Crescendo, ho pian piano ammorbidito le mie posizioni nei confronti della religiosità altrui.
Io di religioni ne ho provate svariate, per quanto tutte all’acqua di rose e senza mai reale convinzione: battezzato cattolico (che mi esclude dalla linea di successione per il trono britannico, mannaggia!) prima che potessi sapere di cosa si trattasse; incubo delle catechiste con le mie domande scomode ma comunque comunicato, sempre cattolico; quasi cresimato ortodosso finché non mi sono stufato e non ho più messo piede in chiesa; pagano / wiccan scoppiato perché mi piaceva Charmed e volevo essere edgy al liceo; per un certo periodo, ho perfino creato il mio personale Santo Dorian Gray in una specie di accordo à la American Gods in cui io lo facevo esistere con la mia “devozione” (fra tante virgolette) e lui mi spianava la strada con i suoi “miracoli”. Per fortuna, quando sono entrato nel trip Angel Sanctuary e ho iniziato gli Infernal Lords, ero già abbastanza grandetto da non impelagarmi in qualche strambo satanismo hollywoodiano per darmi un tocco ancora più edgy che nella fase wiccan scoppiata.
Non ho mai sentito nulla. Ho letto e mi sono informato molto sui vari credo con cui ho flirtato perché sono curioso, mi piace il simbolismo che c’è dietro e non voglio rifiutare o accettare qualcosa che non comprendo, ma proprio per questo non ho mai avuto fede: analizzo troppo le cose per poterci credere davvero.
Quando mi sono reso conto di trovarmi da qualche parte nello spettro fra ateismo e agnosticismo, sulle prime sono diventato piuttosto bellicoso (a mia discolpa, vedere una mia cara amica andare a farsi lavare il cervello a Međugorje non ha aiutato). Mi sono riletto molti punti salienti della Bibbia (perché era quello l’avversario più diffuso), ci ho riflettuto sopra e ho iniziato ad attaccare la fede altrui per sport, sciorinando tutta la valanga di contraddizioni, fallacie logiche, assurdità e ritocchi storici. Addirittura, non riuscivo a concepire che una persona intelligente potesse essere religiosa.
Poi, una bella sera, Katia mi ha fatto un reality check piuttosto duro che mi ha fatto svegliare: mi stavo comportando come i peggiori Testimoni di Geova e avevo tanti pregiudizi quanto quelli che mi dicevano che sarei finito all’inferno.
Ci ho messo un po’ a metabolizzare la cosa, ma ho trovato una posizione soddisfacente: chiunque è libero di credere in ciò che gli pare, dal cristianesimo all’astrologia, fintanto che non lo usa per giustificare i suoi pregiudizi. Ciò a cui sono avverso è la struttura organizzata (leggi: il clero), e non transigo in alcun caso sulla necessità di estirpare qualsiasi credo religioso dallo Stato (ne ho parlato più approfonditamente qui). La religione non è un problema a livello personale, ma a livello sociale.
Ciò non significa, però, che mi faccia mettere i piedi in testa: se qualcuno tenta di impormi i suoi pregiudizi religiosi, rispondo a tono.
Ad esempio, mi urta parecchio che un cretino conosciuto su un’app di dating gay mi tenga al telefono un’ora e mezza attaccandomi un pippone madornale perché, girando sul mio Instagram, mi ha visto fangirlare con caption “LUCIFER IS BACK!”, e non si calmi nemmeno dopo che gli ho spiegato che si tratta di una serie tv. Sentirmi dire che finirò all’inferno perché guardo una serie tv su Lucifero (per non parlare di Sabrina, omg!) è piuttosto ridicolo. Sentirmi dire che sono “cattivo” perché per me è tutta mitologia a cui non credo – non importano le mie azioni verso il prossimo, tipo applicare la filosofia Tyrell e cerchi di minimizzare i danni collaterali e beneficiare gli altri nel perseguire i miei obiettivi – è insultante.
Il rispetto è una strada a doppio senso: così come mi astengo dal dare giudizi sulle persone basandomi solo sulla loro religiosità, mi aspetto che loro non ne diano a me perché non credo. Finché mi troverò davanti persone del genere, non mollerò la presa sulle assurdità della fede cristiana e le sue mille fallacie logiche. Anche perché, in un caso come questo, l’ipocrisia è lampante: con che coraggio tu, utente di PlanetRomeo, millanti superiorità morale nei miei confronti da un punto di vista religioso? Cosa ti rende un buon cristiano se sei gay? Scegli arbitrariamente di ignorare la parte in cui finirai all’inferno per sodomia? Nulla ti vieta di ignorare anche il resto.
Ed è inutile che, di fronte a tutte le fallacie che ti sbatto in faccia, tu mi risponda: “Allora vengo lì, ti ammazzo e poi mi dirai che avevo ragione ed esiste l’aldilà”. Non fai altro che dimostrarmi che ho ragione quando dico che la moralità diventa relativa quando dici di agire per conto di una divinità.
