Saturday 17 July 2021

Una notte con Miss Rona

Alla fine, gli Hunger Games di ieri mattina sono stati miracolosamente resi sopportabili da un’inaspettata copertura nuvolosa che ha portato un gestibile fresco sulla città. Allo hub del Mariotti la disorganizzazione regnava sovrana e ho impiegato oltre un’ora per entrare – parte della quale ho trascorso seduto sotto il tendone, parte sotto quello che, in un’altra giornata, sarebbe stato il sole cocente perché a una certa il personale non si è coordinato bene e c’era più gente pronta a entrare di quanta potesse stare dentro la palestra e ci hanno tenuti in standby sugli spalti di cemento.
Oh, e in tutto questo mi era anche venuta una colite dal nervoso e quindi stavo scoppiando; quello sicuramente non era colpa della disorganizzazione, ma i rallentamenti non hanno sicuramente aiutato.
 
Il peggio, comunque, è arrivato molto, molto dopo. Se il pomeriggio me la sono cavata relativamente a buon mercato, dormicchiando un po’ e leggiucchiando su Wikipedia per il resto del tempo. Ho fatto giusto in tempo a terminare l’articolo sul Castello di Asburgo in cui ero finito seguendo il rabbit hole, che verso mezzanotte, puntuale come un orologio, è arrivato il malessere. Ma roba che letteralmente tremavo per i brividi e sono dovuto andare a ripescare il pigiama pesante e il plaid dall’armadio nonostante le temperature estive tipiche del Merilend.
La tachipirina che ho preso è durata sì e no un’oretta, il tempo di fare qualche storia su Instagram, che il tremore è subito ricominciato.
Della notte in sé ricordo poco se non il carosello di freddo che nemmeno Snowpiercer e caldo infernale, brividi fortissimi e sudori incontrollati. Ma, soprattutto, il mio cuscino: a una certa, la febbre mi è salita oltre i trentotto e ho iniziato a delirare, convinto che il mio spostarmi da un punto all’altro del cuscino in cerca di fresco fossi io che andavo da una torre all’altra del Castello di Asburgo, con tanto di mappa che avevo visto su Wikipedia.
Giuro, ho questo ricordo distinto, della mappa e di me che spostavo la testa da una torre all’altra.
 
E da qui, ho avuto con orrore la conferma di ciò che avevo già pensato: se già solo il vaccino mi fa stare così male, non oso immaginare la malattia in sé. Almeno ho la speranza che massimo domani sarà tutto passato, mentre stare settimane e settimane peggio di così sarebbe orribile. E su questo che, raccontando i sintomi, ho martellato nelle storie di Instagram: stare così male per qualche ora è un piccolo prezzo da pagare per non prolungare quest’agonia chissà per quanto.

Oggi sono per lo più spossato e nauseato; ho mangiato poco e a fatica, e ora, dopo un pomeriggio piuttosto vegetativo, ho abbastanza presenza intellettuale da buttare giù questo resoconto della mia notte di passione folle con Miss Rona fra le stanze del Castello di Asburgo.
Delirare è stranissimo.
Speriamo che passi entro breve.

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