Di nuovo felice, e stavolta si spera che duri. La mattinata è stata a dir poco atroce, ed il caso “Poste Africane” si è dilungato fin dopo pranzo, ma alla fine ne è valsa la pena. Perché ora sono felice. Perché ora l’aria della mia stanza è satura del Suo profumo. Perché ora posso deliziare i miei sensi della sua presenza un po’ di più. E ciò basta a rendermi felice. Senza contare che, finalmente, ha avuto la tanto agognata ciliegina, che, in effetti, era il mio pacco. Oggi per la prima volta ho pianto di gioia. Mi sono commosso spesso, ma mai, mai ho pianto di gioia prima. E poi ridevo come un deficiente mentre leggevo la lettera, e poi di nuovo piangevo.
Ed ora che tutto intorno a me profuma così, mi sembra che il mondo stesso sia cambiato. Mi sembra che nulla sia più uguale. È una cosa sciocca, forse, ma è così, tutto ha acquistato una nuova luce.
Il caso “Poste Africane” lo tratterò in seguito, perché al momento non riesco a trovare il sarcasmo necessario nemmeno sforzandomi. Perché lo disse anche Oscar: “Quando si è felici si è sempre buoni. (Ma non sempre quando si è buoni si è anche felici)”.
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