Ho notato che il post precedente è stato abbondantemente frainteso.
Beh, cari, non ho tentato di suicidarmi tagliandomi i polsi: mi sono tagliato accidentalmente col rasoio sotto il mento mentre mi facevo la barba. In fondo, l’ho detto che avevo preso dal Barocco il gusto per l’inezia esaltata come qualcosa di tragico: celebri sono le poesie di Giambattista Marino come Onde Dorate, che mette su tutta una cionfra per i capelli della sua donna. Mi sono dato a questo genere di letteratura come diversivo dall’attesa per il viaggio (il pomeriggio l’ho trascorso guardando vari episodi di Sailor Moon su Youtube, per farvi capire quanto necessito di distrarmi). Comunque, mi sento sempre un perfetto idiota quando mi taglio mentre mi faccio la barba, dopo tanto tempo lo dovrei saper fare senza casino. No, niente di più errato, accidenti!
Forse è il caso di riproporre il post con le necessarie integrazioni:
Quello di sopra è una specie di studio, ho provato a romanzare quello che è successo un’oretta fa, io che mi sono tagliato [sotto il mento] con un rasoio [mentre mi facevo la barba]. Lo spunto mi è venuto analizzando con cura le sensazioni di quel momento: oltre ad essermi sentito incredibilmente idiota per essermi tagliato in una maniera così stupida [dopo tanto tempo che mi faccio la barba], mi ha affascinato quel colore sul palmo della mia mano [quando l’ho passato sulla ferita], ed i pensieri che mi si agitavano in mente. L’unica cosa è che, appunto, mi sento un idiota [per non aver ancora imparato], anche se non mi posso certo addossare la colpa per essermi tagliato. D’accordo, l’esecutore materiale sono stato io, ma non l’ho certo fatto per svago, [è stato un incidente]. Escludendo questo, è venuto fuori un grazioso studio dal retrogusto barocco (per come ho messo su un casino per un avvenimento che, alla fine, è un’inezia).
Ma vabbè, ora è inutile ripensare a come e perché è successo, anche perché ora ho dei problemi ben più pressanti di cui occuparmi, con la partenza ed il concerto: la conseguenza della mia azione (o forse è più appropriato definirla una “scelta”) [di partire in aereo piuttosto che in nave]. In effetti, non sono molto contento di quello che ho fatto, [dato che non amo viaggiare in aereo per le complicazioni negli aeroporti], ma non vedevo veramente delle alternative, in particolare ora, dopo le notizie che ieri mi sono giunte dal nord-ovest Italia, [ovvero lo sciopero dei lavoratori del porto di Genova]. Il fatto sta è che, ora, la questione più pressante è: che polsini mi metterò domani? Date le circostanze [ovvero un concerto metal], non posso certo girare senza. L’unica cosa cui devo stare attento è scegliere quelli che mi daranno il meno possibile fastidio, il che non è facile, con tutto quel metallo. E tutti sappiamo come [il check-in dell’aeroporto] sia un posto delicato, che non c’è da scherzarci, ma d’altro canto non avevo davvero alternative.
Come vedete, si tratta di due cose davvero stupide. Da una parte, mi fa piacere il constatare che riesco a creare delle immagini di simile ambiguità senza, peraltro, dover mai mentire una volta (mi è tornato utile per i primi capitoli del racconto, in cui ho taciuto un dettaglio cruciale), ma dall’altra, sono spiacente se vi ho spaventati. I miei polsi non hanno nulla, né prevedo che debbano avere qualcosa in futuro a causa mia, non dubitatene.
Ed ora è il caso che mi corichi: il volo parte alle 6:45, dovrò svegliarmi ameno alle 5!
Beh, cari, non ho tentato di suicidarmi tagliandomi i polsi: mi sono tagliato accidentalmente col rasoio sotto il mento mentre mi facevo la barba. In fondo, l’ho detto che avevo preso dal Barocco il gusto per l’inezia esaltata come qualcosa di tragico: celebri sono le poesie di Giambattista Marino come Onde Dorate, che mette su tutta una cionfra per i capelli della sua donna. Mi sono dato a questo genere di letteratura come diversivo dall’attesa per il viaggio (il pomeriggio l’ho trascorso guardando vari episodi di Sailor Moon su Youtube, per farvi capire quanto necessito di distrarmi). Comunque, mi sento sempre un perfetto idiota quando mi taglio mentre mi faccio la barba, dopo tanto tempo lo dovrei saper fare senza casino. No, niente di più errato, accidenti!
