Wednesday 26 December 2007

So this is x-mas…

Direi che è il caso di profondermi almeno in stringati auguri, dato che è già mezzanotte meno un quarto e ancora non ho scritto una mazza. Anche se è stato già abbastanza faticoso trovare una frase da mandare via sms, il mio cellulare col multi-set d’invio mi è venuto incontro e ho solo dovuto notificare che avevo cambiato numero a quelli che non lo sapevano. Quindi che dire? Io non credo nel natale, per cui rivolgerò l’unico augurio che mi sento di fare:

Auguri di una giornata, una settimana, una fine dell’anno sereni. La serenità, l’assenza di ogni turbamento prima di tutto, è la cosa più importante. Se si è sereni, il resto lo si aggiusta.

Sono un po’ arido, oggi, non ho molto da aggiungere. Non è stato il natale assopito e morbido dell’anno scorso, quando ogni cosa sembrava sospesa in un’atmosfera di attesa mista a comfort… È stato abbastanza irritante, nel complesso. Se non ci fosse la Perversione, potrei classificare questa come una brutta-giornata-senza-motivo. Ancora una volta gli devo tutta la mia gratitudine.

Wednesday 19 December 2007

The Last Time

For so long I’ve tried,
Could not close my eyes
When you became
An outcast in this life.
Again and again I try
To understand the demons inside your head,
But the truth is you love them to death.

Now, I know it’s the last time I have tried
To lift you up, to make you fight.
Nothing is ever easy in life,
I can’t change it if you don’t have the will deep inside.

I have been blind to
How you justify
Everything that you’ve wasted in this life.
Got lost in the illusion
I’d find a solution for the demons
In your head,
But the truth is you love them to death.

Now, I know it’s the last time I have tried
To lift you up, to make you fight.
Nothing is ever easy in life,
I can’t change it if you don’t have the will deep inside.

You can blame and you can hide
Behind what is wrong and what is right.
Life is the choices we make,
I hope you’ll awake before it’s too late.

Now, I know it’s the last time I have tried
To lift you up, to make you fight.
Nothing is ever easy in life,
I can’t change it if you don’t have the will deep inside.

Now, I know it’s the last time I have tried
To lift you up, to make you fight.
Nothing is ever easy in life,
I can’t change it if you don’t have the will deep inside.

[ Within Temptation ]

Sunday 16 December 2007

Stanchezza

La stanchezza è infida. Ti entra dentro alla prima occasione, cercando di riempire ogni piega del tuo essere, del tuo corpo, della tua anima, svuotandoli di tutto ciò che hanno dentro per riempirlo con un’indifferente apatia.

La stanchezza si muove strisciando, entra da ogni ferita ricevuta. È come colla, si muove fangosa nelle vene, cerca di raggiungere il cuore, lo riempie, lo avvolge, cessa di farlo battere.

La stanchezza è come l’edera, che spunta fuori da una fenditura che si forma nel terreno quando viene colpito, s’arrampica alle altre piante, quelle belle con i fiori e i profumi, le avvolge, le soffoca, ne sugge la linfa, ogni energia, cresce e le fa seccare, ed un nuovo tralcio s’aggiunge quando la fenditura diventa una crepa via via più larga, man mano che i colpi si susseguono.

Non è vero che se Maometto non va alla montagna, la montagna va da lui. Lei se ne sta lì, bel bella, senza muovere un dito, e se Maometto una volta decide di non andarci, finisce comunque per alzarsi e raggiungerla. E se Maometto si stancasse? La montagna non si muoverebbe di un centimetro, e lui non se ne curerebbe, lasciando che gli agenti atmosferici la consumino e la sgretolino.

On air: The Last Time – Within Temptation

Tuesday 11 December 2007

Altri deja-vù

La sensazione di deja-vù è forte anche stasera. Mi sento come un anno fa, come quando avevo da sostenere l’esame del First. Solo che domani, invece che il First, ho l’Advanced… che è un altro bel paio di maniche.

Ok, un respiro profondo, un pensiero agli esercizi fatti, e speriamo bene. Male che vada non si muore, male che vada lo si ritenta. Fine. Però mi viene ugualmente da piangere. E il deja-vù sta nel fatto che anche stavolta sono alla disperata ricerca di una parola di conforto da parte del mio amore.

Il brutto di avere una sensazione di deja-vù così forte è che non ti rendi conto dei passi fatti in tutto il tempo intercorso. Ti senti al punto di partenza, ti senti come se non fosse accaduto nulla. O meglio, come se non fossi maturato, come se tutte le cose brutte attraverso cui sei andato siano state vane, inutili. Consciamente mi rendo conto che non è così, che la storia di un anno fa era qualcosa di bello, ma totalmente diverso da quanto ho ora e che le sofferenze per la sua fine sono servite a portarmi a questa; che la mia preparazione in Inglese è molto maggiore di un anno fa e il semi-pendolarismo a cui mi sono sottoposto darà i suoi frutti; che sono una persona diversa, più forte, più combattiva, più attaccata a ciò che amo e meno propensa a farmelo portare via.

A proposito: parto per Roma, quest’inverno. C’è il raduno dei Du Miroir e non intendo mancare. Discutere dei piani di viaggio con Jack e Bina è distensivo e divertente: spero che mi aiuti a distrarmi.
Eppure voglio piangere.

