Thursday 15 July 2021

Abbandonato

Parliamoci chiaro: la pandemia è stressante già di suo. È inevitabile, è un evento traumatico per tutta la collettività, non c’è modo di evitarlo. Puntare il dito e cercare colpe, prendersela col Governo o con questa o quella istituzione, è un tentativo comprensibile di razionalizzare qualcosa che sfugge a ogni controllo ma resta, alla fin fine, un esercizio di futilità. Le cose stanno succedendo, nessuno ne ha colpa, al massimo si può tentare di metterci una pezza.

Però.

Come la si mette, ‘sta pezza, è un altro discorso: lì colpe e colpevoli si possono trovare eccome, e molto di quello stress da pandemia sarebbe perfettamente evitabile.
Ad esempio, con delle istituzioni efficienti potrei risparmiarmi almeno lo stress da vaccino. L’altra volta c’era il dubbio su cosa mi avrebbero inoculato, che mi sarei potuto risparmiare se l’assessore regionale alla sanità non se ne fosse fregato, di cosa fosse consigliato o sconsigliato per chi. A questo giro per forza mi rifaranno Pfizer, ma c’è il dubbio su quando, come e se riuscirò a rientrare nell’appuntamento.
Perché giustamente gli operatori sanitari, che sono esausti dopo un anno e mezzo di lavoro serrato, sono potuti andare in vacanza, e la risposta dell’amministrazione locale non è stata assumere dei sostituti, ma dimezzare le ore di attività dello hub. Con tutte le seconde dosi già prenotate e, in più, quelli che stanno capitolando e si stanno facendo la prima.
Il risultato sono file chilometriche, tutte assembrate sotto un miserrimo tendone nel bel mezzo del campo da calcio dello stadio locale, in attesa di entrare e aspettare l’iniezione. Appuntamenti che, dal pomeriggio, sono slittati alla mattina a chi prima arriva, con i numerini distribuiti tipo salumeria. E, da quel che si sente, il personale rimasto che è allo stremo delle forze.

E in tutto ciò ci sono io, privato cittadino, che fra poco più di ventiquattr’ore dovrò andare ad affrontare tutto quello, mi sento completamente abbandonato dalle mie istituzioni locali. In un momento di stress già enorme, ecco che vanno ad aggiungerne dell’altro per mancanza di organizzazione e soldi, ma intanto marciano in tv e sui giornali locali a raccontare di come, dopo un “fisiologico” periodo di adattamento, le cose ora siano supercalifragilistichespiralidose.
Ma finché la faccia è salva, chissenefrega di quello che le persone passano realmente, chissenefrega che il sistema non sia più efficiente come era prima, o che buttando tutti assieme così come in fila dal macellaio il rischio di immunizzarsi non col vaccino ms beccandosi il virus in mezzo agli Hunger Games cresca esponenzialmente.

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