Sunday, 12 March 2017

C’è qualcosa di salvabile in Un Magico Natale?

Giovedì esce il live action de La Bella e la Bestia e l’hype mi sta mangiando vivo. Siccome ho un bisogno disperato di surrogati, ho deciso di pipparmi quel classico dell’inettitudine cinematografica che è La Bella e La Bestia: Un Magico Natale. Poi chiediamoci perché non amo il Natale.
Ok, a essere sincero, da piccolo riuscivo a tollerarlo principalmente perché ha portato altri oggetti animati (non che li adorassi o giocassi col set di porcellane di mia zia quando passavo il pomeriggio da lei, proprio no). Ma siamo sinceri: la storia è stucchevole, l’animazione nemmeno paragonabile all’originale (porca miseria, l’hanno nominato come miglior film agli Oscar e me lo riducete così?), l’intreccio non ha un briciolo di senso e i personaggi non solo sono caricaturali (soprattutto Belle e la Bestia), ma vanno spesso contro la logica che avevano nel film originale. Oh, e da bambino non riuscivo a stomacare che Lumière flirtasse con qualcuno che non fosse la cameriera, o che Belle avesse indossato il vestito dorato prima della scena del ballo. NO. Nulla di tutto ciò è canon. Questo film non è mai esistito, già a otto-nove anni la cosa mi era ben chiara.
Riguardandolo da adulto, però, non ho potuto fare a meno di rivalutare un elemento in particolare: il villain, Forte, e il rapporto che ha con la Bestia.

Aiutatemi a dire “creepy”.
Parliamo un momento della trama (che considero sempre grossolana e stupida): Belle è prigioniera nel castello e la Bestia ancora non si comporta come dovrebbe. Il Natale si avvicina e Belle decide di celebrarlo, nonostante la Bestia l’abbia vietato perché è anche l’anniversario dell’incantesimo. I loro stupidi battibecchi vengono esacerbati dalle macchinazioni di Forte, l’ex compositore di corte trasformato in un gigantesco organo super creepy: negli anni dell’incantesimo, infatti, la Bestia si è affidato alla “consolazione” che la musica di Forte riusciva a dargli, rendendo Forte importante nella sua vita; con l’incantesimo spezzato, Forte perderebbe il suo ascendente sulla Bestia e ciò non gli garba. Così, Forte convince Belle a uscire dal castello in cerca di un abete da addobbare; la Bestia lo vede come un tentativo di fuga e la mette in prigione. Poi si rende conto di essere un deficiente e la libera: a quel punto, Forte esce di testa e tenta di ucciderli e distruggere il castello con la sua musica, finché la Bestia non distrugge la sua tastiera e uccide lui. Urrà, il Natale e salvo e tutti festeggiano.
Gnn. È una trama talmente idiota che mi sento in imbarazzo per chi l’ha scritta. E Forte, per quanto spaventoso nell’aspetto, è uno dei villain più inutili e con una delle motivazioni più sciocche di tutta la produzione Disney.
O forse no.

La fiaba originale de La Bella e la Bestia è molto diversa dalla versione Disney. È un tentativo di indorare la pillola sui matrimoni combinati: lui è vecchio e brutto? Hai rinunciato alla tua vita per sposarlo? Fa nulla, compenserà regalandoti vestiti e gioielli, e magari poi scopri pure che non ha un brutto carattere ed è tollerabile sul lungo termine.
La versione Disney è molto più interessante, con un’infinità di livelli di lettura. La Bestia della Disney non è un uomo brutto che, a guardarlo bene, nasconde un bel carattere: è un uomo che si sente un mostro, che pensa di aver perso l’umanità, si chiude in se stesso e non sa come salvarsi prima che sia troppo tardi. La Bestia della Disney è qualsiasi persona depressa: non gli importa di curare il suo aspetto, vive in mezzo al caos e non tiene alle sue cose, non riesce a interagire con le altre persone, si vergogna per come vive e non vuole che nessuno lo veda, si sente costantemente inadeguato, si chiude in casa e si limita a osservare la vita degli altri persone indirettamente. E, soprattutto, è del tutto disconnesso dal suo lato emotivo perché gestirlo è troppo difficile; ed è quello che rende umani.
Da qui torniamo a Forte, che trae il suo potere da questo stato in cui si trova la Bestia. È una presenza tossica nella sua vita che pretende di essere il suo unico confidente; la sua musica e, soprattutto, le parole che gli sussurra continuamente all’orecchio sono una dipendenza che sembra placare lo sconforto, ma finisce solo per alimentarlo. Per mantenere il suo potere, fa letteralmente di tutto pur di sabotare qualsiasi progresso la Bestia faccia, specie nelle relazioni interpersonali. Da una parte, imbastisce un piano complicato per far sembrare che Belle non sia la persona giusta, che voglia tradire la Bestia, che stia agendo per fargli del male e renderlo ancora più infelice. Dall’altra, enfatizza il bisogno di solitudine della Bestia, lo convince a distanziarsi ancora di più dal suo lato umano, addirittura distrugge meticolosamente la sua autostima, spingendolo a credere di non essere lui abbastanza per Belle o per vivere in mezzo alla gente. Quando le cose girano proprio male, tenta di distruggere la sua speranza (la rosa) e, direttamente, di ucciderlo. Alla fine, nonostante sia Belle a incoraggiarlo, nonostante gli altri servi lo aiutino, è la Bestia che lo sconfigge. Nessun altro può, solo la Bestia.
Ora, magari sto leggendo troppo fra le righe di uno stupido sequel direct-to-video e di un villain poco convincente che hanno buttato lì perché non sono riusciti a inventarsi di meglio, ma… e se invece ci fosse un’intelligenza molto sottile nella caratterizzazione di Forte e fosse una metafora per la depressione della Bestia? Perché si comporta esattamente come la depressione nella testa di qualcuno, una presenza distruttiva ma a tratti quasi rassicurante, che non fa altro che sabotare qualsiasi cosa tu o gli altri tentino di fare in modo da averti tutto per sé. E alla fine, tu solo hai il potere di uscirne e sconfiggerla.

Lo ammetto: mi sento sporco a spezzare una lancia in favore di quel filmaccio che, ribadisco, non è mai esistito. Ma forse c’è qualcosa in più che un semplice modo di capitalizzare su un magnifico film tramite una mediocrità con cui sbolognare i bambini un’oretta alle cure di Zia Televisione.
Fatto sta che, se non altro, non sono così disperato da pipparmi anche quell’oscenità de Il Magico Mondo di Belle… almeno spero. Ti prego, giovedì, arriva presto!

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