Saturday 8 December 2007

Ho una spiacevole sensazione di deja-vù.

Diciamo in buona parte un deja-vù. La giornata di oggi è iniziata bene. O meglio, il risveglio è stato buono. D’accordo, rewind e riprendiamo daccapo, come non detto. Se andiamo a vedere l’inizio in sé di questo 8 dicembre, subito dopo mezzanotte, da una parte me la ridevo e mi divertivo con Ila, dall’altra stavo male perché la Perversione stava male. Alti e bassi, ma alla fine non è andata poi troppo orribilmente, ed è culminata con noi che ci addormentavamo a turno al telefono. Un sonno occupato da quello che per metà era un incubo e per l’altra un bellissimo sogno che m’ha lasciato in bocca una terribile amarezza al risveglio. Risveglio avvenuto grazie alla voce della Perversione, che mi ha tenuto compagnia. E poi il vero e proprio deja-vù: come l’anno scorso, una giornata sprecata a far nulla ed infiniti problemi che mi hanno guastato l’umore, con l’unica differenza che almeno quest’anno non ho sprecato tempo ad addobbare l’albero. E poi ho preso un cd a caso per rilassarmi, e qual era? Oceanborn, quello che ho ascoltato due anni fa.

Perversione, torna presto…

Monday 3 December 2007

S e t a

Mio signore amato,

Non aver paura, non muoverti, resta in silenzio, nessuno ci vedrà.
Rimani così, ti voglio guardare: io ti ho guardato tanto, ma non eri per me. Adesso sei per me. Non avvicinarti, ti prego, resta come sei. Abbiamo una notte per noi, e io voglio guardarti, non ti ho mai visto così, il tuo corpo per me, la tua pelle. Chiudi gli occhi, e accarezzati, ti prego, non aprire gli occhi se puoi, e accarezzati. Sono così belle le tue mani, le ho sognate tante volte e adesso le voglio vedere, mi piace vederle sulla tua pelle, così. Ti prego continua, non aprire gli occhi, io sono qui, nessuno ci può vedere e io sono vicino a te. Accarezzati signore amato mio, accarezza il tuo sesso, ti prego, piano, è bella la tua mano sul tuo sesso. Non smettere, a me piace guardarla e guardarti, signore amato mio, non aprire gli occhi, non ancora, non devi aver paura son vicino a te, mi senti? Sono qui, ti posso sfiorare, è seta questa, la senti? È la seta del mio vestito. Non aprire gli occhi e avrai la mia pelle, avrai le mie labbra: quando ti toccherò per la prima volta sarà con le mie labbra, tu non saprai dove, a un certo punto sentirai il calore della mie labbra, addosso. Non puoi sapere dove se non apri gli occhi: non aprirli, sentirai la mia bocca dove non sai, d’improvviso. Forse sarà nei tuoi occhi, appoggerò la mia bocca sulle palpebre e le ciglia, sentirai il calore entrare nella tua testa, e le mie labbra nei tuoi occhi, dentro, o forse sarà sul tuo sesso, appoggerò le mie labbra, laggiù, e le schiuderò scendendo a poco a poco, lascerò che il tuo sesso socchiuda la mia bocca, entrando tra le mie labbra, e spingendo la mia lingua, la mia saliva scenderà lungo la tua pelle fin nella tua mano, il mio bacio e la tua mano, uno dentro l'altra, sul tuo sesso, finché alla fine ti bacerò sul cuore, perché ti voglio, morderò la pelle che batte sul tuo cuore, perché ti voglio, e con il cuore tra le mie labbra tu sarai mio, davvero, con la mia bocca nel cuore tu sarai mio, per sempre. Se non mi credi apri gli occhi signore amato mio, e guardami: sono io, chi potrà mai cancellare questo istante che accade, e questo mio corpo senza più seta, le tue mani che lo toccano, i tuoi occhi che lo guardano, le tue dita nel mio corpo, la tua lingua sulle mie labbra, tu che scivoli sotto di me, prendi i miei fianchi, mi sollevi, mi lasci scivolare sul tuo sesso, piano. Chi potrà cancellare questo, tu dentro di me a muoverti adagio, le tue mani sul mio volto, le tue dita nella mia bocca, il piacere nei tuoi occhi, la tua voce. Ti muovi adagio ma fino a farmi male, il mio piacere, la mia voce, il mio corpo sul tuo, la tua schiena che mi solleva, le tue braccia che non mi lasciano andare, i colpi dentro di me. È violenza dolce, vedo i tuoi occhi cercare nei miei, vogliono sapere fino a dove farmi male: fino a dove vuoi, signore amato mio, non c'è fine, non finirà, lo vedi? Nessuno potrà cancellare questo istante che accade, per sempre getterai la testa all'indietro, gridando, per sempre chiuderò gli occhi staccando le lacrime dalle mie ciglia, la mia voce dentro la tua, la tua violenza a tenermi stretto, non c'è più tempo per fuggire e forza per resistere, doveva essere questo istante, e questo istante è, credimi, signore amato mio, quest'istante sarà, da adesso in poi; sarà, fino alla fine.