Friday 1 March 2019

Un anno dopo

Sono stanco.
È già passato un anno dal lungo e disagevole viaggio per scendere a votare (che, oltretutto, mi ha fatto perdere la neve a Trieste) e, francamente, sono esausto come lo ero scendendo da quell’aereo dopo una notte insonne preceduta da ore e ore di treno. Una parte di me pensa che quest’anno è stato interminabile, visto che c’è stato un dramma politico dopo l’altro, giorno dopo giorno, senza tregua; l’altra pensa che è l’anno è volato e siamo ancora al punto di partenza, non è stato fatto nulla di concreto e il Paese è fermo.
Probabilmente, la stanchezza è dovuta proprio al fatto che nessuno ha chiuso mai la bocca nemmeno per un secondo, ma tutti questi sforzi non hanno prodotto niente. Ci sono così tante vicende da seguire, così tanta violenza a cui far fronte, e nessun vero risultato. E quel che è peggio, ciò che si è detto è stato talmente stupido, talmente aberrante, che già solo sentirlo succhia via energia, perché è impossibile non incazzarsi. Francamente non ne posso più.

Ed è vero che – lo dissi già a suo tempo – sono sceso a votare più per poter essere coerente nel lamentarmi e protestare contro questo governo che per motivi concreti, ma vorrei comunque che l’opposizione facesse valere quel seggio in più che si sono ritagliati grazie al mio impegno. Invece, sembrano completamente spariti dal dibattito pubblico. Sarà che, lo ripeto, sono stanco, ma mi sembra che non ci sia modo di arginare lo tsunami di acqua di fogna che sta travolgendo il Paese.

Fra l’altro, be careful what you wish for: che i grillini e i leghisti si sarebbero alleati l’avevo previsto mesi e mesi prima delle elezioni, ma la mia speranza era che si cannibalizzassero a vicenda, non in maniera unilaterale. Perché se le mie speranze e previsioni che il Movimento, mostrata la sua vera faccia, si sgonfiasse come un preservativo usato impropriamente e bucato si stanno avverando, non mi sarei mai aspettato che la Lega diventasse così forte a loro spese: credevo ingenuamente che sarebbero implosi insieme.
Invece, eccoci in questo casino.
E sono davvero troppo, troppo esausto per sperare in un miglioramento.

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