Ricordo che da qualche parte lessi che le donne sono meno soggette alle flatulenze degli uomini perché non mantengono la bocca chiusa per il tempo necessario a raggiungere la pressione d’aria sufficiente.
Non posso esserne certo, dato che da un tre-quattro giorni sono arroccato in camera mia con tanto di serratura chiusa a chiave, ma ho idea che la Madama adorata non ne stia facendo poi molte, in questo periodo. Probabilmente è la menopausa, probabilmente il fatto che da quando è successo casino al coro non canta più alle prove ma ha comunque necessità di dare aria alla bocca, ma ultimamente è insopportabile. Sbraita per più di mezza giornata dall’altra parte della porta, farnetica cose perfettamente inutili... Insomma, un vero strazio. È più stressante lei che non gli stessi esami.
Fra l’altro, mi chiedo se si renda conto di parlare a vanvera. Cioè, dato che non le rispondo, mi aspetto che immagini che io me ne sto beatamente sdraiato sul letto/seduto al computer con gli auricolari nelle orecchie... E invece no, canzoni di sei minuti e passa finiscono, e nel silenzio che precede la successiva la sento ancora, un blabla informe.
È preoccupata per gli esami? Direi che non c’è bisogno: di farmi bocciare e trascorrere un altro anno con lei in mezzo ai piedi non ne ho proprio voglia. Se poi ha tanto da lagnarsi che la tesina l’ho finita praticamente l’ultimo giorno, può benissimo rendersi conto che se non mi avesse plissettato gli attributi sin da febbraio, rendendo tutto il discorso un obbligo soffocante e spiacevole, prosciugando ogni singola goccia di entusiasmo che avevo, magari non me ne avrebbe fatto passare ogni voglia e avrei finito molto prima, no?
No, naturalmente. È cieca, di fronte a questo fatto, e non da oggi, né da ieri.
Non posso esserne certo, dato che da un tre-quattro giorni sono arroccato in camera mia con tanto di serratura chiusa a chiave, ma ho idea che la Madama adorata non ne stia facendo poi molte, in questo periodo. Probabilmente è la menopausa, probabilmente il fatto che da quando è successo casino al coro non canta più alle prove ma ha comunque necessità di dare aria alla bocca, ma ultimamente è insopportabile. Sbraita per più di mezza giornata dall’altra parte della porta, farnetica cose perfettamente inutili... Insomma, un vero strazio. È più stressante lei che non gli stessi esami.
Fra l’altro, mi chiedo se si renda conto di parlare a vanvera. Cioè, dato che non le rispondo, mi aspetto che immagini che io me ne sto beatamente sdraiato sul letto/seduto al computer con gli auricolari nelle orecchie... E invece no, canzoni di sei minuti e passa finiscono, e nel silenzio che precede la successiva la sento ancora, un blabla informe.
È preoccupata per gli esami? Direi che non c’è bisogno: di farmi bocciare e trascorrere un altro anno con lei in mezzo ai piedi non ne ho proprio voglia. Se poi ha tanto da lagnarsi che la tesina l’ho finita praticamente l’ultimo giorno, può benissimo rendersi conto che se non mi avesse plissettato gli attributi sin da febbraio, rendendo tutto il discorso un obbligo soffocante e spiacevole, prosciugando ogni singola goccia di entusiasmo che avevo, magari non me ne avrebbe fatto passare ogni voglia e avrei finito molto prima, no?
No, naturalmente. È cieca, di fronte a questo fatto, e non da oggi, né da ieri.
Perché crede che col tempo mi sia disaffezionato al pianoforte? “Ale, ti sei esercitato oggi? Ale ti sei già esercitato? Ale, perché non ti eserciti? Ecco, mi fai buttare via soldi inutilmente”.
Ora, a prescindere dal fatto che il vittimismo mi irrita a priori, se mi avesse lasciato esercitare più tardi, quando andava a me, e magari anche saltare lezione quelle volte che non avevo voglia di andare perché volevo stare a casa a non fare nulla (sì, Madama, può capitare anche questo!), la cosa avrebbe continuato ad essere un piacere, e non già più un obbligo.
Idem dicasi con lo sport: capitava il giorno che non ne avevo voglia? “E io pago inutilmente”. Voilà, il karate, il nuoto si trasformano da momenti di svago e relax a impegni opprimenti. E allora, giù a organizzare i piani mirabolanti per farmi ferie, peggio che a scuola.
