissus

Most happiness Ive seen
Is on my own.

Monday 13 December 2010

Mi hanno proposto di fare la drag queen

A me di essere alternativo importa davvero molto poco. L’ avrò detto mille volte, ma ribadirlo non fa mai male: l’anticonformismo è la posa più esasperata e squallida del conformismo, questo perché lo stereotipo dell’anticonformista è il più ridicolo di tutti. Sinceramente non trovo il senso di fare millemila rinunce e abbandonare parti di sé lungo la strada solo per distinguersi a tutti i costi dalla massa (senza contare che l’eterno bastian contrario attira l’attenzione solo in virtù del suo essere irritante).
Così, finisco per incarnare alla perfezione più di uno stereotipo, a partire da quello del goth più canonico, continuando con il pseudo-Dandy di stampo wildeiano, il bohémien allergico alle responsabilità, il nerd che passa le serate a leggere libri, manga e anche qualsiasi cosa gli passi per lo schermo del computer, e così via. Davvero, mi rendo conto che non c’è nulla di originale nel vestirsi di nero, mettersi lo smalto nero, la matita nera, gli anfibi neri e i collarini neri, ma se a me donano, perché non dovrei farlo? Dovrei rifiutare una consistente parte di me solo perché è un cliché?

Tuttavia, se c’è uno stereotipo nel quale sono contento di non ricarere, è quello del frocio-trash. Dello stereotipo gay ho molto: sono un occasionale ascoltatore di Lady Gaga, faccio le mie scheccate, (quando devo uscire) curo il mio aspetto molto più della ragazza media, impiego una quarantina di minuti a lavare, coccolare, districare e imbalsamare i capelli, incarno perfettamente l’ideale di efebo (e, mio malgrado, del ganimede). Ma ogni volta che mi portano alla Jota e ho i miei contatti col mondo frocio-trash, mi rendo conto di quanto me ne senta distante. In primo luogo perché mi urta da morire che quest’associazione sia automatica. E sì, sono il primo a scherzare allegramente sulle varie Gaga, Beyoncé, M.I.A. e compagnia cantante, ma più con ironia che altro; roba ai limiti della decenza umana come i programmi della De Filippi o della Ventura non riesco a considerarli nemmeno per ridere, è materia subumana e mi sfugge come possano far parte della “cultura gay”.
Ma soprattutto, è l’ideale estetico idolatrato dal mondo frocio-trash che mi sconvolge. Tipico esempio, ieri notte, il video degli auguri di buon Natale con i vari modelli che ballavano in mutande. Ora, sinceramente, passi pure l’abbronzatura, ma davvero il frocio-trash medio trova esteticamente gradevole e/o eccitante un uomo con la moquette sulla testa (non scherzo, il massimo di capelli che ho visto sarà stato un centimetro e mezzo) e un viso dai tratti alla meglio anonimi, ma che vanno volentieri verso il bruttino, purché sotto abbia muscoli tanto pompati che a momenti i pettorali sembrano tette? Sul serio il frocio-trash medio si porterebbe a letto uno di quei cosi che più li osservavo e più la mia bocca si storceva in una smorfia di disgusto? Se la risposta è sì, allora meglio single a vita che finire in uno stereotipo come quello.

Detto questo, mi hanno proposto di fare la drag queen. Anche se non ho ancora smesso di ridere, ammetto che, provando ad immaginarmici, è indubbio che sarei davvero favolosa in quei panni. Ho le gambe lunghe, il corpo snello, i capelli di Raperonzolo, il viso androgino e le labbra da pompino. Magari appena ho smesso di ridere provo a farci un pensierino.

Saturday 11 December 2010

ReVamp

Niente da fare: l’eponimo debutto dei ReVamp ed io non riusciamo proprio ad andare d’accordo nonostante i miei ripetuti tentativi di abbordaggio.


