Oggi ho scoperto che le grigliate all’aperto sono divertenti e poco faticose; a patto che, come ho fatto io, ci si sieda sotto il gazebo a ridacchiare quando opportuno e chiedersi se si finirà a mangiare carne cruda o a dar fuoco all’intero vicinato mentre si osserva gli altri affaccendarsi intorno al barbecue per accendere il fuoco, il tutto senza muovere un dito. E sì, anche stravaccarsi sull’amaca opportunamente posizionata all’ombra e dondolarsi fino ad addormentarsi dopo pranzo è piacevole. Non faceva troppo caldo, c’era l’ombra, una leggera brezza, e con tutto che normalmente non amo non amo l’aria aperta mi è piaciuto.
Il motivo per cui non amo stare all’aria aperta in primavera/estate è presto detto: sono un po’ paranoico circa pruriti, formicolii, pungolii e altre possibili sintomi che possano indicare la presenza di antipatici insetti sulla mia pelle; non tanto perché ho paura degli insetti (non ne ho, ad eccezione delle blatte), ma perché non voglio ritrovarmi a combattere contro bollicine, arrossamenti e pruriti vari causati da quei simpatici esserini. In effetti, in aggiunta ai vari, detti, ribaditi ed ancora ripetuti motivi per cui odio la “bella” stagione, c’è anche il proliferare di moscerini, mosche, moschette, mosconi, api, vespe, zanzare e altri robetti volanti che ronzano nelle orecchie, lasciano rossori o finiscino allegramente in bocca, negli occhi o praticamente ovunque. E l’unico motivo per cui non ho menzionato tutto ciò nei precedenti rant sulla primavera è solo che non trascorrevo una giornata all’aeperto così da anni.
Oh, è altri due punti a favore della giornata sono stati che:
a) I miei sforzi di lyric writer, arrangiatore di demo abbozzate e compositore di linee vocali sono stati abbondantemente apprezzati.
b) Ho trovato il set definitivo a due passi da Monfalcone: bosco, fiume con tronchi caduti che lo attraversano, laghetto, mini-diga alquanto industrial, chiesetta neo-gotica e muro di pietra inghiottito dall’edera, tutto concentrato in cinquanta metri quadri o meno. Ho assoluto bisogno di Sorellina qui ed ora!
Il motivo per cui non amo stare all’aria aperta in primavera/estate è presto detto: sono un po’ paranoico circa pruriti, formicolii, pungolii e altre possibili sintomi che possano indicare la presenza di antipatici insetti sulla mia pelle; non tanto perché ho paura degli insetti (non ne ho, ad eccezione delle blatte), ma perché non voglio ritrovarmi a combattere contro bollicine, arrossamenti e pruriti vari causati da quei simpatici esserini. In effetti, in aggiunta ai vari, detti, ribaditi ed ancora ripetuti motivi per cui odio la “bella” stagione, c’è anche il proliferare di moscerini, mosche, moschette, mosconi, api, vespe, zanzare e altri robetti volanti che ronzano nelle orecchie, lasciano rossori o finiscino allegramente in bocca, negli occhi o praticamente ovunque. E l’unico motivo per cui non ho menzionato tutto ciò nei precedenti rant sulla primavera è solo che non trascorrevo una giornata all’aeperto così da anni.
Oh, è altri due punti a favore della giornata sono stati che:
a) I miei sforzi di lyric writer, arrangiatore di demo abbozzate e compositore di linee vocali sono stati abbondantemente apprezzati.
b) Ho trovato il set definitivo a due passi da Monfalcone: bosco, fiume con tronchi caduti che lo attraversano, laghetto, mini-diga alquanto industrial, chiesetta neo-gotica e muro di pietra inghiottito dall’edera, tutto concentrato in cinquanta metri quadri o meno. Ho assoluto bisogno di Sorellina qui ed ora!
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