Anche se raramente, capita che perfino io esca dal cinema soddisfatto di ciò che mi si è presentato davanti agli occhi. Nella fattispecie parliamo di Agorà, il tanto declamato film di Alejandro Amenábar su Ipazia da Alessandra, filosofa, matematica e astronoma celebre nell’antichità per i suoi studi sulle figure coniche che fu barbaramente linciata da una setta di fanatici cristiani.
Per chi non sapesse com’è andata, inizialmente in Italia non era prevista una distribuzione del film (uscito negli altri Paesi ancora a settembre), ma grazie ad una petizione online (iniziata fra l’altro da un mio conoscente di Epica Italy) la cosa ha guadagnato sufficiente visibilità mediatica perché la Mikado lo acquistasse, doppiasse e presentasse nelle sale italiane.
Per chi non sapesse com’è andata, inizialmente in Italia non era prevista una distribuzione del film (uscito negli altri Paesi ancora a settembre), ma grazie ad una petizione online (iniziata fra l’altro da un mio conoscente di Epica Italy) la cosa ha guadagnato sufficiente visibilità mediatica perché la Mikado lo acquistasse, doppiasse e presentasse nelle sale italiane.
Tralasciando di riportare per intero la trama del film (che immagino coinciderà suppergiù con quanto si dice di Ipazia su wikipedia), nel complesso il film mi è piaciuto, anche se devo dire è stato più crudo di quanto mi aspettassi (beh, in realtà non è tanto lui, quanto io che sono molto sensibile a lapidazioni, roghi e altri metodi di uccisione dolorosi). Un punto fortemente positivo che lo distingue dai soliti polpettoni è che è forse il primo film in cui non vedo nessuno mettere la lingua in bocca a nessun altro: un certo accenno di triangolo amoroso c’è, ma ha un ruolo abbastanza marginale ai fini della ricostruzione storica (serve solo a edulcorare alcuni punti). Inoltre, ha dimostrato come tutta la campagna mediatica che è andata a crearglisi intorno fosse piuttosto inconsistente (ma su questo punto ritornerò più avanti).
Le scene che mi hanno colpito di più, tanto da farmi venire la lacrimuccia, sono state ovviamente la morte di Ipazia, anche se è stata presentata in maniera decisamente più umana che nella realtà, e soprattutto la presa e distruzione della Biblioteca di Alessandria, per la quale il mio commento è stato che certe cose è meglio saperle ma non vederle. C’è chi non è stato contento del fatto che Ipazia sia stata fatta morire soffocata dal suo ex schiavo innamorato di lei che ha poi detto che era svenuta prima che i monaci cristiani la lapidassero, ma a me sinceramente la cosa non è dispiaciuta, dato il mio orrore verso il dolore gratuito. A titolo di precisione storica, riporto però che la poveraccia è stata scarnificata viva con pezzi di conchiglie e barbaramente mutilata (i testi riportano che le hanno cavato gli occhi che ancora respirava, anche se immagino che a quel punto avesse già perso coscienza per il dolore), prima che i resti del suo corpo fossero trascinati per le vie della città e bruciati su una pira. Ma dettagli come questi sarebbero stati abbastanza inutili ai fini del film, quindi per una volta mi schiero dalla parte della riduzione cinematografica.
Le scene che mi hanno colpito di più, tanto da farmi venire la lacrimuccia, sono state ovviamente la morte di Ipazia, anche se è stata presentata in maniera decisamente più umana che nella realtà, e soprattutto la presa e distruzione della Biblioteca di Alessandria, per la quale il mio commento è stato che certe cose è meglio saperle ma non vederle. C’è chi non è stato contento del fatto che Ipazia sia stata fatta morire soffocata dal suo ex schiavo innamorato di lei che ha poi detto che era svenuta prima che i monaci cristiani la lapidassero, ma a me sinceramente la cosa non è dispiaciuta, dato il mio orrore verso il dolore gratuito. A titolo di precisione storica, riporto però che la poveraccia è stata scarnificata viva con pezzi di conchiglie e barbaramente mutilata (i testi riportano che le hanno cavato gli occhi che ancora respirava, anche se immagino che a quel punto avesse già perso coscienza per il dolore), prima che i resti del suo corpo fossero trascinati per le vie della città e bruciati su una pira. Ma dettagli come questi sarebbero stati abbastanza inutili ai fini del film, quindi per una volta mi schiero dalla parte della riduzione cinematografica.
