Bene. Al diavolo la Mater e la sua mania del risparmio: non posso guardare dal basso il condizionatore spento e boccheggiare per l’afa. Può sbraitare quanto le pare, ma lo accendo almeno fino ad arrivare ad un paio di gradi ed il 10% di umidità in meno.
Il voto totale degli scritti è 40/45, che sommato ai 20 punti di credito mi infila già il diploma in tasca. Naturalmente, c’è chi non è contento del risultato (non farò nomi, ma è la stessa persona che rompe per l’uso del condizionatore), e fa di tutto per sottolineare questa sua delusione con uscite del tipo “E a che ti serve studiare ancora? Tanto sei già promosso”, e parlando in russo con le amiche ad un volume tanto alto che, se la lingua non fosse straniera, all’intero vicinato non sarebbe sfuggita la notizia. E, fra le altre cose, continua ad inveire contro l’unica che ha preso 45 (perché secondo lei, dato che la seconda prova la stavamo facendo in comunella, non è giusto che non abbia passato nulla; non ha tutti i torti, ma non è che può diventare verde di bile).
Vorrei aprire una piccola parentesi a questo riguardo. Sia la Mater che il suo degno ex mi hanno decisamente stancato. Sono arcistufo di lui e delle sue vendette, come sono arcistufo di lei e la sua vanità. Se non si danno una regolata, potrei anche dirglielo in faccia che non sono un giocattolo con cui far male (vero papà?) o di cui vantarsi con le amiche (vero mamma?). Ergo, lui può benissimo smettere di accatastare storie dopo dodici anni di divorzio, e lei di sbraitare e sottolineare ad ogni frase come a tutti spetteranno i cinque punti bonus tranne che a me.
Va da sé che, se darò una buona interrogazione e, alla fine, mi daranno i benedetti punti di bonus e prenderò cento, la Madama sul carro del vincitore non ci salterà manco per nulla. Non hai fatto altro che sbraitare durante l’intero arco degli esami, preoccupandoti di sottolineare con ogni gesto la mia inadeguatezza? Ottimo, ma qualunque sia il risultato, tu ne resterai esclusa. Non a caso, la mia tesina non è dedicata, come alcune che ho letto, a mammaepapà, ma a qualcuno che davvero mi incoraggia e crede in me. E che mi amerà a prescindere dal voto, che sia novanta, novantacinque o cento.
Chiusa la parentesi, sabato si prospetta una bella giornata: la mattina gli orali (ultimo di cinque, speriamo mi tengano poco), e prego che la commissione si mantenga clemente come stamattina, mentre la sera il saggio di canto – e prego che la mia voce non faccia scherzi.
In anticpo a tutti: crepi il lupo!
Il voto totale degli scritti è 40/45, che sommato ai 20 punti di credito mi infila già il diploma in tasca. Naturalmente, c’è chi non è contento del risultato (non farò nomi, ma è la stessa persona che rompe per l’uso del condizionatore), e fa di tutto per sottolineare questa sua delusione con uscite del tipo “E a che ti serve studiare ancora? Tanto sei già promosso”, e parlando in russo con le amiche ad un volume tanto alto che, se la lingua non fosse straniera, all’intero vicinato non sarebbe sfuggita la notizia. E, fra le altre cose, continua ad inveire contro l’unica che ha preso 45 (perché secondo lei, dato che la seconda prova la stavamo facendo in comunella, non è giusto che non abbia passato nulla; non ha tutti i torti, ma non è che può diventare verde di bile).
Vorrei aprire una piccola parentesi a questo riguardo. Sia la Mater che il suo degno ex mi hanno decisamente stancato. Sono arcistufo di lui e delle sue vendette, come sono arcistufo di lei e la sua vanità. Se non si danno una regolata, potrei anche dirglielo in faccia che non sono un giocattolo con cui far male (vero papà?) o di cui vantarsi con le amiche (vero mamma?). Ergo, lui può benissimo smettere di accatastare storie dopo dodici anni di divorzio, e lei di sbraitare e sottolineare ad ogni frase come a tutti spetteranno i cinque punti bonus tranne che a me.
Va da sé che, se darò una buona interrogazione e, alla fine, mi daranno i benedetti punti di bonus e prenderò cento, la Madama sul carro del vincitore non ci salterà manco per nulla. Non hai fatto altro che sbraitare durante l’intero arco degli esami, preoccupandoti di sottolineare con ogni gesto la mia inadeguatezza? Ottimo, ma qualunque sia il risultato, tu ne resterai esclusa. Non a caso, la mia tesina non è dedicata, come alcune che ho letto, a mammaepapà, ma a qualcuno che davvero mi incoraggia e crede in me. E che mi amerà a prescindere dal voto, che sia novanta, novantacinque o cento.
Chiusa la parentesi, sabato si prospetta una bella giornata: la mattina gli orali (ultimo di cinque, speriamo mi tengano poco), e prego che la commissione si mantenga clemente come stamattina, mentre la sera il saggio di canto – e prego che la mia voce non faccia scherzi.
In anticpo a tutti: crepi il lupo!
Tanto prenderai cento lalalalalalalalà
ReplyDeleteE' normale. Andrà bene, tranquillo ù_ù
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