Sunday, 1 September 2013

On the edge, at last

Ultimamente ho ripreso a dormire bene. Sono due notti che mi corico e riesco a fare tutta una tirata senza svegliarmi in preda all’ansia. Probabilmente, ora che il ritorno a Trieste è imminente, ho raggiunto quella specie di calma zen che arriva quando sei sul ciglio del baratro. La strada è sempre accidentata e piena di ansia, ma una volta che si vede il crepaccio si accetta il proprio destino e si va avanti. A parte qualche batticuore a macchia di leopardo durante il giorno, riesco anche ad essere produttivo, tant’è che ieri ho tradotto dal russo con la Mater non solo tutti i testi dei due Белое dei Theodor Bastard, che mi servono per un progetto congiunto con BriarRose, ma anche tutti gli altri loro album. Oggi invece vedrò di finire di leggere il blog sullo zodiaco e abbozzare qualche idea anche per gli ultimi segni (possibilmente anche per quelli di Fuoco, che mi stanno dando un sacco di filo da torcere), e fra l’altro, ho anche buttato giù qualche riga della storia che sto scribacchiando sugli Infernal Lords, e che non toccavo per tutta una serie di motivi da dicembre, e mi sta tornando un’enorme voglia di fare una maratona di Once Upon A Time.

A dirla tutta, penso che a darmi una bella botta di vita sia stata al serata in compagnia di Beatrice e Federica: cena dal messicano e poi karaoke fra un drink e una sigaretta. Tralasciando che dovrei assolutamente riprendere a studiare canto perché in due anni di inattività completa (e cinque da che ho smesso di andare a lezione) sono peggiorato parecchio, la cosa strana è che sono rimasto assolutamente sobrio nonostante abbia trincato “come un cammello a etilene”, per citare Federica. Comunque, nonostante il massacro di Gaga, Beyoncé e Britney che ho fatto, e la tremarella che mi prende non appena prendo in mano un microfono (neanche mi fregasse nulla del giudizio degli avventori di un bar-karaoke di provincia), è stato alquanto catartico. Forse, sotto sotto, è vero che per ricaricare le batterie e decostruire un po’ di nevrosi ho bisogno di uscire e socializzare.

Ciò detto, sto per andare dall’amico di famiglia triestino che mi ospiterà: prendo le chiavi e chiedo qualche dritta su come funziona casa sua (visto che lui sta ad Algeri nel mentre). Spero di riuscire a sistemare la faccenda affitto in settimana, così potrò dedicarmi in santa pace alla creatività e, magari, riprendere pure a vivere senza ansia.

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