“Ma Ale, perché semplicemente non la lasci perdere? Se parlare con lei, se sentirla poi ti fa stare così male, perché non tronchi direttamente tutti i rapporti?”
“Non posso, Veronica. È vero, niente è più come prima, ma non me la sento di abbandonarla a se stessa… È sola… In fondo ha solo me.”
“Non so se fai bene, Ale. Così però stai male tu. E credi di aiutarla davvero, Luana?”
“Non so… Non me la sento di lasciarla sola. Sai quanto le ho voluto bene, è stata come una sorella per anni…”
E cosa ho risolto, se non portare avanti un’amicizia in putrefazione, arrivare a un litigio decisamente spropositato che ha coinvolto altre persone, accumulare menzogne, passare per cattivo e ipocrita, e averla ancora attaccata? Perché dopo nove mesi, ancora mi cerca, in un modo o nell’altro. Nemmeno ora posso dire di essermene liberato.
“Ale, di questo passo finirà che te la ritroverai a passeggiare ‘casualmente’ sotto casa!”
“Eh sì… ‘Sai com’è, sono uscita a fare un giro per Fiano, e passando passando mi sono trovata ad Alghero sotto casa tua’. Me la immagino già…”
“Non so quanto tu abbia da scherzarci.”
“Stiamo sfiorando il ridicolo, Veronica: non mi sorprenderei nemmeno più di tanto, se accadesse.”
Non vuole arrendersi all’evidenza che mi ha perso. Non vuole capire che è superflua nella mia vita, che non ho nulla più da condividere con lei. E non posso non prendermela anche con me stesso. Se avessi troncato la cosa quando era finita, se avessi messo in chiaro, quando è tornata come nulla fosse stato, che non volevo saperne, se non mi fossi lasciato prendere dalla compassione per la sua solitudine, mi sarei risparmiato un sacco di fastidi e sofferenze.
Schopenhauer ha fallito ancora una volta. L’agapé non porta da nessuna parte, se non a complicare le cose. È una medicina peggiore della malattia stessa.
Dedicato a tutte le Luane del mondo: possano iniziare a camminare con le loro gambe.
Ed anche a tutti gli Alessandri del mondo: possano imparare a chiudere occhi ed orecchie e pensare un po’ più a loro stessi.
“Non posso, Veronica. È vero, niente è più come prima, ma non me la sento di abbandonarla a se stessa… È sola… In fondo ha solo me.”
“Non so se fai bene, Ale. Così però stai male tu. E credi di aiutarla davvero, Luana?”
“Non so… Non me la sento di lasciarla sola. Sai quanto le ho voluto bene, è stata come una sorella per anni…”
E cosa ho risolto, se non portare avanti un’amicizia in putrefazione, arrivare a un litigio decisamente spropositato che ha coinvolto altre persone, accumulare menzogne, passare per cattivo e ipocrita, e averla ancora attaccata? Perché dopo nove mesi, ancora mi cerca, in un modo o nell’altro. Nemmeno ora posso dire di essermene liberato.
“Ale, di questo passo finirà che te la ritroverai a passeggiare ‘casualmente’ sotto casa!”
“Eh sì… ‘Sai com’è, sono uscita a fare un giro per Fiano, e passando passando mi sono trovata ad Alghero sotto casa tua’. Me la immagino già…”
“Non so quanto tu abbia da scherzarci.”
“Stiamo sfiorando il ridicolo, Veronica: non mi sorprenderei nemmeno più di tanto, se accadesse.”
Non vuole arrendersi all’evidenza che mi ha perso. Non vuole capire che è superflua nella mia vita, che non ho nulla più da condividere con lei. E non posso non prendermela anche con me stesso. Se avessi troncato la cosa quando era finita, se avessi messo in chiaro, quando è tornata come nulla fosse stato, che non volevo saperne, se non mi fossi lasciato prendere dalla compassione per la sua solitudine, mi sarei risparmiato un sacco di fastidi e sofferenze.
Schopenhauer ha fallito ancora una volta. L’agapé non porta da nessuna parte, se non a complicare le cose. È una medicina peggiore della malattia stessa.
Dedicato a tutte le Luane del mondo: possano iniziare a camminare con le loro gambe.
Ed anche a tutti gli Alessandri del mondo: possano imparare a chiudere occhi ed orecchie e pensare un po’ più a loro stessi.
An unpleasant sense of déjà·vu.
ReplyDeleteMi hai tirata in ballo XD ma te l'avevo detto!
Guarda che zio Schopy ha sempre ragione ù_ù
ReplyDelete+ va a raggiungere il Nirvana...
Nel senso che vai a raggiungere Kurt Cobain mettendo in atto la tua tesina, Bea?
ReplyDelete'>_> nel senso che non mi curerò più
ReplyDeletedi voi poveri mortali, raggiungendo il nulla e il tutto. -.- 'gnurant. Cheppoi, a me, i nirvana nemmeno mi son mai piaciuti più di tanto...
ReplyDeleteQuanto mi rivedo in questa situazione a dir poco disastrata e spiacevole!
ReplyDeleteAccetto la dedica a tutti gli Alessandri: del resto, come Erzsèbet e Dorian potrebbero essere definiti i reciproci alter ego, così siamo un pò io e te per certe cose.. in male, come nel bene (si spera *_*)