Stasera sembro la versione olfattiva del catalogo di un’erboristeria ben fornita: ho i capelli che profumano un po’ di hennè e caffè per l’impacco che ho fatto, un po’ di cocco e sale marino per lo shampoo, un po’ di vaniglia e fragola per il balsamo. La pelle del viso profuma di burro di karitè nei punti in cui l’ho spalmato per aiutare a rimarginare un paio di brufoletti, mentre un’ascella odora fortemente di olio essenziale dell’albero del tè, che ho messo per far riassorbire un peletto incarnito che mi stava facendo vedere le stelle. Stranamente, tutti questi profumi convivono piacevolmente su di me; forse perché sono decisi ma non eccessivamente forti, e comunque tutti naturali.
Insomma, considerazione #1: chi parla della bellezza come di una dote innata e di scarsa importanza è un cretino; essere belli richiede tanta di quella manutenzione che a volte non si sa nemmeno da che parte cominciare. È un dono con cui si nasce, ma che va coltivato.
Considerazione #2: non sono un fanatico del bio, dei rimedi caserecci, del naturale sopra il sintetico per qualche stupida ragione etica; basti pensare che, a parte le aree cosparse di karitè, sul viso ho messo una costosa crema della Lierac con effetto idratante, livellante, uniformante e preventivo sulle rughe. Principi attivi per lo più naturali, anche lì, ma confezionata a livello industriale sfruttando i bambini del Malawi o chissà che altro. Per cui, la mia vena bio non è dettata tanto da motivi equo-solidali o da wiccan scoppiati, quanto dal fatto che sono tutti prodotti che funzionano e danno risultati migliori sul mio tipo di capello e pelle. Sono semplicemente pragmatico.
Il che mi porta alla considerazione #3: non avendo la TV a Trieste, quando torno dalla Mater ci metto sempre un po’ ad adattarmici nuovamente. A parte la retorica senza fine dei nostri telegiornalisti, che meriterebbe un post a parte (quando guardo il notiziario vorrei essere informato, non emozionato, grazie tante), è la pubblicità a lasciarmi sempre un po’ destabilizzato. Nella fattispecie, quegli spot che cercano di creare a tutti i costi un senso di allarme nello spettatore facendo leva sul sentimentalismo cieco: proteggi i tuoi cari da germi, batteri, virus, malware, microbi, nargilli, alieni e la Unseelie Court con Amuchina gel, Napisan plus, Ace Gentile e chi più ne ha più ne metta. Il detersivo non basta, il tuo bambino si prenderà la salmonella se non lo rinchiudi in un ambiente virtualmente sterile e privo di qualsiasi impurità microscopica che possa metterlo a rischio di sviluppare il sistema immunitario! Germi e batteri si annidano ovunque: stanali, ne va della sopravvivenza della tua famiglia!
Ahn… E sticazzi non ce li metti? Seriamente: sembra quasi che l’umanità sia sempre stata sull’orlo dell’estinzione prima che i santi inventori dell’Amuchina e del Napisan scoprissero il segreto per combattere germi e batteri. Di sicuro il declino nella mortalità infantile è dovuto a loro.
Ora, la medicina che avanza e permette di ridurre il rischio di morti stupide da infezioni batteriologiche o virali è sicuramente un bene, ma qui si sfiora il ridicolo: cara mamma della pubblicità, a meno che non sia una cagna che non pulisce casa da due anni e mezzo, se il tuo bambino butta il ciuccio per terra e poi lo raccoglie e se lo mette in bocca, il peggio che può succedergli e iniziare a formarsi qualche anticorpo che gli permetterà di non tornare a casa col moccio al naso dopo il primo giorno alla scuola materna in mezzo ad altri esseri umani. Si disinfetta una ferita, mica la frutta e verdura. Un ambiente sterile serve per operare, o se hai qualcuno immunodepresso, ma una manciata di microbi non minaccia la sicurezza tua e della tua famiglia. Anzi, più li stermini immotivatamente, più quelli evolvono e diventano immuni alle schifezze che ci versi sopra: lì sì che sono dolori.
Insomma, se non c’è un rischio medico serio, a volte sarebbe semplicemente il caso di lasciare che la natura faccia il suo corso. Prendersi cura di sé usando prodotti naturali è meno rischioso e più efficace che non ricorrendo al chimico quando non ce n’è davvero bisogno. Mi urta pensare che le pubblicità pensino che io sia tanto cretino da non rifletterci su e credere ciecamente a quello che dicono.
Insomma, se non c’è un rischio medico serio, a volte sarebbe semplicemente il caso di lasciare che la natura faccia il suo corso. Prendersi cura di sé usando prodotti naturali è meno rischioso e più efficace che non ricorrendo al chimico quando non ce n’è davvero bisogno. Mi urta pensare che le pubblicità pensino che io sia tanto cretino da non rifletterci su e credere ciecamente a quello che dicono.
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