Dovendo trovare un aggettivo per descriverlo, opterei senza dubbio per “rumoroso”. Davvero, nessun album più di questo incarna il luogo comune, sbagliatissimo, del metal che produce rumore e nient’altro. Ogni singola componente di quest’ album, batteria e chitarre in testa (ma anche la voce), è talmente orientato a voler essere tVue a tutti i costi da non lasciare spazio ad altro. In più è incredibilmente lungo, sia in termini di effettivo minutaggio che di percezione soggettiva, il che è un grosso demerito per un album che presenta così poca varietà.
Volendo prendere la tracklist, direi che potremmo dividerla facilmente in una prima parte (1-3) musicale quanto una martellata su un’incudine, una parte centrale (4-8) mediocremente zoppicante, ma che comunque presenta le parti più interessanti del disco, ed un’ultima (9-13) fiacca e stentata. Pur distinguendosi in questo modo, le tre parti hanno in comune una caratteristica fondamentale: escludendo quelle da buttare tout-court, in genere le canzoni con una buona strofa hanno un ritornello penoso, oppure vice versa.

Le prime tre canzoni, Here’ s My Hell, Head Up High e Sweet Curse, sono accomunate dal voler essere il più possibile tVue e rumorose, la prima con una batteria davvero spaccatimpani, la seconda con dei riff di chitarra aggressivi quanto insipidi e la terza incarnando perfettamente lo stereotipo della ballatona (molto) power che vorrebbe essere strappalacrime ma finisce solo per gridare “skip me!”. In particolare, Here’s My Hell, che tenta di rendersi interessante mescolando una parte strumentale fast&furious e vocals lente pseudo-operistiche, finisce per essere solo un’accozzaglia male assemblata, mentre Head Up High strizza vergognosamente l’occhio alle sonorità oh-so-heavy ma ruffiane della peggiore Doro Pesch, classificandosi come ultima ruota del carro.
Le cose migliorano leggermente con Million, il cui intro elettronico aggiunge un po’ di varietà e nella quale, tutto sommato, il ritornello riesce a non far perdere troppo nonostante la sua generale fiacchezza, e con la commercialotta ma simpatica Break, che si riprende soprattutto grazie all’interpretazione di Floor sul finale; ma quando arrivano le tre In Sickness ‘ Till Death Do Us Part, ricominciano i sospiri, col primo episodio All Goodbyes Are Said che parte bene ma diventa imbarazzantemente banale lungo il percorso, Disdain che gioca di nuovo a fare la heavy a tutti i costi e la sola Disgraced che risulta più o meno interessante (e, a proposito, qualcuno dica ai Jansen, lei e Mark, che hanno rotto le palle con le canzoni a puntate).
L’ultima parte è un agglomerato indistinto di canzoni che, con il loro voler essere sia heavy che orecchiabili, finiscono per diventare soltanto insipide, e gli unici episodi degni di nota sono The Trial Of Monsters, che fa cadere le braccia col suo sembrare tirata fuori da “Come fare il sinfonico nota per nota, manuale per la scuola media inferiore”, e I Lost Myself, altra ballatona, che stavolta fa il verso a qualche bell’episodio degli After Forever senza riuscire ad avvicinarcisi di molto.
Menzione a parte invece per la bonus track No Honey For The Damned, forse la migliore del lotto, che nonostante il ritornello elegiaco da taglio di vene presenta una strofa bella dinamica e interessante.

Se poi, ad un disco nel quale su quattordici canzoni totali si salvano tre episodi e mezzo, si aggiunge anche la tendenza tutta morteniana di Floor a continuare a riciclare ancora ed ancora le stesse tematiche delle lyrics di Remagine, non c’è da sorprendersi se la canzone più interessante suonata dai ReVamp è la cover di Bad Romance di Lady Gaga che propongono live (considerando quanto spesso la clicco su YouTube, se l’avessi sull’iPod avrebbe minimo una cinquantina di passaggi, paragonati ai cinque per canzone dell’album). Per un’artista del calibo di Floor, come cosa è abbastanza inaccettabile. Per cui, la signorina Jansen dovrebbe mettere un attimino da parte la sua amicizia con Doro Pesch e cercare di smettere di farle il verso (anche vocalmente), così da non gettare alle ortiche la classe che musicalmente ha sempre avuto ed evitare di ritrovarsi a cinquant’anni sul palco vestita come l’espositore del negozio di ferramenta.

Monday 6 December 2010

I won't be lost

And when I see you, I find
Another reason to keep
Myself from getting lost in you.

You Lost Me by ~SimoneBerlioz

And when I see you, I find
Another reason to keep
Myself from getting lost in you.

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Wednesday 1 December 2010

Epic fail

Si dice che per far ridere Dio basti raccontargli i propri progetti.

Sinceramente, di questennesima conferma del suo essere una cosmica testa di cazzo non sentivo proprio la necessità.