Per inciso, con ‘sto mentecatto è andata a finire che ho riattaccato scocciato e, quando ha provato a ricontattarmi il giorno dopo, gli ho detto che non avevo intenzione di continuare a sentirlo perché la sua visione del mondo non è compatibile con la mia. Lui mi ha giudicato – perché dire “sei cattivo” è un giudizio – sulla base delle mie credenze e dei gusti in fatto di serie tv. Io l’ho giudicato come idiota e bigotto sulla base delle sue azioni nei confronti di un’altra persona. Non abbiamo nulla in comune.
Poi ho anche dovuto bloccarlo su tutte le app e aggiungerlo nella lista nera dei numeri chiamanti, ma è un altro discorso.
Poi però ho dovuto fare un po’ di training autogeno per convincermi che non è un mentecatto perché è religioso, ma vive la sua religiosità in maniera così aggressiva perché è un mentecatto. È stato faticoso, ma non ho annullato la mia crescita e ho rimesso carro e buoi nella giusta prospettiva.
Poi, una bella sera, Katia mi ha fatto un reality check piuttosto duro che mi ha fatto svegliare: mi stavo comportando come i peggiori Testimoni di Geova e avevo tanti pregiudizi quanto quelli che mi dicevano che sarei finito all’inferno.
Ci ho messo un po’ a metabolizzare la cosa, ma ho trovato una posizione soddisfacente: chiunque è libero di credere in ciò che gli pare, dal cristianesimo all’astrologia, fintanto che non lo usa per giustificare i suoi pregiudizi. Ciò a cui sono avverso è la struttura organizzata (leggi: il clero), e non transigo in alcun caso sulla necessità di estirpare qualsiasi credo religioso dallo Stato (ne ho parlato più approfonditamente qui). La religione non è un problema a livello personale, ma a livello sociale.
Ciò non significa, però, che mi faccia mettere i piedi in testa: se qualcuno tenta di impormi i suoi pregiudizi religiosi, rispondo a tono.
Ad esempio, mi urta parecchio che un cretino conosciuto su un’app di dating gay mi tenga al telefono un’ora e mezza attaccandomi un pippone madornale perché, girando sul mio Instagram, mi ha visto fangirlare con caption “LUCIFER IS BACK!”, e non si calmi nemmeno dopo che gli ho spiegato che si tratta di una serie tv. Sentirmi dire che finirò all’inferno perché guardo una serie tv su Lucifero (per non parlare di Sabrina, omg!) è piuttosto ridicolo. Sentirmi dire che sono “cattivo” perché per me è tutta mitologia a cui non credo – non importano le mie azioni verso il prossimo, tipo applicare la filosofia Tyrell e cerchi di minimizzare i danni collaterali e beneficiare gli altri nel perseguire i miei obiettivi – è insultante.
Il rispetto è una strada a doppio senso: così come mi astengo dal dare giudizi sulle persone basandomi solo sulla loro religiosità, mi aspetto che loro non ne diano a me perché non credo. Finché mi troverò davanti persone del genere, non mollerò la presa sulle assurdità della fede cristiana e le sue mille fallacie logiche. Anche perché, in un caso come questo, l’ipocrisia è lampante: con che coraggio tu, utente di PlanetRomeo, millanti superiorità morale nei miei confronti da un punto di vista religioso? Cosa ti rende un buon cristiano se sei gay? Scegli arbitrariamente di ignorare la parte in cui finirai all’inferno per sodomia? Nulla ti vieta di ignorare anche il resto.
Ed è inutile che, di fronte a tutte le fallacie che ti sbatto in faccia, tu mi risponda: “Allora vengo lì, ti ammazzo e poi mi dirai che avevo ragione ed esiste l’aldilà”. Non fai altro che dimostrarmi che ho ragione quando dico che la moralità diventa relativa quando dici di agire per conto di una divinità.
Per inciso, con ‘sto mentecatto è andata a finire che ho riattaccato scocciato e, quando ha provato a ricontattarmi il giorno dopo, gli ho detto che non avevo intenzione di continuare a sentirlo perché la sua visione del mondo non è compatibile con la mia. Lui mi ha giudicato – perché dire “sei cattivo” è un giudizio – sulla base delle mie credenze e dei gusti in fatto di serie tv. Io l’ho giudicato come idiota e bigotto sulla base delle sue azioni nei confronti di un’altra persona. Non abbiamo nulla in comune.
Poi ho anche dovuto bloccarlo su tutte le app e aggiungerlo nella lista nera dei numeri chiamanti, ma è un altro discorso.
Poi però ho dovuto fare un po’ di training autogeno per convincermi che non è un mentecatto perché è religioso, ma vive la sua religiosità in maniera così aggressiva perché è un mentecatto. È stato faticoso, ma non ho annullato la mia crescita e ho rimesso carro e buoi nella giusta prospettiva.
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