Forse è il caso di riproporre il post con le necessarie integrazioni:
Quello di sopra è una specie di studio, ho provato a romanzare quello che è successo un’oretta fa, io che mi sono tagliato [sotto il mento] con un rasoio [mentre mi facevo la barba]. Lo spunto mi è venuto analizzando con cura le sensazioni di quel momento: oltre ad essermi sentito incredibilmente idiota per essermi tagliato in una maniera così stupida [dopo tanto tempo che mi faccio la barba], mi ha affascinato quel colore sul palmo della mia mano [quando l’ho passato sulla ferita], ed i pensieri che mi si agitavano in mente. L’unica cosa è che, appunto, mi sento un idiota [per non aver ancora imparato], anche se non mi posso certo addossare la colpa per essermi tagliato. D’accordo, l’esecutore materiale sono stato io, ma non l’ho certo fatto per svago, [è stato un incidente]. Escludendo questo, è venuto fuori un grazioso studio dal retrogusto barocco (per come ho messo su un casino per un avvenimento che, alla fine, è un’inezia).
Ma vabbè, ora è inutile ripensare a come e perché è successo, anche perché ora ho dei problemi ben più pressanti di cui occuparmi, con la partenza ed il concerto: la conseguenza della mia azione (o forse è più appropriato definirla una “scelta”) [di partire in aereo piuttosto che in nave]. In effetti, non sono molto contento di quello che ho fatto, [dato che non amo viaggiare in aereo per le complicazioni negli aeroporti], ma non vedevo veramente delle alternative, in particolare ora, dopo le notizie che ieri mi sono giunte dal nord-ovest Italia, [ovvero lo sciopero dei lavoratori del porto di Genova]. Il fatto sta è che, ora, la questione più pressante è: che polsini mi metterò domani? Date le circostanze [ovvero un concerto metal], non posso certo girare senza. L’unica cosa cui devo stare attento è scegliere quelli che mi daranno il meno possibile fastidio, il che non è facile, con tutto quel metallo. E tutti sappiamo come [il check-in dell’aeroporto] sia un posto delicato, che non c’è da scherzarci, ma d’altro canto non avevo davvero alternative.
Come vedete, si tratta di due cose davvero stupide. Da una parte, mi fa piacere il constatare che riesco a creare delle immagini di simile ambiguità senza, peraltro, dover mai mentire una volta (mi è tornato utile per i primi capitoli del racconto, in cui ho taciuto un dettaglio cruciale), ma dall’altra, sono spiacente se vi ho spaventati. I miei polsi non hanno nulla, né prevedo che debbano avere qualcosa in futuro a causa mia, non dubitatene.
Ed ora è il caso che mi corichi: il volo parte alle 6:45, dovrò svegliarmi ameno alle 5!
Ciau!
ReplyDeleteDopo una vita e mezzo torno a dedicarmi al mio blog e agli amichetti bloggosi XD
Buon viaggio!
In effetti il post precedente poteva essere frainteso perchè manca il soggetto, non avevo pensato ad un tentativo di suicidio stile emo però non avevo capito di che si trattava precisamente...
Bacioni
Apina
TI PREGO TOGLI QUELLA ROSA AL POSTO DEL CURSORE o_o MI FA MALE DENTRO.
ReplyDeleteelle.
Prego, Elle? ò_ò
ReplyDeleteA scanso di equivici poi... XDDD
ReplyDeletePeccato che il rasoio non sia sceso più in profondità. Il mondo è pieno di idioti uno più uno meno.
ReplyDeleteUtente anonimo, sono d'accordo con te: possono benissimo morire anche tutti gli idioti brutti. Ciò significa che io sopravvivo in ogni caso. Non so te.
ReplyDelete