C’è sempre un senso di liberazione quando si raggiunge il punto di rottura dopo settimane di tensione. Anche quando la “rottura” è fisica e passi tre giorni con un piede nella fossa, il primo a vomitarti l’anima o dovendo correre in bagno ogni dieci minuti, il secondo a dormire perché hai un picco di febbre, il terzo a riprendere cautamente a mangiare.
E sì, venerdì ho preso un acquazzone epocale dopo un pranzo bello carico al giapponese. Magari era proprio quello che ho mangiato ad avermi fatto male, si sa mai agli all you can eat. Ma sono piuttosto convinto che il mio malessere sia stato psicosomatico perché, ora che ho iniziato a riprendermi, mi sento alleggerito da tutta l’ansia delle scorse settimane. E no, non si trattava semplicemente di pulire camera: questa settimana torno a Roma dopo nove anni di assenza e, di ritorno, mi fermo a Bologna per un matrimonio. Le scorse settimane le ho passate a far quadrare il cerchio per non spendere l’ira di Dio, avere tutto prenotato in posizioni e orari strategici, e capire quanto tempo avrò a disposizione per girare un po’ la città. Una città che mi fa paura, lo ammetto: da ragazzino non la percepivo come pericolosa, perfino quando partii allo sbaraglio col mio migliore amico a quindici anni per le vacanze di Natale. Ma ora ho delle consapevolezze in più: Roma non è Milano e non mi sento molto sicuro al pensiero di girarci, specie la sera, specie in zona Termini. Ho deciso che porterò il computer per potermi connettere al wi-fi, ma non porterò la fotocamera. Del resto, speravo di fare il penultimo Infernal Lord lì, ma con questo progetto nulla è mai semplice ed è saltato tutto all’ultimo. Le foto di stock al Cimitero Acattolico le posso fare in qualsiasi momento, se mi organizzo per scendere nuovamente e recuperare l’Infernal Lord.
Il fatto che mi sia saltato lo shoot è il motivo principale per cui questo viaggio mi è andato un po’ di traverso; il secondo è che scendo per una faccenda che riguarda il Procreatore e che, francamente, vorrei non fosse mai spuntata fuori, ma pace. La tentazione di tirare pacco agli sposi di Bologna è enorme e, lo ammetto, l’unico motivo per cui non mando tutto all’aria con la scusa che sono stato male in qusti giorni è che ormai l’ho promesso a Katia e Claudio e non voglio deluderli. Chissà, magari mi esce anche una visione di Animali Fantastici e Dove Trovarli al cinema con Katia, ché se ne parlò quando fu annunciato il film, e tutto andrà per il meglio.
Comunque, dicevo, il punto di rottura: ora che la tensione è svanita con la febbre, mi sono rassegnato all’inevitabile – Procreatore con le sue… cose, e set fotografico saltato – e mi concentro su quanto mi godrò la buona compagnia. Anche per Bologna, mi sono assicurato passaggi e questioni logistiche, e l’unica domanda è per che ora potrò tornare in stazione a prendere il treno, ma me ne occuperò a tempo debito. Che poi, a questo matrimonio vedrò tantissime persone a cui voglio bene, per cui sarà divertente, mica una di quelle menate della Famiglia Barilla in cui devo sopportare tutto il parentame giù.
Una piccola vittoria è che sto riuscendo davvero a organizzare questo viaggio nonostante le crisi di nervi, e non deluderò nessuno con un bidone dell’ultimo momento – perfino il Procreatore, ché lo ammetto, a una parte di me fa piacere essere con lui in un momento importante della sua vita. Vorrei non essere così fragile e non avere un equilibrio psicofisico così precario, tornare a quando viaggiare mi dava piacere senza la paura costante di non trovarmi nella mia bolla familiare di routine. Ma è bello constatare che, nonostante tutto, ce la posso fare. Anche se si tratta di qualcosa di nuovo, non il solito viaggio a Milano, dove so perfettamente come muovermi. Chissà che magari non mi passi la paura di Roma e non riesca a organizzare con più serenità lo shoot per l’Infernal Lord in un prossimo futuro.
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