La cosa più interessante del film è però, come accennato, il polverone mediatico che è stato sollevato. Il film era stato presentato come una specie di anatema anticristiano e di rivalsa dei pagani che avrebbe fatto luce sui soprusi da questi subiti e per secoli celati, mentre in realtà ha assunto un punto di vista molto obiettivo: da quel film ne escono male indistintamente tutti, sia i cristiani che i pagani che gli ebrei, e ognuno ha la sua parte di colpa per aver ucciso questo o quell’altro. Di conseguenza, direi che è un semplice manifesto a favore della razionalità della libera filosofia e della scienza, opposta alla barbarie del fanatismo religioso, qualunque esso sia. L’unica cosa che viene sfatata è la favola dei poveri cristiani martirizzati e indifesi che se le prendevano da tutti.
Partendo da questa mia impressione, azzardo l’ipotesi che in realtà il fatto che Agorà non sia stato inizialmente programmato in Italia per essere tirato fuori solo a seguito della petizione abbia delle ragioni puramente commerciali, piuttosto che ideologiche, politiche o religiose. Secondo me, prima che sbattessero loro il film davanti alla faccia, in Vaticano nemmeno sapevano della sua esistenza (e d’altro canto, con gli scandali degli ultimi tempi hanno ben altro che Ipazia per la testa), e che Amenábar non sia stato affatto vittima di censura da parte degli ambienti filo-vaticani che innegabilmente ci sono in Italia, ma di semplici calcoli pecuniari. Agorà non è un film fatto per vendere, non è un film fatto per i ragazzini, non è un film da vedere il sabato sera dopo l’aperitivo (infatti tolti me e Luisa il pubblico era tutti di veci). È un film serio con una ricostruzione storica abbastanza scrupolosa incentrata sui fatti inerenti la vita culturale e politica di Ipazia (a differenza, per esempio, di un Alexander di Stone dove ciò che si è ricostruito con più scrupoli è stato quanti fra uomini e donne si fosse fatto Alessandro il Grande), e dunque poco appetibile al pubblico medio italiano. E se a seguito della petizione è stato infine distribuito nelle sale è solo perché la Mikado ha visto che c’erano 10262 persone disposte a firmare per andarlo a vedere e che l’intera questione aveva guadagnato una tale rilevanza mediatica da incuriosire anche quelli che non avevano firmato la petizione. Ecco il botteghino riempito, ed ecco che il film diventava conveniente da far uscire prima che si ricorresse all’ultima spiaggia di sottotitolarlo e metterlo online.
Per cui, mi spiace per i fan di Ipazia, ma secondo me stavolta non c’era nessuno che la volesse mettere a tacere: più che fare un torto a lei, che si è trovata in mezzo per caso, si valutava molto più pragmaticamente cosa sacrificare sull’altare del dio denaro. Sarebbe stato un peccato, però, perché il film merita.
Per cui, mi spiace per i fan di Ipazia, ma secondo me stavolta non c’era nessuno che la volesse mettere a tacere: più che fare un torto a lei, che si è trovata in mezzo per caso, si valutava molto più pragmaticamente cosa sacrificare sull’altare del dio denaro. Sarebbe stato un peccato, però, perché il film merita.
Ps: a tutti gli stupidi cristiani, vorrei far notare che i pagani non adorano le statue, ma le divinità che esse rappresentano. Nemmeno le vostre statue dei santi nelle chiese si lamentano se si tira loro la verudura.
Nonostante alcuni errori o imprecisioni storiche che ammorbidiscono la figura dei cristiani, e nonostante la figura di Ipazia mi è apparta abbastanza sminuita per il suo reale valore, trovo che sia un bel film, che tutti dovrebbero vedere.
ReplyDeleteComunque, non sono stato io a farti conoscere la petizione?xD
Il problema è che un film è comunque fatto per intrattenere un pubblico (altrimenti si scade nel cinema di estrema nicchia che è una boiata enorme), di conseguenza alcuni compromessi vanno fatti.
ReplyDeletePiù che una descrizione precisissima della vita di Ipazia, Agorà lo devi considerare come uno spunto, un punto di partenza per far conoscere a più persone l'esistenza di Ipazia (che prima del film per me non era nemmeno una pinca pallina, proprio non sapevo che fosse vissuta), da approfondire in seguito con le monografie che la riguardano, per chi vuole (per chi non vuole, beh, almeno sa che è esistita e che i cristiani non sono tutti rose e fiori, ma non gli sarebbe interessato comunque).
Comunque quando tu mi hai parlato della petizione, io l'avevo già firmata da un bel po'. Te l'avevo anche detto mi pare. XD Però è stato soddisfacente essermi sentito una piccola parte del tutto, quando ho visto la locandina davanti al cinema.