Monday, 23 June 2014

Gente che si Lagna

Quest’oggi mi sto spremendo le meningi e sto cercando di ricordare com’ero fra i quattordici e i diciassette anni, la fatidica età in cui ero un fan incallito e sordocieco degli Evanescence. Del resto, loro sono stati la band che ho seguito più assiduamente quando ero un ragazzino e dovevo ancora capire come stare al mondo (dell’internet), con tutti i comportamenti che ne conseguono.
Mi pare di averli difesi a spada tratta in varie occasioni, specie quando li si accusava di essere o non essere, nell’ordine, gothic, metal, rock, commerciali, cristiani e chi più ne ha più ne metta; una volta ho anche scritto una mail piuttosto inferocita a un giornalista che aveva pubblicato un report sfavorevole del concerto del 14 novembre 2006; e ricordo che una sera cascai con tutte le scarpe nella rete di un troll che insultava gratuitamente Amy e mi incazzai da morire.
Eppure, a pensarci bene, tanto sordocieco – nel senso di accettare come oro colato qualsiasi cosa facesse la band Amy senza farmi domande – forse non lo ero. Già nel 2004 storsi un po’ il naso per la sua voce dal vivo in Taking Over Me e Whisper live a Colonia, le b-side del singolo di Everybody’s Fool. Sono sempre stato abbastanza onesto da riconoscere che tre o quattro canzoni di Fallen non mi avevano entusiasmato, così come le versioni originali di Where Will You Go e Imaginary dell’Evanescence EP. E ho sempre detto che quella di Anywhere But Home non era una gran performance live da pubblicare su dvd. Quando uscì The Open Door ero molto più preso, per cui lì per lì non lo dissi pubblicamente, ma sotto sotto ammettevo almeno a me stesso che Good Enough mi dava ai nervi e che Weight Of The World e Like You se le sarebbe potute evitare. E anche nella lettera al recensore ho contestato le sparate sull’aspetto fisico di Amy*, il non essersi documentato abbastanza e aver confuso tre canzoni criticandole per quello, le accuse di playback per il fatto che la performance era stata abbastanza buona e altre frecciate abbastanza gratuite. E quando poi l’atteggiamento e la musica di Amy hanno smesso di piacermi, ho iniziato a criticarla, e anche duramente. Il tutto con i gusti musicali e la mentalità di un adolescente.
*Nota: qualcuno potrebbe dirmi che ora razzolo male, dato che anche io approfitto di come è ingrassata per sfotterla; ma lo faccio sul mio Facebook, non prendo soldi e non dico di essere un giornalista. Da un recensore nemmeno di una webzine scaciotta, ma di una testata nazionale, mi aspetterei un po’ di professionalità in più.

Quindi, se anche io, nel mio essere una fangirl adolescente che chiude un occhio ben volentieri su troppe cose, sono comunque riuscito a mantenere un briciolo di senso critico, perché gente adulta non riesce a farlo?
È questo il grande mistero che aleggia intorno ai fan di Lagna del Rey. Basta dire qualcosa di negativo su di lei che bam!, subito ti si buttano addosso come un gruppo di rugbisti sulla palla ovale. Io capisco difendere le proprie passioni – sono il primo a farlo. Ma, tanto per cominciare, lo faccio argomentando il più seriamente e precisamente possibile, non sbraitando a casaccio; in secondo luogo, quando ho per le mani l’indifendibile, o cambio idea, o accetto le critiche e decido che chissenefrega, mi piace comunque. Ma prendere qualsiasi critica per odio gratuito e immotivato è un atteggiamento irragionevole.
Trovo Lagna del Rey antipatica? Sì, come “artista” e personaggio pubblico mi dà molto sui nervi, non ne ho mai fatto mistero, tant’è che le ho anche dato un soprannome sarcastico. Trovo divertente prendermi gioco dei suoi fan? Immensamente, mi servono il divertimento su un piatto d’argento ogni volta, altrimenti non avrei impostato la privacy del post con le mie opinioni piuttosto taglienti sul suo nuovo album su pubblica. Tutto ciò toglie valore alle critiche che le muovo? No, perché fra una battuta sulle sue labbra siliconate e l’altra – e anche qui, trovo semplicemente ridicolo che si ostini a negare l’evidenza – mi limito a riportare osservazioni motivate e articolate sul suo pessimo modo di cantare, sulla scarsa qualità della sua musica, sul dubbio valore del personaggio che si è costruita. Lei, come persona al di fuori di tutto ciò, non la conosco, né posso dire qualcosa a riguardo. Trovo possibile che possa piacere nonostante tutto ciò? Certo, è lecito: a me dà ai nervi, a qualcuno piacerà, è così che funziona. Ma anche apprezzarla, non significa tapparsi occhi e orecchie e fingere che vada tutto bene. Posso accettare che mi si dica “mi piace come canta anche se è stonata, svociata, sguaiata e ingolata, me ne rendo conto ma non è quello che cerco in una cantante”. Posso accettare che mi si dica “il suo personaggio mi affascina anche se è ridicolamente costruito”. Diamine, conosco un fan che ha ammesso candidamente di non trovarla artisticamente rilevante, ma di apprezzarla semplicemente perché è kitsch fino all’osso: massimo rispetto per lui – e in effetti le critiche non lo irritano. Ma che si ignori deliberatamente questa consapevolezza – perché non sono abbastanza pessimista da ritenere che la gente non si renda conto che non sa cantare e che le cose che dice nelle interviste su di sé e sul suo passato non stanno né in cielo né in terra – e si additi qualsiasi critica, anche la più motivata e sviscerata, come odio gratuito, mi fa davvero fatica capirlo. Per una semplice questione di onestà con se stessi: apprezzare veramente qualcosa non significa illudersi che sia perfetta, significa accettarne i difetti e ritenere che i pregi li controbilancino.
E invece, pare di trovarsi di fronte a un’orda di sordociechi pronti ad accusare senza nemmeno leggere, come nel caso degli insulti al giornalista del Guardian, che si è limitato a riportare le risposte di Lagna nero su bianco (poi a lei non sono piaciute e ha aizzato i suoi fedelissimi su Twitter).
L’unica conclusione possibile è che le critiche a Lagna diano così fastidio ai suoi fan proprio perché sono fondate, perché in realtà anche loro si rendono conto benissimo di quanto poco valga ma vogliono illudersi che non sia così ancora un po’ più a lungo. Ma a ‘sto punto, basta staccare internet, attaccare il lettore mp3 e isolarsi dal resto del mondo. Anche perché, psst, vi dico un segreto: più vi incazzate e più io, che sotto sotto sono un fottuto troll, me la rido.

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