È capitato un periodo in cui avevo spostato il mio centro di interessi dall’astronomia ad altrove? “Eh, non ti vedo più leggere nulla di astronomia. E pensare che un tempo eri così vivace, così interessato a tutto…”, naturalmente col classico tono stucchevole di rimpianto (no, fortunatamente questo giro non c’è stato “mi hai fatto comprare i libri inutilmente”). Una, due, tre, dieci volte, è normale che la cosa inizi ad apparirmi dovuta, e non più spontanea e naturale.
Ho mai provato a parlarle?
Ah. Ah. Ah. Ah. Ah.
Cos’è una battuta? Cioè, ci proverei anche, se non avesse ragione lei a priori. Ecco, lei ha una forma a pura a priori in più rispetto a quelle descritte da Kant: spazio, tempo, le dodici categorie e la ragione. Che bello, eh?
Toh, salvato dal gong: hanno suonato il campanello, con gli ospiti avrà poco da sbraitare… o forse no?
Ora, a prescindere dal fatto che il vittimismo mi irrita a priori, se mi avesse lasciato esercitare più tardi, quando andava a me, e magari anche saltare lezione quelle volte che non avevo voglia di andare perché volevo stare a casa a non fare nulla (sì, Madama, può capitare anche questo!), la cosa avrebbe continuato ad essere un piacere, e non già più un obbligo.
Idem dicasi con lo sport: capitava il giorno che non ne avevo voglia? “E io pago inutilmente”. Voilà, il karate, il nuoto si trasformano da momenti di svago e relax a impegni opprimenti. E allora, giù a organizzare i piani mirabolanti per farmi ferie, peggio che a scuola.
È capitato un periodo in cui avevo spostato il mio centro di interessi dall’astronomia ad altrove? “Eh, non ti vedo più leggere nulla di astronomia. E pensare che un tempo eri così vivace, così interessato a tutto…”, naturalmente col classico tono stucchevole di rimpianto (no, fortunatamente questo giro non c’è stato “mi hai fatto comprare i libri inutilmente”). Una, due, tre, dieci volte, è normale che la cosa inizi ad apparirmi dovuta, e non più spontanea e naturale.
Ho mai provato a parlarle?
Ah. Ah. Ah. Ah. Ah.
Cos’è una battuta? Cioè, ci proverei anche, se non avesse ragione lei a priori. Ecco, lei ha una forma a pura a priori in più rispetto a quelle descritte da Kant: spazio, tempo, le dodici categorie e la ragione. Che bello, eh?
Toh, salvato dal gong: hanno suonato il campanello, con gli ospiti avrà poco da sbraitare… o forse no?
CaVo, sono davvero dispiaciuta per la fastidiosa situazione che ti trovi a sopportare. Che dire? Le madri ci hanno dato la vita (come se glie l'avessimo chiesto, perdipiù!) e si sentono quindi in diritto di togliercela.
ReplyDeleteL'opprimenza, la possessività e la sempiterna preveggenza rivendicata trionfalmente con l'immancabile "Te l'avevo detto" sono le prime tre caratteristiche insite nel ruolo di MADRE.
Tu fai quello che ti piace, perchè ti piace.
Per gli esami sai bene che non c'è alcun motivo di preoccuparsi, così come per il tuo futuro, che sicuramente, grazie alla splendida persona che sei, ti regalerà tante gioie e soddisfazioni..
La mamma, si sa, è sempre la mamma.
VOLEMOSE BBENE (come direbbe il povero Jean Claude, che in quanto a Madri e Madrine non è certo stato più fortunato di noi!)
Un bacio e un abbraccio :P
The Countess
"plissettato gli attributi"
ReplyDeleteMa j'adore!!!
Tuh, hai un blog e io non ne ero a conoscenza! O forse sì, ma magari me lo sono dimenticato u_u
ReplyDeleteVa', mi tocca aggiungerti nella lista dei blog amici ora >_>
. . . Dopo che ho letto "a priori" e ho sentito puzza di Kant(-m'ha-rotto-il-cazzo) non ho più letto, e ho vomitato sulla tastiera. Se mia madre non conoscesse già la tua le presenterei, andrebbero a braccetto.
ReplyDeleteЕ se dovesse mancare, la piangeresti, la Mater?
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