Saturday, 21 September 2013

Cambio di prospettiva

Ho passato buona parte della mia vita, inclusa tutta l’adolescenza, convinto di odiare la Sardegna. Ok, probabilmente la odiavo davvero. Ora, invece, sto riscoprendo un amore inaspettato per lei. Non si tratta del classico attaccamento a “la mia terra”, quanto al semplice constatare che è bellissima. In ogni sua parte. Dalle falesie calcaree della costa nord-occidentale ai territori vulcanici dell’interno, fino alle scogliere granitiche e le montagne della Gallura. Man mano che la esploro in compagnia della Mater, pranzo al sacco e macchine fotografiche appresso, scopro paesaggi di una bellezza quasi ultraterrena, posti che in futuro vorrei condividere con “qualcuno”, una terra alla quale mi piace tornare.
Tutt’altro discorso per i Sardi: la maggior parte di loro riesce ad urtare il mio sistema nervoso nel giro di dieci secondi netti, battendo di gran lunga i venti o trenta necessari al resto dell’umanità per farmi desiderare un’estinzione di massa. Probabilmente, la Sardegna sarebbe davvero il paradiso terrestre se fosse disabitata, ultima riprova giusto questo pomeriggio a San Leonardo di Siete Fuentes i cui abitanti sono tanto beceri quanto il luogo è bello.
Tuttavia, la Sardegna deve essere davvero un luogo magnifico se nemmeno avere a che fare con le persone riesce più a farmela odiare. Oh, e naturalmente il fatto di non viverci più in pianta stabile ed essere in grado di prendere un treno per andare in giro per l’Italia. Però l’ultima volta che ho preso l’aereo per Trieste, ho letteralmente accarezzato con lo sguardo tutta la costa settentrionale, da Stintino a Santa Teresa di Gallura, che sono state le mete delle due gite che ho fatto ad agosto con la Mater: ho seguito tutta la strada che abbiamo fatto in macchina, prestando attenzione ad ogni paesello, riconoscendolo come quello che abbiamo intravvisto o attraversato in macchina, meravigliandomi di ogni asperità della linea della costa, ogni promontorio o insenatura, visti dall’alto ma ormai imprescindibilmente legati a quelle due giornate.
È per questo che, ora, vedere Stintino e Capo Testa, ma da adesso anche Siete Fuentes, mi farà sempre battere il cuore più forte.

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