Sunday, 16 December 2007

Stanchezza

La stanchezza è infida. Ti entra dentro alla prima occasione, cercando di riempire ogni piega del tuo essere, del tuo corpo, della tua anima, svuotandoli di tutto ciò che hanno dentro per riempirlo con un’indifferente apatia.

La stanchezza si muove strisciando, entra da ogni ferita ricevuta. È come colla, si muove fangosa nelle vene, cerca di raggiungere il cuore, lo riempie, lo avvolge, cessa di farlo battere.

La stanchezza è come l’edera, che spunta fuori da una fenditura che si forma nel terreno quando viene colpito, s’arrampica alle altre piante, quelle belle con i fiori e i profumi, le avvolge, le soffoca, ne sugge la linfa, ogni energia, cresce e le fa seccare, ed un nuovo tralcio s’aggiunge quando la fenditura diventa una crepa via via più larga, man mano che i colpi si susseguono.

Non è vero che se Maometto non va alla montagna, la montagna va da lui. Lei se ne sta lì, bel bella, senza muovere un dito, e se Maometto una volta decide di non andarci, finisce comunque per alzarsi e raggiungerla. E se Maometto si stancasse? La montagna non si muoverebbe di un centimetro, e lui non se ne curerebbe, lasciando che gli agenti atmosferici la consumino e la sgretolino.

On air: The Last Time – Within Temptation

1 comment:

  1. Mi piace l'Edera.



    Su, non dire sciocchezze: lo sai che non sarà la stanchezza a vincere Maometto, se davvero a quella benedetta montagna ci vuole arrivare.

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