Wednesday, 5 November 2014

My super bittersweet sixteen

My violent mood swings peak and my hands
Are as heavy as rocks.
I have no time and no space,
I have fallen behind:
There is no god.

The night is cursed,
Loud and blurred,
But still it rains,
Still it rains,
It rains like hell,
It rains like hell!

Rain on empty shells.


Ricordo che c’è stato un tempo in cui non ero meteopatico e la pioggia mi metteva allegria, mentre ora giornate intere uggiose e umide mi mandano letteralmente in bestia.
È da quando sono tornato da Lucca che mi porto dentro un veleno strisciante. Sono in uno stato di frenesia inespressa e non faccio che alimentare la mia frustrazione ascoltando musica depressa o, alla meglio, incazzata. Davvero, è da tanto che non ricordo di aver contribuito al mio cattivo umore in quel modo, piuttosto che esorcizzarlo, e non sono assolutamente in vena di provare ad ascoltare qualcosa di più allegro per scacciare il malessere di vivere. È come una droga, mi faccio deliberatamente del male e non riesco a smettere.

La cosa peggiore è che non riesco proprio a capire quale sia la causa. Non ho magagne affettive, non ho amicizie in crisi, non ho niente di niente che non vada. Tornare dal paese dei balocchi alla routine di sicuro non aiuta, ma è ridicolo che ciò basti a ridurmi i nervi in queste condizioni. Probabilmente, una parte è dovuta tensione per l’imminente partenza per l’Olanda, ma anche questo mi sembra un po’ poco. E così eccomi qui, diviso fra i Draconian, i The Romanovs, la Sia più deprimente e chissà che altro. Se sono davvero al punto in cui la musica non mi aiuta ma peggiora la situazione, le cose si mettono davvero male.
Fortuna che almeno posso fare il sedicenne sul blog, è l’unica valvola di sfogo che mi è rimasta. Il risultato è un post privo di sostanza e interesse, ma sticazzi, non posso sempre scrivere roba coerente e significativa.

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